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31 agosto 2021

Vittoria legale di Children’s Health Defense CHD sulla sicurezza delle radiazioni e del 5G

 Tratto da ComedonChisciotte

Vittoria legale di Children’s Health Defense sulla sicurezza delle radiazioni e del 5G

Oggi Children’s Health Defense (CHD) ha vinto lo storico caso contro la Federal Communications Commission (FCC), caso che mette in discussione la decisione dell’agenzia di non rivedere le sue linee guida del 1996 per la salute e la sicurezza riguardanti le tecnologie basate sul wireless, compreso il 5G. (Guarda l’evento stampa che si è tenuto lunedì 16 agosto alle ore 10:00, in lingua inglese).

La Corte d’Appello degli Stati Uniti per il Circuito del distretto della Columbia ha pubblicato la sua sentenza in  data 13 agosto. La corte ha stabilito che la FCC nel considerare sufficienti a proteggere la salute pubblica le linee guida del 1996 per le emissioni di radiofrequenza ha mancato di considerare le evidenze non strettamente legate al cancro riguardo gli effetti negativi sulla salute della tecnologia wireless. La sentenza della corte afferma:

“Il caso deve essere rinviato alla commissione al fine di ottenere una spiegazione ragionata circa la sua determinazione di adeguatezza delle linee guida per quanto riguarda la protezione dagli effetti nocivi dell’esposizione alle radiazioni a radiofrequenza…”

Robert F. Kennedy Jr., presidente del CHD e avvocato per questo caso, ha dichiarato:

La sentenza della corte rivela come la FCC e la FDA siano agenzie manipolate che hanno abbandonato il loro dovere di proteggere la salute pubblica in favore di una crociata che ha come unico scopo l’aumento dei profitti dell’industria delle telecomunicazioni.

Il caso della CHD è stato consolidato con un altro caso simile presentato dall’Environmental Health Trust, e le due organizzazioni hanno presentato memorie congiunte. L’avvocato principale di CHD per il caso, Scott McCollough, un avvocato di diritto amministrativo e delle telecomunicazioni che ha rappresentato i ricorrenti nell’udienza, ha dichiarato:


“Questa è una vittoria storica. La FCC dovrà riaprire il procedimento e per la prima volta affrontare in modo significativo e responsabile la grande quantità di prove scientifiche e mediche che dimostrano che le attuali linee guida non proteggono adeguatamente la salute e l’ambiente.”

La sentenza della corte continua affermando:

“… la FCC ha completamente omesso di riconoscere e tanto meno di rispondere ai commenti riguardanti l’impatto delle radiazioni RF sull’ambiente… I documenti contengono sostanziali prove di potenziali danni ambientali.”

I ricorrenti della causa hanno presentato 11.000 pagine di prove di danni da 5G e da tecnologia wireless che la FCC ha ignorato, comprese prove di malattie diffuse già esistenti. L’avvocato Dafna Tachover, direttore del progetto “5G e Wireless Harms” di CHD, che ha iniziato e condotto il caso per CHD, ha dichiarato:

“La FCC dovrà finalmente riconoscere l’immensa sofferenza di milioni di persone che sono state danneggiate dal fallimento epocale della FCC e della FDA nel proteggere la salute pubblica. Finalmente la verità è emersa. Sono fiduciosa che dopo questa decisione, la FCC farà la cosa giusta e fermerà qualsiasi ulteriore diffusione del 5G.”

Continua qui

29 agosto 2021

L'inquinamento dell'aria aumenta la gravità delle malattie della mente

Tratto da il giornale della protezione civile 

L'inquinamento dell'aria aumenta la gravità delle malattie mentali



 Secondo uno studio condotto a Londra, un minimo aumento di agenti inquinanti causa un aggravamento significativo delle malattie mentali

L'esposizione all'inquinamento dell'aria è collegata alla maggiore gravità delle malattie mentali, secondo uno degli studi più completi su questo argomento. Lo studio, pubblicato sul British Journal of Psychiatry, ha seguito i pazienti a Londra sud dal loro primo contatto con i servizi di salute mentale, utilizzando delle stime ad alta risoluzione dell'inquinamento dell'aria nelle loro case. 

