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29 ottobre 2021

«Stiamo affidando il nostro futuro ai giganti del fossile, mascherati da paladini dell’ambiente.

 Tratto da Il Cambiamento 

ReCommon: «Cosa succede quando le multinazionali di petrolio e gas iniziano a parlare di energie pulite e rinnovabili?»

«Stiamo affidando il nostro futuro ai giganti del fossile, mascherati da paladini dell’ambiente. Cosa succede quando le grandi multinazionali del petrolio e del gas iniziano a parlare di energie pulite e rinnovabili? Non abbiamo bisogno di false soluzioni»: la campagna di informazione di ReCommon. E alla vigilia del G20... è ancora più importante sapere.

ReCommon: «Cosa succede quando le multinazionali di petrolio e gas iniziano a parlare di energie pulite e rinnovabili?»

«Stiamo affidando il nostro futuro ai giganti del fossile, mascherati da paladini dell’ambiente.
Cosa succede quando le grandi multinazionali del petrolio e del gas iniziano a parlare di energie pulite e rinnovabili? Non abbiamo bisogno di false soluzioni»: così la campagna di informazione di ReCommon.

E alla vigilia del G20... è ancora più importante sapere.

L'associazione ReCommon, impegnata da anni sul fronte della sostenibilità ambientale e del contrasto all'inquinamento, ha lanciato una campagna che prende posizione critica sulle scelte che il governo italiano (e non solo) continua a reiterare.

«Gas, idrogeno e meccanismi di compensazione delle emissioni o di cattura di queste sono oggi al centro delle politiche energetiche nazionali ed europee. Le chiamano soluzioni di transizione, dovrebbero ridurre le emissioni e traghettarci verso un futuro green. Di fatto ci stanno legando ancora una volta a un’economia fossile e insostenibile. Una pericolosa distrazione dal necessario cambio di modello politico ed economico che milioni di persone in Europa e nel mondo chiedono a gran voce, per la sopravvivenza di tutti» spiegano da ReCommon nella campagna d'informazione.

Gas? Naturalmente fossile
«Il settore del gas è in espansione nonostante il suo impatto devastante sul clima globale, emerso in tutta la sua gravità solo negli ultimi anni. Recenti studi scientifici hanno iniziato a quantificare le emissioni fuggitive di metano e hanno dimostrato che il loro impatto climalterante è oltre 100 volte quello della CO2 su un arco di 10 anni e 86 volte su un arco di 20» scrive ancora l'associazione.

Idrogenomania 
«In cima alla classifica delle soluzioni miracolose troviamo l’idrogeno, ma cosa c’è dietro la chimera dell’energia verde? Attualmente meno dell’1% per cento dell’idrogeno prodotto nel mondo proviene da fonti rinnovabili, per il resto ci affidiamo ancora ai combustibili fossili e, anche qualora utilizzassimo le rinnovabili, per produrre energia a sufficienza, in Europa, dovremmo sfruttare risorse energetiche e ambientali che non abbiamo e che ancora una volta bisognerebbe “estrarre” dal vicino continente africano».

Non è tutto green quello che luccica
«Mobilitazioni, azioni dirette, campagne di pressione sono riuscite a inceppare un meccanismo che sembrava inarrestabile, producendo un corto circuito tanto necessario quanto inaspettato. Oggi è possibile parlare di ambiente e cambiamento climatico anche al TG e sui giornali - si legge ancora nel manifesto della campagna - Ma parlarne non basta, i giganti fossili affollano lo spazio con imponenti strategie di greenwashing, una narrazione distorta che egemonizza il tema della transizione energetica, grazie a ingenti investimenti economici, e multinazionali energetiche inoltre hanno dalla loro una lobby coordinata e molto potente orientata a influenzare le politiche europee e nazionali in materia di clima e energia».

Ecco le richieste che ReCommon avanza:
-Non ci sia una transizione energetica che passi dal carbone al gas e alla costruzione di nuove centrali a gas;
si eliminino i sussidi pubblici per questi impianti e si chiudano quelli esistenti al più presto.
-Non si costruiscano nuove infrastrutture del gas in Italia e in Europa e sussidi e fondi pubblici e europei siano destinati ad altri interventi autenticamente sostenibili e decisi  dalle comunità locali.
-Venga fatta giustizia per tutti quelli che hanno sofferto gli impatti delle grandi opere energetiche.

