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20 gennaio 2022

“La Stampa “ : Vado ,processo Tirreno Power ” DECESSI AUMENTATI DEL 49” %

Pubblichiamo gli articoli interessanti articoli di ieri tratti dai quotidiani in edicola ed il video su Rai 3 regionale delle ore 14 del 18 gennaio 2022.

Da “La Stampa “ a pag 21

VADO, processo Tirreno Power

” DECESSI AUMENTATI DEL 49 %”


Tratto da “Il Secolo XIX “

SENTITO L’EPIDEMIOLOGO BIANCHI 
 “ A VADO ECCESSO DI MORTALITA’

Pubblichiamo il link al tg3 Liguria delle ore 14  dove dal minuto 2,30 circa vi e’ l’ interessantissimo servizio 

TIRRENO POWER NUOVA UDIENZA A SAVONA



https://www.rainews.it/tgr/liguria/notiziari/index.html?/tgr/video/2022/01/ContentItem-9452aa7d-b139-4081-a3a8-ca72ad902a16.html

18 gennaio 2022

Comunicato 18 Gennaio 2022: STUDIO DEL CNR E’ UN PUNTO DI RIFERIMENTO PER LA COMUNITA’ SCIENTIFICA.


 Uniti Per La Salute ODV

Associazione di Volontariato
Quiliano, 18-01-
Oggi nel contesto dell'udienza per il processo per disastro sanitario e ambientale a carico di 26 fra dirigenti e amministratori della Tirreno Power è stato ascoltato Fabrizio Bianchi, dirigente di ricerca del CNR , uno tra i più importanti epidemiologi a livello nazionale e internazionale, che ha illustrato diffusamente lo studio di coorte effettuato con un gruppo di altri scienziati del CNR sugli eccessi mortalità e di patologie dal 2001 al 2013 nell'area esposta alle ricadute della centrale a carbone Tirreno Power.
Il prof. Bianchi ha ribadito in aula gli esiti con i drammatici numeri sulla mortalità emersi su questo territorio dove si è evidenziato che nei 12 comuni considerati, nelle aree a maggiore esposizione a inquinanti sono stati riscontrati eccessi di mortalità per tutte le cause (sia uomini che donne) del 49%, con punte del 90% per malattie dell'apparato respiratorio negli uomini. Esiti totalmente in linea con lo studio dei consulenti della Procura della Repubblica Crosignani-Franceschi-Scarselli.
Il dirigente del CNR è stato poi sottoposto a lungo e intenso fuoco di fila degli avvocati delle difese degli imputati, che tuttavia non sono riusciti a scalfire l'impianto dello studio CNR con le sue conclusioni estremamente chiare ed estremamente preoccupanti.
D'altronde il controesame delle difese si è risolto nel ripetuto richiamo alle critiche esposte in lettere da alcuni componenti dell'Osservatorio che non si occupano di epidemiologia ambientale. Sino ad oggi inoltre non sono stati pubblicati su riviste scientifiche studi che abbiano smentito le conclusioni cui è pervenuto il CNR che, pare inutile ricordare, è il massimo ente di ricerca italiano e che la sua terzietà e indipendenza sono unanimemente riconosciute.
Del resto lo studio del CNR sull'impatto sanitario della centrale Tirreno Power è ormai un punto di riferimento per la comunità scientifica, è stato presentato al convegno internazionale di epidemiologia ambientale di Ottawa, ed è stato pubblicato su un'importante rivista scientifica internazionale, superando il severo vaglio scientifico di revisori indipendenti.
Resta pesante l'amarezza di considerare che purtroppo quanto è emerso dallo studio del CNR riguarda i cittadini di questo territorio, amarezza aggravata da quella che a parere nostro è stata la superficialità, per non dire indifferenza degli amministratori, specialmente della Regione Liguria, che commissionò lo studio presentato nel 2017, a cui non ci risulta abbia avuto seguito , come ci saremmo aspettati, una doverosa sorveglianza sanitaria per verificare la persistenza nel tempo degli effetti sulla popolazione delle patologie (in primis, respiratorie e cardiache) evidenziate nello studio epidemiologico CNR.


