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30 aprile 2011

1)BUON PRIMO MAGGIO2)Ricordando Karol Wojtyla e il Suo Pensiero su Ambiente e Salute 3)Roberto Cuneo: I sindacati a favore della propria occupazione..


BUON PRIMO MAGGIO A TUTTI I LETTORI DEL NOSTRO BLOG DA "UNITI PER LA SALUTE".

AUGURIAMO A TUTTI DI TRASCORRERE UNA PIACEVOLE GIORNATA, ALL'ARIA APERTA NON DIMENTICANDO IL MOMENTO ESTREMAMENTE DIFFICILE E DELICATO CHE STIAMO VIVENDO E UN GRANDE PENSIERO ANCHE PER IL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II.
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1 °MAGGIO: GIORNO DELLA BEATIFICAZIONE DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II

Ricordando Karol Wojtyla e il Suo Pensiero su Ambiente e Salute

“L’ambiente è così diventato spesso una preda a vantaggio di alcuni forti gruppi industriali e a scapito dell’umanità nel suo insieme, con conseguente danno per gli equilibri dell’ecosistema, della salute degli abitanti e delle generazioni future.”


“il segno più profondo e più grave delle implicazioni morali, insite nella questione ecologica, è costituito dalla mancanza di rispetto per la vita quale si avverte in molti comportamenti inquinanti”

Stralcio dal Discorso del Santo Padre Giovanni Paolo II ai partecipanti al convegno Ambiente e Salute

24 marzo 1997

LA NATURA E' UN DONO DI DIO

L’aspetto di conquista e di sfruttamento delle risorse è diventato predominante e invasivo, ed è giunto oggi a minacciare la stessa capacità ospitale dell’ambiente: l’ambiente come “risorsa” rischia di minacciare l’ambiente come “casa”.(...)


Ecco perché la cultura cristiana ha sempre riconosciuto nelle creature che circondano l’uomo altrettanti doni di Dio da coltivare e custodire con senso di gratitudine verso il Creatore. In particolare, la spiritualità benedettina e francescana hanno testimoniato questa sorta di parentela dell’uomo con l’ambiente creaturale, alimentando in lui un atteggiamento di rispetto verso ogni realtà del mondo circostante.


Nell’ età moderna secolarizzata si assiste all’insorgere di una duplice tentazione: una concezione del sapere inteso non più come sapienza e contemplazione, ma come potere sulla natura, che viene conseguentemente considerata come oggetto di conquista. L’altra tentazione è costituita dallo sfruttamento sfrenato delle risorse, sotto la spinta della ricerca del profitto senza limiti, secondo la mentalità propria delle società moderne di tipo capitalistico.

L’ambiente è così diventato spesso una preda a vantaggio di alcuni forti gruppi industriali e a scapito dell’umanità nel suo insieme, con conseguente danno per gli equilibri dell’ecosistema, della salute degli abitanti e delle generazioni future.(...)

L’umanità di oggi, se riuscirà a congiungere le nuove capacità scientifiche con una forte dimensione etica, sarà certamente in grado di promuovere l’ambiente come casa e come risorsa a favore dell’uomo e di tutti gli uomini, sarà in grado di eliminare i fattori d’inquinamento, di assicurare condizioni di igiene e di salute adeguate per piccoli gruppi come per vasti insediamenti umani.(...)


Tutto ciò ha bisogno di saldi punti di riferimento e di ispirazione: la coscienza chiara della creazione come opera della sapienza provvida di Dio, e la coscienza della dignità e responsabilità dell’uomo nel disegno creazionale.(...)


Ricordavo già nel Messaggio per la Giornata della Pace del 1990 che “il segno più profondo e più grave delle implicazioni morali, insite nella questione ecologica, è costituito dalla mancanza di rispetto per la vita quale si avverte in molti comportamenti inquinanti(Messaggio per la Giornata della Pace del 1990, n. 7).(...)