-Si promuova un approccio decentralizzato, guidato dal basso e su piccola scala alle energie rinnovabili, con la partecipazione attiva delle comunità locali.
-Le società energetiche si impegnino in maniera concreta e ravvicinata nel tempo ad azzerare le emissioni evitando false soluzioni, quali: l’idrogeno fossile o le infrastruttere su larga scala anche se verde, i meccanismi di compensazione (cattura di carbonio e foreste), i mega impianti di rinnovabili.
-Gli investitori ritirino i fondi dalle grandi società energetiche italiane (quali Eni, Snam, Enel) che ancora utilizzano combustibili fossili e resistono al cambiamento con false soluzioni.    Continua qui

21 ottobre 2021

Dall’ UDIENZA del 19 ottobre :“ EMISSIONI DELLA CENTRALE AD ALTO RISCHIO PER I BIMBI

 Tratto  dai quotidiani ieri in edicola 

Tratto da Il Secolo XIX

“ EMISSIONI DELLA CENTRALE AD ALTO RISCHIO PER I BIMBI

RICOVERI E DECESSI IN CONTINUA CRESCITA” 

Tirreno Power, al processo ha deposto l’epidemiologo Crosignani .

“ In  cinque anni ricoverati 298 minori per patologie respiratorie “


Stralcio da La Stampa
TIRRENO POWER , il perito ribadisce. 
“PIU’ CASI DI ASMA TRA I BAMBINI “




19 ottobre 2021

COMUNICATO 19 Ottobre 2021 : Confermati in Udienza gli esiti sconvolgenti dell’indagine sanitaria condotta su incarico della Procura della Repubblica di Savona .

COMUNICATO DI UNITI PER LA  SALUTE  ODV 
DEL 19 OTTOBRE 2021

All’udienza di quest’oggi si è concluso l’esame del consulente della Procura della Repubblica prof. Crosignani, epidemiologo, già direttore di epidemiologia ambientale dell’istituto nazionale dei tumori di Milano , il quale ha illustrato nel dettaglio il lavoro svolto per l’indagine sanitaria che è stata condotta su incarico dei PM di Savona e che è alla base dell’imputazione di disastro a carico degli amministratori e dirigenti di Tirreno Power per le emissioni delle sezioni a carbone della centrale di Vado Ligure. Si ricordano di seguito gli esiti sconvolgenti dell’indagine epidemiologica condotta su richiesta della Procura di Savona in termini di patologie cardiovascolari e respiratorie e di decessi per le medesime malattie attribuibili alle emissioni della centrale termoelettrica negli anni considerati nella consulenza (tenendo conto di due diverse tipologie di emissioni dell’impianto: gli Ossidi di zolfo e i cinque metalli che costituiscono l’impronta digitale delle centrali a carbone):

Tali dati, ha precisato il prof. Crosignani sono estensibili anche agli anni successivi di funzionamento delle sezioni a carbone della centrale.

298 ricoveri di bambini per patologie respiratorie ove si considerino le mappe di ricaduta elaborate attraverso modelli matematici e 433 ricoveri ove si considerino le mappe di ricaduta determinate attraverso le campagne di rilevamento del bioaccumulo nei licheni nel periodo tra il 1.1.2005 ed il 31.12.2010 sicuramente attribuibili alle immissioni della centrale , sia come causa esclusiva, sia come concausa prevalente

2161 ricoveri di adulti per malattie cardiovascolari e respiratorieove si considerino le mappe di ricaduta elaborate attraverso modelli matematici e numero 2223 ove si considerino le mappe di ricaduta determinate attraverso le campagne di rilevamento del bioaccumulo nei licheni nnel periodo tra il 1.1.2005 ed il 31.12.2010 sicuramente attribuibili alle immissioni della centrale , sia come causa esclusiva, sia come concausa prevalente

657 morti per malattie cardiovascolari e respiratorie ove si considerino le mappe di ricaduta elaborate attraverso modelli matematici e numero 427 ove si considerino le mappe di ricaduta determinate attraverso le campagne di rilevamento del bioaccumulo nei licheni nnel periodo tra il 1.1.2000 ed il 31.12.2007 sicuramente attribuibili alle immissioni della centrale, sia come causa esclusiva, sia come concausa prevalente


Un dato tra tutti mostra con immediata evidenza quale sia stato l’effetto sanitario della centrale: secondo la consulenza del prof. Crosignani, la probabilità di ammalarsi e di essere ricoverati per asma è addirittura del 97% superiore tra i bambini maggiormente esposti alle emissioni della centrale (ossia residenti nelle aree di maggiore ricaduta dei metalli) rispetto ai bambini residenti nelle aree meno esposte.