Tirreno Power, Uniti per la Salute: “Studio del Cnr è un punto di riferimento per la comunità scientifica”

Oggi in aula è stato ascoltato l'epidemiologo del Cnr Fabrizio Bianchi

                 Leggi su La Nuova Savona 

Tirreno Power, continua il processo

Ascoltato oggi Fabrizio Bianchi, dirigente di ricerca del CNR. Uniti per la Salute: "emersi sul territorio drammatici numeri sulla mortalità"


Tirreno Power, l’epidemiologo del Cnr: “Legame inquinamento-salute? Risultati netti, eclatanti …”

 Leggi tutto su IVG 

Tirreno Power, l’epidemiologo del Cnr: “Legame inquinamento-salute? Risultati netti, eclatanti e credibili”

Stamattina in aula è stato ascoltato l'epidemiologo del Cnr di Pisa Fabrizio Bianchi

Savona. “I risultati sono netti, eclatanti e di elevata credibilità. Non è frequente avere questi risultati. Abbiamo rilevato trend statisticamente significativi. C’è una credibilità logica tra associazione di rischio fino a prova contraria”.

A dirlo stamattina in aula è stato il consulente tecnico Fabrizio Bianchi, dirigente dell’unità diEpidemiologia ambientale del CNR di Pisa (Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche, Cnr-Ifc) nell’ambito del processo a carico di Tirreno Power per il quale sono imputati 26 persone, tra vertici e dirigenti dell’azienda, rinviati a giudizio per disastro ambientale e sanitario colposo.

Il consulente tecnico si riferisce allo studio presentato in aula a febbraio 2021, pubblicato su una rivista internazionale. E’ stata valutata l’esposizione della popolazione in diverse circostanze all’inquinamento ed è definito “di coorte”, quello che “si avvicina di più allo studio sperimentale”. L’obiettivo è indagare l’associazione di rischio tra esposizione all’inquinamento (le emissioni della centrale) e la salute. Non c’è stato un campionamento della popolazione di riferimento ma sono state considerate tutte le persone che vivevano o hanno vissuto nella zona interessata (144 mila). Si è valutato il rischio in una determinata situazione e relazione tra aumento del rischio all’aumentare dell’esposizione agli inquinanti.

Tra gli inquinanti sono stati considerati SO2 e NOX perchè per PM2,5 e PM10 non erano disponibili modelli di dispersione ed è “verosimile una sottostima dell’esposizione”.

“Dal 2001 al 2013 ha rilevato eccessi di mortalità sia tra i maschi che tra le femmine con un aumento del +49% nell’area della centrale a carbone Tirreno Power a Vado Ligure (Savona) e un incremento ancora superiore per quanto riguarda le malattie dell’apparato respiratorio negli uomini”.

La corrispondenza tra i sessi “fa pensare che alcuni confondenti (il fumo) non hanno agito in modo differenziato perchè si rilevano trend positivi e importanti per la mortalità in entrambi con un aumento del 13% da classe a classe considerata (in relazione al livello di inquinamento a cui si è sottoposti) e per i tumori del 15%”.

Tra i temi in via di sviluppo i possibili effetti diversi delle stesse emissioni da fonte diversa: “Le particelle degli inquinanti derivanti da combustibili fossili – spiega l’epidemiologo – sembrerebbero più aggressive e dannose della salute rispetto ad altre componenti dello stesso inquinante ma derivante da altre fonti”.

“E’ assodato che alcune patologie sono associate al carbone”, ricorda Bianchi. Tra le malattie considerate ci sono “quelle strettamente riconosciute come legate all’inquinamento atmosferico, al particolato, all’SO2. Per queste non c’è solo un nesso epidemiologico ma anche biologico. Malattie cardiache, ischemiche, respiratorie”.

