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31 marzo 2013

MOUS “Avanti con la lotta finché le gru escono dalla base”

"Credo nel benessere di una società, non sono contro la modernità, credo nello sviluppo però non a discapito della salute umana".

Tratto da  Tmnews .it

20 mila no-Muos manifestano a Niscemi: bambini guidano il corteo

Niscemi (TMNews) - I bambini di Niscemi in testa al corteo di quasi 20 mila persone per dire No al Muos, il sistema satellitare di telecomunicazione militare messo in campo dalla Marina statunitense nella riserva naturale della Sughereta."Perché le antenne non le vogliamo". "Perché fanno male alla salute""Perché fanno male alla salute, soprattutto per i bambini quelli un po malati e i bambini piccoli"

Leggi l'articolo integrale

Guarda il Video

Tratto da Il Fatto Quotidiano

Muos, vox dal corteo: “Avanti con la lotta finché le gru escono dalla base”


Dalla Spagna a Niscemi passando per Vicenza e la Val di Susa. Tra le migliaia di manifestanti contro l’impianto di antenne satellitari della marina militare Usa, non solo i siciliani, ma molti gruppi e movimenti gemellati ai No Muos. Diffidenza nei confronti del governatore della Regione Rosario Crocetta, nonostante la revoca delle autorizzazioni annunciata poche ore prima del corteo. “Continueremo a lottare fino a quando non vedremo uscire dalla base le gru che servono a sollevare le mega parabole”, promettono gli attivisti, felici della giornata festosa e pacifica  di Salvo Catalano

Leggi anche su Il Fatto Quotidiano

Muos, dopo il “No” di Crocetta il corteo si trasforma in una festa

E’ stata una festa di popolo. Migliaia di persone da tutta Italia (4mila per la Questura di Caltanissetta, più del doppio per gli organizzatori) hanno invaso Niscemi per dire no al Muos.

30 marzo 2013

BUONA PASQUA 2013 DA UNITI PER LA SALUTE.


"Indipendentemente dal nostro credo personale, se la Pasqua riesce a farci trascorrere preziosi momenti in compagnia delle persone che amiamo, è un ottimo motivo per festeggiarla ......"

 ANCHE QUEST'ANNO "UNITI PER LA SALUTE " AUGURA  UNA SERENA  PASQUA A TUTTI I LETTORI  DEL NOSTRO BLOG .


A chi da sempre ci segue,
A chi collabora con noi,
A chi condivide le nostre speranze,
A chi come noi crede che la tutela della salute sia fondamentale e
 
A chi ,come noi, ritiene che le istanze di noi cittadini dovrebbero avere una grande importanza nelle scelte sui territori....
Buona Pasqua anche A chi soffre e
A coloro che trepidano per loro.......
 
 
 E  godetevi   il  simpatico video :
"  Buona  Pasqua    ..........dal  tenero  mondo degli Animali". 

Illustrato alla Ubik il ricorso al Tar del Lazio contro l'ampliamento della centrale :"Ecco come fermeremo il carbone"

Tratto da La Stampa
"Ecco come fermeremo il carbone"


Illustrato alla Ubik il ricorso al Tar del Lazio contro l'ampliamento della centrale Gli ambientalisti contestano 

  di Roberto Pavanello

Marco Stevanin e Matteo Ceruti. è in loro che ripone grandi speranze la Rete savonese fermiamo il carbone che combatte contro l'ampliamento della centrale Tirreno Power di Vado. Stevanin è infatti l'uomo che, con il suo Studio Terra, ha realizzato la perizia tecnica che si contrappone all'Autorizzazione integrata ambientale, Ceruti è l'avvocato che ha redatto il ricorso al Tar del Lazio in 14 punti per bloccare il via libera ai lavori.

Ieri i due professionisti hanno illustrato alla Ubik,le motivazioni del ricorso, dichiarandosi ottimisti sul suo successo. A portare il loro sostegno (sempre in collegamento) anche Mariagrazia Midulla, responsabile clima ed energia del Wwf, e Alessandro Giannì, direttore campagne di Greenpeace Italia, in rappresentanza delle associazioni nazionali che hanno sottoscritto il ricorso. 
 In massima sintesi, gli ambientalisti contestano l'impatto sull'ambiente e sulla salute che ha la centrale così com'è e come sarà, anche dopo gli interventi giudicati migliorativi dalla Tirreno Power, ma non per i ricorrenti. 
 
