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08 febbraio 2020

Ripubblichiamo le considerazioni di Gianni Tamino, docente di Biologia all’Università di Padova, in merito al biomonitaraggio circostante la Centrale elettrica di Vado Ligure


Gianni Tamino

Gianni Tamino è docente di Biologia generale all’Università degli Studi di Padova, dove attualmente svolge attività di ricerca nel campo dei rischi legati alle applicazioni biomolecolari. È stato membro della Camera dei Deputati e del Parlamento europeo, dove ha seguito in particolare la normativa comunitaria in tema di biotecnologie. È attualmente membro del Comitato Nazionale per la Biosicurezza e le Biotecnologie, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, e della Commissione Interministeriale per le Biotecnologie. Sulle biotecnologie ha pubblicato numerosi lavori scientifici e divulgativi. ...

Il Prof. Gianni Tamino, biologo di fama internazionale e professore ordinario presso l’Università di Padova, e’ membro del comitato scientifico dell’Associazione Italiana medici per l’ambiente (International Society of Doctors for the Environment ) Isde.
Tamino si è sempre occupatato di problemi ambientali, di energie rinnovabili, di sostenibilità, di biotecnologie, di ricerca nell'ambito degli inquinanti ambientali, pubblicando libri e scrivendo numerosi articoli su riviste scientifiche, culturali e divulgative. Si è interessato allo studio di centrali elettriche e inceneritori e il loro impatto ambientale, e alla possibilità di rischi biologici e di effetti mutageni e cancerogeni causati dalle attuali biotecnologie e dai campi elettromagnetici.

Pubblichiamo le  Considerazioni di Gianni Tamino, docente di Biologia all’Università di Padova, in merito al biomonitaraggio circostante la Centrale elettrica di Vado Ligure

sotto  lo riportiamo integralmente :
Considerazioni di Gianni Tamino, docente di Biologia all’Università di Padova, in merito al biomonitaraggio circostante la Centrale elettrica di Vado Ligure, realizzato mediante analisi dei licheni nel periodo 2006-2007, in ottemperanza alle prescrizioni del Ministero dell’Ambiente (provvedimento 10541/VIA/A.O.13.B DEL 08.10.2001)..



Da una prima analisi dei dati riportati nella relazione tecnico-scientifica, risulta una situazione particolarmente allarmante per quanto riguarda lo stato dell’ambiente circostante la centrale. Infatti nella stessa relazione si afferma a pag. 141 “È stato così stabilito che le concentrazioni nel materiale vegetale di mercurio, zinco, cadmio e rame, risentono di una considerevole influenza antropica.” E a pag. 66 si afferma: “Sembra esistere quindi una discreta componente antropica responsabile delle concentrazioni degli stessi sul territorio”. Quello che però non è evidenziato nella relazione è che, nell’area di maggior influenza da parte della centrale (la cosiddetta area C di pag. 66), vi sono concentrazioni di metalli, in particolare di mercurio molto preoccupanti: valori compresi tra 1,61 e 2,61 parti per milioni (ppm) per il mercurio (con punte di 13,06 poco più a sud dell’area in questione); valori tra 159 e 1210 ppm per lo zinco, valori tra 0,75 e 12,46 ppm per il cadmio e, infine valori compresi tra 3,47 e 2611 per il rame.  È doveroso far notare che nella tabella di Nimis e Bargagli del 1999 (lavoro preso in considerazione dagli autori della relazione tecnico-scientifica) i massimi valori riscontrati, considerando tre diverse aree del paese per un totale di 100 misurazioni, sono 1,84 ppm per il mercurio, 358 ppm per lo zinco, 9,04 ppm per il cadmio e 161 ppm per il rame: come si può notare, tutti valori decisamente inferiori a quelli massimi riscontrati attorno alla centrale di Vado Ligure. Per confronto è utile ricordare che, in un recente rapporto sulla laguna di Marano e Grado e aree limitrofe (Biomonitoraggio del mercurio aerodisperso tramite licheni come bioaccumulatori nella laguna di Marano e Grado e Basso Bacino scolante, del 30 aprile 2012), il valore massimo riscontrato per il mercurio vicino all’area industriale di Torviscosa è pari a 0,40 ppm, molto inferiore sia a 13,06, ma anche a 2,61 e 1,61 ppm. Analogamente nell’area molto inquinata di Fusina e Porto Marghera (VE), nell’attività di biomonitoraggio del 2000 (realizzato dallo studio agroforestale “Terra Viva” di Vigevano), si riporta, come valore massimo riscontrato nei licheni, per il mercurio 0,09 ppm, per il cadmio 2,6 ppm e per il rame 44 ppm (lo zinco non è stato analizzato). Anche in questo caso i valori sono ben al di sotto addirittura dei valori minimi per il mercurio e dei valori massimi per cadmio e rame, riscontrati nell’area C attorno alla centrale di Vado Ligure. Tutto ciò, fermo restando la necessità di ulteriori approfondimenti e di ulteriori indagini, indica un forte inquinamento antropico della zona, causato, se non esclusivamente, sicuramente in parte rilevante dalla centrale di Vado Ligure
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Rete Savonese Fermiamo il Carbone :risultati del biomonitoraggio lichenico..


