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30 agosto 2017

Inquinamento e fumo passivo “si vedono” nei polmoni dei bambini.


Tratto da Healthdesk


Inquinamento e fumo passivo “si vedono” nei polmoni dei bambini. 
La campagna Healthy Lungs for Life consiglia come difendersi
I dati di uno studio che sarà presentato al prossimo congresso della European Respiratory Society

I bambini esposti a livelli elevati di inquinamento dell’aria e al fumo passivo mostrano sintomi precoci di peggioramento della salute respiratoria, a partire da dispnea (mancanza di fiato), tosse e maggiore probabilità di sviluppare l’asma.
Lo mostra una ricerca condotta da un team di ricercatori dell'Università di Torino (Roberto Bono) e dall’Ospedale universitario San Luigi Gonzaga di Orbassano (Carlo Gulotta), che verrà presentata per la prima volta in occasione del 27° Congresso di Pneumologia della European Respiratory Society che si terrà a Milano dal 9 al 13 settembre. Lo studio ha esaminato più di 170 bambini e ragazzi dai 7 ai 19 anni di Chivasso, una cittadina di 30 mila abitanti alle porte del capoluogo piemontese, cercando una correlazione fra il fatto di respirare un'aria non salubre e la prevalenza di sintomi di affaticamento respiratorio.
«La prima cosa è stata valutare i sintomi dei bambini che erano stati esposti quotidianamente al fumo passivo – spiega Stefano Levra, primo autore dello studio – e successivamente  metterli in correlazione con i diversi livelli di esposizione agli inquinanti. Oltre che tramite questionario, i dati sono stati raccolti attraverso due marcatori urinari: la cotinina, un metabolita diretto della nicotina, molto preciso nell'individuare l’esposizione al fumo, attivo e passivo, e l'isoprostano, un marcatore di stress ossidativo, che invece ci ha permesso di capire meglio i livelli di inquinamento ambientale a cui il bambino è stato esposto».
I ragazzi sono stati poi sottoposti alla tecnica delle oscillazioni forzate (FOT) a varie frequenze, una metodica che non richiede particolari sforzi da parte del bambino perché semplicemente analizzando il suo respiro a riposo è in grado di valutare la sua funzionalità polmonare. Questo test ha messo in luce da un lato che i bambini esposti a fumo passivo sono più a rischio di avere una minore funzionalità respiratoria; dall'altro che a parità di livelli di cotinina, cioè a livelli uguali di esposizione al fumo di sigaretta, essere anche esposti al traffico intenso peggiorava ulteriormente la funzionalità polmonare dei ragazzi.
«Questo studio dimostra che per preservare la salute dei polmoni di bambini e adulti bisogna condurre una battaglia su entrambi i fronti: fumo e inquinamento dell’aria», commenta Stefano Centanni, docente dell’Università degli studi di Milano e direttore della pneumologia degli ospedali San Paolo e san Carlo. «E vorrei dire ai papà e alle mamme che ogni sigaretta fumata in presenza dei figli in casa crea istantaneamente una concentrazione di PM2.5 di circa 800 microgrammi su metro cubo che permane per circa due ore: un livello di inquinamento imparagonabile anche rispetto alle peggiori giornate di smog cittadino».
Per aumentare la consapevolezza del pubblico sui danni di fumo e inquinamento, negli stessi giorni del congresso partirà da Milano la campagna Healthy Lungs for Life, con test spirometria gratuiti offerti al pubblico l’8 e il 9 settembre in via Luca Beltrami, davanti al Castello Sforzesco, e un incontro pubblico con gli esperti l’11 settembre (18:30 alle 20:30) sul tema 
“Respirare aria pulita e smettere di fumare”. 
Gli esperti della Campagna Healthy Lungs for Life hanno inoltre elaborato dei consigli pensati proprio per i più piccoli attraverso un libretto disponibile online anche in italiano a questo link.


29 agosto 2017

CO2: cos’è e perché un eccesso di anidride carbonica è un pericolo per l'ambiente e per la salute.

Tratto da Nanopress

CO2: cos’è e perché un eccesso di anidride carbonica è un pericolo

CO2: cos’è e perché un eccesso di anidride carbonica è un pericolo
I motivi per cui le emissioni CO2 sono pericolose derivano dall'eccesso di inquinamento che produce enormi danni ambientali e all'atmosfera terrestre. Tra gli effetti della CO2 vi sono anche il Global Warming e i cambiamenti climatici

....Di sicuro oggi non ci sono dubbi tra gli scienziati circa la pericolosità delle emissioni CO2, poiché esse producono danni ampiamente certificati sia all’ambiente che alla salute umana. Poiché solo attraverso la consapevolezza diffusa a livello globale è possibile mettere in campo accorgimenti individuali e collettivi al fine di contrastare questi danni ambientali e salutari, cerchiamo di capire insieme in dettaglio che cos’è la CO2 e perché un eccesso di queste emissioni nell’atmosfera rappresentano un pericolo.

