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26 febbraio 2008

2008-02-26 Fernando Rossi si è incatenato dentro al Senato per il rispetto della democrazia


Mentre "disposizioni di palazzo" impediscono a fotografi e telecamere di avvicinarsi, si sta organizzando un piccolo presidio all'esterno di Palazzo Madama. L'appuntamento è per le 17,30.Ecco la dichiarazione rilasciata da Rossi nel momento in cui si è legato alla statua di Giuseppe Garibaldi:"Con un intollerabile Decreto del Governo “Contra Personam”, già approvato dalla Camera, ed ora all’esame del Senato, hanno esonerato tutti, ma proprio tutti, tranne noi, dalla costosa fatica di raccogliere le firme.L a lista PER IL BENE COMUNE, tranne due lodevoli TV private operanti su bacini regionali ha finora goduto del totale disinteresse degli organi di informazione; nei giornali, nelle radio e nelle televisioni, quelle del “cosiddetto servizio pubblico” compreso, dentro al fiume di ore dedicato a dibattiti, confronti e ospiti politici in studio, non hanno trovato nemmeno un minuto per spiegare la diversità della nostra proposta politica, non certo confondibile con quella dei tanti partiti fotocopia; a Ballarò ci hanno addirittura accomunato a De Gregorio….Come raccogliere le firme se i cittadini non sono nemmeno informati che esistiamo?Ciononostante nostri candidati e nostri sostenitori di varie liste civiche, movimenti e comitati si sono buttati nel difficilissimo lavoro di ottenere le firme dei cittadini; ma anche qui ecco arrivare “o sistema”: le anagrafi dicono di non conoscere il regolamento e si rifiutano di autenticare le firme sui modelli di accettazione candidatura predisposti esattamente come da vademecum del Ministero degli Interni; mentre le domande, per la collocazione di un tavolino “raccolta firme”, vengono girate agli uffici Occupazione Suolo Pubblico, i quali rispondono che va rifatta domanda e che potranno prendere in esame solo le richieste pervenute con 15 gg di anticipo ( secondo i comuni “democratici” dovremmo raccogliere le firme due o tre giorni dopo il termine utile per la loro consegna! Serve altr per capire dove sta andando a finire la democrazia italiana?)Qualora l‘ex maggioranza parlamentare si dimostri sorda e irremovibile, farò appello agli ex Presidenti della Repubblica, ai senatori a vita, alla coscienza ed alle personali coerenze democratiche e libertarie di senatrici e senatori per ottenere almeno 1 (una) loro “adesione tecnica” che farebbe saltare la trappola “Contra Personam”, inserita nel Decreto. "

16 febbraio 2008

2008-02-16 USA: disincentivi alla costruzione di impianti a carbone e inquinanti

Buone notizie dagli USA (articolo apparso su Tgfin, vedi qui)

"Le principali banche d'investimento americane imporranno standard ambientali più rigidi e le aziende faranno più fatica a ottenere finanziamenti per le centrali a carbone. L'annuncio arriva dal "Wall Street Journal", che spiega come Citigroup, Jp Morgan e Morgan Stanlety prevedono che il governo statunitense imporrà un tetto per le emissioni degli impianti nei prossimi anni.
Tempi duri dunque per le aziende che puntano il loro business sul carbone. Se, come sembra, Washington imporrà limiti più severi alle emissioni di carbone, le centrali che utilizzano questo combustibile potrebbero avere gravi difficoltà a trovare i finanziamenti necessari per il loro business.Prima ancora che arrivi la nuova regolamentazione, le banche d'affari mettono le mani avanti per ritrovarsi coinvolte in guai seri con il governo degli Stati Uniti. Secondo quanto si apprende, le banche avrebbero intenzione di rendere più complesse le procedure di accesso al credito per questi tipi di centrali, in modo da evitare di rimanere coinvolte in eventuali debiti causati dalla futura regolamentazione delle emissioni."
Credo sia solo questione di tempo aspettarsi una forte pressione lobbistica cher scongiurare questa eventualità. Staremo a vedere.

15 febbraio 2008

2008-02-15 UN ESEMPIO: GLI ESPOSTI SERVONO.

Ad Alessandria abbiamo la migliore classe politica, che ci meritiamo:

Saranno il direttore dell’ARPA e due docenti universitari ad effettuare, su incarico della Procura della Repubblica di Alessandria, una perizia per accertare la presenza negli ultimi tre anni degli inquinanti nell’aria, le loro caratteristiche e gli effetti. I periti risponderanno fra 90 giorni ai quesiti rivolti dal Pubblico ministero titolare dell’inchiesta sull’inquinamento atmosferico di Alessandria, che ha acquisito in municipio le delibere sui provvedimenti (omessi) relativi al traffico urbano.
Il procedimento penale per reati di omissione di atti di ufficio è stato aperto dopo che Lino Balza (Medicina democratica) e Claudio Pasero (Gliamicidellebici) hanno inviato un esposto querela al procuratore Michele Di Lecce per i mancati provvedimenti previsti dalla legge per la qualità dell’aria che hanno causato malattie a morti fra i cittadini. Muovendo dagli effetti sulla salute causati dal’inquinamento per gas e polveri sospese e documentato da medici e studiosi, nonché dai dati allarmanti di Alessandria (210 superamenti giornalieri dei valori limite di legge nel 2007, 148 nel 2006, 171 nel 2005) , l’esposto infatti sottolinea che le Amministrazioni dovevano e devono intervenire con ordinanze di necessità e urgenza per limitare il traffico e salvaguardare la salute dei cittadini (tutto il contrario di quello che sta facendo l’attuale Giunta).
L’azione della Procura rende merito alla nostra denuncia penale, anche se avremmo gradito fra i periti la nomina anche di un esperto di nostra fiducia.