Nel vostro impegno per la conservazione della salubrità dell’ambiente, vi illumini ed assista il Signore. Alla sua bontà di Padre, ricco di amore verso ognuna delle sue creature, affido i vostri sforzi e, nel suo nome, tutti vi benedico.


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Tratto da Savona News

Roberto Cuneo: I sindacati a favore della propria occupazione e contro quella degli altri


La proposta dei sindacati della centrale di Vado, di occupare un'area industriale produttiva come quella dell'ACNA con pannelli fotovoltaici pur di favorire i piani della Tirreno Power di ampliare la centrale, denuncia i limiti di una organizzazione sindacale che pensa a tutelare i propri posti di lavoro a danno di un'occupazione più generale per tutto il territorio.
Non solo i tantissimi posti di lavoro che sono legati ai servizi ed al turismo vengono minacciati dallo sviluppo della centrale (non è certo un'attrattiva per il turismo e per gli insediamenti artigianali e industriali lo stare nei pressi del centro più inquinato della Liguria!), ma addirittura viene chiesto di occupare le pregiate aree
produttive della Val Bormida con una gigantesca distesa di pannelli fotovoltaici a occupazione pressoché nulla ......

Il territorio va protetto e le distese di pannelli sul terreno, tipiche della Puglia, con distruzione del paesaggio e dell'agricoltura, sono più espressione di un'economia non sana, alterata da incentivi insostenibili e non motivata da un reale valore aggiunto.

I pannelli fotovoltaici devono essere messi sui tetti degli edifici pubblici e non devono occupare aree destinate all'attività produttiva.
Leggi l'articolo integrale


29 aprile 2011

Decreto Legislativo n.128 del 29 giugno 2010 e centrale a carbone di Vado Ligure .

Riportiamo uno stralcio del nostro post del 15 Aprile

VADO LIGURE- QUILIANO:IN ATTESA DELL'AIA


MA DA ANNI SIAMO IN ATTESA CHE IL PROCEDIMENTO DI AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE VENGA FINALMENTE ULTIMATO.
PER CHI SI VOLESSE DOCUMENTARE ECCO IL COLLEGAMENTO AL SITO DEL MINISTERO dove si possono leggere anche tutte le osservazioni alla procedura in corso.

E'STATA FATTA RICHIESTA DI RINNOVO l' 8 FEBBRAIO 2007 E DA ALLORA IL PROCEDIMENTO E' "IN CORSO".
SUL SITO DEL MINISTERO DELL'AMBIENTE LEGGIAMO :

INFORMAZIONI RELATIVE ALL'ITER

04/04/2011 Richiesta integrazioni Commissione IPPC
RIMANIAMO IN ATTESA....... MA

Nel frattempo pubblichiamo un "Significativo stralcio" del Decreto Legislativo n.128 del 29 giugno 2010 inerente appunto
L'AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE.

"Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, a norma dell'articolo 12 della legge 18 giugno 2009, n. 69"


pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 186 dell'11 agosto 2010 - Suppl. Ordinario n. 184

s="Textbody" style="mso-pagination:widow-orphan"> 24. Dopo l'articolo 29 decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e' introdotto il seguente Titolo:

«Titolo III-bis
L'autorizzazione integrata ambientale

Articolo 29-quater
Procedura per il rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale

5. La convocazione da parte dell'autorità competente, ai fini del rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale, di apposita conferenza di servizi, alla quale sono invitate le amministrazioni competenti in materia ambientale e comunque, nel caso di impianti di competenza statale, i Ministeri dell'interno, del lavoro e delle politiche sociali, della salute e dello sviluppo economico, oltre al soggetto richiedente l'autorizzazione, ha luogo ai sensi degli articoli 14, 14-ter, commi da 1 a 3 e da 6 a 9, e 14-quater della legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni.