Lo smog uccide in molti modi
La ricerca, che ha coinvolto 13.000 persone a Londra, ha scoperto che un relativamente piccolo aumento all'esposizione del biossido di azoto porta a un aumento del 32% della possibilità di aver bisogno di trattamenti individualizzati e al 18% in più del rischio di essere ricoverati in ospedale. I ricercatori hanno detto che queste scoperte possono essere applicate alla maggior parte delle città nelle nazioni sviluppate, e la diminuzione dell'inquinamento dell'aria potrebbe portare benefici a milioni di persone. “L'inquinamento dell'aria è modificabile e possiamo ridurre il livello di esposizione della popolazione anche su larga scala” ha detto Joanne Newbury, dell'Università di Bristol, che che ha guidato la ricerca. “Sappiamo che ci sono interventi che possono tornare utili, come l'espansione delle zone a bassa emissione. Gli interventi di salute mentale sugli individui sono invece più complessi”. La media trimestrale dei livelli di NO2 nell'area di studio è variata tra 18 e 96 microgrammi per metro cubo. I ricercatori hanno scoperto che le persone esposte a più di 15 grammi per metro cubo hanno il 18% di possibilità in più di essere ammesse in ospedale e il 32% di possibilità in più di aver bisogno di un trattamento ambulatoriale dopo un anno. Questo collegamento è più forte con il NO2, che è emesso in gran quantità dai motori diesel, ma è stato significativo anche per l'inquinamento da piccole particelle che sono prodotte da tutti i combustibili fossili. Il livello di piccole particelle è variato tra 9 e 25 milligrammi per metro cubo e ha aumento l'esposizione di tre unità, oltre anche all'aumento del rischio di ricovero in ospedale dell'11% e del trattamento ambulatoriale del 7%.

Non è la prima ricerca che fa questo tipo di collegamenti
Lo studio pubblicato sul British Journal of Psychiatry ha utilizzato la frequenza di ammissione all'ospedale o le visite ai medici come indicatori della gravità. I ricercatori hanno calcolato che una piccola riduzione di un solo agente inquinante potrebbe ridurre le malattie e far risparmiare al Servizio Sanitario Nazionale decine di milioni all'anno. Certo, i livelli di inquinamento dell'aria a Londra si sono abbassati negli ultimi anni, ma non sono a un livello di sicurezza – secondo quanto afferma Ioannis Bakolis, del King's College di Londra, che ha fatto parte del team di ricerca: “Anche a bassi livelli di inquinamento dell'aria, possiamo osservare conseguenze significative”. Un altro studio recente ha mostrato che un piccolo aumento nell'inquinamento dell'aria è collegato a un significativo aumento di depressione e ansia. Lo studio ha anche collegato l'aria sporca all'aumento dei suicidi e ha rilevato che crescere in ambienti inquinati aumenta il rischio di disturbi mentali. Un'altra ricerca ha scoperto che l'inquinamento dell'aria causa una “notevole” riduzione dell'intelligenza ed è collegato alla demenza. E una rassegna mondiale nel 2019 ha concluso che l'inquinamento dell'aria potrebbe causare danni a ogni organo del corpo umano. “Identificare i fattori di rischio modificabili per la gravità delle malattie e le ricadute può portare a interventi precoci oltre a ridurre la sofferenza umana e gli alti costi economici causati dalle malattie mentali croniche di lungo termine”, hanno detto i ricercatori

22 agosto 2021

Riesame dell'autorizzazione integrata ambientale rilasciata per l'esercizio della centrale termoelettrica della Tirreno Power di Civitavecchia

 Tratto da  Gazzetta Ufficiale

MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA


COMUNICATO 

Riesame dell'autorizzazione integrata ambientale rilasciata per l'esercizio della centrale termoelettrica della Tirreno Power S.p.a., in Civitavecchia. (21A05019) (GU Serie Generale n.199 del 20-08-2021)

Si rende noto che con decreto del Ministro della transizione ecologica n. DEC-MIN-0000329 del 6 agosto 2021, si e' provveduto all'aggiornamento dell'autorizzazione integrata ambientale rilasciata con provvedimento n. DVA-DEC-2011-140 del 5 aprile 2011, alla societa' Tirreno Power S.p.a., identificata dal codice fiscale 07242841000, con sede legale in via Barberini, 47 - 00187 Roma, per l'esercizio della centrale termoelettrica situata nel Comune di Civitavecchia (RM) - ID 91/10172, ai sensi del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 e successive modificazioni ed integrazioni. Copia del provvedimento e' messa a disposizione del pubblico per la consultazione presso la Direzione generale per la crescita sostenibile e la qualita' dello sviluppo del Ministero della transizione ecologica, via C. Colombo 44, Roma, e attraverso il sito web del Ministero, agli indirizzi www.mite.gov.it e https://va.minambiente.it/it-IT