Ad una lettera pubblicata su La Stampa, abbiamo replicato con il seguente intervento:

D’accordo sul “fragoroso silenzio dell’opposizione” mentre ci pare ingiusta, nella lettera firmata, l’affermazione ingenerosa: “Colpisce il silenzio assordante delle varie associazioni ambientaliste che si agitavano molto durante la precedente amministrazione” in merito alle scelte della giunta di Alessandria contro la zona a traffico limitato (ZTL) e a favore dell’inceneritore. Ingiusta nei confronti di Medicina democratica. La quale ha appena presentato, insieme a Gliamicidellebici, 90 pagine di denuncia penale per le morti e le malattie causate dall’inquinamento urbano, in modo che la Procura della Repubblica ha finalmente aperto un fascicolo. La quale per 30 anni è rimasta voce solitaria ma risolutiva a combattere l’inquinamento del polo chimico della Fraschetta, per non parlare degli inceneritori bloccati a Cascinagrossa e San Michele o dei famigerati impianti a biomasse di Castellazzo Bormida e di Rivalta Scrivia. La quale ha appena raccolto le firme contro l’attraversamento senza pubblici piani d’emergenza dei convogli nucleari sul nostro territorio. La quale ha concorso, come Rete ambientalista provinciale, a organizzare decine di assemblee e a raccogliere migliaia di firme per una petizione popolare con cui, se accolta dalla Provincia, oggi non si parlerebbe più di inceneritore. La quale ha appena lanciato la vertenza “Rifiuti zero” di disobbedienza fiscale per non pagare più sulle esose bollette elettriche la tassa del 7% destinata alle fonti rinnovabili che invece finanzia gli inceneritori, altrimenti antieconomici oltre che dannosi (chiamiamoli cancrovalorizzatori, altrochè termovalorizzatori!).
Medicina democratica-Movimento di lotta per la salute Sezione di Alessandria

E’ uscito l’ultimo numero di Medicina democratica.
Sulla rivista autogestita troverete tra l'altro:
Dossier: Inquinamenti e impatti sanitari ,Caffaro di Brescia, Petrolchimico di Mantova, inceneritori della bergamasca: di M. RUZZENENTI, C. PANIZZA, M. GADDI, M. CALDIROLI, O. SQUASSINA.
Ricerca della prevenzione e ricerca dei profitti: di L. TOMATIS.
Impatti sanitari e ambientali dell’incenerimento dei rifiuti: di P. GENTILINI.
Proprietà intellettuale ed accesso ai farmaci: di E. COSANDEY e F. AURORA.
Tra Livorno e lavavetri, emergenza e sicurezza di chi?: di M. PALAGI.
Alessandria, la “questione acqua” è anche “questione morale”: di L. BALZA
Abbonamento annuo alla rivista :ordinario € 30,98 sostenitore € 51,64 c/c postale 12191201 a Medicina democratica casella postale 814 - 20100Milano


Tra gli applausi dei partiti e i fischi dei cittadini la Mossi & Ghisolfi vuole insediare di Alessandria il primo impianto di produzione di bioetanolo in Italia, si partirebbe con 200.000 tonnellate annue di produzione. Un crimine contro l'umanità (dice l'ONU). Inceneritore: un coro di sì politici in provincia di Alessandria. Considerando carta igienica le migliaia di firme contrarie ed esibendo un alto tasso tossico di ignoranza sui rischi sanitari di quello che chiamano "termovalizzatore" mentre è un "cancrovalorizzatore", dopo Forza Italia in consiglio comunale ad Alessandria, a Palazzo Ghilini anche l'Udc esce allo scoperto (a Solero sostituire la discarica con un inceneritore). La Provincia (centrosinistra, compresa la sinistra&arcobaleno), con un ordine del giorno votato, "impegna la giunta ad attivarsi perché nei tempi più congrui possibili venga localizzato, realizzato e messo in funzione un termovalorizzatore". Abbiamo la migliore classe politica, che ci meritiamo.

Messaggio inviato a __2.502___ destinatari da

Lino BalzaVia Dante 8615100 AlessandriaTel. 3470182679 – 013143650

linobalzamedicinadem@libero.it

MEDICINA DEMOCRATICA – MOVIMENTO DI LOTTA PER LA SALUTEOnlus Organizzazione Non Lucrativa di Utilità SocialeVia dei Carracci 2 e Via Venezian 1 MilanoTel. 024984678 Fax 0248014680medicinademocratica@eudoramail.comsegreteria@medicinademocratica.orghttp://web.tiscalinet/medicinademocratica/www.medicinademocratica.org

Sezione provincialeVia San Pio V n. 4 15100 AlessandriaTel. 3470182679medicinademocraticalinobalza@hotmail.com

2008-02-15 Carbone a Prezzi Record...