Il consulente ha quindi spiegato come sia da escludere che gli eccessi di patologie e i decessi nella popolazione maggiormente esposta alla centrale siano imputabili ad altri fattori, e in particolare alle emissioni delle attività portuali di cui si è espressamente tenuto conto nell’indagine sanitaria condotta dagli esperti della Procura della Repubblica.

19 ottobre 2021 Uniti per la Salute ODV



TIRRENO POWER, il Dottor CROSIGNANI : “Relazione tra esposizione alle emissioni della centrale ed effetti sulla salute”

Tratto da IVG 

Tirreno Power, il medico: “Relazione tra esposizione alle emissioni della centrale ed effetti sulla salute”

E' intervenuto in aula il dottor Paolo Crosignani, ex direttore di epidemiologia ambientale dell'istituto nazionale dei tumori di Milano

Savona. “C’è una relazione tra l’esposizione alle emissioni della centrale di Vado Ligure e gli effetti sulla salute dell’uomo“. A dirlo questa mattina in aula è stato il dottor Paolo Crosignani, ex direttore di epidemiologia ambientale dell’istituto nazionale dei tumori di Milano, nell’ambito del processo a carico di Tirreno Power per il quale sono imputati 26 persone, tra vertici e dirigenti dell’azienda, rinviati a giudizio per disastro ambientale e sanitario colposo.

 Il consulente ha presentato stamattina nell’aula magna del tribunale di Savona la relazione riguardante gli effetti dal punto di vista sanitario provocati dalla centrale Tirreno Power. L’ipotesi iniziale era stata quella di “verificare possibili correlazioni tra il funzionamento della centrale vadese e la salute delle persone che abitavano nella zona coinvolta dalle ricadute dell’inquinamento prodotto dallo stabilimento”.

La supposizione che ha dato il via al lavoro “è stata verificata – conferma il consulente -, sono state escluse altre cause e sono stati considerati i criteri di causalità”. E prosegue: “Tenendo presente che questa è la punta dell’iceberg, nessuno ha mai considerato le malformazioni. E’ un dato sottostimato“.

Per quanto riguarda i legami temporali tra l’inquinamento prodotto dalla centrale a carbone e le conseguenze sui ricoveri e sui morti “non c’è letteratura”, ha spiegato Crosignani. Invece, “ci sono molti studi sulle modalità con cui l’inquinamento atmosferico incide sulla salute. Il legame tra effetti a breve termine, ricoveri e mortalità sono ben stretti: il giorno che aumenta il particolato, quello seguente si registra unaumento mortalità“.

Il periodo considerato dalla studio considera il periodo compreso tra gli anni 2005 e 2010 ma Crosignani spiega che “fino al 2013, anno di chiusura della centrale, gli effetti sulla salute erano gli stessi perchè il livello di inquinamento era invariato. Se l’inquinamento permane – conclude Crosignani -, si verifica l’eccesso di mortalità. Semigliora la qualità dell’aria il processo si arresta e i morti calano in 2/3 annicomportando un miglioramento dello stato di salute”.

13 ottobre 2021

PROCESSO TIRRENO POWER “Maggiori patologie nei bimbi ”.

 Articolo tratto  da Il Secolo XIX oggi in edicola 

La testimonianza dello pneumologo PAOLO FRANCESCHI , sentito in aula dai giudici 


Processo Tirreno Power a Savona, il perito della procura: “Maggiore l’incidenza delle patologie nei bambini”

Processo per disastro ambientale e sanitario colposo: a giudizio sono 26 persone tra manager ed ex manager della centrale di Vado.

Savona – "I risultati delle analisi epidemiologica evidenziano due temi: nelle persone maggiormente esposte alle emissioni della centrale a carbone è stata registrata una più alta incidenza delle patologie. Non solo:l'esposizione dei bambini alle emissioni ha determinato una maggior predisposizione degli stessi all'incidenza patologica".

Sono i passaggi fondamentali della deposizione di Paolo Franceschi, medico pneumologo, nominato consulente tecnico della Procura nel 2011, che ieri 12 ottobre, per quasi tre ore di udienza, davanti al giudice Francesco Giannone e al pm Elisa Milocco, nel Tribunale di Savona, ha relazionato sugli effetti delle emissioni della centrale a carbone Tirreno Power……tratto da Il Secolo XIX online 


Immagine tratta da La Stampa di oggi 





Processo Tirreno Power, in aula ascoltati i consulenti della Procura Franceschi e Crosignani

Tratto da Savona News

Processo Tirreno Power, in aula dopo il biologo Scarselli ascoltati i consulenti della Procura Franceschi e Crosignani

Prosegue il processo che vede al centro la centrale vadese nel quale sono imputati 26 persone, tra vertici e dirigenti dell'azienda, rinviati a giudizio con l’accusa di disastro ambientale e sanitario colposo

Ricadute delle emissioni sulla popolazione con lo scopo di caratterizzarne l’esposizione a sostanze nocive per le salute e accertarne l’incidenza, definendo l’area da prendere in esame, i dati epidemiologici attribuibili e la loro riferibilità ed utilizzabilità.