Gli impianti di rifiuti esistenti possono essere spostati o non rinnovati dalla pianificazione comunale

 Tratto da Note di Marco Grondacci 

Gli impianti di rifiuti esistenti possono essere spostati o non rinnovati dalla pianificazione comunale tanto più se in scadenza

Il Consiglio di Stato con sentenza n° 4891 del 28 giugno 2021 (QUI) è intervenuto su una controversia che vedeva da un lato i gestori di un impianto di stoccaggio di rifiuti da amianto autorizzato e dall’altro un Comune che in sede di stesura del nuovo Piano urbanistico ha deciso di introdurre una norma per cui: “per gli Ambiti urbani consolidati all’interno dei quali ricade l’impianto di stoccaggio in questione… In ogni caso, sono escluse attività non compatibili con la funzione residenziale ed, in particolare che prevedano il trattamento ed il deposito di prodotti inquinanti o che determinino condizioni di rischio igienicosanitario (amianto, rifiuti e scorie di qualsiasi natura e allevamenti di animali)”.

La sentenza nelle sue conclusioni è interessante perché affronta un tema diffuso sul territorio di molti Comuni: possono gli amministratori locali rivedere la destinazione urbanistica futura di impianti esistenti che peraltro costituiscono industrie insalubri di prima classe. Come vedremo secondo il Consiglio di Stato la risposta è <<si possono” e di seguito vediamo come è stato motivata questa decisione.

 

LE TESI DEI GESTORI DELL’IMPIANTO DI RIFIUTI

Secondo i gestori la scelta urbanistica del Comune non sarebbe supportata da idonea motivazione, avrebbe frustrato il legittimo affidamento maturato dalla ricorrente in merito alla destinazione urbanistica dell’area e all’esercizio della propria attività imprenditoriale già autorizzata ed inoltre non avrebbe neppure operato un bilanciamento ed una valutazione che salvaguardasse la sua posizione.

Inoltre la decisione del Comune contrasterebbe con la esistenza della autorizzazione che ai sensi dell’articolo 208 DLgs 152/2006 costituirebbe variante automatica alla pianificazione urbanistica di livello comunale.  

LA DECISIONE DEL CONSIGLIO DI STATO

Il Consiglio di Stato nella sentenza in esame smonta totalmente le tesi dei gestori dell’impianto affermando i seguenti principi:

L’ampia discrezionalità pianificatoria dei Comuni

Le scelte urbanistiche degli Enti preposti al governo del territorio, sia in funzione di programmazione, sia in funzione di pianificazione, non debbono essere corredate da una motivazione specifica e puntuale, trattandosi di atti amministrativi generali connotati da ampia discrezionalità.

Le aspettative di chi ha impianti esistenti anche autorizzati devono sottostare ad un bilanciamento degli interessi tra produzione e diritti dei residenti

Di fronte ad un nuovo piano urbanistico con allegato regolamento edilizio le legittime aspettative asseritamente maturate dai privati proprietari delle aree che ricadono all’interno del piano vanno qualificate e commisurate tenendo conto della superiore esigenza, che è di carattere generale, di raccordare le aree già insediate ed edificate da un punto di vista strutturale, coordinando le esigenze abitative con quelle della produzione.

Aggiunge quindi il Consiglio di Stato che gli insediamenti già presenti sul territorio non possono costituire di per sé stessi un ostacolo all’esplicazione di un potere di governo che si sostanzia e che allo stesso tempo rappresenta un tratto essenziale del ruolo che l’Ente locale riveste nella disciplina del proprio territorio, rispetto all’intera collettività sullo stesso stanziata.

 

Il fatto che l’autorizzazione dell’impianto sia in scadenza non deve facilitare il rinnovo se il Comune vuole pianificare diversamente il territorio 

La ditta ricorrente in primo grado è titolare di un’autorizzazione all’esercizio di un impianto prossima alla scadenza decennale, del cui rinnovo o proroga non è stata fornita la prova in giudizio. Pertanto, l’astratta ed ipotetica prorogabilità del titolo – peraltro dipendente, anch’essa, da una scelta puramente discrezionale dell’Amministrazione preposta – non può costituire un limite o un ostacolo all’esercizio del potere di programmazione del territorio.