Carbone a prezzi record per le tempeste di neve in Cina e le alluvioni in Australia
Milano, 11 febbraio – Il prezzo del carbone è balzato ai massimi storici, superando di slancio la soglia psicologica dei 100 dollari la tonnellata, sui mercati di riferimento di Australia e Sud Africa, dopo che le tempeste di neve in Cina, i black-out in Sud Africa e le inondazioni in Australia hanno ridotto la produzione.I prezzi del carbone per generazione elettrica in Australia si sono impennati del 25%, balzando di $23,09 e raggiungendo $116,44 la tonnellata nella settimana terminata il 1° febbraio, secondo l'indice globalCOAL NEWC. Il carbone imbarcato nel porto sud-africano di Richards Bay è rincarato di $12,20, cioè del 12%, salendo a $111,30 la tonnellata nella stessa settimana, secondo dati compilati da McCloskey Group Ltd.La Cina, maggiore produttore e consumatore mondiale di carbone, interromperà le esportazioni fino ad aprile a causa delle maggiori nevicate degli ultimi 50 anni, che hanno ridotto l'output. Le interruzioni dell'erogazione elettrica avvenute in Sud Africa hanno invece costretto Anglo American Plc a chiudere alcune miniere il mese scorso. In Australia, maggiore esportatore mondiale di carbone, BHP Billiton Mitsubishi Alliance è fra le quattro società minerarie che hanno comunicato possibili rinvii delle consegne a causa dei danni provocati agli impianti minerari dalle inondazioni.“Tutto si riconduce alla Cina, dove sembra che abbiano alcuni problemi seri - ha detto Graham Wailes, analista presso AME Mineral Economics Pty a Sidney -. Il Sud Africa sta vivendo i suoi guai, siamo sotto pressione, è un po' una stretta di breve termine”.


http://www.e-gazette.it/

Medici per l’Ambiente Alto Lazio

13 febbraio 2008

2008-02-11 Il Resto del Carlino. Rovigo.


2008-02-13 Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri

Federazione Nazionale degli Ordini
dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri
Medici sentinelle per l'emergenza e oltre l'emergenza rifiuti
Napoli 9 febbraio 2008
La Federazione Nazionale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCeO), a fronte
delle crescenti preoccupazioni dei cittadini sui possibili impatti negativi sull'ambiente e sulla
salute determinati dai processi di smaltimento dei rifiuti, si propone di esercitare quel ruolo di
garanzia e tutela proprio dell'esercizio professionale dei medici, oggi imperiosamente
chiamati ad esprimersi su questioni complesse e controverse sul piano tecnico scientifico e
delicatissime sul piano civile e sociale.
Vogliamo innanzi tutto mobilitare tutti i medici italiani cosi come previsto nel
nostro nuovo Codice deontologico, affinche, secondo le proprie competenze e
nell'esercizio dei propri ruoli nelle organizzazioni sanitarie e nelle istituzioni pubbliche e
private, definiscano e promuovano la cultura positiva dell’uso e consumo appropriato, efficace
e sicuro delle risorse naturali rinnovabili e non rinnovabili quale patrimonio dell'umanità di oggi
e di domani.
Questo significa produrre ai vari livelli di responsabilità, informazioni e formazione
efficaci, autorevoli, libere da conflitti di interesse, idonee a favorire la condivisione di scelte
difficili secondo i principi etici e civili di giustizia, di precauzione, di rischio beneficio.
Il problema dello smaltimento dei rifiuti ma più in generale quello degli impatti ambientali
dei processi produttivi, anche in riferimento alla drammatica emergenza della Campania,
pone in evidenza come queste scelte abbiano bisogno di informazioni, di partecipazione e
come le omissioni, i silenzi e la mala gestione abbiano profondamente minacciato, quando
non consumato, la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.
Noi intendiamo contribuire alla ricostruzione di questo rapporto di fiducia dando
innanzitutto risposte a quelle domande di certezze, di sicurezze usando l'etica, i metodi e gli
strumenti propri della medicina scientifica, tale perche basata sulle migliori evidenze
disponibili.
