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06 marzo 2020

Rapporto OMS-UNICEF-Lancet: salute globale dei bambini a rischio..

Tratto da Epicentro

Rapporto OMS-UNICEF-Lancet: salute globale dei bambini a rischio

È il momento di ripensare la salute dei bambini a livello globale e far sì che nell'agenda di sviluppo di tutti i governi il loro benessere sia al di sopra di ogni altra valutazione. Lo sottolineano l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia (UNICEF) e la rivista medica britannica The Lancet dopo aver dato incarico a una commissione formata da circa 40 esperti internazionali di redigere un rapporto sul delicato tema della salute dei bambini, non tralasciando l’ambiente in cui crescono e il futuro che li aspetta.

“A Future for the World’s Children?”, questo il titolo dello studio pubblicato a febbraio 2020, dimostra purtroppo come nessuna nazione del pianeta stia attualmente proteggendo in modo adeguato le nuove generazioni dalle molteplici minacce quali i conflitti, le forti disuguaglianze, le pratiche commerciali predatorie, effetti dei cambiamenti climatici e il degrado della qualità ambientale. A 5 anni di distanza dalla definizione dei Sustainable Development Goals (SDGs) non si registrano grandi progressi soprattutto per la salute delle nuove generazioni. L’inquinamento ambientale insieme a stili di vita nocivi e alimentazione carente o insalubre rappresentano per milioni di bambini e adolescenti la normalità di vita. Questo non riguarda solo i Paesi a basso reddito. Il cosiddetto junk food proposto da un marketing aggressivo e dannoso, insieme al consumo di alcol e tabacco sono importanti fattori di rischio e creano i presupposti per malnutrizione e degrado anche nei Paesi industrializzati. Dal 1975 al 2016 il numero globale di bambini e adolescenti obesi è passato da 11 milioni a 124 milioni, con enormi impatti, sanitari, economici e sociali. Circa 250 milioni di bambini sotto i 5 anni che vivono nei Paesi a medio e basso reddito corrono il serio rischio di non raggiungere il loro pieno potenziale di sviluppo. Come già ampiamente dimostrato in precedenti studi, questo rapporto ribadisce come i benefici di uno sviluppo sano durante il periodo dell’infanzia si estendano anche alle età più avanzate, con importanti implicazioni per il raggiungimento di uno sviluppo sostenibile e un rapporto uomo-ambiente equilibrato.

Il rapporto presenta una nuova graduatoria globale di 180 Stati costruita paragonando il grado di sviluppo sul tema “benessere dell’infanzia” (child flourishing) - tenendo conto di alcuni parametri quali la salute, l’istruzione, la nutrizione - la sostenibilità ambientale ed economica.

Tra le principali minacce per le giovani generazioni vi è il cambiamento climatico. Infatti, i modelli mostrano che se il riscaldamento globale dovesse superare i 4°C da qui al 2100 si avrebbero conseguenze devastanti per la salute dell’infanzia, a causa dell’innalzamento del livello degli oceani e della proliferazione delle malattie. Emblematica è la circostanza che nazioni come Norvegia e Paesi Bassi siano al top per quanto concerne l’attenzione alla salute e il benessere infantile, mentre dal punto di vista delle emissioni di CO2nell’atmosfera risultino essere fra i più inquinanti del mondo. Si evidenzia quindi come il benessere di bambini e adolescenti vada promosso attraverso azioni che non siano confinate alle politiche nazionali di attenzione all’infanzia che prescindano l’adozione urgente di azioni di sviluppo sostenibile con una prospettiva globale finalizzata a benefici futuri e inter-generazionali. Ne consegue che l’equità diventa un valore essenziale per promuovere e migliorare la salute, il benessere presente e il futuro di tutte le giovani popolazioni cercando di non lasciare indietro nessun Paese. 

Tutti i Paesi, ricchi e poveri, sono chiamati a recitare un ruolo importante nella cruciale battaglia volta a migliorare la qualità della vita dei più giovani. Su questo fronte non ci sono protagonisti e comprimari. Basti pensare che Stati Uniti, Australia e Arabia Saudita sono tra i dieci peggiori inquinatori globali, mentre i soli Stati in linea per raggiungere l’obiettivo di emissioni di CO2 pro-capite stabiliti per il 2030 e che contemporaneamente stanno ottenendo buoni risultati nelle misure per lo sviluppo dell’infanzia sono: Albania, Armenia, Grenada, Giordania, Moldavia, Sri Lanka, Tunisia, Uruguay e Vietnam.

L’Europa, ad esempio, offre la migliore “casa” del pianeta a un bambino che nasce oggi, ma fallisce quando si tratta di garantirgli un futuro sostenibile. Il ricchissimo e minuscolo Lussemburgo è il peggiore nel vecchio continente per quanto riguarda la protezione della salute dei bambini dalle pericolose emissioni di CO2. L’Italia, invece, tra i 180 Paesi oggetto dell’analisi, si classifica al 26simo posto nell’indicatore su sopravvivenza e benessere dei bambini, ma non va oltre la 134sima posizione per quanto concerne la sostenibilità. Con 5,99 tonnellate annue pro-capite, il nostro Paese emette il 121% di CO2 in più rispetto all’obiettivo del 2030 fissato dagli SDGs. 

I membri della Commissione indipendente WHO-UNICEF-Lancet propongono, infine, una sorta di Manifesto basato sui seguenti 5 messaggi chiave con lo scopo di porre i bambini al centro delle politiche per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile:
  • la sostenibilità e gli SDGs possono essere utilmente concettualizzati attorno alle Azioni per la salute e il benessere dei bambini
  • la salute dei bambini e il loro futuro sono intimamente legati alla salute del nostro pianeta
  • gli interventi per migliorare la salute e il benessere durante l'infanzia hanno benefici immediati, a lungo termine e intergenerazionali, che si combinano in modo sinergico
  • gli investimenti economici sulla salute e istruzione dei bambini sono incontestabili e caratterizzati da un alto rapporto tra i benefici ottenibili rispetto ai loro costi
  • all'interno di ogni governo, tutti i settori hanno un ruolo da svolgere nel miglioramento della salute e del benessere dell’infanzia.
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