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12 giugno 2005

CLIMA E CENTRALI A CARBONE.


IL GEOLOGO LANCIAVA L'ALLARME GIA' NEL 1994

E' cambiato il clima in Liguria? Ma sì,ce ne siamo accorti tutti, specialmente negli ultimi anni. La colpa? Delle tre centrali dell’Enel che funzionano lungo le coste della Riviera(Genova, Vado Ligure e La Spezia) specie da quando le ultime due sono passate ad un’alimentazione a carbone.

Lo sostiene, dati e studi alla mano, il professor Pietro Maifredi,geologo, docente di idrogeologia all’Universita di Genova. Che spiega in questa intervista com’è arrivato a simili conclusioni e lancia anche un suggerimento-appello agli operatori economico-turistici di tutta la regione per un’azione comune di richiesta dei danni all’ente elettrico di Stato.
Professor Maifredi, da quando studia i mutamenti del micro-clima in Liguria?«Da più di 15 anni. Ho denunciato la situazione già nel 1980 in un convegno a Genova, di cui ero segretario, su “L’uomo e il suo ambiente”.
Ho riproposto il problema ad una conferenza dell’Ilres, nell’89, sui
problemi della Liguria, in un rapporto di 500 pagine, l’ambiente veniva condensato in 20
e anche questa segnalazione è caduta nel vuoto. Vista l’indifferenza dei liguri e la latitanza delle autorità, ho pensato di coinvolgere i più diretti interessati, gli operatori turistici.Se diventa di pubblico dominio che per trovare il sole occorre evitare la Liguria, il crollo del turismo è inevitabile: dico questo non per disfattismo ma con spirito ottimistico, perchè le cose non sono così nere come sembrano se si riuscirà a smuovere la pubblica opinione».
Che cosa provoca il cambiamento del tempo?
«Le centrali, con qualsiasi combustibile lavorino, emettono in atmosfera inquinanti di vario tipo che non dovrebbero superare certi limiti.
Ma esiste un particolare inquinante, le cosiddette ceneri impalpabili, che è ammesso in quantità rilevante poiché la sua ricaduta al suolo è molto lenta e non sono ancora dimostrati i molto probabili effetti negativi sulla salute della popolazione. ( NOTA DI UPLS:Nel 1994 non erano erano ancora dimostrati ma oggi c'è ampia letteratura scintifica che dimostra gli effetti negativi delle polveri sottili sulla salute delle polazioni esposte)
Queste polveri, emesse in migliaia di tonnellate all’anno e trasportate a circa 500 metri di quota dalla forza ascensionale dei fumi delle due grandi centrali dì Vado e La Spezia hanno però un difetto notevole: ogni minuscola particella costituisce un nucleo di condensazione attorno al quale si forma una goccia d’acqua se nell’atmosfera è presente un'umidità elevata.