La direttiva 2006/12/UE relativa ai rifiuti appare oggi la migliore gestione possibile dello
smaltimento dei rifiuti, una buona cura ad un problema ed è evidente che l'emergenza rifiuti in
Campania sia anche nata e sviluppata su strategie in evidente contrasto con tale buona
pratica.
Se è vero che sotto il profilo tecnico le soluzioni dell’emergenza possono non
corrispondere alle soluzioni strategiche, è altrettanto vero che partire fin da subito con forti
iniziative di educazione e promozione sulla raccolta differenziata per la riduzione, il recupero,
il riciclo, il riuso, può aiutare la soluzione a regime del problema rifiuti.
Alla luce di queste premesse la FNOMCeO:
a. sollecita tutti i medici italiani a ricercare e segnalare ogni possibile connessione tra
rilievi di morbilità e mortalità riscontrati e rischi ambientali costituendo una "rete di
sentinelle" nelle comunità e nei territori;
b. ritiene indispensabile potenziare la ricerca multidisciplinare sui meccanismi di
produzione, diffusione e di danno degli inquinanti ambientaI i, sul monitoraggio di quelli già
noti e sulle migliori tecniche di controllo e di prevenzione primaria e secondaria;
c. giudica indispensabile il potenziamento della rete dei soggetti abilitati ai controlli
ambientaI i migliorando la qualità e la quantità degli strumenti a disposizione;
d. raccomanda agli enti e ai soggetti di ricerca in campo epidemiologico l'ottimizzazione
delle tecniche e delle metodologie di valutazione di impatto dei fattori ambientali sulla salute
delle popolazioni e dei territori;
e. valuta come indispensabile la garanzia di terzietà e di autorevolezza tecnica e scientifica
dei soggetti preposti alla sorveglianza nonche la periodica rendicontazione pubblica degli esiti
riscontrati;
f. propone che lo smaltimento dei rifiuti, così come tutte le scelte coinvolgenti la salute
dei territori da fattori ambientali, siano oggetto di "livelli uniformi di regolamentazione" il
cui rispetto è da considerare una condizione per l'accesso ai finanziamenti italiani (CIP 6) e ai
fondi comunitari;
g. sollecita un piano straordinario di intervento da inserire quindi nell'ambito delle grandi
opere, per la sistematica bonifica delle discariche illegali e la certificazione della messa a
norma di quelle esistenti;
h. ritiene di poter rassicurare i cittadini che l'impatto sulla salute di discariche
progettate, costruite e mantenute secondo la normativa è ampiamente ricompreso nel
principio di rischio beneficio avendo fino ad oggi dimostrato impatti negativi sulla salute non
significativi;
i. ritiene che le tecniche di incenerimento dei rifiuti abbinato al recupero energetico
(i termovalorizzatori) debbano rispettare i seguenti requisiti:
• vanno riallocati esclusivamente all'interno di un sistema funzionante di smaltimento
integrato dei rifiuti secondo la direttiva 2006/l2/UE
• devono essere costantemente migliorati in ragione delle migliori tecnologie disponibili (BA
T) al fine di misurare e contenere gli impatti negativi sull'ambiente e sulla salute
• devono avvalersi di una contestuale rete efficace di misurazione degli inquinanti ambientaI
i e modelli validati di rilevazione epidemiologica di morbilità e di mortalità per più cause
• vanno inseriti in una politica più generale di incentivazione con altre metodiche di
smaltimento efficace dei rifiuti che oggi, rispetto all'incenerimento, appaiono svantaggiate
per un minore interesse del mercato pur potendo presentare minori rischi ambientali.
I medici italiani sono dunque vicini a tutti i cittadini, in particolare a quelli campani, che vivono
con grande timore un presente difficile e percepiscono un futuro ancora incerto, dovendo
quindi lavorare per l'emergenza e oltre l'emergenza. Consapevoli delle responsabilità
chiediamo ai cittadini di avere fiducia nei loro medici, nelle istituzioni sanitarie pubbliche per
non indebolire quell'alleanza di valori e di interessi civili e sociali senza i quali un Paese che
deve scegliere non può e non sa scegliere.

