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26 luglio 2010

Sindacati e ......Ampliamento Tirreno Power

Consigliamo ai sindacati "Fim, Fiom e Uilm di Genova che rilanciano il progetto di ampliamento della centrale Tirreno Power sempre a carbone" (leggi su Ivg) prima di fare delle affermazioni intorno al rilancio di un progetto di una certa politica industriale sul nostro territorio " sempre ricorrendo al solito, vecchio,obsoleto carbone"
di leggersi i numerosi articoli della letteratura Medica e Scientifica presenti sul nostro e su altri siti e di leggersi con molta attenzione le dichiarazioni dell'Ordine dei Medici di Savona e dei Medici ISDE a livello locale e nazionale.

Come sicuramente ben sanno ...... vi sono altri sistemi per creare più occupazione e per fornire "energia"più rispettosi dell'ambiente e della salute dei cittadini.



Riportiamo le dichiarazioni tratte da "Uomini Liberi"che ben rappresentano il pensare di molti cittadini preoccupati per i propri figli.

La casta sindacale e Tirreno Power
Scritto da uominiliberi
SENZA VERGOGNA!

Questo comunicato della "triplice sindacale" che sposa le tesi di Tirrenopower e della Sogea di Carlo De Benedetti,chiedendo a voce spiegata l'ampliamento a carbone della centrale di Vado-Quilianoleggifornisce un pessimo servizio sia ai lavoratori, sia ai giovani disoccupati, sia ai cittadini che hanno la sfortuna di risiedere nel raggio delle ricadute delle emissioni di tale impianto

Gli scriteriati estensori di questa presa di posizione non solo sembrano ignorare tutta la letteratura scientifica mondiale che ha posto in relazione la combustione del fossile con l'aumento delle morti dovute a patologie tumorali e cardiovascolari, ma anche le recentissime posizioni della unione europea che tendono a disincentivare l'uso del carbone nella produzione di energia.
Ed allora, dopo le posizioni dei comitati, dell' Ordine dei Medici, dei Comuni, della Regione Liguria, tutte concordi nel rifiuto di una proposta "indecente" quale quella caldeggiata dalla triplice, ci viene spontaneo chiedere loro e domandare a noi stessi, quale cupidigia di servilismo li abbia indotti ad assumere atteggiamenti tanto pericolosi quanto sprezzanti del comune sentire dei cittadini!!!!
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IN aggiunta AL SOPRACITATO ARTICOLO RIPUBBLICHIAMO UN PRECEDENTE POST CHE non ha bisogno di commenti.......


Riportiamo il post del 20 aprile che riporta le posizioni della

" CGIL di Civitavecchia "

La Cgil Funzione Pubblica: "No, noi non ci stiamo"

Tratto da TRCgiornale.it


"Le nubi che si addensano sulla nostra città e sul comprensorio sono estremamente più pericolose di quelle vulcaniche che hanno paralizzato i voli nel nord Europa. In un territorio già gravemente compromesso dall’insistenza in loco da mezzo secolo di centrali termoelettriche ed espansione portuale, che ormai copre tre quarti dello specchio marino civitavecchiese, le Istituzioni che considerano questo comprensorio servitù e la sua popolazione solo un intralcio, sferrano un attacco multiplo alla salute pubblica"

"Se si realizzasse, il combinato disposto dei progetti di incenerimento rifiuti a TVN, Carbone anche a TVS, mega discarica ad Allumiere e da ultima l’ipotesi, (ahinoi non tanto ipotetica), di ampliare il sito di smaltimento delle armi Chimiche e Batteriologiche ... costituirebbe un progetto di utilizzo del territorio che non ha eguali in scala nazionale e forse anche Europea..

Ci pare singolare, che ad oggi, la Politica continui ad esaminare tale realtà per segmenti, come dire che nel caso di uno tsunami ci si deve preoccupare di un’onda alla volta e che i resoconti che i Medici impegnati/illuminati periodicamente diffondono sulle insorgenze di malattie/allergie, ben oltre le medie nazionali, sono solo piccole scosse di assestamento….


Sarebbe interessante mescolare in laboratorio contemporaneamente tutte le sostanze chimiche che tali impianti immettono nell’aria che respiriamo... la chimica è una scienza esatta e Seveso qualcosa dovrebbe insegnare.

Ma forse la vera strategia è di catapultare sul territorio tutte le jatture possibili, per poi fingere mediazioni ed accoglierne solo alcune… come dire che il carbone inquinava meno….. di cosa ancora è da definire.

No, noi non ci stiamo. Ed in questo caso saremo orgogliosi di far parte del partito del no, tanto in auge nella dialettica di chi vuol fare senza regole e a proprio comodo.

