L’improvviso colpo di teatro del Governo Berlusconi, ha la duplice valenza di rimandare la questione nucleare a quando l’effetto Fukushima sarà svanito e di contribuire di fatto ad ostacolare il raggiungimento del quorum per gli altri due quesiti, su acqua e legittimo impedimento. In sfondo, l’ipotesi di un nuovo, inquietante accordo italo-francese.
La notizia è giunta in redazione ieri: il Governo aveva deciso di dismettere il programma nucleare. Fonti interne ci hanno chiarito lo scenario e le ragioni di questa scelta che vedono un accordo Parigi Roma che da una parte toglie la costruzione delle centrali ad AREVA e dall’altra affida la gestione dell’acqua pubblica a VEOLIA.

Prima di prendere questa decisione il Governo ha intavolato accordi con la Francia per dare una “contropartita” alla perdita economica che ne sarebbe derivata. Raggiunta l’intesa, stamane, AREVA – il colosso mondiale francese del nucleare che si sarebbe dovuto occupare della costruzione delle nostri centraliha iniziato la dismissione dei suoi uffici romani.
Il Governo era ben cosciente che il raggiungimento del quorum avrebbe comportato la bocciatura non solo della legge sul Nucleare ma anche quelle sul Legittimo Impedimento e sulla Privatizzazione dell’acqua.
E’ stato proprio su quest’ultimo punto che è nata la contropartita da offrire oltralpe, attraverso un patto che sposta gli interessi economici dal nucleare all’acqua e dovrebbe garantire a VEOLIA una consistente presenza nel suo processo di privatizzazione (l’azienda francese è uno dei leader mondiali nel settore della gestione urbana degli acquedotti, dei rifiuti e dei trasporti).
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Ma desta forti preoccupazioni anche il reattore 2, dove i robot adibiti alla misurazione della radioattività degli ambienti per decidere poi sull’accesso dei tecnici per la riparazione dei circuiti di raffreddamento, hanno rilevatodel tecnezio 99, elemento radioattivo che si libera solo con la fusione del combustibile nucleare. Il che fa crescere i timori su eventuali danni anche al secondo reattore dell’impianto in seguito alla crisi nucleare determinata dallo tsunami dell’11 marzo scorso. L’ambiente a Fukushima è dunque così a rischio da escludere l’attività di esseri umani.