giovanni ghirga

Medici Alto Lazio

2008-02-13 Civiltà Bruciata

Sarà trasmesso martedì prossimo, 12 febbraio, alle 21.50, sul canale satellitare ArcoirisTv, il documentario Civiltà bruciata. La terra degli inceneritori di Zenone Sovilla (2007, video dv, formato 4:3, durata 90 minuti). Il video, rilasciato secondo la licenza "libera" Creative Commons, è disponibile per la visione e per il download in alta definizione anche nel sito http://www.arcoiris.tv/. L'opera è inoltre a disposizione, quasi per intero, attraverso una serie di clip su Youtube.
L'autore ha raccolto una lunga serie di voci di studiosi dell'argomento rifiuti per confutare la diffusa vulgata, enfatizzatasi dopo l'ultima "emergenza" in Campania, che gli inceneritori (eufemisticamente definiti "termovalorizzatori") siano un modo corretto di affrontare questa materia. In primo piano: la produzione esagerata di rifiuti e la loro gestione scorretta nelle nostre società malate di consumismo e aggressione al territorio; i rischi anche sanitari dell'incenerimento e il business sostenuto con sovvenzioni pubbliche; le menzogne continue sulla sostenibilità della cosiddetta "energia da rifiuti"; le potenzialità dimostrate da una seria raccolta differenziata e da politiche miranti al contenimento della quantità di materiale immesso nel mercato per finire rapidamente fra le "cose" da smaltire.
Gli esperti intervistati supportano scientifico alla convinzione che: gli inceneritori non sono una seria alternativa alle discariche: richiedono a loro volta la creazione di depositi per lo stoccaggio dei residui, vale a dire di scorie tossiche in quantità superiore a quanto risulterebbe da smaltire dopo una oculata raccolta differenziata porta a porta che minimizza il residuo non riciclabile; si tratta di impianti particolarmente costosi per i contribuenti italiani ma redditizi per costruttori e gestori (spesso anche privati) e la stessa produzione di energia è sostenibile economicamente solo in virtù delle sovvenzioni pubbliche elargite dallo Stato agli inceneritori grazie a un incredibile escamotage già condannato dalle autorità europee: equiparare la spazzatura bruciata alle fonti rinnovabili di energia; l'unico modo serio di recuperare energia dai "rifiuti" è, da un lato, considerarli materiali "post-consumo" e sforzarsi per massimizzarne il riciclo e il riutilizzo (si pensi alle bottiglie); dall'altro lato, mettere in atto politiche profonde per ridurre drasticamente la quantità di imballaggi di ogni genere (specie di plastica, che rende molto se bruciata negli impianti) che riempiono sempre più le case degli italiani rendendo oltremodo complesso lo smaltimento; l'impatto ambientale e sanitario degli inceneritori - tre emissioni e scorie tossiche - è tale da far ritenere gravemente lacunosa l'attenzione riservata a questo fenomeno dalle agenzie pubbliche preposte alla tutela della salute dei cittadini e del territorio (eppure non mancano dati epidemiologici e studi scientifici in aree esposte, che dovrebbero suggerire alle istituzioni quanto meno un principio di precauzione, non certo l'entusiastica adesione alle politiche dell'incenerimento) produrne in quantità mostruose e poi bruciare i rifiuti è il sintomo di una civiltà energivora, malata di iperproduzione e consumismo, di voracità e rimozione delle conseguenze presenti e future di questo modello potenzialmente suicida: la questione inceneritori è un'occasione per riflettere sulla grande crisi ecologica del nostro tempo, ma per coglierla bisogna saper spingere il ragionamento oltre la barriera propagandistica e banale alzata da chi ritiene di risolvere tutto spazzando la polvere di casa sotto il tappeto: non si vede ma resta con noi...
I CAPITOLI
Introduzione: i rifiuti bruciati in Italia.
Effetti collaterali di un'economia rapace.
Incenerire o ridurrre e riciclare i rifiuti? Con Marino Ruzzenenti (esperto di Brescia, autore del libro "L'Italia sotto i rifiuti"), Gianluigi Salvador (Wwf Veneto), Antonio Zecca (docente del'Università di Trento).
Inceneritori e agricoltura a rischio: il no di Coldiretti. Con Gabriele Calliari, presidente di Coldiretti Trento.
Inceneritori, diossine fino al Polo Nord. Con Christian Schelver, Azione contro la fabbrica di veleni, Oslo.
Inquinamento e salute: quali controlli, quali conseguenze? Con Renzo Tomatis, Patrizia Gentilini, Pietro Frigato.
Maurizio Pallante: grandi opere e democrazia partecipata.
Virginio Bettini e le valutazioni dimpatto ambientale.
Stefano Montanari: polveri microsottili, killer invisibile.
Valerio Gennaro oncologo: inceneritori e salute.
Andrea Masullo (Wwf): energia da rifiuti, bufale e contributi pubblici.
Inceneritori e rifiuti, il caso di Trento. Con Adriano Rizzoli di Nimby trentino.
Laura Puppato (sindaco di Montebelluna): una gestione "dolce" è possibile.
Paolo Contò: come funziona la raccolta differenziata porta a porta.
Paul Connett e la strategia Zero Rifiuti: un progetto possibile.
Luca Mercalli: Italia, benessere diffuso o cemento?
Padre Fabrizio Forti: sul digiuno contro l'inceneritore e il bisogno di sobrietà.
L'AUTORE
Zenone Sovilla, nato a Belluno nel 1964, è giornalista professionista dal 1988, quando lavorava al Gazzettino. Da tempo è redattore dell'Adige di Trento (in cultura), dopo aver trascorso un lungo periodo in Scandinavia lavorando come corrispondente freelance per Radio Svizzera Internazionale, il Gr Rai, La Stampa, la Gazzetta dello Sport, Il Corriere del Ticino, l'Espresso; ha collaborato con i quotidiani norvegesi Adresseavisen e Dagbladet. Fondatore dell'associazione culturale Nonluoghi, attiva online e con pubblicazioni librarie, si occupa in chiave critica dell'analisi delle dinamiche del potere e in particolare del rapporto tra informazione e democrazia. Da tempo è impegnato nel sindacato dei giornalisti (Fnsi) del quale è stato consigliere nazionale dopo diversi anni come rappresentante di base. É autore del saggio "Bicicrazia. Pedalare per la libertà" (Nonluoghi, 2004). Collabora con il settimanale Carta e con il mensile Altreconomia.
Contatti: civiltabruciata@sovilla.org, tel. 3479305530, Skype: zensov.
Come vedere Arcoiris Tv Chi ha un decoder non sky: satellite Hotbird 7a - 13° est, TRASPONDER 18, FREQUENZA 11.541,03, FEQ: 5/6, POLARIZZAZIONE Verticale, SYMBOL RATE 22.000 Mbauds, nome canale: Arcoiris Tv;
Chi ha un decoder sky: canale 916

07 febbraio 2008

2008-02-13 I Medici per l'Ambiente dell'Alto Lazio invitano:

I Medici per l’Ambiente dell’Alto Lazio invitano tutti gli italiani preoccupati per le gravi minacce ambientali che incombono (inceneritori, carbone, discariche ecc.), alla Manifestazione che si terrà il 13 febbraio a Roma:

“UNITI PER UN FUTURO MIGLIORE PER LE PROSSIME GENERAZIONI”

06 febbraio 2008

2008-02-06 La GERMANIA, la Diossina nelle Uova delle Galline. INCENERITORI DI RIFIUTI:

Nonostante già 2 anni fa in Germania ci fosse l’allarme per la contaminazione dei terreni da diossina, per cui le uova provenienti da galline ruspanti erano fortemente contaminate, questo paese accetta di incenerire anche i rifiuti italiani. Si vergognino anche loro!!