7. Nell'ambito della Conferenza dei servizi di cui al comma 5, vengono acquisite le prescrizioni del sindaco di cui agli articoli 216 e 217 del regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265, nonche' il parere dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale per gli impianti di competenza statale o delle Agenzie regionali e provinciali per la protezione dell'ambiente per quanto riguarda il monitoraggio ed il controllo degli impianti e delle emissioni nell'ambiente. In presenza di circostanze intervenute successivamente al rilascio dell'autorizzazione di cui al presente titolo, il sindaco, qualora lo ritenga necessario nell'interesse della salute pubblica, può chiedere all'autorità competente di verificare la necessità di riesaminare l'autorizzazione rilasciata, ai sensi dell'articolo 29-octies.

8. Nell'ambito della Conferenza dei servizi, l'autorità competente può richiedere integrazioni alla documentazione, anche al fine di valutare la applicabilità di specifiche misure alternative o aggiuntive, indicando il termine massimo non superiore a novanta giorni per la presentazione della documentazione integrativa. In tal caso, il termine di cui al comma 9 resta sospeso fino alla presentazione della documentazione integrativa.

9. Salvo quanto diversamente concordato, la Conferenza dei servizi di cui al comma 5 deve concludersi entro sessanta giorni dalla data di scadenza del termine previsto dal comma 4 per la presentazione delle osservazioni.

10. L'autorità competente esprime le proprie determinazioni sulla domanda di autorizzazione integrata ambientale comunque entro centocinquanta giorni dalla presentazione della domanda, ovvero, nel caso di cui al comma 8, entro centottanta giorni dalla presentazione della domanda. La tutela avverso il silenzio dell'Amministrazione e' disciplinata dalle disposizioni generali del processo amministrativo.

LEGGI NEL Nostro Archivio la continuazione del decreto di cui riportiamo per brevità

9. In caso di inosservanza delle prescrizioni autorizzatorie, o di esercizio in assenza di autorizzazione, l'autorità competente procede secondo la gravità delle infrazioni:
a) alla diffida, assegnando un termine entro il quale devono essere eliminate le irregolarità;
b) alla diffida e contestuale sospensione dell'attività autorizzata per un tempo determinato, ove sì manifestino situazioni di pericolo per l'ambiente;
c) alla revoca dell'autorizzazione integrata ambientale e alla chiusura dell'impianto, in caso di mancato adeguamento alle prescrizioni imposte con la diffida e in caso di reiterate violazioni che determinino situazioni di pericolo e di danno per l'ambiente.

10. In caso di inosservanza delle prescrizioni autorizzatorie, l'autorità competente, ove si manifestino situazioni di pericolo o di danno per la salute, ne dà comunicazione al sindaco ai fini dell'assunzione delle eventuali misure ai sensi dell'articolo 217 del regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265.


CONSIDERAZIONI DI UNITI PER LA SALUTE

Come già detto .....DA ANNI SIAMO IN ATTESA CHE IL PROCEDIMENTO DI AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE VENGA FINALMENTE ULTIMATO:

E'STATA FATTA RICHIESTA DI RINNOVO l' 8 FEBBRAIO 2007 E DA ALLORA

"IL PROCEDIMENTO E' IN CORSO".

DA BEN OLTRE 4 anni sul nostro territorio siamo in attesa che sia disposta secondo legge per i gruppi a carbone l' applicazione delle migliori tecnologie disponibili. ...sono quattro anni che poniamo l'attenzione sulla necessità di un monitoraggio completo delle nostra aria per tutelare adeguatamente la nostra salute.. . sono ormai quattro anni che chiediamo documentazione sottoscritta che accerti la completa ottemperanza delle prescrizioni ...


il 04/04/2011 è stata fatta Richiesta integrazioni Commissione IPPC

sul decreto leggiamo

10. L'autorità competente esprime le proprie determinazioni sulla domanda di autorizzazione integrata ambientale comunque entro centocinquanta giorni dalla presentazione della domanda, ovvero, nel caso di cui al comma 8, entro centottanta giorni dalla presentazione della domanda.
CONTINUIAMO A RIMANERE IN ATTESA CHE LA LEGGE VENGA DOVEROSAMENTE APPLICATA

