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15 settembre 2011

1)Brindisi, record di bimbi nati con malformazioni congenite 2)No Nuke svizzeri: “Incidente in Francia, tutto a posto un corno!”

Tratto da La Repubblica
LO STUDIO

Brindisi, record di bimbi nati
con malformazioni congenite

L'indagine condotta da undici ricercatori dal 2001 al 2009: più 18 per cento sulla media europea, che diventa il 67 per cento per le malattie cardiovascolari

I bimbi che vengono al mondo a Brindisi nascono malati, più che altrove, soprattutto malati di cuore, molto più che nel resto d'Europa. Lo dice uno studio pubblicato recentemente condotto da undici ricercatori dell'Istituto di fisiologia clinica del Centro nazionale di ricerca di Lecce e di Pisa presso il reparto di Neonatologia dell'ospedale Perrino e della Azienda sanitaria di Brindisi. Su 7.644 neonati venuti al mondo negli anni fra il 2001 e il 2009, 176 erano affetti da patologie. Il 18 per cento di malformazioni congenite in più rispetto al dato europeo, tasso che raggiunge la soglia vertiginosa del 67 per cento in più rispetto alla media continentale per le malattie cardiovascolari.

I risultati della ricerca, ancora parziali e certamente preludio a ulteriori approfondimenti come hanno precisato gli stessi ricercatori, hanno scatenato l'energica reazione del mondo scientifico e ambientalista brindisino, riuniti nel comitato "Brindisi bene comune" che chiede una indagine epidemiologica (LEGGI SU NOALCARBONE BRINDISI) per verificare se vi è una relazione, un nesso causale tra inquinamento prodotto dal polo industriale chimico-energetico e le malattie che si riscontrano a Brindisi. Non una semplice richiesta. La posta in gioco è tale che i firmatari dell'appello - dirigenti medici, avvocati, sindaci, movimento No al carbone - annunciano proteste di piazza ma anche querele.

Primo appuntamento per venerdì prossimo nella centralissima piazza Vittoria nel capoluogo messapico per dare il via alla raccolta di firme a suffragio della richiesta. Non solo cortei. Qualora le istituzioni interpellate non dovessero dare seguito alla indagine epidemiologica, il comitato promotore preannuncia denunce alla Procura della Repubblica a danno di chi, ignorando l'appello, contribuisse ad aggravare lo stato della salute pubblica...


"Siamo un gruppo di cittadini di Brindisi - si legge nell'appello -, uomini e donne seriamente preoccupati per la presenza di numerose aziende del settore energetico e chimico che tanti danni hanno procurato all'ambiente e alla salute dei cittadini del nostro territorio. Molti di noi hanno visto parenti e amici ammalarsi e morire. Viviamo nella preoccupazione che ciò possa continuare e colpire i nostri figli".
Facendo esplicito richiamo a precisi riferimenti normativi - dall'articolo 32 della Costituzione, esplicitamente richiamato, e della legge 833 del 78, ma anche del decreto legislativo 112 del 1998 - i firmatari chiedono alle istituzioni interpellate di "vigilare e tutelare sulla salute di tutti i cittadini".

"Chiediamo quindi che sia rapidamente effettuata una indagine epidemiologica - si legge ancora nell'appello - che dovrebbe essere condotta su popolazioni a rischio per la prossimità a fonti di emissione comparandole con popolazioni a minor rischio perché a maggior distanza dalle stesse fonti. Chiediamo che siano ricercate le principali sostanze tossiche e cancerogene, emesse dai processi produttivi delle diverse attività industriali pericolose, nell'aria, nel suolo, nell'acqua, negli alimenti provenienti dalle vicinanze delle predette attività e nel sangue e nelle urine di lavoratori e di cittadini esposti".

Non è tutto. I firmatari mettono il dito nella piaga, e chiedono "in relazione alle numerose morti di lavoratori del petrolchimico di Brindisi una rianalisi della coorte lavorativa, la cui mortalità è stata erroneamente comparata con quella della popolazione generale. La mortalità dei lavoratori del Cvm doveva essere comparata con quella dei lavoratori non impegnati sugli impianti. In questo modo si potrà conoscere, come a Venezia, il numero di decessi in più attribuibili a quella lavorazione".

Il riferimento è all'esito del procedimento giudiziario scaturito dalle denunce dei famigliari degli operai dell'industria chimica brindisina morti di tumore.......

....Conclusioni in antitesi a quelle formulate dal collega Felice Casson, pubblico ministero del processo al Petrolchimico di Marghera. "Chiediamo in definitiva di sapere qual è il reale stato di salute della popolazione brindisina", chiedono infine i firmatari della richiesta di una indagine epidemiologica sulla scorta dei risultati dell'ultima ricerca sulle malattie neonatali, sottolineando "vi informiamo che se non saremo ascoltati ci rivolgeremo alla magistratura denunciando tutti coloro che potevano fare e non hanno fatto per tutelare la salute e la vita di tutte e tutti i brindisini". (14 settembre 2011)
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Tratto da Trc giornale.it

Incendio Tvn, consegnata alla Procura la prima relazione dei periti


I consulenti incaricati di analizzare il trasformatore esploso alla centrale di Torre Nord hanno consegnato una relazione preliminare alla Procura della Repubblica di Civitavecchia, che sta dirigendo le indagini coordinate dal Pm Edmondo De Gregorio. Nel rapporto si legge che il trasformatore potrà essere prelevato e spostato in altra sede per essere analizzato al fine di capire cosa ne abbia provocato lo scoppio.