Le Scienze

Diossina nelle uova in Germania (27 gennaio 2005)
Dopo la scoperta che alcune uova di galline ruspanti contenevano alti livelli di diossina, il governo tedesco ha invocato nuovi standard ambientali più elevati

Dopo la scoperta che alcune uova di galline ruspanti contenevano alti livelli di diossina, il governo tedesco ha richiesto nuovi standard ambientali più elevati. Le uova contenenti la sostanza chimica cancerogena sono state trovate in diversi länder tedeschi, probabilmente perché le galline ruspanti sono state lasciate libere su terreni contaminati. Il ministro dell'agricoltura Renate Kuenast ha invocato controlli più severi. "Dovremmo avere una politica ambientale più forte, - ha dichiarato il ministro al quotidiano Berliner Zeitung - dobbiamo assicurarci che i livelli di diossina vengano ridotti fino a sparire del tutto". I consumatori tedeschi sono preoccupati dalle notizie, divulgate dai media, secondo le quali le uova provenienti da galline ruspanti hanno maggior probabilità di essere contaminate. I controlli in diverse regioni hanno mostrato che le uova di fattoria contengono livelli di diossina più elevati di quelli delle uova di allevamento. Nella bassa Sassonia, per esempio, il 28 per cento di tutte le uova prodotte da galline ruspanti negli ultimi due anni è risultato al di sopra dei limiti dell'Unione Europea per i livelli di diossina. Alcune associazioni di consumatori hanno chiesto che tutte le uova con livelli elevati di diossina vengano tolte dal mercato.

giovanni ghirga

2008-02-06 IL GOVERNO CADE, I RIFIUTI SALGONO... LI VORRANNO BRUCIARE NELLE CENTRALI?


INCENERIRE I RIFIUTI NELLA CENTRALE A CARBONE: UNA PAZZIA!

Gli inquinanti emessi dall’incenerimento dei rifiuti si disperderebbero come inquinanti gassosi nell'ambiente, insieme ad anidride carbonica, micro e nanopolveri, particolati secondari, pesticidi, diossine e molte altre sostanze tossiche.
Gli inceneritori, inoltre, sono anche dei produttori di rifiuti. La materia, infatti, non può essere distrutta ma solo trasformata in forme diverse.
Quando i rifiuti vengono bruciati, si formano nuove sostanze tossiche sotto forma di gas, di ceneri e di materiale intrappolato nei filtri.

Le ceneri, altamente nocive,rappresentano circa 1/3 del peso dei rifiuti bruciati dai quali originano e circa il 45 % del peso dei rifiuti stessi.
Una preoccupazione particolare sta nel fatto che è stato dimostrato che quando le ceneri vengono utilizzate nell’edilizia, con il tempo metalli tossici possono essere rilasciati nell’ambiente minacciando la salute umana (Journal of Soil Contamination. 1996; 5 (1); 53-59).
I sostenitori dell’incenerimento dei rifiuti ignorano inoltre l’inquinamento causato dall’enorme traffico di autocarri che trasportano l’immondizia.
Nel marzo scorso è stato diffuso il Report Enhance Health, studio finanziato dalla UE che aveva, fra gli altri, anche lo scopo di dare una visione globale del possibile impatto sulla salute in aree ove sono ubicati inceneritori attraverso studi pilota.
Per l’Italia lo studio è stato condotto nel comune di Forlì, quartiere Coriano, ove sono ubicati due inceneritori, uno per rifiuti ospedalieri e uno per rifiuti solidi
urbani. L’indagine condotta con metodo Informativo Geografico (GIS) ha riguardato l’esposizione a metalli pesanti della popolazione residente per almeno 5 anni entro un raggio di 3.5 km dagli impianti.
Eccessi statisticamente significativi sono emersi per quanto attiene il sesso femminile: in particolare si è registrato un aumento del rischio di morte per tutte le cause correlato all’esposizione a metalli pesanti tra il +7% e il + 17%.
La mortalità per tutti i tumori aumenta nella medesima popolazione in modo coerente con l’aumento dell’esposizione dal +17% al +54%. In particolare
per il cancro del colon-retto il rischio è compreso tra il + 32% e il +147%,
per lo stomaco tra il +75% e il +188%,
per il cancro della mammella tra il +10% ed il +116%
.
Per i sarcomi, considerando insieme i due sessi, il rischio aumenta di oltre il 900 %.
Questi risultati sono del tutto coerenti con numerose altre segnalazioni presenti al riguardo in letteratura. Ricercatori del Centro Epidemiologico per la Sorveglianza delle Malformazioni Congenite di Austin (Texas, USA) hanno dimostrato che le donne gravide di età uguale o superiore ai 35 anni che hanno vissuto i primi tre mesi di gravidanza nel raggio di circa 1.600 metri da un termovalorizzatore/inceneritore hanno un rischio maggiore di dare alla luce un figlio affetto da labio e/o palatoschisi (malformazione congenita nota come labbro leporino).
Questa anomalia sembra essere correlata all'emissione nell'ambiente di metalli pesanti per cui l'aumento del rischio vale anche per quelle gravide che abitano ad una distanza di 1,6 km da una centrale a carbone ( http://uweb.txstate.edu/~fz01/Reprints/Zhan_2006_JOEM.PDF ).
I risultati di uno studio effettuato nella Prefettura di Osaka (Giappone) hanno messo chiaramente in evidenza che la vicinanza delle scuole agli impianti di incenerimento di rifiuti urbani è associata nei bambini ad un aumento di difficoltà di respiro, mal di testa, mal di stomaco e stanchezza.
Quest’ultimo sintomo in particolare è stato rilevato in coloro che frequentavano scuole situate nel
raggio di 4 km da un inceneritore (European Journal of Epidemiology, Volume 20, Number 12, December 2005, pp. 1023-1029,7).
In difesa della popolazione
Dr. Ghirga Giovanni Portavoce del Coordinamento dei Medici per l’Ambiente dell’Alto Lazio