Dove c’è una catena montuosa importante parallela al mare, come in tutta la Liguria, quando spira vento di mare è normale che si formino nubi, per il fatto semplicissimo che l’aria umida spostandosi rapidamente verso l’alto lungo i versanti esposti a Sud e costretta a raffreddarsi.
L’umidità relativa aumenta rapidamente perché l’aria fredda può contenere meno vapore d’acqua di quella calda e si arriva alla condensazione con formazione delle classiche nuvole da scirocco».
Però questo è normale, specie in primavera e autunno, quando si hanno le note
piogge equinoziali.
«E’ vero. Ma l’introduzione di migliaia di miliardi di microscopici nuclei di condensazione artificiali ha creato uno scompenso terribile poiché ora basta una qualsiasi brezza di mare da pochi chilometri all’ora perchè si abbia egualmente una condensazione con formazione di nubi stratificate altrettanto artificiali.Una quantità di fumo apparentemente irrilevante, se posta alla giusta quota e con adeguate condizioni di umidità atmosferica, diventa una scura nuvola che copre tutto il cielo.
Il problema diventa grave se si considera che il regime di brezza è proprio quello che dovrebbe corrispondere al bel tempo ed è quindi quello delle vacanze estive o invernali.La situazione peggiora dopo alcuni giorni perché la mancata insolazione fa cessare anche le brezze e così la nuvola diventa stazionaria».Ma si può riconoscere il fenomeno?
«E’ facilissimo. Il colore della luce che arriva a terra è marroncino-rossastro perchè al centro di goccia c’è una particella di carbone, mentre attraverso le nuvole normali il colore della luce tende all' azzurro.Il mare è completamente piatto a dimostrazione che si tratta di brezza e non di venti.
La cappa di nuvole è presente prevalentemente di giorno e si allontana quasi sempre di notte, se fa in tempo ad instaurarsi una brezza di terra.
E inoltre: i bollettini meteorologici, basati su dati di pressione atmosferica, danno regolarmente bel tempo.Difficilmente piove, al massimo si ha qualche gocciolina sparsa. Le nuvole
diventano ogni giorno più spesse e sempre più marroni, raggiungendo un massimo, alla
fine del "bel tempo" che in genere coincide con Ferragosto.
L’umidità del suolo, infine,diventa opprimente».
E tutto questo dove si verifica?
«In generale il fenomeno è limitato nello spazio dell’arco ligure e, salvo eccezioni, cessa a pochi chilometri oltre il crinale o a poche miglia in mare.
In molti casi è facile vedere il bel tempo a pochi chilometri dalla costa con nuvole bassissime a Finale o a Varigotti.
Andando a Vado, specie all’imbrunire, si vede direttamente il fenomeno con i fumi che originano una grande nuvola che si sposta verso Altare ( è lì che sono nati i famosi cartelli “strada sdrucciolevole per umidità dovuta ai vento di mare!”) e poi ritorna verso Finale.
L’influenza di queste emissioni in atmosfera è ben nota agli addetti ai lavori, anche se è piu studiata quella legata alle emissioni di ossidi di zolfo che del resto sono presenti anche in questi fumi in misura più o meno elevata.
Mi preoccupa il fatto che i giovani sono ormai convinti che questo sia il normale clima della Liguria. Ignorano che i cinquantenni hanno fatto in tempo
a vedere una Riviera con un sole degno di un’isola greca.
Su una pignolissima guida tedesca di pochi anni fa, quando già il fenomeno era evidente, si segnalava che nel periodo estivo la probabilità di trovare nuvolo in Liguria superava gli 8 giorni su 10. Secondo lei, professor Maifredi, che cosa si può fare?
«Non si tratta di spegnere le centrali anche se è un problema spinoso da affrontare visto che la Liguria sta producendo due terzi di energia per “esportazione” verso la Pianura Padana e solo un terzo, forse meno, con la crisi industriale, viene consumato in loco.

E’ un
servizio che viene pagato dai liguri in salute e posti di lavoro in meno, data l’importanza del turismo per la nostra regione. ...

Gli inconvenienti sono incominciati con l'invecchiare dei precipitatori elettrostatici, chedovrebbero eliminare quasi tutti i fumi, e con
la necessità di eseguire giornalmente le “soffiate”’ per la pulizia delle caldaie che vengono effettuate di notte soprattutto per ridurre i rischi legate a un eventuale blocco dell’impianto (o anche, malignamente, perché così nessuno vede) con l’espulsione in atmosfera di una quantita anomala di polveri.
Questo dimostra che l’Enel(e non solo..) non e in grado di mantenere gli standard previsti in una centrale moderna (quella di Genova non viene considerate perché ormai troppo vecchia)
e che delle sue promesse non ci si può fidare, cosa che hanno fatto, dopo lungo e sofferto iter, le pubbliche amministrazioni del Savonese e dello Spezzino, sempre con il ricatto dei posti di lavoro».Ma allora esiste una soluzione?
..... è indispensabile che l’Enel abbia un comportamento “trasparente” cosa di cui dubito molto e che soprattutto
, visto che gli enti locali hanno venduto per trenta denari il bel tempo dellaLiguria, vi sia un controllo rigoroso sui nuovi impianti di lavaggio dei fumi. Nel frattempogli operatori economico-turistici dovrebbero rivolgersi alla magistratura per chiedere i danni.
Se qualcuno si sveglia. c’è la speranza di non dover far vedere il sole ai nostri nipoti attraverso le videocassette di Piero Angela".
Pier Paolo Cervone

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