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08 settembre 2011

CENTRALI A CARBONE:24 scienziati svizzeri “mettono una croce” sopra il progetto della centrale a carbone2)Lettera aperta al Ministro dell’Ambiente




Tratto da NTA' CALABRIA

24 scienziati svizzeri “mettono una croce” sopra il progetto della centrale a carbone

Lettera aperta a Repower SA e a SN Energie SA
Per il loro coinvolgimento in progetti di centrali a carbone all’estero
Chiarimento sulla redditività e compatibilità ambientale di nuove centrali a carbone all’estero
Agosto 2011
I gestori di centrali sono sempre più confrontati con difficili decisioni inerenti i loro investimenti. Se da una parte la pianificazione di grandi centrali esige un investimento ambientale stabile e a lungo termine, dall’altra i cambiamenti a livello politico e di mercato causano insicurezze a livello di costi e profitti delle diverse tecniche di pro-duzione d’energia. Questo concerne particolarmente le centrali a carbone che, non solo a causa del loro impatto climatico e ambientale sono causa di critiche, ma che anche in confronto a fonti energetiche più flessibili e meno dannose per l’ambiente si profilano economicamente infruttuose .
Con questa dichiarazione i firmatari desiderano indicare le prospettive economiche della produzione elettrica tramite carbone e ammonire dall’investire in nuove centrali a carbone.
Energia dal carbone- Rischio per il clima
Produrre energia elettrica con centrali a carbone è il modo più inquinante che ci sia. Solo le emissioni delle pianificate centrali a carbone di Brunsbüttel (D) e di Saline Joniche (I) rappresentano, con 17,5 milioni di tonnellate di CO2 annuali, circa il 40% delle emissioni prodotte in Svizzera. A causa della prevista durata di servizio di oltre 40 anni, le odierne decisioni d’investimento determineranno strutturalmente il Mix elettrico delle risorse energetiche per molti decenni. Con i loro investimenti all’estero nella produzione di elettricità tramite carbone esse precludono una veloce transizione verso un approvvigionamento energetico sostenibile.
I costi delle “quote di emissione di CO2”
Un importante fattore economico per la produzione di energia elettrica con il carbone sono i costi per le quote di emissione di CO2 del mercato delle emissioni Europeo. Siccome l’UE ha approvato che la quantità autorizzata di queste quote venga gra-dualmente ridotta e a partire dal 2013 l’assegnazione gratuita dei certificati per i produttori d’energia abrogata, anche i gestori di centrali a carbone dovranno assu-mersi i costi derivanti. I futuri costi di mercato sono quasi impossibili da valutare perché sottostanno a condizioni non valutabili a lungo termine.
Con costi crescenti per le quote di emissione di CO2 le centrali a carbone non possono affermarsi contro supporti energetici meno inquinanti – tipo le energie rinnovabili o gas naturale. Solo con uno sfruttamento superiore alle 5000/6000 ore annuali le centrali a carbone possono essere redditizie in confronto alle concorren-ziali centrali a gas. Anche la molto discussa possibilità della separazione dell’ CO2 e dell’immagazzinamento (Carbon capture e storage- CSS), con la quale di ridurrebbero le emissioni del 70-80%, non può essere considerata come soluzione per le centrali costruite oggigiorno. A tutt’oggi è ancora completamente aperta la questione con quali costi aggiuntivi possa esser realizzata su grande scala una CCS e se ci sia un sufficiente consenso tra la popolazione inerente l’immagazzinamento dell’CO2.
Costi di capitale
Gli investimenti in centrali termiche a carbone per la produzione di energia elettrica si profilano mediante alti costi di capitale che spesso vengono coperti da finanziamenti esterni, p.es da banche. La crescente insicurezza nella redditività, con il possibile obbligo di costruire una CSS, si riflette anche nei costi di capitale: istituti finanziari ri-chiedono in confronto a progetti di centrali precedenti, interessi maggiori o si ritirano dal finanziamento di centrali a carbone; così accanto ai costi variabili anche i costi di capitale delle centrali aumentano.
Prospettive di reddito insicure
Le condizioni citate rincarano l’esercizio delle centrali a carbone. Gli investimenti nelle centrali restano redditizi solo se la media dei ricavi per l’energia prodotta è sopra la media dei costi di produzione (inclusi i costi d’investimento). Allora per coprire i costi superiori del combustibile, CO2 e costi di capitale, occorre aumentare lo sfruttamento della centrale durante la sua durata di vita e/o aumentare il prezzo dell’energia elettrica.(Nota di UNITI PER LA SALUTE: E INCREMENTARE ,AUMENTANDO LO SFRUTTAMENTO DELLA CENTRALE, LE PROBLEMATICHE PER LA SALUTE DEI CITTADINI ESPOSTI)
