Comunicato di Uniti per la Salute
Segnaliamo che non risulta a tutt'oggi pervenuta alcuna risposta alla lettera aperta 16/7 ( CLICCA QUI) sulla discussa intesa rilasciata dalla Regione Liguria per nuovi gruppi a carbone nella centrale di Vado Quiliano. Nonostante sia stata pubblicata da numerosi media e anche inviata ai destinatari, ci sconcerta e ci preoccupa moltissimo la mancanza di pubblica risposta su argomenti tanto fondamentali per il presente e per il futuro dei cittadini e del territorio.
POTENZIAMENTO TIRRENO POWER:
RESISTENZA RESISTENZA RESISTENZA
Coraggio , non perdiamoci d’animo: ricordiamoci dei nostri Padri, pensiamo a coloro che con generosità, determinazione, armati di ideali di libertà seppero difendere il nostro territorio contro chi ne voleva fare scempio con l’abuso, il disprezzo dei i diritti, la protervia e la sopraffazione. I nostri Padri hanno saputo con tenacia conquistare quella Costituzione Repubblicana a cui oggi noi ci ispiriamo:
con i cittadini e le numerose associazioni e partiti che si riconoscono sui principi della tutela del territorio e della salute utilizzeremo tutte le vie legalmente consentite per difendere strenuamente il nostro territorio e il nostro futuro
e.... quindi RESISTERE RESISTERE RESISTERE CONTRO
CHI prima delle elezioni si dichiarò contro il potenziamento a carbone e poi lo ha di fatto concesso (460+330 MW e possibili altri 330 contro i due da 330 attuali)
CHI si è assunto la responsabilità di non adeguare gli attuali impianti secondo quanto dovuto per l’AIA costringendoci per anni ad emissioni non sottoposte ad autorizzazione integrata ambientale di legge secondo le migliori tecnologie.
CHI si è assunto la responsabilità di ignorare la posizione chiaramente espressa da tutto un territorio anche con le delibere contrarie di 18 comuni
CHI non ha dato seguito alla richiesta avanzata dai sindaci per una seria valutazione di impatto sanitario prima di ogni decisione autorizzatoria
CHI si è assunto la responsabilità di ignorare la chiara posizione dell'ordine dei medici a tutela della salute dei cittadini che tra l’altro, chiedevano la metanizzazione completa,
CHI per ben quattro anni non ha ancora prodotto documentazione completa sulla ottemperanza a tutte le prescrizioni dovute per il gruppo a turbogas entrato in funzione da ben quattro anni ed ha il coraggio di parlare ancora di prescrizioni per i futuribili impianti
CHI ha recentemente affermato “perché forzare una popolazione a ospitare un’opera che non vuole?” E POI.....
RESISTEREMO con tutti i mezzi previsti dallo stato di diritto e nello spirito di quella Costituzione che tante vite è costata e a cui NOI ci inchiniamo
ABBIAMO APPENA COMINCIATO ….
Il 4 luglio 1776, a Philadelphia, i rappresentanti di tredici colonie inglesi dichiararono la propria indipendenza dall’impero britannico. Furono però necessari ancora anni di aspri combattimenti prima che il governo britannico riconoscesse l’autorità di tale dichiarazione.
L’Inghilterra, noto valore della marina britannica, dimostrò una grande superiorità sulle navi americane nelle battaglie navali. Il 23 settembre 1779 la fregata americana Bon Homme Richard comandata da John Paul Jones con poche navi piccole e male armate si trovò di fronte ad una agguerrita squadra inglese con un grande numero di navi e un armamento notevolmente maggiore. La temuta ammiraglia inglese Serapis e per quattro ore consecutive sparò bordate, una più micidiale dell'altra contro la Bon Homme Richard. Ad un certo punto la Serapis era così vicina alla sua avversaria, gravemente colpita, che il comandante inglese, sicuro della propria vittoria, intimò all’equipaggio dei rivoluzionari americani di arrendersi.
Jones si rifiutò rispondendo con il grido:
"Non ho ancora cominciato a combattere!".