Intanto il Comitato Arpa Lazio sta guidando la campionatura degli oli che erano contenuti al suo interno, per accertarne l'esatta composizione e verificare se erano presenti componenti ritenuti pericolosi per la salute.

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Tratto da "La Voce dell' Emergenza"

No Nuke svizzeri: “Incidente in Francia, tutto a posto un corno!”

Il Coordinamento antinucleare ticinese chiede che il Consiglio di Stato si faccia avanti presso il DFAE, affinché questo chieda lumi alla Francia

A Marcoule, a soli 400 km dal Ticino, lunedì mattina si è verificato l’ennesimo incidente radioattivo. L’incidente, stando all’Istituto di sicurezza nucleare, non ha causato fughe radioattive. Ora un’inchiesta dovrà stabilire l’origine dell’incidente.

“Per il Ticino (e la Svizzera) la Francia costituisce un rischio notevole”, commenta Marco Rudin per il Coordinamento antinucleare ticinese, che lo scorso mese di maggio ha organizzato la trasferta dal Ticino per la manifestazione nazionale contro l’atomica nel canton Argovia. Con le sue 58 centrali nucleari radioattive in funzione, molte fra le quali assai vetuste, la Francia è ora diventata la nazione “con la più grande probabilità che capiti un incidente nucleare maggiore”. E poi Rudin aggiunge: “la Francia è a noi maledettamente vicina!”.

“Anche se le autorità ci tranquillizzano ancora una volta – continua il comunicato – “sono riaffiorati gravi problemi endemici dell’industria nucleare e del business radioattivo che non dobbiamo ignorare”. Secondo il Coordinamento antinucleare ticinese il personale di tutto il settore nucleare è inadeguato per quanto concerne la cultura della sicurezza, è in buona parte precario ed a basso prezzo, è stressato, il numero di addetti è insufficiente ed il prossimo errore di manipolazione è preprogrammato. Un’affermazione non avventata, dato che già lo scorso mese di marzo scorso a Marcoule ci fu un incidente nella preparazione del MOX (contenente plutonio radioattivo, pericoloso e tossico come a Fukushima). “In realtà questo sito è una “grande discarica” di tecnologia nucleare militare e civile, parzialmente abbandonata a causa degli enormi costi necessari per lo smantellamento”, denuncia Marco Rudin. In altre parole: un enorme “cadavere nucleare”.

Gli stress test dovranno includere anche questi siti di ritrattamento che non hanno veri e propri reattori ma che sono altrettanto pericolosi”, continua ancora il comunicato.” Non si sente più niente degli stress test. Chi li pianifica,? chi supervisiona? chi ne garantisce l’ efficacia? ci sono delle garanzie, anche finanziarie, in caso di fallimento di valutazioni sugli stress test?” Leggi tutto »


Tratto da Il Sole 24ore

Corre l'Italia del fotovoltaico. Superati i 10mila Mw installati

Brinda l'Italia delle energie rinnovabili: 10mila megawatt installati con oltre 270 mila impianti collegati alla rete elettrica nazionale rappresentano un traguardo da molti preannunciato ma per nulla scontato, visto il tiraemolla degli incentivi e le minacce di smobilitazione di molti imprenditori dell'energia verde.

Brinda doppiamente la Puglia, che proprio ieri alla Fiera del Levante ha esibito il record nazionale assoluto: con 1.685 megawatt distribuiti in 17.812 impianti è di gran lunga la regione più ricca di pannelli e di elettricità solare prodotta, anche se il record per il numero degli impianti va alla Lombardia (38.810 per 993 megawatt). E proprio la Puglia, insieme alla Calabria e la Sicilia, è in ottima compagnia nella corsa verso il traguardo epocale: la cosiddetta grid parity, ovvero la competitività del kilowatt solare generato senza bisogno di alcun incentivo.

Può forse gioire l'industria degli apparati, che qui da noi vorrebbe guadagnare spazio rispetto alla dipendenza che ancora tributiamo alle forniture estere (dalla Cina ma anche dalla Germania). Potrebbe gioire lo Stato, che ha nuovi motivi per attenuare gli incentivi, anche se dovrebbe mettersi una mano sulla coscienza per l'altalena e l'inaffidabilità delle politiche di settore che intanto rischiano di allontanare gli investitori internazionali.

Possiamo gioire, ma con qualche cautela, tutti noi: è vero che la nostra energia solare si irrobustisce, ma è anche vero che l'energia così prodotta è, come ben si sa, una frazione di quella garantita dalla stessa potenza installata con impianti tradizionali (gas o carbone, ad esempio). Tant'è che il nostro solare vale, ancora oggi, appena il 3% dell'elettricità che consumiamo.....

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Aggiornamento BENZENE

Riportiamo per un aggiornamento alcuni dati del Benzene tratti da
ambiente in Liguria del 12 e 13 settembre della centralina di VADO LIGURE

Questi picchi di BENZENE ,con valori sicuramente notevoli in prima mattinata o in tarda serata ,continuano a tenere alta la nostra attenzione e ad incrementare le nostre preoccupazioni ....

DATO CHE:
"Il benzene è una sostanza cancerogena genotossica per l'uomo ed è impossibile individuare un limite al di sotto del quale non vi siano rischi per la salute umana".


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