Tuttavia proprio queste ore d’esercizio annuali necessariamente alte non si lasciano prevedere a lungo termine. In Germania, sulla base dell’accesso privilegiato alla rete delle energie rinnovabili, l’entrata in azione delle centrali a produzione continua sarà in futuro nettamente limitata. Soprattutto la crescente quantità d’energia elettrica prodotta con energia eolica esige una flessibilità da parte delle altre centrali che si devono adeguare alle oscillazioni di produzione delle energie rinnovabili. Le centrali a carbone, che sono tipicamente orientate alla produzione continua, sono troppo goffe e non riescono a essere abbastanza flessibili e a reagire prontamente alle oscillazioni di domanda. È da attendersi di conseguenza, nonostante l’uscita dall’atomo della Germania, un’eccessiva offerta da centrali a produzione continua e una sottoutilizzazione delle centrali a carbone. Che i prezzi dell’energia elettrica saranno per un lungo lasso di tempo sufficentamente alti per contrastare i citati rischi economici, anche con un tempo ridotto di utilizzo della centrale, è più che discutibile.....continua su NTA' CALABRIA
In conclusione si può affermare che l’insicurezza relativa ai costi e ai ricavi futuri sia un grave rischio per la redditività di nuove centrali a carbone.
La costruzione e l’esercizio di centrali a carbone è così non solo contropro-ducente dal punto di vista di politica ambientale e climatica, ma anche dubbio-sa a livello economico.
Perciò i firmatari di questa dichiarazione sconsigliano fortemente a Repower SA e a SN Energie SA di investire in nuove centrali a carbone.
Firmatari:
Dr. Irene Aegerter, Vice Presidente dell’ Accademia Svizzera delle Scienze Tecniche
Prof. Dr. Andrea Baranzini, Haute École de Gestion Genève
Prof. Dr. Thomas Beschorner, Istituto di Etica Economica, Università di San Gallo
Prof. Dr. Lucas Bretschger, Center of Economic Research, Politecnico Federale di Zurigo (ETHZ)
Prof. Dr. Stephanie Engel, Istituto per le Scelte Ambientali, Politecnico Federale di Zurigo (ETHZ)
Prof. Dr. Jürg Fuhrer, Dirigente del gruppo Pulizia dell’aria/Clima, Agroscope Reckenholz-Tänikon, Research Station ART
Dr. Justus Gallati, Istituto di Economia Aziendale e Regionale, Scuola Superiore di Economia, Lucerna
Prof. Dr. Martin Grosjean, Istituto di Geografia dell’Università di Berna
Prof. Nicolas Gruber, Istituto di Biochimica e Dinamica degli Agenti Inquinanti, Politecnico Federale di Zurigo (ETHZ)
Prof. Dr. Heinz Gutscher, Professore di Psicologia Sociale, Presidente ProClim (Forum for Climate and Global Change), Accademia Svizzera delle Scienze
Dr. Rolf Hügli, Segretario Generale dell’Accademia Svizzera delle Scienze Tecniche SATW
Dr. Rolf Iten, Dirigente INFRAS
Prof. (em.) Dr.-Ing. Eberhard Jochem, CEPE (Centre for Energy Policy and Economics), Politecnico Federale di Zurigo (ETHZ)
Prof. Dr. Gebhard Kirchgässner, Istituto Svizzero per l’Economia Estera e Ricerca Economica Applicata, Università di San Gallo
Roger Nordmann, Consigliere Nazionale, Membro della Commissione per l’Ambiente, Pianificazione Territoriale ed Energia, Losanna
Prof. Dr. Thomas Nussbaumer, Politecnico Federale di Zurigo (ETHZ) e Scuola Superiore di Lucerna – Proprietario di Verenum (Studio d’ingegneria per procedimenti tecnici, energetici e ambientali)
Prof. Dr. Thomas Peter, Istituto per l’Atmosfera e il Clima, Politecnico Federale di Zurigo (ETHZ)
Dr. Rudolf Rechsteiner, Studioso indipendente, Pubblicista e proprietario dell’
Ufficio di consulenza re-solution.ch
Dr. Christoph Ritz, Dirigente ProClim (Forum for Climate and Global Change), Accademia Svizzera delle Scienze
Prof. Dr. Sergio Rossi, Titolare della Cattedra di Macroeconomia e economia monetaria, Università di Friborgo
Prof. Dr. Roland Scholz, Institute for Environmental Decisions, Politecnico Federale di Zurigo (ETHZ)
Prof. Dr. Philippe Thalmann, Research Group on the Economics and Management of the Environment, Politecnico Federale di Losanna (EPFL)
Dr. Frank Vöhringer, Politecnico Federale di Losanna (EPFL), Dirigente dell’azienda di consulenza Econability
Prof. Dr. Andreas Zuberbühler, Presidente del Comitato Scientifico dell’Accademia Svizzera delle Scienze Tecniche
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TRATTO DA MNews.it
Lettera aperta al Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo.