«E' un provvedimento autorizzativo che viene meno alle sue funzioni», in questo modo l'avvocato ha definito l'Aia, indicando i punti sui cui si basa il ricorso (punti evidenziati anche da Stevanin): «In questa Autorizzazione ci sono errori procedurali e di sostanza. I primi non hanno consentito un' adeguata pubblicazione e conoscenza di tutti gli atti sia nella fase istruttoria dell'Aia che nella sua fase conclusiva. Per quanto riguarda la sostanza non vengono rispettati i criteri emissivi e ambientali indicati non solo alle normative italiane, ma anche alle migliori tecnologie disponibili a livello internazionale.
 Altra anomalia è l'utilizzo dell'olio combustibile, che non era nemmeno previsto», «e che - sottolinea Stevanin - passa da 16 mila litri ad un consumo di 1 milione e 200 mila tonnellate. 
 Su un territorio colpito come questo, un'Aia del genere non dovrebbe essere concessa».
 
La Tirreno Power resta ferma sulle sue posizione e ribadisce che «l'Aia ha imposto investimenti e migliorie ambientali di straordinaria rilevanza economica per gli interventi sulle unità esistenti che consentirebbero di trasformare la centrale di Vado Ligure quale la più avanzata in Europa per tecnologie adottate»  

Dato, però contestato dal ricorso: toccherà quindi al Tribunale stabilire quali delle due posizioni sia nel giusto.

_______________________


Guardatevi il video
e ascoltate bene ...... gli importanti aspetti e le argomentazioni trattati molto chiaramente dai Competenti Relatori .
_________________
Pubblicato su Il Secolo XIX di oggi


29 marzo 2013

Conferenza stampa di presentazione del ricorso avverso all'AIA concessa alla centrale termoelettrica di Vado Ligure Quiliano.

Avvocato Matteo Ceruti

PUBBLICHIAMO   IL LINK DELLA REGISTRAZIONE DELLA CONFERENZA STAMPA DI OGGI ALLA LIBRERIA UBIK.
  LA CONFERENZA STAMPA  E'   VISIBILE   SU:

http://www.youtube.com/watch?v=OAJ8w8OvgD0

Conferenza stampa di presentazione dell'importante ricorso avverso all'AIA concessa alla centrale termoelettrica di Vado Ligure Quiliano.

 Detto ricorso è stato sottoscritto dai vertici nazionali di importanti associazioni (WWF, Greenpeace, Legambiente, ARCI)  e naturalmente da associazioni appartenenti alla Rete Savonese Fermiamo il Carbone (Rete che ha sostenuto con forza l'iniziativa), nonchè da privati cittadini. 
Dottor Marco Stevanin
 Hanno partecipato in collegamento skype: 
L'avv. Matteo Ceruti, che ha redatto il ricorso;(dal minuto23)
Il dott. Marco Stevanin, che ha realizzato la perizia tecnica come Studio Terra srl;(inizia il collegamento)
-Mariagrazia Midulla, Responsabile Clima ed Energia WWF Italia;(dal minuto 11)
 e Alessandro Giannì, Direttore campagne di Greenpeace Italia; (dal minuto 38)
in rappresentanza delle associazioni nazionali che hanno sottoscritto il ricorso.
Maria Grazia Midulla
Alessandro Giannì
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Guardatevi il video e ascoltate bene ...... gli importanti aspetti e le argomentazioni trattati molto chiaramente dai Competenti Relatori .


Nelle immagini sottostanti  una   CONCISA  SINTESI DELLA PERIZIA TECNICA










     Tratto da La Stampa
"Ecco come fermeremo il carbone"


Illustrato alla Ubik il ricorso al Tar del Lazio contro l'ampliamento della centrale Gli ambientalisti contestano 

  di Roberto Pavanello

Marco Stevanin e Matteo Ceruti. è in loro che ripone grandi speranze la Rete savonese fermiamo il carbone che combatte contro l'ampliamento della centrale Tirreno Power di Vado. Stevanin è infatti l'uomo che, con il suo Studio Terra, ha realizzato la perizia tecnica che si contrappone all'Autorizzazione integrata ambientale, Ceruti è l'avvocato che ha redatto il ricorso al Tar del Lazio in 14 punti per bloccare il via libera ai lavori.