Non solo ma, conclude il Consiglio di Stato, il Comune, nel perseguire l’intento di ridisegnare l’assetto residenziale del proprio territorio, ha anzi individuato il momento forse migliore e più opportuno per sacrificare l’interesse privato a fronte dell’interesse della collettività in generale, ovverossia il momento prossimo alla scadenza del titolo autorizzatorio all’esercizio dell’impianto di stoccaggio dei rifiuti. 

CONCLUSIONI

La sentenza conferma come il potere di pianificazione comunale se adeguatamente motivato, resta sovrano e non è limitato neppure dall’articolo 208 del DLgs 152/2006 che al comma 6prevede: “l’autorizzazione… costituisce, ove occorra, variante allo strumento urbanistico”. Si conferma come questa norma debba essere interpretata non come un vincolo automatico che escluderebbe ex lege il potere di pianificare anche per il futuro il proprio territorio da parte di un Comune ma debba essere frutto di un confronto di merito e di un bilanciamento degli interessi in campo che vede comunque al centro la massima discrezionalità della Amministrazione locale. 

Vedi anche QUIQUIQUIQUIQUI.

20 agosto 2021

Gli interferenti endocrini (EDCs) e il loro impatto sulla salute

Tratto da Peacelink

Gli interferenti endocrini (EDCs) e il loro impatto sulla salute

La contaminazione di aria, acqua e suolo con sostanze chimiche di sintesi - in particolare gli EDCs - comporta preoccupanti esposizioni a rischio attraverso la catena alimentare, gli ambienti di vita e di lavoro e l'inquinamento dell'aria indoor e outdoor con effetti tossici, mutageni e cancerogeni.
11 agosto 2021
Carlo Romagnoli (Medico specialista in Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica, Presidente ISDE Umbria)
Fonte: Sistema Salute, 65, 2 2021: pp.172-202

RIASSUNTO

Rischio

Gli interferenti endocrini (EDCs) sono sostanze chimiche di ampio uso capaci di alterare il fisiologico funzionamento del sistema endocrino, con modalità di azione peculiari, impatti sulla salute umana e animale tanto ampi quanto complessi e difficoltà nel misurarli sulla base di canonici approcci tossicologici ed epidemiologici. Preoccupazioni per la salute degli esposti involontari derivano dai biomonitoraggi su bambini ed adulti che documentano la compresenza di numerosi EDCs nei liquidi biologici.

Problematiche affrontate
La contaminazione delle matrici ambientali (aria, acqua e suolo) da parte di sostanze chimiche di sintesi comporta, da molti anni, preoccupanti esposizioni a rischio per gli uomini attraverso la catena alimentare, gli ambienti di vita e di lavoro e l'inquinamento dell'aria indoor e outdoor con effetti tossici, mutageni e cancerogeni. In questa cornice ulteriori preoccupazioni nascono dalle proprietà che un numero crescente di sostanze chimiche di sintesi hanno di produrre effetti patogeni sulla salute dell'uomo e di altre specie viventi interferendo o meglio sregolando la funzione del sistema endocrino: gli Endocrine Disruptor Chemicals (EDCs) sono specifiche sostanze chimiche esogene - o una loro miscela- capaci di interferire con qualsiasi aspetto della funzione ormonale.

Obiettivi, materiali, metodi e risultati

  • Obiettivi: ci si propone di raccogliere le raccomandazioni per la prevenzione ambientale dei danni da EDCs e comprendere i motivi di ritardi e carenze nelle misure di sanità pubblica per prevenire le esposizioni a rischio.
  • Materiali e metodi: overview delle raccomandazioni per la prevenzione primariacontenute nelle principali revisioni di revisioni sugli EDCs, analizzandole alla luce anche dei conflitti di interesse dichiarati dagli autori.
  • Risultati: a) principali raccomandazioni per la prevenzione emerse in letteratura nel loro sviluppo temporale dal 1991 al oggi; b) frazioni attribuibili del carico di specifiche patologie e connessi costi della mancata prevenzione; c) misure relative agli EDCs nella nuova UE Chemical Strategy.

Note: Si allega a questa pagina web il saggio completo.