Leggi anche su Savona News

Processo Tirreno Power, Bianchi (epidemiologo Cnr): "Era emerso quadro molto serio, nesso tra la mortalità del tumore al polmone e l'inquinamento"

Dal 2001 al 2013 ha rilevato eccessi di mortalità addirittura del +90% per malattie dell'apparato respiratorio negli uomini, e in generale un aumento della mortalità riscontrato pari al 49% nell'area della centrale a carbone vadese


Leggi qui

17 gennaio 2022

Domani nuova udienza alla Procura di Savona con la deposizione del Dottor Fabrizio Bianchi del CNR di Pisa

Processo Tirreno Power : 

 DOMANI  ci sara l’ audizione del  Dottor Fabrizio  Bianchi del CNR di Pisa 

Per opportuna conoscenza data la fondamentale importanza dello studio del CNR  riportiamo il post del 17 aprile 2018 .

link al video integrale  su Tg Rai3

Guardate l'apertura del Tg Rai 3  del 17 aprile 2018 delle 14 con l'importante  servizio sulla problematica centrale a carbone di Vado Ligure - Quiliano .Ecco uno stralcio del  servizio :
"I NOSTRI DATI SONO GIUSTI DICE IL CNR DOPO IL RAPPORTO  SU RISCHIO MORTALITA' 

In primo piano il rapporto tra  industria e salute nel caso della centrale a carbone Tirreno Power di Vado Ligure  La settimana scorsa il giudice  del Tribunale di Savona ha rinviato a giudizio i 26 indagati per disastro  ambientale e sanitario colposo -

Secondo uno studio del Cnr di Pisa e' aumentata la mortalita' nel territorio intorno alla centrale .Dati contestati da Tirreno Power e ancora da  verficare secondo la regione 

I  NOSTRI RISULTATI SONO ATTENDIBILI  RIBATTE IL RESPONSABILE DELLA RICERCA .
Lo ha intervistato Serena Biondini.
I RISCHI SONO MOLTO ELEVATI DI MORTALITA' GENERALE ,MORTALITA' PER TUMORI ,MORTALITA' CARDIOVASCOLARE E RESPIRATORIA 
       AL CNR DI PISA NON HANNO DUBBI  .
 SECONDO IL LORO STUDIO TRA IL 2000 E il 2013 MIGLIAIA DI PERSONE SI SONO AMMALATE E SONO MORTE NELLA ZONA INTORNO ALLA TIRRENO POWER DI VADO LIGURE  A CAUSA  DELLE EMISSIONI DELLA CENTRALE .
                        
                                    
40 % in piu' di mortalita'  nelle aree piu' scure rispetto alle  aree piu' chiare  quelle di riferimento
e si arriva sino al 60 % se si considera la mortalita'  per malattie respiratorie 
40% 50% quelle cardiovascolari 

 QUINDI SI STA PARLANDO DI ECCESSI DI RISCHIO MOLTO ALTI.
 Lo studio di corte residenziale  ha  analizzato i dati di 140.000 residenti in 12 comuni  intorno a Vado Ligure, Quiliano e Savona tenendo conto di tutte le fonti di inquinamento compresi riscaldamento,porto e altre industrie .
COME DISEGNO DI STUDIO E' IL PIU' EVOLUTO CHE OGGI SI POSSA FARE 
L' inquinamento atmosferico  e  da traffico ,da altre cause  e' stato tenuto in considerazione  quindi GLI EFFETTI SONO EFFETTI ASCRIVIBILI ALLA CENTRALE .
Termina il Dirigente di Ricerca 

Dottor Fabrizio  Bianchi del Cnr:
 NOI ABBIAMO RIBATTUTO PUNTO , PUNTO ALLE CRITICHE  FATTE E  COMUNQUE NOI INVIEREMO I NOSTRI ARTICOLI SCIENTIFICI ALLE RIVISTE INTERNAZIONALI  SPECIALIZZATE E CI 
SOTTOMETTIAMO AL GIUDIZIO DI REVISORI INDIPENDENTI.

PENSIAMO CHE ANCHE CONSIDERANDO I LIVELLI DI INCERTEZZA I RISULTATI SIANO PREOCCUPANTI E DEBBANO RICHIEDERE UNA SERIA RIFLESSIONE."