TERMINIAMO riportando il significativo post del 31 marzo 2011


Prevenzione inquinamento: Ue condanna l’Italia per Violazione

della direttiva IPPC del 2008


Prevenzione inquinamento
: Ue condanna l’Italia
" Violazione della direttiva IPPC del 2008. Solo questione di carte bollate? No: anche di soldi"

Arriva la condanna per l'Italia da parte della Corte europea di giustizia per le ripetute violazioni della direttiva Ippc, 2008/1/CE, la norma europea sull'obbligo di prevenzione dell'inquinamento tramite le cosiddette "Aia".
LA sigla, che sta per Autorizzazione integrata ambientale, corrisponde ad un documento che ogni Ministero dell'Ambiente degli stati membri deve rilasciare ai gestori degli impianti altamente inquinanti solo una volta appurato che siano state utilizzate le "Bat".

Altra sigla misteriosa che sta per Best availble technologies: se vuoi fare andare l'impianto devi dimostrare di utilizzare le migliori tecnologie attualmente disponibili per ridurre l'impatto sull'ambiente. Bene, la Corte ha accertato che, su 5.669 impianti in esercizio nel nostro paese, solo 4.465 erano dotati di Aia (e quindi utilizzano le Bat).
I restanti 1.204 impianti sono ancora in fase di autorizzazione, ma continuano a lavorare.(nota di UNITI PER LA SALUTE:ANCHE LA CENTRALE A CARBONE TIRRENO POWER DI VADO-QUILIANO fa parte dei 1204 che continuano da ANNI........A lavorare con AUTORIZZAZIONE Scaduta non adeguata alle migliori tecnologie disponibili....... )

Centrali elettriche, discariche, depuratori, fonderie e poli petrolchimici: c'è di tutto tra le aziende che devono essere sottoposte ad Aia e c'è di tutto tra quelle che ancora non hanno il pezzo di carta del Ministero.
Questione di malaburocrazia? Mica tanto: aggiornare le tecnologie costa moltissimo, anche perché durante i lavori di "ambientalizzazione" degli impianti la produzione si ferma, con ulteriore perdita economica per il gestore.

Ciliegina sulla torta: il termine ultimo affinché tutti gli impianti da sottoporre ad Aia fossero in regola (o altrimenti venissero chiusi) era il 30 ottobre 2007.
L'ambiente, in Italia, non è una priorità...

Lettera aperta all'Assessore BRIANO sul possibile ampliamento della centrale a carbone Tirreno Power

Tratto da Savona News

Lettera aperta all'Assessore all'Ambiente della Regione Liguria sul possibile ampliamento della centrale a carbone Tirreno Power|

e p. c. al Presidente della Regione Liguria-ai Componenti la Giunta Regionale -al Sindaco del Comune di Noli-ai Consiglieri di Maggioranza e di Minoranza del Comune di Noli-ai Componenti la Commissione Ambiente del Comune di Noli

Gentile dottoressa Briano,

nel suo incontro del 14 u.s. col Sindaco e membri del Consiglio Comunale e della Commissione Ambiente del Comune di Noli sono emersi alcuni punti che abbiamo cercato di chiarire in quella sede, ma che, secondo noi, abbisognano ancora di qualche ponderata riflessione:

1) è stato considerato come elemento di confronto col documento dell'Ordine dei Medici savonese, riportante i dati sull'incremento di mortalità in provincia di Savona, uno studio dell'IST di Genova che credevamo superato da tempo perché i suoi stessi autori avevano pubblicamente chiarito quanto già dichiarato nelle premesse ai risultati dello stesso studio.