Questi gli argomenti trattati quest'oggi nell'aula magna del Tribunale di Savona da parte del pneumologo, specializzato in malattie dell'apparato respiratorio Paolo Franceschi e Paolo Crosignani, ex direttore ex Direttore della Unità di Epidemiologia Ambientale e Registro Tumori presso l’istituto Nazionale dei Tumori di Milano in merito al processo che vede al centro la centrale Tirreno Power di Vado Ligure per la quale sono imputati 26 persone, tra vertici e dirigenti dell'azienda, rinviati a giudizio con l’accusa di disastro ambientale e sanitario colposo.

I due consulenti della Procura, dopo la testimonianza del biologo, specialista in monitoraggio Stefano Scarselli, dovevano infatti determinare con la metodologia degli studi epidemiologici, i possibili effetti, in termini di incidenza di patologie umane nella Provincia di Savona, precisando la percentuale di incremento delle patologie, sia per le persone ancora in vita che per i conseguenti decessi. 

"Iniziai ad occuparmi della centrale a carbone agli inizi degli anni 80, in quegli anni a Vado c'erano progetti di ampliamento della centrale a carbone ed era una situazione stranamente particolare, non era frequente una centrale in città, nel centro abitato, in mezzo alle abitazioni" ha spiegato Franceschi che dall'85 al 90 è stato consigliere di minoranza in comune a Vado.

Anni dopo, nel 2010, dopo un incontro con l'allora assessore regionale Renata Briana e i sindaci di Vado e Quiliano aveva presentato un documento nel quale specificava che si trattava di una centrale in città inserita in maniera organica in un tessuto di 75mila persone, urbano, dove era presente un'alta pressione antropica e si continuava a bruciare il più alto inquinante pur utilizzando le migliori tecnologie. 

"Richiamavamo il discorso delle polvere sottili e con l'ampliamento della centrale si sarebbe continuato a bruciare tonnellate di carbone e le polveri non si sarebbero fermate neanche dai nuovi filtri - ha continuato il membro della commissione ambiente dell'Ordine dei Medici - l'accumulo di quelle sostanze tossiche continuava a destare una grande preoccupazione". 

"Abbiamo scelto delle patologie a priori, cardio vascolari, respiratorie e tumore del polmone (che ha una patogenesi molto lenta e non può essere utilizzata come conclusione) e abbiamo notato che il rischio aumenta in merito alla popolazione esposta, questa maggiore predisposizione ha evidenziato infatti una esposizione alla fascia dell'infanzia all'inquinamento" 

Lo studio, come detto da Crosignani, è stato limitato alle patologie per le quali era presente a priori un’evidenza scientifica in ordine alla correlazione causale con l’inquinamento atmosferico e, per quanto quindi di interesse, con le emissioni di una centrale a carbone.

Era stata quindi analizzata l'anagrafe della zona costituendo un database di tutta l'area (con nome, cognome e residenza)  campionando poi diversi soggetti avendo a disposizione le schede di dimissione ospedaliere non solo dei ricoverati Asl ma anche tra tutti i ricoverati nel comune residente. 


04 ottobre 2021

Qualità dell’aria, ecco perché le nuove linee guida dell’Oms sono molto importanti

 Tratto da Il Fatto Quotidiano 

Qualità dell’aria, ecco perché le nuove linee guida dell’Oms sono molto importanti



Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’inquinamento dell’aria è attualmente responsabile di 7 milioni di morti premature nel mondo ogni anno. In Italia sarebbero circa 50mila, stando all’ultimo rapporto sulla qualità dell’aria dell’Agenzia Europea per l’Ambiente.

L’analisi di oltre 500 articoli scientifici condotta dalla stessa Oms – i cui risultati sono stati confrontati e valutati attraverso un accurato processo di peer-review effettuato anche da esperti esterni all’organizzazione – ha messo in evidenza che l’esposizione prolungata anche a bassi livelli di questi inquinanti costituisce un pericolo per la salute umana e che, di fatto, non esiste una soglia al di sotto della quale il rischio non aumenta.