Il testo della lettera inviata dalla  Rete Savonese Fermiamo il Carbone  
il giorno 11 luglio 2012

Al
- Sig. Sindaco Comune di Quiliano

- Sig. Sindaco Comune di Vado L.

- Sig. Presidente Provincia di Savona

- Sig. Presidente Regione Liguria 

Oggetto: autorizzazione integrata ambientale (AIA) centrale termoelettrica Vado Ligure Quiliano- risultati del biomonitoraggio.

Nel ribadire che riteniamo assolutamente improponibile qualsiasi ipotesi di AIA (più o meno transitoria) che non disponga da subito l’adeguamento degli attuali impianti alle migliori tecnologie,  sottolineiamo che è nostra convinzione che il funzionamento dei suddetti impianti nella configurazione attuale abbia sottoposto da almeno 5 anni il territorio e i cittadini ad un inquinamento molto maggiore di quanto previsto dalle norme che impongono l’utilizzo delle migliori tecnologie .

Quindi riteniamo preciso dovere segnalare quanto è venuto a nostra conoscenza a seguito della pubblicazione sul sito del Ministero dell’Ambiente 
 (http://aia.minambiente.it/DomandeAIADocumenti.aspx?id=114 andando poi su "documentazione del gestore" poi "integrazioni" poi "prima richiesta" apparirà una serie di pdf cliccare sul terzo "integrazioni" da 60,23 MB).

Si tratta del biomonitoraggio trasmesso dalla Centrale di Vado ligure Quiliano per ottemperare ad una precisa prescrizione del Ministero
( provvedimento 10541/VIA/A.O.13.B DEL 08.10.2001)  punto 3c.
Tale documento risulta essere stato inoltrato  in data 15/10/2007 con nota prot. N. 7552, acquisita  dal Ministero Ambiente con prot. N. DSA-2007-27160 DEL 18/10/2007.
Il documento risulta essere stato inoltrato anche ad 
ARPA Liguria .
Riteniamo che se questo biomonitoraggio è stato prescritto con queste modalità, evidentemente si è voluto dare specifica  importanza anche ai rilevamenti sui licheni e su questi prioritariamente abbiamo indirizzato la nostra attenzione.

Segnaliamo quindi solo alcune delle risultanze apprese da questo documento che hanno destato in noi enormi preoccupazioni  e che ci hanno indotto a rivolgerci ad alcuni esperti  affinché ci possano confermare (o, sperabilmente per il territorio,  smentire)  quelli che noi riteniamo valori di inquinanti eccezionalmente elevati, tanto che in molti casi parrebbero di gran lunga i più elevati mai riscontrati in Italia confrontandoli alla tabella A “Nimis” (allegata).