Allegati

17 agosto 2021

Le associazioni ambientaliste, non i Comitati, possono interpellare il Ministero della Transizione Ecologica

 Tratto  Note di  Marco Grondacci

Le associazioni ambientaliste, ma non i Comitati, possono interpellare il Ministero della Transizione Ecologica 

L’articolo 27 del Decreto Legge 77/2021 convertito nella legge 108/2021(QUIha introdotto l’articolo 3-septies al DLgs 152/2006 (testo unico ambientale).

Secondo questo nuovo articolo le Regioni, le Province autonome di Trento e Bolzano, le province, le città metropolitane, i comuni, le associazioni di categoria rappresentate nel Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro,  le associazioni di protezione ambientale a carattere nazionale e quelle presenti in almeno cinque regioni o province autonome di Trento e Bolzano, possono inviare al  Ministero della  transizione  ecologica istanze di ordine generale sull'applicazione della normativa  statale in materia ambientale. 

Uno strumento positivo, come spiegherò nelle note che seguono, anche se...

questa possibilità poteva essere data pure ai cittadini organizzati in comitati. Appare quindi uno strumento limitato rispetto, ad esempio, alla Petizione al Parlamento Europeo che può essere presentata da chiunque.


COME FUNZIONA L’INTERPELLO AL MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA

La risposta alle istanze deve essere data entro novanta giorni dalla data della loro presentazione.  

Le indicazioni fornite nelle risposte alle istanze costituiscono criteri interpretativi per l'esercizio delle attività di competenza delle pubbliche amministrazioni in materia ambientale, salva rettifica della soluzione interpretativa da parte dell'amministrazione con efficacia limitata ai comportamenti futuri dell'istante. 

Resta salvo l'obbligo di ottenere gli atti di consenso, comunque denominati, prescritti dalla vigente normativa. 

Nel caso in cui l'istanza sia formulata da più soggetti e riguardi la stessa questione o questioni analoghe tra loro, il Ministero della transizione ecologica può fornire un'unica risposta. 

Il Ministero della transizione ecologica, in conformità all'articolo 3-sexies del DLgs 152/2006 [NOTA 1] e al decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 195 [QUI], pubblica senza indugio le risposte fornite alle istanze di cui al presente articolo nell'ambito della   sezione "Informazioni ambientali" del proprio sito internet istituzionale di cui all'articolo 40 del decreto legislativo 14 marzo 2013, n.33 [QUI], previo oscuramento dei dati comunque coperti da riservatezza, nel rispetto del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196. 

La presentazione delle istanze non ha effetto sulle scadenze previste dalle norme ambientali, né  sulla decorrenza dei termini di decadenza e non comporta interruzione o sospensione dei termini di prescrizione.

11 agosto 2021

Marco Grondacci Utilizzo Combustibile derivato dai rifiuti esteso a tutti gli impianti di recupero energetico dai rifiuti

Tratto da Note di Marco Grondacci 

Utilizzo Combustibile derivato dai rifiuti esteso a tutti gli impianti di recupero energetico dai rifiuti 

La legge che ha convertito il Decreto su governance e accelerazione attuazione Piano Ripresa e Resilienza (PNRR) ha esteso a moltissime ulteriore tipologie di impianti l’uso del Combustibile solido secondario derivato dai rifiuti urbani e speciali non pericolosi (di seguito CSS).

La normativa precedente (Decreto Ministero Ambiente n° 22 del 14/2/2013) prevedeva che il CSS potesse essere utilizzato nei cementifici e centrali termolettriche sopra i 50MW come semplice modifica non sostanziale quindi senza percorsi autorizzativi vincolanti. La Legge di conversione del Decreto Draghi estende questa possibilità anche agli impianti minori soggetti a semplice autorizzazione unica ambientale quindi a tutte le tipologie di impianti di rifiuti per esempio.

Qui l’articolo  integrale 

 

Patrizia Gentilini : Covid, vaccinare adolescenti e bambini? Poco spazio a chi solleva perplessità

Tratto da Il Fatto Quotidiano 

 Patrizia Gentilini

Covid, vaccinare adolescenti e bambini? Poco spazio a chi solleva perplessità


L’accelerazione cui stiamo assistendo nel nostro paese per indurre a vaccinare contro Covid-19 anche adolescenti e giovani suscita sempre più perplessità e c’è da chiedersi perché non si tenga in maggior conto l’esperienza di altri paesi, quali l’Inghilterra, ben illustrata in questa intervista a Robert Dingwall, o la Germania, ove la vaccinazione da 0 a 17 anni non è raccomandata.