03 febbraio 2008

2008-02-03 INCENERITORI E NANOPATOLOGIE

(solo la foto è tratta dal blog del Prof. Stefano Montanari - http://www.stefanomontanari.net/)
L'articolo seguente è stato ricevuto via mail: chiunque può contribuire a questo blog. Purchè si citi la fonte, non si offenda nessuno, gli argomenti siano correlati ai principi della Associazione Unitiperlasalute. Grazie.
(Potete mantenere l'anonimato nelle segnalazioni, a patto che si citi la fonte della notizia.)
Agenzia d’informazione per il personale ARPAT Newsletter su tematiche ambientali
mercoledì 10 maggio 2006 n. 086-2006
INCENERITORI E NANOPATOLOGIE
RIFIUTI - SALUTE

E’ ormai molto vivo il dibattito in merito all’impiego dei termovalorizzatori per il trattamento dei rifiuti. Abbiamo trattato recentemente su Arpatnews del caso dell’impianto di Spittelau a Vienna, in questo numero invece ospitiamo un intervento di Stefano Montanari, Direttore Scientifico del laboratorio Nanodiagnostics di Modena, recentemente intervenuto a Firenze d’una conferenza stampa con Beppe Grillo sull’argomento. Saremo lieti di ospitare su queste pagine ulteriori esperienze e studi in materia, ritenendo importante sviluppare questo confronto fra vari e diversi punti di vista che, naturalmente, non esprimono la posizione dell’Agenzia.
“Ormai non esiste più alcun dubbio a livello scientifico: le micro - e nanoparticelle, comunque prodotte, una volta che siano riuscite a penetrare nell’- organismo innescano tutta una serie di reazioni che possono tramutarsi in malattie. Le nanopatologie, appunto. Se è vero che le manifestazioni patologiche più comuni sono forme tumorali, è altrettanto vero che malformazioni fetali, malattie infiammatorie, allergiche e perfino neurologiche sono tutt’altro che rare. A prova di questo, basta osservare ciò che accade ai reduci, militari o civili che siano, delle guerre del Golfo o dei Balcani o a chi sia scampato al crollo delle Torri Gemelle di New York e di quel crollo ha inalato le polveri. “Comunque prodotte”, ho scritto sopra a proposito di queste particelle che sono inorganiche, non biodegradabili e non biocompatibili. E l’ultimo aggettivo è sinonimo di patogenico. Il fatto, poi, che siano anche non biodegradabili, vale a dire che l’- organismo non possieda meccanismi per trasformarle in qualcosa di eliminabile, rende l’innesco per la malattia “eterno”, dove l’aggettivo eterno va inteso secondo la durata della vita mana. Le particelle di cui si è detto hanno dimensioni piccolissime, da qualche centesimo di millimetro fino a pochi milionesimi di millimetro, e più queste sono piccole, più la loro capacità di penetrare intimamente nei tessuti è spiccata; tanto spiccata da riuscire perfino, in alcune circostanze e al di sotto di dimensioni inferiori al micron (un millesimo di m millimetro), a penetrare nel nucleo delle cellule senza ledere la membrana che le avvolge.
Come questo accada sarà il tema di un incipiente progetto di ricerca europeo che vedrà coinvolto come coordinatore il nostro gruppo. Se è vero che la natura è una produttrice di queste polveri, e i vulcani ne sono un esempio, è pure vero che le polveri di origine naturale costituiscono una frazione minoritaria del totale che oggi si trova sia in atmosfera (atmosfera significa ciò che respiriamo) sia depositato al suolo, ed è pure vero che la loro granulometria media è, tutto sommato, relativamente grossolana. l’uomo il grande produttore di particolato, soprattutto quello più fine. Questo perché la tecnologia moderna è riuscita ad ottenere a buon mercato temperature molto elevate a cui eseguire le più svariate operazioni, e, in linea generale e a parità di materiale bruciato, più elevata è la temperatura alla quale un processo di combustione avviene, minore è la dimensione delle particelle che ne derivano. A questo proposito, occorre anche tenere conto del fatto che ogni processo di combustione, nessuno escluso, produce particolato, sia esso primario o secondario. Per particolato primario s’intende quello che nasce direttamente nel crogiolo, per secondario, invece, quello che origina dalla reazione tra i gas esalati dalla combustione (tra gli altri, ossidi di azoto e di zolfo) e la luce, il vapor d’acqua e i composti principalmente organici che si trovano in atmosfera. Al momento attuale, la legge prescrive che l’inquinamento particolato dell’aria sia valutato determinando la concentrazione di particelle che abbiano un diametro aerodinamico medio di 10 micron - le ormai famose PM10 – e prescrive che la valutazione avvenga per massa. Nulla si dice ancora, invece, a proposito delle polveri più sottili: le PM2,5 (cioè particelle con un diametro aerodinamico medio di 2,5 micron), le PM1 (diametro da 1 micron) e le PM0,1 (diametro da 0,1 micron). Sono proprio quelle le polveri realmente patogene, con una patogenicità che cresce in modo quasi esponenziale con il diminuire del diametro. E per avere un’idea degli effetti sulla salute di queste poveri occorre che le particelle siano non pesate ma classificate per dimensione e contate. Dal punto di vista pratico, la massa di una particella da 10 micron corrisponde a quella di 64 particelle da 2,5 micron, oppure di 1.000 da un micron, oppure, ancora, a quella di 1.000.000 di particelle da 0,1 micron.