Ieri i due professionisti hanno illustrato alla Ubik,le motivazioni del ricorso, dichiarandosi ottimisti sul suo successo. A portare il loro sostegno (sempre in collegamento) anche Mariagrazia Midulla, responsabile clima ed energia del Wwf, e Alessandro Giannì, direttore campagne di Greenpeace Italia, in rappresentanza delle associazioni nazionali che hanno sottoscritto il ricorso. 
 In massima sintesi, gli ambientalisti contestano l'impatto sull'ambiente e sulla salute che ha la centrale così com'è e come sarà, anche dopo gli interventi giudicati migliorativi dalla Tirreno Power, ma non per i ricorrenti. 
 
«E' un provvedimento autorizzativo che viene meno alle sue funzioni», in questo modo l'avvocato ha definito l'Aia, indicando i punti sui cui si basa il ricorso (punti evidenziati anche da Stevanin): «In questa Autorizzazione ci sono errori procedurali e di sostanza. I primi non hanno consentito un' adeguata pubblicazione e conoscenza di tutti gli atti sia nella fase istruttoria dell'Aia che nella sua fase conclusiva. Per quanto riguarda la sostanza non vengono rispettati i criteri emissivi e ambientali indicati non solo alle normative italiane, ma anche alle migliori tecnologie disponibili a livello internazionale.
 Altra anomalia è l'utilizzo dell'olio combustibile, che non era nemmeno previsto», «e che - sottolinea Stevanin - passa da 16 mila litri ad un consumo di 1 milione e 200 mila tonnellate. 
 Su un territorio colpito come questo, un'Aia del genere non dovrebbe essere concessa».
 
La Tirreno Power resta ferma sulle sue posizione e ribadisce che «l'Aia ha imposto investimenti e migliorie ambientali di straordinaria rilevanza economica per gli interventi sulle unità esistenti che consentirebbero di trasformare la centrale di Vado Ligure quale la più avanzata in Europa per tecnologie adottate»  

Dato, però contestato dal ricorso: toccherà quindi al Tribunale stabilire quali delle due posizioni sia nel giusto.

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Guardatevi il video
e ascoltate bene ...... gli importanti aspetti e le argomentazioni trattati molto chiaramente dai Competenti Relatori .
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Pubblicato su Il Secolo XIX di oggi


Leggi su Savona News  



"L'AIA concessa a Tirreno Power è illecita"

 Dura presa di posizione della Rete savonese "Fermiamo il carbone" nel suo ricorso....
All'interno della Ubik di Savona, davanti a molti attivisti e semplici cittadini, la Rete ha presentato nel dettaglio il contenuto del ricorso presentato al TAR del Lazio. Un documento articolato in 14 punti, illustrati in collegamento skype .......Leggi  l'articolo integrale

Leggi su IlSegnonews :"E' una centrale a olio" :ecco gli elementi  del ricorso della rete Fermiamo il carbone......Anidride solforosa 4 volte oltre i limiti

28 marzo 2013

REGIONE LIGURIA:TORRI EOLICHE NO PER L'IMPATTO AMBIENTALE....CENTRALI A CARBONE SI' !


NEL SOTTOSTANTE ARTICOLO LEGGIAMO:PARCO EOLICO A QUILIANO  BOCCIATO DAL MINISTERO DELL' AMBIENTE E DALLA REGIONE LIGURIA  PER L' IMPATTO AMBIENTALE..........

PERO' ENTRAMBI   REGIONE LIGURIA E MINISTERO DELL' AMBIENTE HANNO FIRMATO E DATO   PARERE POSITIVO PER L' ULTERIORE POTENZIAMENTO A CARBONE DELLA CENTRALE IN  MEZZO ALLE NOSTRE CASE  .........



HANNO DATO PARERE POSITIVO AD  UN' AIA che per molti anni (almeno 8)  dovrebbe permettere ai  vetusti gruppi 3 e 4  a carbone di funzionare  con limiti in concentrazione molto superiori rispetto ai limiti delle Migliori Tecniche Disponibili.....

CON L'IMPATTO AMBIENTALE CHE GIA' CONOSCIAMO E CHE VORREBBERO PERPETRARE PER ALTRI ANNI ANCORA .