Il combattimento quindi proseguì e sorprendentemente vide vincitore il glorioso comandante americano, le cui parole sono ancora oggi, un celebre motto che esprime coraggio e determinazione.
ANCHE NOI OGGI SIAMO SULLA Bon Homme Richard E UN’ARMATA FORTE, POTENTISSIMA, AGUERRITA PARE INTIMARCI LA RESA:
LA NOSTRA RISPOSTA E’ QUELLA DEL COMANDANTE JONES “NON ABBIAMO ANCORA COMINCIATO A COMBATTERE!” .....
COMBATTERE E RESISTERE MA CON LE ARMI DEL DIRITTO, DELLA DETERMINAZIONE, DEGLI ARGOMENTI INOPPUGNABILI, DELL’ONESTA’, DEL BUON SENSO E DELLA CIVILTA’ .
Tratto da Paperblog
Cambiamenti climatici : minaccia globale e conflitti ambientali
Difendere l’ambiente in cui viviamo, lottare per una giusta politica energetica, scardinare l’illusione che l’emergenza rifiuti si risolva con i termovalorizzatori (comunemente chiamati inceneritori), considerare l’acqua un bene primario e non una merce.Difendere questi principi è populista? Fa apparire come ambientalisti o ecologisti che vanno controcorrente e che non conoscono le leggi economiche che governano la globalizzazione?
Chi afferma questo limita la sua analisi alla superficie e non comprende che la soluzione politica ed economica del nostro futuro passa obbligatoriamente attraverso la risoluzione immediata dei conflitti legati alle mutazioni climatiche.
Per la maggior parte dovute a scelte scellerate di politici ed economisti che hanno pensato al profitto immediato e non al bene comune...
È ormai convinzione comune che nei prossimi anni il 40% delle guerre che insorgeranno tra gli Stati, saranno collegate alle risorse naturali.
Pensiamo ai conflitti in atto per il controllo dei fiumi o per il possesso delle miniere e dei giacimenti petroliferi.
Pensiamo a quei piccoli Paesi sparsi nell’Oceano Pacifico e Indiano, minacciati dall’innalzamento dei mari causato dal riscaldamento globale. Stefhen Marcus, presidente del Nauru, un piccolo stato insulare dell’Oceania, è arrivato ad affermare che: “I cambiamenti climatici rappresentano un pericolo per la pace internazionale”.
Queste mutazioni climatiche sono diventate una maledizione per milioni di persone che vivono nella fascia sub sahariana. Nella totale indifferenza dei media, stanno avvenendo migrazioni bibliche, dovute alla mancanza di acqua e cibo, divenuti insufficienti per il sostentamento.
In seguito ai cambiamenti climatici si sta innalzando la linea dell’equatore e questo comporta un ingigantirsi delle zone aride del continente africano. Le previsioni più ottimistiche prevedono la mancanza di piogge fino ad Ottobre 2011. ..
Per contro l’Europa che va in crisi per alcuni barconi che sbarcano a Lampedusa, in seguito ai conflitti armati che coinvolgono la Libia, come pensa di difendersi quando i flussi migratori dovuti ai cambiamenti climatici porteranno milioni di affamati dalle coste africane verso l’Italia, la Francia, la Germania e l’Inghilterra? A quel punto parlare di tematiche ambientali non sarà più tanto populista, non riguarderà più un’elite di ecologisti new-age.
Trovare le soluzioni adesso non è demagogia, è indispensabile ed è la vera sfida per tutti gli economisti ed i politici dei Paesi occidentali !!
I cambiamenti climatici sono la più grande minaccia globale nei confronti della salute del XXI secolo” [Institute of Global Health dell’University College di Londra - Lancet 2009]
_______________
Qualcuno dovrebbe provare a fermare l' ennesimo treno che corre a velocità folle verso la collisione ,ma siamo tutti troppo scoraggiati ad assistere inermi al treno dell'economia che va omai in collisione contro quello del buon senso.
E IL MONDO CONTINUA A TREMARE PER IL FUTURO GLOBALE AMBIENTALE ED ECONOMICO....
Nessun commento:
Posta un commento