A lei che vuole orientarsi tra due tesi contrapposte, tali chiarificazioni dovrebbero essere note,così come le puntuali contestazioni al documento IST da parte dell'Ordine dei Medici savonese (v.all.): l'indagine, è vero, era nata con la finalità di approfondire la conoscenza della situazione ambientale e i suoi effetti sulla salute dei residenti in zona, ma la metodologia adottata, come chiarito appunto dagli autori, non ha indagato il rapporto-inquinamento-salute:"; noi aggiungiamo, anche perché, tra i vari elementi necessari, la limitatezza di dati sul monitoraggio ambientale non lo avrebbe permesso

2) Tale studio ha tuttavia rilevato un incremento di patologie cardiocircolatorie, che sono state correlate a stili di vita, stati di deprivazione e anzianità di molti soggetti: il messaggio finale è stato, tutto sommato, tranquillizzante e temiamo che esso possa aver contribuito al rilascio del parere favorevole al potenziamento della centrale di Vado da parte del Ministero Ambiente.

Invece, come dovrebbe essere ben noto, la letteratura medica correla le patologie cardiocircolatorie alla presenza nell'ambiente di polveri sottili, ma soprattutto di quelle fini e ultrafini (da 2,5 a 0,1) che per la loro dimensione infinitesimale, oltre che negli alveoli polmonari, penetrano direttamente nel sangue;

Ora, il legame tra incremento di morbilità e mortalità e presenza di una Centrale è provato da qualificati studi europei e statunitensi, secondo i quali la pericolosità delle emissioni di una centrale a carbone dipende dalla loro entità, dal tipo di inquinanti, dall'ubicazione della Centrale e dalla densità demografica: qui si tratta di una centrale in città, in zona densamente popolata, che brucia migliaia di tonnellate al giorno di carbone, materiale altamente tossico che sviluppa più di 50 inquinanti di cui una ventina potenzialmente o dichiaratamente cancerogeni.

Tali emissioni sono quantificabili e legate a certi tipi di patologie, tra cui le tumorali e le cardiovascolari, come pure è quantificabile il costo sanitario e ambientale il quale vien stimato in più di 130 milioni di euro l'anno che pesa sulla collettività e annulla i guadagni derivanti dall'uso di un combustibile meno costoso di altri.

Ma voi, in Regione, non potete non sapere tutto questo: è documentato da eminenti medici, biologi, esperti ambientali su qualificata base scientifica nazionale e internazionale,divulgato attraverso convegni, incontri, dibattiti, scritti vari (anche inviati dai Comitati cittadini), mai smentiti da chicchessia.

Così, come non potete ignorare le campagne di studio sui licheni che hanno rilevato il degrado ambientale della nostra zona e i monitoraggi che,sia pure con i limiti riscontrati, hanno constatato superi delle soglie: tutto ciò avrebbe richiesto da tempo approfondimenti e correttivi interventi.

Ed ancora non potete ignorare lo stato dei nostri fondali marini: alla foce del torrente Quiliano, davanti a Vado, l'inquinamento non solo supera i limiti di legge in modo macroscopico, ma è addirittura molto superiore a quello del ben noto sito di scarico della Stoppani per sostanze tossiche come mercurio, piombo, zinco. cadmio, IPA, benzo(a)pirene, (cancerogeno in classe A) .

Al di là della ricerca di specifiche responsabilità, lo stato di fatto è questo ed è l'Arpal, creatura della Regione, a documentarlo: basterebbe non ignorarlo per dire NO ad un ampliamento che immette in acqua altri inquinanti e a intraprendere una seria opera di bonifica per la tutela della risorsa mare e dei prodotti e attività ad esso legati. Il tanto giustamente esaltato Santuario dei Cetacei, la più grande area protetta del Mediterraneo, comprensiva del nostro mare, dovrebbe fare i conti con questo degrado.

E' stato scientificamente dimostrato che con l'ampliamento, pur usando le migliori tecnologie, non è possibile ridurre in modo significativo la massa delle emissioni,dalla CO2 a tutti gli inquinanti, e vorremmo sapere come arrivare a filtrare le micropolveri, comprese quelle secondarie che in notevole percentuale si formano in atmosfera, che sono le più insidiose e pericolose e che ricadono, diffuse dai venti, in mare e suolo in un raggio di 50 Km.
..........

