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21 giugno 2022

Comunicato Uniti per la Salute ODV del 21 Giugno 2022

 Uniti Per La Salute ODV

Associazione di Volontariato

Quiliano, 21/06/2022


Continua presso il tribunale di Savona il processo a carico di 26 fra dirigenti e amministratori della centrale a carbone di Vado Ligure-Quiliano.

Crediamo si debba sempre ricordare che si tratta di un procedimento penale che ha come riferimento una vasta parte del territorio savonese e che i capi d’imputazione sono pesanti: si parla infatti di disastro sanitario e ambientale!

In questo contesto le difese degli imputati cercano naturalmente di scalfire il ponderoso impianto accusatorio con tutti i mezzi loro consentiti dalle norme in vigore.

Questa mattina è stata la volta della consulente dott.ssa Pera, commercialista, a subire l’intenso fuoco di fila delle difese che peraltro non ci pare siano riuscite a contestare la sostanza di quanto documentato dalla consulente nellscorsa udienza. I documenti prodotti (in parte reperiti con difficoltà) parlano da soli.

Ricordiamo quello che ci pare tra i più importanti aspetti emersi dalla consulenza già esposto nella scorsa udienza: il progressivo depauperamento delle risorse societarie soprattutto negli anni tra il 2004 e il 2009, in ragione della distribuzione ai soci di ben 428 milioni di euro di utili. Questa somma, come documentato dalla consulente, avrebbe ben consentito alla società di ambientalizzare i vecchi impianti e di realizzare il carbonile. 

Nell'udienza di oggi a precisa domanda dell’avvocato Casellato (difensore del WWF, parte civilela dott. Pera ha chiarito che il costo per ladeguamento del carbonile ammontava acirca 40.000.000 di euro, ma soprattutto che il rapporto fra questo costo e l‘ammontare complessivo che i soci si erano divisi fra il 2004 e il 2009 corrispondeva ad appena il 9 -10% degli utili e dividendi. Questa è una circostanza che riteniamo estremamente importante perché crediamo sarebbe bastato relativamente poco per adeguare il carbonile. Poi sul discusso Comitato di Gestione, non previsto né disciplinato dallo statuto della società, ha confermato che si trattava di organo di cui lei ha avuto contezza solo a seguito della perquisizione del 2014, e che peraltro risultava avere un significativo potere decisionale e gestorio anche rispetto alle decisioni in materia ambientale.

Il consulente della Procura ha inoltre ha espresso alcune gravi perplessità sull’efficacia e l'effettiva indipendenza dei componenti degli organi di controllo societari (come il collegio sindacale)anche in relazione alla presenza di questo Comitato di Gestione che non era previsto nello statuto e che non risultava essere stato formalmente nominato dal CDA.

Alla domanda di un avvocato delle difese sulle ricadute economiche della società dovute al sequestro dei gruppi a carbone la dott.ssa Pera ha affermato che il sequestrodell'impianto a carbone eseguito nel 2014 in qualche modo ha interrotto i guadagni della società perché non più in grado di produrre energia (dal carbone), ma è stato più un vantaggio che non un danno economico per Tirreno Power argomentando che, se non fosse intervenuto il sequestro, la società avrebbe dovuto realizzare il carbonile a servizio dei gruppi VL3 e VL4 che erano comunque a fine vita. Ad ulteriore domanda sull’impatto occupazionale del sequestro la consulente tecnica ha risposto che, ancor prima del sequestro, l’azienda avrebbe previsto di fare a meno di diversi dipendenti.

Da quanto leggiamo nel comunicato aziendale, a parere dell’azienda la dichiarazione della dott.ssa Pera sugli effetti del sequestro che “avrebbe sbalordito l’aula"; noi di Uniti per la salute eravamo presenti in aula e non abbiamo percepito alcuno sbalordimento a seguitodi questa affermazione, conseguente ad una (incauta) domanda della difesa degli imputati, perché non si è trattato affatto di un'affermazione apodittica da parte della consulente, ma invece puntualmente argomentata sul piano tecnico-economico.

Inoltre abbiamo letto sempre da parte aziendale che per la consulente della Procuraquesto sarebbe il primo processo per disastro ambientale. Premesso che le capacità e l’esperienza della dott.ssa Pera, anche in ambito processuale, sono certificate dal suo ricco curriculum professionale esposto nella scorsa udienza, è evidente l'assoluta irrilevanza della circostanza in quanto la consulente era stata chiamata a rispondere (ed ha puntualmente riposto) su quesiti di ordine societario ed economico, di cui è una nota esperta. 

Quanto alla supposta visione ideologica dei fatti sostenuta dall’azienda nei riguardi della consulente della Pubblica Accusariteniamo che la ricchissima documentazione acquisita e sequestrata a Tirreno Power, comprendente tra gli altri tutti i verbali dei consigli di amministrazione e i verbali delle riunioni del fantomatico Comitato di Gestione (organo non previsto dalla statuto e sostanzialmente sottratto ad ogni controllo societario, la cui esistenza è stata acquisita soltanto a seguito di una perquisizione), costituisca un punto di riferimento solido ed imprescindible nello sviluppo del processoche la consulente della Procura della Repubblica ha interpretato con estremo rigore, assoluta competenza senza la benché minima visione "ideologica" (avendo ricoperto la funzione di sindaco, non in associazione ambientaliste, ma in importanti società per azioni).