Ancora una volta in Italia nessuno spazio viene dato per un confronto alla pari fra chi ha opinioni diverse o solleva perplessità scientificamente motivate. E soprattutto mai si chiede ai vari opinion leader del settore di esplicitare i propri conflitti di interesse in materia. Eppure l’articolo 4 del Codice di Deontologia Medica chiede ai medici di “attenersi alle conoscenze scientifiche e di ispirarsi ai valori etici (….), non soggiacere a interessi, imposizioni e suggestioni di qualsiasi natura”.

Secondo autorevoli voci, con cui pienamente concordola vaccinazione in adolescenti e giovani manca dei presupposti sia scientifici che etici per promuoverla. Giovani e ragazzini sono infatti risparmiati dal Covid-19 e, quand’anche contraessero il virus, la sintomatologia è comunque, nella stragrande maggioranza, lieve/moderata o addirittura assente....

Come si può quindi ritenere etico sottoporre soggetti che hanno tutta la vita davanti ad un trattamento di cui – come riconosciuto dagli stessi produttori – nulla si sa circa gli effetti a medio/lungo termine e che verrebbe praticato non per proteggerli da una malattia che non presenta rischi per loro, ma per tutelare altre categorie di persone, come pubblicamente dichiarato?...

 Continua su Il Fatto Quotidiano.

09 agosto 2021

Clima, nuovo rapporto Ipcc: codice per l’umanità

Tratto da greenreport 

Clima, nuovo rapporto Ipcc: codice   per l’umanità.

A causa delle attività umane la crisi climatica ha già toccato quota +1,09°C. Le concentrazioni atmosferiche di CO2 sono le più alte degli ultimi 2 milioni di anni

Presentando l’ultimo rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), il segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha detto che «l’odierno IPCC Working Group 

1 Report è un codice rosso per l’umanità. I ​​campanelli d’allarme sono assordanti e le prove sono inconfutabili. La soglia del riscaldamento globale concordata a livello internazionale di 1,5 gradi al di sopra dei livelli preindustriali è pericolosamente vicina. Siamo a rischio imminente di raggiungere gli 1,5 gradi nel breve termine. L’unico modo per evitare di superare questa soglia è quello di intensificare urgentemente i nostri sforzi e proseguendo sulla strada più ambiziosa. Per mantenere in vita gli 1,5° C, dobbiamo agire con decisione ora».

Nella sua dettagliata relazione sul rapporto, il capo dell’Onu ha fatto notare che «le soluzioni sono chiare: economie inclusive e verdi, maggiore prosperità, aria più pulita e una salute migliore sono possibili per tutti, se rispondiamo a questa crisi con solidarietà e coraggio. In vista della cruciale conferenza sul clima COP26 a Glasgow a novembre, tutte le nazioni – in particolare le economie avanzate del G20 – devono unirsi alla  net zero emissions coaltion e rafforzare le loro promesse di rallentare e invertire il riscaldamento globale con credibilità e concretezza, e maggiori Nationally Determined Contributions  (NDC) che stabiliscano step dettagliati».

L’imponente lavoro dell’IPCC documenta che la temperatura media globale del pianeta nel decennio 2011-2020 è stata di 1,09°C superiore a quella del periodo 1850-1900, un picco arrivato a valle di numerosi quanto preoccupanti record: nel 2019 le concentrazioni atmosferiche di CO2 sono state le più alte degli ultimi 2 milioni di anni e quelle degli altri principali gas serra (metano e biossido di azoto) le più elevate degli ultimi 800.000 anni; negli ultimi 50 anni la temperatura della Terra è cresciuta a una velocità che non ha uguali negli ultimi 2.000 anni; l’aumento medio del livello del mare è cresciuto a una velocità mai vista negli ultimi 3.000 anni, arrivando a +20 cm rispetto al 1901. In ogni scenario esplorato dagli scienziati IPCC la temperatura media globale aumenterà almeno fino a metà secolo, ma – nello scenario migliore, quello con azzeramento emissioni climalteranti nette entro il 2050 – si potrebbe ancora contenere l’aumento delle temperature entro i +2°C.

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Marco Grondacci: Inceneritori e Cementifici nessun finanziamento dal Recovery

Tratto da Note di Marco Grondacci

Inceneritori e Cementifici nessun finanziamento dal Recovery 

La Commissione ha così risposto ad una interrogazione al Parlamento UE.