Guarda il video integrale  su Tg Rai3


6 Aprile 2018 : Il Cnr: “Fino al 60% di morti in più vicino alla centrale”

IMPORTANTE STUDIO DEL CNR DI PISA 

 Tratto dal nostro post del 6 aprile 2018


Il Cnr: “Fino al 60% di morti in più vicino alla centrale”

Immagine tratta da  pag 9 de" Il Fatto Quotidiano" oggi in edicola

Tratto da Il Fatto Quotidiano www.ilfattoquotidiano.it
FUMI E CARBONE  Vado Ligure - Usando i dati dell’indagine si calcolano quasi 4 mila vittime oltre la media. Ma la Regione non ha reso nota la ricerca 


“Eccessi di mortalità per entrambi i sessi tra il 30 e il 60% sono emersi per tutte le cause e tutti i tumori” nelle zone esposte agli inquinanti. “E tra il 40 e il 60% per le malattie dell’apparato circolatorio, in particolareischemiche cardiache e cerebrali”, è scritto nello studio epidemiologico compiuto dal Cnr per “valutare gli effetti sulla salute dell’inquinamento da centrale a carbone a Savona, Vado Ligure, Quiliano e aree limitrofe”. Sono 51 pagine frutto di anni di ricerche. Applicando i dati del Cnr – che per la prima volta esamina i decessi dal 2000 al 2013 – le morti in eccesso nelle zone esposte si calcolerebbero in quasi 4mila (2.600 solo nelle aree di massimo rischio)....

 Da Il Secolo XIX :Vado ligure - Tirreno Power, lite sullo 

studio “nascosto”. 

Il Cnr: «Altissimi picchi di mortalità» Leggi tutto

...Continua qui 


14 gennaio 2022

LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA REGIONE LIGURIA TOTI E ALL’ ASSESSORE GIAMPEDRONE

     BUON ANNO 

Poco prima di Natale abbiamo letto sui media che l'assessore regionale Giampedrone, forse per farci trascorrere serenamente le festività (non bastasse la pandemia)  ha ipotizzato un possibile bel regalo per  questo lembo di Liguria: l'ubicazione di un enorme impianto destinato al trattamento dei rifiuti proprio nelle aree ex Tirreno Power praticamente in mezzo al centro abitato. Da quanto abbiamo potuto comprendere, nel piano regionale si vorrebbe arrivare a una soluzione definita “Waste to chemical" con produzione di idrogeno o, in alternativa, ad un inceneritore di rifiuti di tipo tradizionale.

 

Il nostro augurio di buon anno è che gli amministratori regionali, Giampedrone e Toti in primis, assumano le proprie decisioni dopo aver considerato con attenzione le seguenti ineludibili circostanze che, evidentemente, sono finora loro sfuggite:


Su questo territorio ha funzionato per decenni una grande centrale a carbone, sequestrata dalla magistratura  per le conseguenze delle emissioni da essa prodotte sull'ambiente e sui cittadini – Dal 2019 è in corso il processo per DISASTRO AMBIENTALE E SANITARIO a carico di 26 tra funzionari e amministratori  della azienda proprietaria della centrale.


Dallo studio epidemiologico sull'area intorno a Vado condotto dal CNR (massimo organo di ricerca italiano), su incarico delle stessa Regione Liguria attraverso il proprio Osservatorio, si è evidenziato che nei 12 comuni considerati, nelle aree a maggiore esposizione a inquinanti sono stati riscontrati “eccessi di mortalità per tutte le cause (sia uomini che donne) del 49%";


Nello stesso piano rifiuti presentato dalla Regione vengono sottolineati i rischi connessi alla produzione di idrogeno: “Necessità di maggiori presidi di sicurezza (es. per produzione idrogeno)”;


Il sito ipotizzato dall'assessore sorge in zona con intensa presenza di industrie a rischio incidente rilevante (ai sensi della legge Seveso);


Su questo sito è tuttora attiva un grande centrale termoelettrica da ben 760 MW


6 Le comunità residenti sono ancora in attesa di chiarimenti circa i tempi e i modi della bonifica del sito dell'ex centrale a carbone, con particolare riguardo alle verifiche sull'inquinamento della falda.

 

Queste solo alcune evidenze di fatto che parlano della sofferenza di questo territorio, per cui è stato grande lo stupore per quella che noi consideriamo una proposta sorprendente, frutto di una valutazione gravemente affrettata: solo pensare di aggiungere ulteriori elementi di pressione su questo territorio e su questa comunità ci pare davvero ingiusto oltreché incomprensibile.  