 ENTRAMBI CONOSCONO BENE LA SOTTOSTANTE CARTINA ....(Tratta da un documento ufficiale della Regione Liguria)

ILPARCO EOLICO E' STATO  BOCCIATO A CAUSA DELLA COMPATIBILITA' AMBIENTALE  per "l'incompletezza del quadro di riferimento programmatico ". 

PROBABILMENTE LE PALE   AVREBBERO DETURPATO L'AMBIENTE .........

MA LA COMBUSTIONE DEL CARBONE E' SENZ'ALTRO  MOLTO PIU' DELETERIA PER LA NOSTRA SALUTE.

DI  QUEGLI IMPIANTI EOLICI BOCCIATI NON GIRERANNO FORSE  MAI  LE PALE MA A NOI CITTADINI  -- ----- GIRANO   PERCHE'  CERTI PUBBLICI AMMINISTRATORI  VEDONO SOLO GLI IMPATTI CHE VOGLIONO VEDERE.


TRATTO DA LA REPUBBLICA

No della Regione Liguria

Il progetto prevedeva un impianto di generazione costituito da quattro torri eoliche da 2 Mw ciascuna ma, dopo il no del ministero dell'Ambiente, anche l'amminstrazione regionale boccia l'ipotesi

No della Regione Liguria all'impianto eolico che la società Fera di Milano aveva progettato di realizzare in località Campo dei Francesi, lungo le pendici del monte Burot, al confine tra i territori di Quiliano e Altare.

La giunta regionale ha preso atto della mancanza di compatibilità ambientale anche a seguito della conclusione negativa della procedura Via del ministero dell'Ambiente.

Contro il provvedimento resta la possibilità di fare ricorso al Tar.

 Il progetto era stato presentato due anni fa ed era già stato bocciato una prima volta dalla Regione Liguria per l'impatto ambientale: era stata rilevata l'incompletezza del quadro di riferimento programmatico per quanto riguardava gli impatti sul territorio comunale di Vado Ligure, anch'esso interessato dal parco eolico.

Al momento quindi il progetto - che prevedeva un impianto di generazione costituito da quattro torri eoliche da 2 Mw ciascuna sul crinale che sovrasta Quiliano - è accantonato. 

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Tratto  da cittàdellaspezia

'Spezia via dal carbone': "Silenzio omertoso sulla fuoriuscita di cenere dalla centrale"


La Spezia - Il comitato 'Spezia via dal carbone', facendo seguito alle numerose denunce da parte di cittadini travolti da una nube di cenere di carbone fuoriuscita dalla centrale termoelettrica della Spezia (leggi qua), denuncia pubblicamente "l’omertoso silenzio dell’amministrazione cittadina e degli enti coinvolti nel controllo ambientale e sanitario".

"Tale evento, definito semplicisticamente “accidentale” - affermano i portavoce del comitato -, è solo l’ennesimo episodio che segue le altrettanto accidentali quanto frequenti dispersioni di carbone dalle benne e dal nastro trasportatore, gli afflussi di acque non depurate dai carbonili al torrente Fossamastra, le emissioni incontrollate a seguito dei transitori (riavvii dell’impianto). Tutto questo segue alla nostra richiesta di audizione da tempo inoltrata alla commissione Ambiente del Comune della Spezia e non ancora presa in considerazione".
 

Invito alla conferenza stampa per la presentazione del ricorso avverso all'AIA concessa alla centrale termoelettrica di Vado Ligure Quiliano.


Domani venerdì  29 marzo dalle ore 11,45
  presso la libreria Ubik di Savona si terrà la
conferenza stampa di presentazione dell' importante ricorso, presentato agli
 inizi di marzo, avverso all'AIA  concessa alla centrale termoelettrica di Vado Ligure Quiliano.

 Detto ricorso è stato sottoscritto dai vertici nazionali di  importantissime associazioni (WWF, Greenpeace, Legambiente, ARCI)  e naturalmente da associazioni  appartenenti alla Rete Savonese Fermiamo il Carbone nonchè da privati cittadini. 

Venerdì  avremo quindi in collegamento skype l'Avvocato Matteo  Ceruti  che ha redatto il ricorso , il Dott Marco Stevanin  che ha realizzato la perizia tecnica come Studio Terra, e da Roma importanti  esponenti delle associazioni nazionali che hanno sottoscritto il ricorso.