La risposta che ci aspettiamo non è certo l'ampliamento a carbone e la sostituzione dei vecchi gruppi con altri sempre a carbone, tenuti in vita fino all'avvio del nuovo: certo, con l'ambientalizzazione, ma anche, in alternativa, riducendo la potenza, cioè con iniziative che prolungano la vita dei gruppi contestati, i quali dovrebbero semplicemente essere a norma. Così, tra il vecchio e il nuovo, la nostra zona, che ha già dato, sarà esposta alle emissioni per altri 40 anni, pur conoscendo la tossicità del carbone che pulito non è e le alternative possibili, attuate nel mondo e attuabili qui per la presenza di condizioni territoriali favorevoli.

Le evidenze non sono più negate da nessuno, ma se persistono dubbi, si metta in atto la VIS (Valutazione Incidenza Sanitaria) proposta dai Sindaci di Vado e Quiliano come premessa imprescindibile a qualsiasi decisione, invece di proporre nuovo carbone..

Perché in questi anni non sono state tenute in conto proposte alternative,non si sono messe allo stesso tavolo le controparti, non sono stati contestati i medici e denunciati i loro allarmi se ingiustificati, invece di ignorare,sottovalutare o svilire le loro tesi, senza opporvi qualificati argomenti scientifici?

Noi ci aspettiamo che venga riempita di senso l'espressione tutela ambientale: tutti, dall'Azienda ai Sindacati, dalle Associazioni commerciali alle Istituzioni parlano di essa e della necessità di conciliare sviluppo e salute: è ora di passare a praticare tale necessità,per salvaguardare veramente la salute e per governare un territorio che corre il rischio di essere compromesso nelle risorse ambientali ed economiche già presenti.

I Cittadini, consapevoli dei propri diritti, sono decisi ad intraprendere ogni azione atta a perseguire tale fine di salvaguardia.

Vincenti Maria e Marotta Antonella - Commissione Ambiente del Comune di Noli
Leggi la lettera integralmente

1)Enel: Greenpeace e Wwf al Tar contro conversione Porto Tolle 2)La sentenza sulla ThyssenKrupp di Torino e i suoi riflessi su Taranto


Tratto da Il Sole 24 ore Radiocolor
Enel: Greenpeace e Wwf al Tar contro ok conversione
Porto Tolle
Impugnato decreto ministero (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 28 apr - Va annullato il decreto con cui il ministero dello Sviluppo economico, lo scorso 5 gennaio, ha autorizzato la conversione a carbone della centrale termoelettrica di a , in provincia di Rovigo.
Lo sostengono in un ricorso al , come apprende Radiocor, Greenpeace, Wwf, , Legambiente e il Comitato cittadini liberi di Porto Tolle.
Il via libera era stato dato dalla per l'energia nucleare, le energie rinnovabili e l'efficienza energetica del ministero dopo il positivo giudizio di compatibilita' ambientale e l'intesa raggiunta con la . Il decreto autorizza la centrale a operare con tre sezioni alimentate a carbone e, parzialmente, a biomasse (contro le attuali quattro alimentate a olio combustibile denso, da 660 MW elettrici ciascuna), per una potenza elettrica lorda nominale complessiva di 1.980 MW....
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Tratto da Peacelink
Comunicato stampa

La sentenza sulla ThyssenKrupp di Torino e i suoi riflessi su Taranto

Per ammissione della Direzione Regionale Puglia VVF,constatiamo che lo stabilimento Ilva di Taranto è ancora privo di Certificato Prevenzione Incendi.E’ mai possibile che si lasci che un insediamento industriale enorme, complesso e pericoloso come lo stabilimento Ilva di Taranto, continui a funzionare senza che nessuno dica o faccia niente?
27 aprile 2011 - Biagio De Marzo (Altamarea coordinamento di cittadini e associazioni)

“La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio. Il primo di fronte a come vanno le cose; il secondo per cambiarle” è la massima di Sant’Agostino di Ippona che ci è tornata in mente leggendo la lettera prot. n. 0005066 del 20.04.2011, pervenutaci il 26 da VVF - Direzione Regionale Puglia, sulle questioni del “Certificato Prevenzione Incendi” e del “nulla osta inerente il rischio di incidente rilevante” per lo stabilimento Ilva di Taranto.