DI SEGUITO SI ELENCANO SOLO ALCUNI VALORI MASSIMI
 ( che si sono messi a confronto  con quelli della allegata tabella  A   tratta da  un documento dell'università della TUSCIA  reperibile su http://www.ambientale.org/pdf/RelBiomonit_TVN.pdf  pag 20).
Nella tabella 3.2 a pag 44 del  citato documento pdf scaricato  dal sito del Ministero Ambiente ( pag 20 del documento biomonitoraggio) troviamo:(si consideri che  μ/g  = ppm)
CADMIO POSTAZIONE UCP 29  valore riscontrato   12,46 μ/g 
 ( nell’allegato tab A “Nimis” indica come valore naturalità media  0,8  ppm  e il val max in Italia 9,04 ppm )
ARSENICO POSTAZIONE UCP 7 CON VALORE  13,80 μ/g  (nell’allegato tab A “Nimis” indica come valore naturalità media 1,2ppm e il valore max  riscontrato in Italia   5,53 ppm  )
MERCURIO  POSTAZIONE UCP 41 VALORE
13,06 μ/g  (nell’ allegato tab A “Nimis” indica come valore naturalità media 0,20 ppm e il valore max  riscontrato in Italia   1,84  ppm  )
CROMO POSTAZIONE UCP 40 VALORE 
330,20 μ/g  (nell’allegato tab A “Nimis” indica come valore naturalità media 4 PPM  e il valore max riscontrato in Italia  60,5 ppm )



Nelle pagine successive del documento viene fatto un riepilogo di dettaglio per ogni inquinante: per esempio per l'arsenico nello schema a pag 54 del pdf (pag 30 del biomonitoraggio) sono indicati i valori  sui licheni (anche valore medio e massimo) ma nel commento sottostante si parla solo delle foglie e non risultano menzionati i dati riferiti ai licheni e specialmente non è citata  l'enormità del valore massimo (13,80) e anche quella del valore medio (5,66) sempre a confronto con la tabella A di Nimis!
Nelle pagine di seguito sono evidenziati gli specchietti con gli altri inquinanti dove si ripete sostanzialmente la stessa cosa con enormi valori numerici di inquinanti per i licheni che non risultano evidenziati nel commento. 
Ad esempio per il mercurio  ( pag 57/58  del pdf,)  alla fine del commento è scritto "Secondo Lindt T.J. il limite naturale non supera lo 0.1 mg/Kg, nell’area di studio il valore medio risulta essere moderatamente superiore" . Se si intende nel terreno  secondo noi nella tabella soprastante il valore medio nel terreno è 0,31 e cioè di ben 3 volte quanto indicato come limite naturale, se si intende nelle foglie, 0,61 cioè 6 volte. 
 Per i licheni, prendendo come riferimento un valore di naturalità media indicato nella tab A di 0,2, nelle tabella riassuntiva del mercurio come valore medio è indicato 2,49 (cioè oltre 10 volte !)

Questi sono solo alcuni tra i valori assoluti o medi che ci paiono veramente enormi confrontandoli appunto con la tabella di Nimis: sottolineiamo che a fronte di questi valori numerici indicati, il commento scritto non ci pare che ne sottolinei quella che secondo noi è una grandissima anomalia nel quantitativo di inquinanti misurati.

Poiché abbiamo appreso dagli organi di informazione che è imminente la Conferenza ufficiale dell’AIA, e poiché riteniamo che in quella sede gli aspetti di questo monitoraggio dovranno essere uno dei punti cardine, abbiamo ritenuto nostro preciso dovere manifestare le gravi preoccupazioni suscitate in noi dalla lettura di questi dati e quindi comunicarle alle S.L. affinché ne abbiano conoscenza e consapevolezza nell’affrontare le gravi responsabilità che loro derivano in queste importantissime decisioni(citiamo  a titolo non esaustivo gli articoli 216 e 217 del regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265, - art 29 quater del D. Lgvo 29 giugno 2010, n. 128- ed anche in particolare l’art  29-septies  dello stessoD. Lgvo 29 giugno 2010, n. 128.).
Nel ringraziare per l’attenzione, chiediamo cortesemente alle S.L. di volerci comunicare il Loro pensiero su quanto segnalato e le azioni concrete che intendono intraprendere a fronte di una situazione di inquinamento come appare dal citato biomonitoraggio.
Savona 11 luglio 2012

Rete Savonese Fermiamo il Carbone
Articolo su "Il Secolo XIX  "di oggi 19 luglio



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