Rete Savonese Fermiamo il Carbone

 

“Il giorno che verrà”, Brindisi e la vita ai nostri tempi con il carbone

Tratto da Il Cambiamento
“Il giorno che verrà”, Brindisi e la vita ai tempi del carbone

di Valentina Valente 

 

......Come si vive in una città stretta dalla morsa dell’inquinamento di una centrale a carbone? Quali sono gli effetti sulla vita e sulla salute delle persone?
   
Ce lo spiega il giovane regista brindisino Simone Salvemini, nel suo “Il giorno che verrà”, un docufilm amaro che racconta attraverso la forza delle sole immagini la realtà del territorio brindisino che da anni convive con la presenza ingombrante ma silenziosa di una centrale a carbone fra le più grandi e inquinanti d’Europa. 

 Nel 2011 ha vinto il bando Euro Connection ......

“La centrale Enel a carbone di Cerano, vicino Brindisi, è una realtà subdola, nascosta, non la vedi, ma la senti nell’aria." 
Ubicata nelle campagne, è lontana dalla vista dei brindisini e dei leccesi, che però ne subiscono gli effetti, ogni giorno. 
Ho provato a dare un’impronta cinematografica al documentario, non ci sono commenti, le immagini parlano da sole”.Guarda il video
 Alle storie dei personaggi principali si affiancano informazioni sui rischi ambientali prodotti dal carbone: “Ho raccolto tutti i dati ufficiali sulla movimentazione del carbone e gli studi sulle patologie neonatali presenti sul territorio. 
  
Uno studio sul rapporto tra inquinamento industriale e malformazioni neonatali, pubblicato quasi un anno fa dell’Istituto Fisiologia Clinica del Cnr di Lecce , in collaborazione con l’Università di Pisa, ha ottenuto la pubblicazione nella rivista BMC Pregnancy and Childbirth e ha dimostrato che qui le malformazioni neonatali qui sono più frequenti che in altri posti”.
Quei dati, a un anno dalla pubblicazione e di cui aveva dato notizia anche Il Cambiamento, il 27 dicembre scorso hanno assunto validità scientifica e sono entrati a far parte delle banche dati della letteratura scientifica mondiale. Perché un docufilm su questo argomento?

 “L’obiettivo è quello di informare e aumentare la consapevolezza dei brindisini sul problema.......
 È una battaglia impari, stiamo parlando di grandi gruppi industriali in grado di comprare e coprire tutto”.

Intanto a Brindisi è in corso il primo processo a carico di alcuni dirigenti Enel per reati ambientali: “Si sono accorti che l’Ilva inquinava dopo 25 anni.
 Bisogna reagire insieme, subito e non aspettare che prima si ammalino i bambini”.

La legge SALVA-ILVA il Governo potrebbe applicarla ovunque in Italia :pensateci.

Legge SALVA-ILVA, una storia a rovescio

- Lidia Giannotti -

I quattro custodi nominati dai Giudici avevano l’incarico di difendere la salute a Taranto. Il decreto-legge 207/2012 ne paralizza l’attività. L’illegittimità è evidente, ma se rimarrà in vigore, il Governo potrà applicarlo ovunque in Italia

 
Appare chiaro come i custodi, nonostante siano presenti sugli impianti, non abbiano nemmeno la possibilità di evidenziare delle ulteriori criticità degli impianti stessi idonee a determinarne il cattivo funzionamento e causanti emissioni diffuse e incontrollate nocive per la salute (…). In sostanza, l’attività dei custodi – amministratori volta a eliminare le emissioni nocive e a utilizzare gli impianti ai fini del risanamento con l’individuazione delle misure ritenute necessarie allo scopo, si pone in chiara violazione del decreto(n.d.r.: “il decreto” è stato emanato dal Governo a dicembre (decreto–legge n. 207/2012); le criticità ulteriori sono quelle non considerate nell’Autorizzazione rilasciata all’Ilva dal Ministero dell’Ambiente) – cfr. NOTE
Le frasi che abbiamo appena letto sembrano frutto di un errore, o la svista di uno studente.  Ma non è così: descrivono le conseguenze del decreto-legge adottato dal Governo – noto come “Salva-Ilva” all’interno della vicenda penale che coinvolge la grande acciaieria ospitata dalla città di Taranto e la sua dirigenza.
 Le usano i Magistrati di Taranto.