 

In questa situazione, degli amministratori pubblici assennati dovrebbero invece pretendere l'avvio dell'immediata bonifica del sito, nonché di una sorveglianza sanitaria per verificare la persistenza degli effetti sulla popolazione delle patologie (in primis, respiratorie e cardiache) evidenziate nello studio epidemiologico CNR. 

 

In ogni caso queste aree potrebbero essere adibite ad attività non ulteriormente impattanti che assicurino un lavoro di qualità, e non certo essere destinate al trattamento di 200.000 tonnellate annue di rifiuti da tutta la Regione,  in mezzo al centro abitato e nelle immediate vicinanze di località di grande pregio turistico e naturalistico. 

 

L'augurio per questo inizio d'anno rivolto agli amministratori regionali è dunque quello di un serio e, riteniamo, doveroso ripensamento di questa assurda proposta. 

L'auspicio alle associazioni, ai gruppi, ai singoli cittadini di questa parte del savonese è quello di continuare a vigilare uniti, con la forza e la fermezza già dimostrata nella lotta contro il carbone.

 

Per parte nostra, assicuriamo di voler procedere nella nostra attività di difesa della salute e dell'ambiente, come per il passato, con la massima determinazione e con tutti i mezzi legalmente consentiti in uno stato democratico.

 

                     Uniti per la Salute ODV

12 gennaio 2022

EMILIO GIANICOLO. EX ILVA , Acciaierie mette in dubbio il danno sanitario. Ma ci sono degli aspetti da considerare.

 Tratto da Il Fatto Quotidiano 

Ex Ilva, Acciaierie mette in dubbio il danno sanitario. Ma ci sono due aspetti da considerare

di Emilio Gianicolo*

In uno Stato di diritto vi è la necessità che provvedimenti di carattere politico-amministrativo abbiano anche una base scientifica e non siano impostati su elementi arbitrari. Un diritto fondamentale per la Costituzione Italiana è il diritto alla salute. Uno dei casi più eclatanti al livello nazionale in cui tale principio è stato disatteso è l’acciaieria – ex Italsider, ex Ilva, ex ArcelorMittal ed ora Acciaierie d’Italia – più grande d’Europa. Per Taranto pare sempre mancare un tassello che renda completo il quadro delle evidenze scientifiche.

Infatti, non sono stati sufficienti risultati allarmanti di studi raffinatissimi per convincere i governi e le amministrazioni regionali e locali della necessità di imprimere una svolta decisiva alla storia della città Ionica, dandole finalmente una prospettiva libera dalle nocività della fabbrica.

Era noto da anni che la popolazione tarantina nel complesso presentasse uno stato di salute peggiore, in termini di mortalità e morbidità, rispetto al resto della regione Puglia. Fu però solo nel 2012 che, grazie all’iniziativa della locale Procura della Repubblica, si realizzò – per opera di studiosi riconosciuti a livello internazionale – una indagine epidemiologicadi una raffinatezza e persuasività scientifica tale da poter dimostrare quanto era per molti scontato ma purtroppo non ancora dimostrato scientificamente: uno dei determinanti – se non il determinante principale del peggiore stato di salute della popolazione tarantina – era rappresentato dalle emissioni convogliate e diffuse dell’acciaieria.

La Procura della Repubblica di Taranto, grazie anche al lavoro di pungolo dei movimenti aveva supplito al ruolo che avrebbero dovuto esercitare le istituzioni. A distanza di qualche anno, tuttavia, la stessa Regione Puglia affidò ad una parte dell’equipe che aveva lavorato per la magistratura nell’ambito del processo “Ambiente svenduto”, la conduzione di uno studio, che aggiornava ad anni più recenti il lavoro condotto per la Procura. I risultati principali dello studio confermarono l’effetto nocivo sulla salute delle emissioni dell’acciaieria.

A questi studi ne sono seguiti altri, tra i quali una valutazione di danno sanitario pubblicata nel maggio del 2021 dalle Agenzie Regionali pugliesi Arpa ed Aress insieme con la Asl di Taranto. In tale valutazione, gli autori avevano evidenziato che anche con una produzione inferiore di acciaio – pari cioè a sei milioni di tonnellate – vi era un rischio inaccettabile per la comunità tarantina residente al quartiere Tamburi. La comunità storicamente più danneggiata.