Sulla base di questi e di altri, altrettanto stringenti, elementi, il 22 settembre scorso l’Oms ha reso pubbliche le nuove linee guida sulla qualità dell’aria, riducendo notevolmente i limiti per l’esposizione a lungo termine agli inquinanti più dannosi per la salute, in particolare il particolato fine e il biossido di azoto.

L’Oms ha indicato come concentrazione media annuale di riferimento per le particelle di diametro inferiore a 2,5 micrometri (PM 2.5) il valore di 5 microgrammi per metro cubo, la metà rispetto al 2005. Per il biossido di azoto il taglio è stato ancora più netto, passando da 40 a 10 microgrammi al metro cubo in media all’anno. La concentrazione media annuale delle particelle con diametro inferiore a 10 micrometri (PM 10), invece, non dovrebbe superare i 15 microgrammi al metro cubo (nel 2005 erano 20).

ulla base di questi e di altri, altrettanto stringenti, elementi, il 22 settembre scorso l’Oms ha reso pubbliche le nuove linee guida sulla qualità dell’aria, riducendo notevolmente i limiti per l’esposizione a lungo termine agli inquinanti più dannosi per la salute, in particolare il particolato fine e il biossido di azoto.

L’Oms ha indicato come concentrazione media annuale di riferimento per le particelle di diametro inferiore a 2,5 micrometri (PM 2.5) il valore di 5 microgrammi per metro cubo, la metà rispetto al 2005. Per il biossido di azoto il taglio è stato ancora più netto, passando da 40 a 10 microgrammi al metro cubo in media all’anno. La concentrazione media annuale delle particelle con diametro inferiore a 10 micrometri (PM 10), invece, non dovrebbe superare i 15 microgrammi al metro cubo (nel 2005 erano 20).

La decisione dell’Oms è di grande rilievo: sia perché il precedente aggiornamento risaliva al 2005, come accennato; sia soprattutto perché i valori indicati dall’Oms non sono legalmente vincolanti ma servono (o almeno dovrebbero servire) a ispirare le legislazioni nazionali e comunitarie in questo campo. Anche per queste ragioni questo passo dell’organizzazione più importante del pianeta in materia di salute pubblica merita qualche nota a margine.


Bambini e ambiente: società di pediatria . Presentazione di “Inquinamento atmosferico e salute” nei primi mille giorni di vita

Tratto da Agensir 

Bambini e ambiente: società di pediatria, il 6 ottobre presentazione del documento “Inquinamento atmosferico e salute” nei primi mille giorni di vita



Verra’ presentato il 6 ottobre il documento di consenso “Inquinamento atmosferico e salute” che contiene le proposte delle società scientifiche pediatriche e del gruppo di lavoro “Ambiente e primi 1.000 giorni” per migliorare la salute dei bambini e delle famiglie. Il documento è stato sottoscritto da Associazione culturale pediatri (Acp), Federazione italiana medici pediatri (Fimp), Ambiente e primi 1.000 giorni, Società italiana di medicina perinatale (Simp), Società italiana di pediatria (Sip), Società italiana di neonatologia (Sin), Società italiana di pediatria (Sip). Il documento di consenso nasce nell’ambito del progetto “Ambiente e primi 1000 giorni’” ovvero “Coorti di nuovi nati, esposizioni ambientali e promozione della salute nei primi 1.000 giorni di vita: integrazione dei dati di esposizione con dati molecolari ed epigenetici”. Il progetto, si legge in una nota, “nasce per valutare in che modo l’ambiente e l’esposizione a inquinanti atmosferici e al fumo di sigaretta influiscano sui primi 1.000 giorni dell’individuo, dal concepimento al secondo anno d’età, e per costruire strumenti capaci di informare cittadini, genitori e decisori in modo da migliorare la salute delle singole persone e pianificare azioni di prevenzione a livello di sanità pubblica”.
Alla conferenza stampa online (ore 10-11,20) interverranno Renata Bortolus (Direzione generale della prevenzione sanitaria – ministero della Salute); Luca Ronfani (Irccs materno infantile Burlo Garofolo, Trieste); Francesco Forastiere, (Environmental Research Group, School of Public Health, Faculty of Medicine, Imperial College, Londra). Sarà possibile seguire la conferenza stampa sul canale YouTube della Società italiana di pediatria al seguente link https://www.youtube.com/watch?v=yCxwcaMwi8Q.