IL CONTENUTO DEL DECRETO “SALVA-ILVA”
Il primo articolo di questa legge ha l’effetto di rendere non applicabile ad alcune imprese una parte del codice di procedura penale, per un periodo di tempo che può arrivare a 36 mesi. 
Infatti, da quando c’è questa legge, alcuni atti giudiziari – i provvedimenti  (eventuali)  di sequestro cautelare –  non impediscono …. l’esercizio dell’attività (art. 1, comma 4).  
Significa che, pur in presenza di indagini su reati di qualsiasi gravità - come il disastro ambientale colposo e doloso, o l’avvelenamento di alimenti – non possono essere adottate tutte le misure utili a proteggere i diritti delle persone (o meglio, se adottate non sortirebbero effetti). 
Eppure le misure cautelari sono proprio quelle urgenti, che devono evitare altri reati durante le indagini e ulteriori conseguenze, in particolare quando si tratta di “reati permanenti” come nello sprigionamento di sostanze pericolose.
Come si fa a individuare le imprese che beneficiano di questo trattamento?  
Il decreto-legge affida il compito allo stesso Governo, che lo fa attraverso un atto della “Presidenza del Consiglio dei Ministri”.
 Scelte le imprese, basta denominarle “di interesse strategico nazionale”.
 Il processo contrario, infatti, al momento non è neanche possibile, perché la categoria non esiste: nessuno (né la legge, né gli studiosi) ha ricostruito questa figura ora generica e ha elaborato criteri per attribuire una tale qualificazione. 
L’unico presupposto previsto – la presenza di almeno 200 lavoratori occupati da almeno un anno (art. 1, comma 1) è chiaramente insufficiente. 

L’atto della Presidenza non è una legge ma un atto amministrativo, e come tale qualcuno potrebbe impugnarlo con un ricorso
Ma per l’Ilva di Taranto non c’è neanche questo problema: ci pensa subito la stessa legge a qualificarla “impresa d’interesse strategico nazionale” (articolo 3). E’ un gioco di scatole cinesi in cui una disposizione ne richiama un’altra, ancora non riempita.
EMERGENZE 
Sappiamo che questa legge parla di “rischi per l’occupazione” e di situazioni di “straordinaria necessità e urgenza(che è la formula che il Governo utilizza per poter legiferare al posto del Parlamento), non lo abbiamo dimenticato..... 
Ma dentro quella cornice vediamo spuntare continuamente – in modo manifesto oppure no – le ciminiere dell’Ilva. Ma vediamola ancora più da vicino questa legge.
Il decreto-legge n. 207/2012 è un atto del Governo (decreto), che quando interviene in via di urgenza sostituisce il Parlamento ; è stato “convertito” nella legge n. 231 dello stesso anno
Il preambolo è la parte che precede gli articoli della legge. Descrive l’ambito di intervento, che per il D.L. Salva-Ilva è rappresentato dai casi in cui vi sia un’assoluta necessità di salvaguardia dell’occupazione e della produzione
Sono casi – qui previsti in astratto – in cui il Ministro dell’Ambiente può “autorizzare la prosecuzione dell’attività produttiva”, a condizione che l’azienda rispetti l’Autorizzazione Integrata Ambientale  e le modifiche apportate con un riesame. Il potere del Ministro viene poi ribadito (art. 1, comma 1).

Ma dov’è il contenuto innovativo? L’Autorizzazione, infatti, con le sue prescrizioni, va sempre rispettata!
  E quando non è adeguata, può e deve essere modificata. Perché fare una legge?

COSTITUZIONE OFFESA E VOLONTA’ SOVRANA … DEL MINISTRO
Continuando a leggere, constatiamo che il comma successivo (art. 1, comma 2) innalza l’AIA sopra ogni cosa: le misure volte ad assicurare la prosecuzione dell’attività produttiva sono esclusivamente e ad ogni effetto quelle contenute nel provvedimento”. L‘art. 1, comma 4 (di cui abbiamo già parlato) chiude il cerchio.