08 giugno 2022

Il consulente delle difese: l’azienda non era in grado di ridurre le emissioni come aveva assicurato nella richiesta di dissequestro.

               Uniti Per La Salute ODV 
                Associazione di Volontariato

                    Quiliano, 07/06/2022

 

Il consulente delle difese: l’azienda non era in grado di ridurre le emissioni come aveva assicurato nella richiesta di dissequestro.

 

La dott.sa Pera su TP : Tra il 2004 e il 2009  distribuiti ai soci 428 milioni di euro di utili. Questa somma avrebbe ben consentito alla società di ambientalizzare i vecchi impianti e di realizzare il carbonile

 

Nell’udienza di oggi del processo per disastro sanitario e ambientale a carico di 26 fra dirigenti e amministratori della centrale a carbone di Vado Ligure-Quiliano si è svolto il controesame nei confronti del consulente delle difese ing.Fruttuoso.

Il Pubblico Ministero nel suo puntuale, esaustivo ed efficace intervento ha confutato e sottolineato diversi aspetti contradditori della esposizione dell’ingFruttoso affrontando svariati temi, dal rispetto delle prescrizioni da parte di TP alle diffide emanate a seguito di ispezioni dell’ISPRA.

Di seguito c’è stato il controesame da parte del nostro legale, avvocato Ceruti il quale ha evidenziato numerosi aspetti contestando diversi punti della esposizione del consulente delle difese e facendo precise domande alle quali a nostro avviso, spesso, anziché risposte puntuali, ci è parso di percepire l’inserimento ragionamenti apparsi assai complessi e fumosi.

Nel caso del misuratore delle emissioni, la precisa prescrizione della Autorizzazione (AIA) ne prevedeva uno sul condotto verticale (come già disposto per altre aziende) non in sostituzione ma in aggiunta ai due alla base già esistenti. L’avvocato Ceruti ha esposto la considerazione che in sostanza la modifica richiesta da TP consisteva nella mancata applicazione di questo ulteriore misuratore ottenendo anche qui una risposta assai complessa e poco comprensibile.

Su alcuni punti il consulente ha dato risposte veramente sorprendenti che peraltro hanno suscitato non poche perplessità. Come noto per sostenere la sua modifica sostanziale al misuratore l’azienda l’aveva corredata di una lunga relazione della ditta Lab Analysis che pareva costituire la spina dorsale di quella documentazione: oggi lo stesso consulente delle stesse difese, ha affermato l’inutilità di quella relazione di Lab Analysis. 

Alle affermazioni del consulente circa le difficoltà per l’azienda nell’approvvigionare olio a basso tenore di zolfo stante la “novità” della prescrizione, l’avvocato Ceruti ha documentato che detta prescrizione non costituiva una novità ma era già stata data nel lontano 2001 per il gruppo VL2.

Il consulente ha affermato di non esserne a conoscenza, 

Poi alla precisa domanda se i gruppi a carbone dal 2006 avessero valori emissivi adeguati alle BREF la risposta del consulente è stata no.

In chiusura l’avvocato ha fatto presente che nel 2014, subito dopo il sequestro, la TP si dichiarava pronta da subito a ridurre alcune emissioni fino al limite di 200 mg/NmperSO2 e qui è giunta dal consulente un’altra affermazione che ci ha veramente sconcertati, dicendo che l’azienda non era in grado di effettuare questa riduzione.

Le domande che ci poniamo ora come semplici cittadini, abitanti di questo territorio sono: se aveva ragione l’azienda nel 2014 dichiarandosi disponibile a ridurre da subito le emissioni fino a quel limite senza particolari interventi impiantistici, perché non lo ha fatto negli anni precedenti?

Se invece avesse ragione il consulente delle difese sulla impossibilità di effettuare quelle riduzioni si potrebbe forse essere in presenza di un clamoroso bluff nella domanda di dissequestro

Sempre nell’udienza di oggi il PM ha esaminato la propria consulente dott. Pera, commercialista, la quale ha illustrato in modo puntuale gli esiti delle verifiche da lei condotte sulle documentazioni contabili dell’azienda e sulle decisioni degli organi societari.Il quadro che ne emerge risulta molto chiaro in termini di progressivo depauperamento delle risorse societarie soprattutto negli anni tra il 2004 e il 2009, in ragione della distribuzione ai soci di ben 428 milioni di euro di utili. Questa somma ha riferito la consulente, avrebbe ben consentito alla società di ambientalizzare i vecchi impianti e di realizzare il carbonile. La consulente ha poi evidenziato come nel 2012 la società non avesse alcuna possibilità economica per realizzare la caldaia ultrasupercritica.  Insommapotremmo conseguirne che si trattasse di uno “specchietto per le allodole” per ottenere la prosecuzione del funzionamento dei vecchi gruppi (come già aveva compreso la GIP in occasione decreto di sequestro del marzo 2014).