Per il caso specifico da noi posto, è grande lo sdegno per come vanno le cose anche in un ambito importante che coinvolge le responsabilità dei Vigili del Fuoco, Soccorso Pubblico e Difesa Civile. Di contro, però, ci pare che scarseggi il coraggio di cambiare le cose.

Il tema merita di essere riassunto brevemente. Nel mare magnum delle norme italiane sulla sicurezza degli insediamenti industriali ci sono due capisaldi, il “Certificato Prevenzione Incendi” e il “nulla osta inerente il rischio di incidente rilevante”. Qualunque cittadino li comprende e li apprezza a scatola chiusa, certo che nessuno stabilimento può essere autorizzato a entrare in funzione e a restare in funzione se privo di entrambi quei documenti. Bene, per ammissione della stessa Direzione Regionale Puglia VVF, constatiamo che lo stabilimento Ilva di Taranto è ancora privo di Certificato Prevenzione Incendi. Noi aggiungiamo che questo stato di cose dura da parecchi anni, prima ancora che iniziasse la procedura per l’ottenimento dell’AIA, come risulta dall’esame di due documenti ufficiali del Corpo dei VVF del 2008 e 2009, reperibili sul sito di Minambiente.

Ci limitiamo a porre alcune domande da uomini della strada. Le varie Autorità di vigilanza e controllo (VVF, ASL/SPESAL, ISPESL, Ispettorato del lavoro, ARPA, NOE, Polizia provinciale, Polizia municipale, ecc.) e le Autorità competenti per i vari benestari e autorizzazioni (statali, regionali, provinciali, comunali) permetterebbero l’avvio e il funzionamento di un impianto pronto ma ancora privo di “CPI” e di “nulla osta inerente il rischio di incidente rilevante”?

Possibile che non ci sia nessuna autorità tecnica, amministrativa, giudiziaria che senta il dovere civico, più ancora di quello professionale/istituzionale, di neutralizzare, per elementari motivi precauzionali, le ambiguità normative e l’insufficiente impegno dell’azienda su temi così importanti che consentono per anni l’esercizio di impianti privi di CPI e di nulla osta? E’ mai possibile che si lasci che un insediamento industriale enorme, complesso e pericoloso come lo stabilimento Ilva di Taranto, continui a funzionare senza che nessuno dica o faccia niente, pur essendo da anni privo di quei certificati, quasi a dimostrare che sono solo “pezzi di carta” di mera burocrazia, del tutto trascurabili?

Per parte nostra, in ambito AIA abbiamo già scritto alle Autorità interessate, informando anche il Procuratore della Repubblica di Taranto, che all’Ilva di Taranto deve essere negata l’AIA se priva di “CPI” e di “nulla osta inerente il rischio di incidente rilevante” e che lo stabilimento deve essere fermato immediatamente per il tempo necessario a metterlo a posto per la sicurezza dei lavoratori e dei cittadini, fermi restando tutti gli altri impegni per la riduzione dell’inquinamento ambientale che sono altrettanto importanti per la salute umana.

Giova a tal proposito ricordare la tragedia avvenuta alla ThyssenKrupp di Torino e il recentissimo e pesantissimo giudizio della Magistratura. Stando ai resoconti giornalistici, è stato accertato che “la ThyssenKrupp non aveva ancora il certificato di prevenzione incendi. I suoi manager prendevano tempo con i vigili del fuoco posticipando la data in cui effettuare una serie di interventi richiesti”. Inoltre, potranno “chiedere al tribunale civile la liquidazione del danno biologico” il sopravvissuto alla strage e “gli altri 33 operai costituitisi parte civile per il rischio corso in quello stabilimento, reso insicuro dalla politica aziendale, in vista della chiusura, di effettuarvi sempre meno manutenzione straordinaria degli impianti e ridurre a zero gli investimenti sulla sicurezza"..........

Leggi l'articolo integrale