 Il risultato è che, se il Ministro dell’Ambiente autorizza “la prosecuzione dell’attività produttiva”, la sua volontà prevale su quella del giudice (e l’eventuale sequestro dei beni non impedisce l’attività degli impianti). 
 Come si era già detto iniziando a descrivere il decreto, l’articolo 3 arriva poi a regolare direttamente il caso ILVA.
A Taranto i provvedimenti dei Giudici avevano disposto il sequestro delle aree dell’acciaieria più pericolose per la salute (il 26 luglio 2012). Un esito inevitabile, visti i dati emersi  dalle perizie chimiche ed epidemiologiche: presenza di diossine, amianto e di una varietà e quantità impressionante di altre sostanze tossiche e dati drammatici sull’aumento di mortalità e di gravi patologie, in particolare tra i bambini e i neonati (+ 35 %). 
I dati sono confermati dallo studio SENTIERI condotto dall’Istituto Superiore della Sanità, organo di ricerca del Ministero della Sanità (ministero che in questa vicenda tende a restare defilato); purtroppo anzi peggioreranno, poiché il picco per le patologie legate ad amianto e diossina sarà nel 2020.
 Ciononostante, i custodi giudiziari ora non possono più impedire il funzionamento degli impianti sequestrati.
Il Governo con questa legge “ha promosso” l’AIA rilasciata all’ILVA (da un proprio Ministro) affermando che: assicura l’immediata esecuzione di misure finalizzate alla tutela della salute (così si dice nel preambolo); “boccia” invece l’operato dei Giudici, riservando all’amministrazione ogni giudizio e intervento proprio per i casi più delicati ......
Il risultato in ogni caso è che, dopo questa legge, l’attività degli impianti dell’Ilva deve continuare a tutti i costi.  
Ce n’è abbastanza e vale a poco sostenere – come qualcuno fa spericolatamente – che non si vuole interferire con il procedimento penale. 
 Se si aprisse la strada a un tale modo di procedere, cambierebbe la struttura del nostro sistema democratico, e un Governo potrebbe privare dei suoi diritti fondamentali temporaneamente - piccole comunità, o minoranze senza voce e protezione.

15 dicembre 2012. Manifestazione a Taranto dopo il decreto-legge Salva-Ilva (foto Anna Svelto)
ESPERIMENTI DI MASSA 
Ma in tutto questo, dov’e la popolazione con i suoi diritti inviolabili? Sembra impossibile, ma si è sfuggiti ancora al dovere di occuparsi di un pezzo di paese che sta soffrendo da anni. 
Ci si aspettava una legge che “nel preambolo” parlasse purtroppo di morte, ma che con i suoi articoli intervenisse subito a salvare le vite, a proteggere i bambini, le donne in gravidanza e quelle che nutrono con il loro latte i neonati, gli anziani che hanno lavorato duramente. 
 E’ questa l’emergenza che le leggi non hanno mai considerato. Ci si aspettava l’impiego di risorse straordinarie, materiali ma soprattutto ideali, una mobilitazione delle migliori energie intellettuali. Questo intervento invece, a parte il titolo e gli annunci, ignora la condizione della popolazione e i drammi individuali, cercando di dare risalto ad altri problemi (perfino all’ordine pubblico, nonostante la grande prova di compattezza e responsabilità della cittadinanza). L’unico correttivo è un “rapporto di valutazione del danno sanitario“… un rapporto annuale (art. 1–bis). Deve essere “a costo zero” e non è chiaro neppure a cosa serva.Per contrastare le criticità sanitarie riscontrate“, inoltre, vengono attenuati i vincoli legati al disavanzo della spesa sanitaria nella Regione Puglia, rinunciando al taglio di personale e di posti letto (art. 3-bis).

L’idea è insopportabile: questa legge è un altissimo tributo pagato all’ILVA, mentre ogni cittadino della zona sa di essere tutelato come una delle pecore abbattute in questi anni. 
 Ecco la buona notizia per gli italiani: mentre la produzione continua, si fanno studi sui cittadini di Taranto …
Questo testo legislativo, su iniziativa dei Magistrati di Taranto, è ora all’esame della Corte Costituzionale, lo speciale collegio al cui giudizio i Giudici “rimettono” una normativa se vi è il serio sospetto di una violazione della Costituzione. 
I rilievi (eccezioni di incostituzionalità) sono moltissimi .....
 Il 9 aprile, la Corte Costituzionale valuterà la compatibilità della legge con i principi e i precetti della nostra legge fondamentale.

Leggi  sul testo integrale la

Tratto da: Legge SALVA-ILVA, una storia a rovescio | Informare per Resistere
- Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!