Saremo del partito del no perché viviamo questo territorio, ma soprattutto perché sappiamo, con coscienza, che si può fare altro, a partire dalla differenziazione dei rifiuti, che oltretutto porta occupazione stabile e di qualità.
Siamo e saremo per le energie rinnovabili, per le stesse motivazioni.
Siamo e saremo con tutti i cittadini e con quella parte della politica che guarda soprattutto alla vivibilità ed alla salute pubblica come diritto Costituzionale, non sacrificabile agli altari degli interessi,siano essi di imprenditoriali o politici, troppo spesso mascherati da interessi Nazionali.

Da subito inizieremo a confrontarci con tutti i soggetti che vorranno contrastare l’ennesimo scempio al nostro territorio a partire dalla ricerca di una posizione univoca nella CGIL.

Faremo la nostra parte, anche" per destare la cittadinanza resa narcolettica" da una politica che appare orientata verso la autocelebrazione, spesso narcisistica e “distratta” ed incurante dei reali bisogni dei giovani e dei cittadini in generale.....

Sappiamo già che, come in passato, i falchi riproporranno i bisogni occupazionali; questa musica l’abbiamo già ascoltata
. Ad oggi mancano circa 4000 lavoratori edili e metalmeccanici a TVN.

Dopo la riconversione, restano nella memoria solo dolore decessi ed infortuni, di sviluppo e occupazione duratura nessuna traccia
e qui la crisi non c’entra nulla, era già previsto che andasse così, con nessuna impresa in grado di acquisire connotati industriali, nessuna crescita nell’indotto,
solo palate di briciole, anzi… solo palate.
Il grande sogno è durato appena pochi anni… il carbone brucerà a TVN per altri 20. E intanto le centraline che dovrebbero informarci sulla qualità dell’aria sono stranamente ferme da tempo…".

Il Segr. Gen. Fp CGIL Civitavecchia Diego Nunzi



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Ripubblichiamo inoltre uno stralcio di un articolo di Di Maurizio Portaluri

Come si quantificano i danni delle Centrali a carbone.

La Scuola di Salute Pubblica della prestigiosa Università statunitense di Harvard a Boston ha recentemente pubblicato un interessante articolo sulla quantificazione dei danni correlati alla salute ed all’ambiente negli impianti di produzione elettrica degli USA che bruciano carbone.
Lo studio muove dalla constatazione che le centrali a carbone producono danni esterni agli impianti ma che esiste una variabilità ed una incertezza nella loro determinazione legate a diversi fattori.
Tra questi la quantità di sostanze inquinanti emesse, la loro distribuzione dovuta alle condizioni atmosferiche e la distribuzione della popolazione rispetto agli impianti medesimi.
Per questo i ricercatori di Harvard hanno voluto monetizzare il danno prodotto da 407 centrali a carbone sulla base della mortalità prematura nella popolazione connessa a queste attività ed hanno stimato che il danno prodotto varia da 30.000 $ a 500.000 $ per tonnellata di polveri sottili (PM 2.5), quelle cioè che entrano nell’albero respiratorio e nel circolo sanguigno, da 6000 $ a 50000 $ per tonnellata di SO2 emessa, da 500 $ a 15000 $ per tonnellata di NOx e da 0,02 $ a 1,57 $ per kilowattora di energia generata.
N
el modello utilizzato la mortalità della popolazione aumenta del 1.2% per ogni
aumento di microgrammo/m3 della media annuale di emissione del PM 2,5 (tipo polvere che qui da noi neppure viene misurato).

Alla luce di questo studio è lecito domandarsi
se le istituzioni locali ed i loro tecnici, al tavolo delle trattative con le aziende elettriche per definire i termini delle convenzioni e, a prescindere da queste, quando prendono decisioni sullo sviluppo locale e sui controlli ambientali e sanitari, tengano conto di queste valutazioni.
Se applicassimo i numeri del lavoro citato alla realtà locale risulterebbe che per 100.000 tonnellate di NOx emesse ogni anno il danno esterno è quantificabile tra i 50 milioni di dollari a 1,5 miliardi di dollari.
Danni che vengono pagati solo dalla collettività la quale continua comunque ad acquistare la stessa energia elettrica per la cui produzione riceve un detrimento.
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Alleghiamo infine uno stralcio tratto da "Energia alternativa non fonte di morte" pubblicato sul "Quotidiano di Sicilia"

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Comprendiamo la preoccupazione dei sindacati. Ma essi devono ricordarsi che non possono scambiare la salute dei lavoratori con uno stipendio, peraltro necessario.
"Sindacati illuminati "dovrebbero chiedere alla Regione piani strategici per attirare investimenti verso l’industria verde (energie alternative da fonti rinnovabili e biocarburanti) e verso l’industria blu (turismo).

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