Perciò, valutare il particolato in massa e non per numero e dimensione delle particelle non dà indicazioni utili dal punto di vista sanitario e può, anzi, essere fuorviante. Venendo al problema dell’inquinamento da rifiuti, è ovvio che questi debbano, in qualche modo, essere smaltiti. A questo punto, è necessario ricordare la cosiddetta legge di Lavoisier o della conservazione della massa. Questa recita che in una reazione chimica la massa delle sostanze reagenti è uguale alla massa dei prodotti di reazione. Il che significa che, secondo le leggi che regolano l’universo, noi riusciamo solo a trasformare le sostanze, ma non ad annullarne la massa. Ciò che avviene quando s’inceneriscono i rifiuti, dunque, altro non è se non la loro trasformazione in qualcosa d’altro, e questa trasformazione è ottenuta tramite l’applicazione di energia sotto forma di calore. Stante tutto ciò che ho scritto sopra e che è notissimo sia tra gli scienziati sia tra gli studenti delle scuole medie, se noi bruciamo l’immondizia, altro non facciamo se non trasformarla in particelle tanto piccole da farle scomparire alla vista e, con i cosiddetti “termovalorizzatori” – una parola che esiste solo in Italiano e che evoca l’idea ingenuamente falsa che si ricavi valore economico dall’operazione – la trasformazione roduce particelle ancora più minute e, dunque, più tossiche. Malauguratamente, non esiste alcun tipo di filtro industriale capace di bloccare il particolato da 2,5 micron o inferiore a questo, ma, dal punto di vista dei calcoli che si fanno in base alle leggi vigenti, questo ha ben poca importanza: il “termovalorizzatore” produce pochissimo PM10 (peraltro, la legge sugl’inceneritori prescrive ancora la ricerca delle cosiddette polveri totali ed è, perciò, ancora più arretrata) e la quantità enorme di altro particolato non rientra nelle valutazioni. Ragion per cui, a norma di legge l’aria è pulita. Ancora malauguratamente, tuttavia, l’organismo non si cura delle leggi e le patologie da polveri sottili (le PM10 sono tecnicamente polveri grossolane), un tempo ignorate ma ora sempre più conosciute, sono in costante aumento. Tra queste, le malformazioni fetali e i tumori infantili. Tornando ala legge di Lavoisier, uno dei problemi di cui tener conto nell’incenerimento dei rifiuti è la quantità di residuo che si ottiene. Poiché nel processo d’incenerimento occorre aggiungere ll’immondizia calce viva e una rilevante quantità d’acqua, da una tonnellata di rifiuti bruciata escono una tonnellata di fumi, da 280 a 300 kg di ceneri solide, 30 kg di ceneri volanti (la cui tossicità è enorme), 650 kg di acqua sporca (da depurare) e 25 kg di gesso. Il che significa il doppio di quanto si è inteso “smaltire”, con l’aggravante di avere trasformato il tutto in un prodotto altamente patogenico. E in questo breve scritto si tiene conto solo del particolato inorganico e non di tutto il resto, dalle diossine (ridotte in quantità ma non eliminate dall’alta temperatura), ai furani, agl’idrocarburi policiclici, agli acidi inorganici (cloridrico, fluoridrico, solforico, ecc.), all’- ossido di carbonio e quant’altro. Affermare, poi, che incenerire i rifiuti significa non ricorrere più alle discariche è un ulteriore falso, dato che le ceneri vanno “smaltite” per legge (decreto Ronchi) in discariche per rifiuti tossici speciali di tipo B1. Si mediti, poi, anche sul fatto che l’incenerimento comporta il mancato riciclaggio di materiali come plastiche, carta e legno. I “termovalorizzatori” devono funzionare ad alta temperatura e, per questo, hanno bisogno di quei materiali che possiedono un’alta capacità calorifica, vale a dire proprio le plastiche, la carta e il legno che potrebbero e dovrebbero essere oggetto di tutt’altro che difficile riciclaggio.
Tralascio qui del tutto il problema economico perché non rientra nell’argomento specifico, ma il bilancio energetico è fallimentare e, se non ci fossero le tasse dei cittadini a sostenere questa forma di trattamento dei rifiuti, a nessuno verrebbe mai l’idea di costruire impianti così irrazionali.
Rimandando per un trattamento esaustivo dell’argomento ai numerosi testi che lo descrivono compiutamente, compresi i siti Internet dell’ARPA e di varie AUSL, la conclusione che qualunque scienziato non può che trarre è che incenerire i rifiuti è una pratica che non si regge su alcun razionale. Ma, al di là della scienza, il sensus communis del buon padre di famiglia che per i Romani era legge può costituire un’ottima guida. Usare i cosiddetti “termovalorizzatori” spacciandoli per un miglioramento tecnico, poi, non fa che peggiorare la situazione dal punto di vista del nanopatologo, ricorrendo questi a temperature più elevate. Perciò, una pratica simile non può essere in alcun modo presa in considerazione come alternativa per la soluzione del problema legato allo smaltimento dei rifiuti, se non altro perché i rifiuti nonvengono affatto smaltiti ma raddoppiati come massa e resi ncomparabilmente più nocivi.”
Stefano Montanari Le immagini sono tratte dai testi di StefanoMontanari:
• NANOPATHOLOGY AND NANOSAFETY
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