Non vorrà essere ricordata come la befana che ha portato il carbone in Calabria?
Stride che si parli di ambiente, di sacchetti di plastica aboliti, di auto elettriche, di energia pulita. In tutto il mondo si lotta per un mondo migliore e più pulito e lei si appresta a firmare un decreto per dare l’ok ad una centrale a carbone.
Centrale a carbone in un territorio, Saline Joniche, dove tutto si può e si deve ancora fare ma non sicuramente nella direzione di una struttura cosí impattante e devastante per il territorio.

Gentile Ministro noi vorremmo farLa riflettere su questo. Non prenda una decisione che umilierebbe un territorio già di per sé umiliato, non diventi la nostra befana del carbone. La gente non la vuole, il territorio non la vuole.
Meglio la fame che uno scempio simile.E ci piange il cuore che ancora una volta la politica scenda a patti o comunque decreti con una scelta che scavalca la volontà popolare.
Tutte le piú alte Istituzioni calabresi hanno detto no alla centrale a carbone di Saline Joniche, la Regione, la Provincia e moltissimi comuni dell’area interessata e la gente. Ma stia tranquilla, protesteremo sino alla fine per dire no a tale scellerata, eventuale, sua firma.
Mi domando, con che coraggio Lei possa non tenere conto di ció.
Venga a fare un giro con noi nel territorio, venga a vivere la nostra nostalgia, la nostra terra e la nostra dignità, almeno per un giorno e capirà che di tutto possiamo avere bisogno, di sicuro non di una centrale a carbone.

Ministro, non diventi per la Calabria la befana del carbone, lasci stare la firma del decreto e venga a trovarci. Non annerisca la Calabria. E soprattutto non scavalchi la volontà del popolo sovrano. In questo caso la volontà della Calabria.
E per sua informazione, adesso capiamo bene l’arroganza di alcuni faccendieri e personaggi che nelle ultime settimane hanno umiliato le opinioni altrui, forti della conoscenza di questa sua intenzione di firmare il decreto.
Stefania, le ribadisco l’appello, non faccia questo alla Calabria e ai calabresi onesti e pieni di dignità, non li getti nello sconforto e soprattutto non annerisca la loro esistenza con il carbone, lasci loro la scelta che vita vivere ma anche come morire, e come Lei ben sa il carbone uccide. Uccide ogni cosa che incontra sulla sua strada, territorio, gente, sogni …. alimentando solo il capitale di pochi.
Il mio sogno è che tutto ciò non accada e che per una volta la politica dimostri di avere la schiena dritta e soprattutto difenda i più deboli per i quali dovrebbe essere al servizio.
Da questo mi aspetto una sua risposta, come cittadino e soprattutto come calabrese.
Grazie e cordiali saluti
Luigi Palamara Cittadino dell’area grecanica, cittadino di Roccaforte del Greco, cittadino calabrese, cittadino Italiano

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