Il regolamento che istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza (QUI) stabilisce che nessuna misura inserita in un piano per la ripresa e la resilienza debba arrecare un danno significativo agli obiettivi ambientali ai sensi dell'articolo 17 del regolamento Tassonomia (QUI ), tra cui l'obiettivo dell'economia circolare.


Ai sensi di detto articolo 17 si considera che un'attività economica arreca un "danno significativo" se comporta un aumento significativo della produzione, dell'incenerimento o dello smaltimento dei rifiuti, ad eccezione dell'incenerimento di rifiuti pericolosi non riciclabili; o se conduce a inefficienze significative nell'uso diretto o indiretto delle risorse naturali in qualsiasi fase del loro ciclo di vita.

L'articolo si applica alle misure relative all'incenerimento e al coincenerimento dei rifiuti, segnatamente nei termovalorizzatori e nei cementifici, e alle misure relative alla costruzione di nuovi impianti di questo tipo, all'aumento delle capacità esistenti o al prolungamento della loro durata di vita.

La Commissione ha pubblicato un documento contenente orientamenti tecnici (QUI) sull'applicazione del principio "non arrecare un danno significativo" a norma del regolamento sul dispositivo per la ripresa e la resilienza, che comprende una simulazione esemplificativa (di non conformità con detto principio) nel caso di un inceneritore di rifiuti.

Approvato e pubblicato il nuovo Regolamento UE sulla neutralità climatica....

 Tratto da Note di Grondacci 

Approvato e pubblicato il nuovo Regolamento UE sulla neutralità climatica: i limiti.

Approvato in via definitiva e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della UE il Regolamento (UE) 2021/1119 del Parlamento europeo e del Consiglio del 30 giugno 2021(QUI) istituisce un quadro per la riduzione irreversibile e graduale delle emissioni antropogeniche di gas a effetto serra dalle fonti e l’aumento degli assorbimenti dai pozzi regolamentati nel diritto dell’Unione.

Il regolamento:

Ansa : Migliorare la qualità dell'aria riduce il rischio di demenza

 Tratto da Ansa 

Migliorare la qualità dell'aria riduce il rischio di demenza


(ANSA) - ROMA, 06 AGO - Il miglioramento della qualità dell'aria può ridurre la progressiva perdita delle capacità di ragionamento e memoria legata all'età. A indicarlo uno studio su donne anziane illustrato all'Alzheimer's Association International Conference (AAIC) 2021, appena conclusasi a Denver (Usa).


    I ricercatori della University of Southern California hanno esaminato un gruppo di donne di età compresa tra 74 e 92 anni, negli Stati Uniti, che non avevano problemi cognitivi all'inizio dello studio. Le partecipanti sono state seguite dal 2008 al 2018 e ogni anno sono stati eseguiti test sulla funzione cognitiva, oltre a esser stati annotati gli indirizzi di casa per stimare i livelli di inquinamento legati al traffico. In generale, la qualità dell'aria è notevolmente migliorata nei 10 anni precedenti l'inizio dello studio e durante la media di sei anni di follow-up, le funzioni cognitive tendevano a diminuire con l'età delle donne, come previsto. Tuttavia, per le donne che vivono in luoghi con un livello del PM2,5 (particolato sottile) del 10% inferiore rispetto agli attuali standard della Environmental Protection Agency's (EPA) il rischio di demenza era diminuito del 14%. Per quelle che vivono in luoghi con NO2 (biossido di azoto, inquinanti legati alla combustione di carburante) del 10% inferiore agli standard il rischio di demenza era ridotto del 26%. Questi benefici sono stati osservati indipendentemente dall'età, dal livello di istruzione e dalla presenza di malattie cardiovascolari. "Sappiamo da tempo che l'inquinamento atmosferico è connesso con l'accumulo di amiloide nel cervello", ha affermato Claire Sexton, direttore dei programmi scientifici dell'Alzheimer's Association. "Ma ciò che ora stiamo vedendo è che il miglioramento della qualità dell'aria può ridurre il rischio di declino delle capacità cognitive. Questi dati dimostrano l'importanza delle politiche dei governi e delle imprese che affrontano la riduzione degli inquinanti atmosferici". (ANSA). 

08 agosto 2021

La pandemia sta danneggiando la salute mentale dei bambini

 La pandemia sta danneggiando la salute mentale dei bambini