CHE COS’È LA CO2

CO2: cos’è? Dietro questa formula chimica si celano le emissioni di anidride carbonica: quest’ultimo è un gas che si forma nei processi di combustione, e nasce dall’unione del carbonio, contenuto nei combustibili fossili utilizzati in tanti ambiti della nostra quotidianità, con 2 atomi di ossigeno presenti nell’aria. Quando si ha un eccesso di anidride carbonica nell’atmosfera, il primo e più immediato risultato è l’inquinamento dell’aria, ecco perché è necessario assumere comportamenti virtuosi nella vita di tutti i giorni affinché sia possibile ridurre l’impatto ambientale delle emissioni di CO2: esse sono il frutto principalmente dell’intesa attività industriale nei Paesi più sviluppati, che hanno fatto o fanno ancora uso di materie come carbone e petrolio che sono fortemente inquinanti, e contestualmente attuano piani di deforestazione che aumentano l’inquinamento incontrollato e i danni al nostro ecosistema in quanto la funzione degli alberi è proprio assorbire anidride carbonica rilasciando ossigeno nell’atmosfera. Ma tutti noi produciamo anidride carbonica attraverso i nostri consumi quotidiani, mediante gli sprechi di energia frutto di atteggiamenti pigri e sbagliati, come accendere una lampadina quando non c’è n’è bisogno o utilizzare l’automobile anche per fare pochi metri, giusto per fare esempi banali.

PERCHÉ LA CO2 È DANNOSA

Le emissioni di CO2 producono l’inquinamento atmosferico: l’anello successivo della catena sono gli effetti macro-ambientali, che si riverberano poi sulla salute umana e sulla vita del pianeta. In particolare segnaliamo il buco dell’ozono, ovvero l’indebolimento dello strato gassoso presente nell’atmosfera che funge da barriera per la Terra contro l’azione nociva dei raggi ultravioletti del Sole. E il buco dell’ozono a sua volta comporta i cambiamenti climatici in atto nel pianeta, in particolare il cosiddetto Global Warming, ovvero il surriscaldamento climatico del pianeta che comporta tra i vari effetti comprovati lo scioglimento dei ghiacciai, un aumento sempre più esponenziale della temperatura media globale e di eventi catastrofici naturali, le minacce alla sopravvivenza di molte biodiversità del pianeta. E se l’inquinamento atmosferico è già responsabile di molte patologie polmonari e cardiache che affliggono la popolazione mondiale, nondimeno i cambiamenti climatici rischiano di aggravare le conseguenze per la nostra salute, e non solo nei soggetti più deboli come bambini e anziani. Ecco perché è necessario assolutamente ridurre le emissioni di CO2, utilizzando fonti energetiche alternative come le rinnovabili e attuando tutta una serie di politiche green in cambio di mutare processi a rischio di irreversibilità: record negativi come quelli del 2016 non dovrebbero più accadere, se vogliamo effettivamente garantire un pianeta vivibile alle future generazioni.

28 agosto 2017

Ilva, il Comune di Taranto impugna l’esclusione dal risarcimento danni ambientali .

Tratto da Il Corriere della sera
Ilva, il Comune di Taranto impugna l’esclusione dal risarcimento danni 

Il Comune di Taranto aveva chiesto un risarcimento danni ambientali per 3,3 miliardi di euro. Il giudice delegato all’amministrazione straordinaria dell’Ilva ha ammesso il Comune solo per i crediti tributari (tasse locali) che la società non avrebbero versato

Non c’è pace per l’Ilva che, finita in amministrazione straordinaria, passerà nei prossimi mesi sotto il controllo di Am Investco Italy (il nuovo gruppo acquirente formato da Arcelor Mittal e Marcegaglia). 
Il Comune di Taranto impugna in Corte d’Appello la decisione del giudice delegato all’amministrazione straordinaria dell’Ilva, Caterina Macchi, del Tribunale di Milano, di negare all’ente locale il risarcimento dei danni ambientali chiesto per 3,3 miliardi di euro. Come tutti gli altri creditori, il Comune si è infatti insinuato nel passivo della società dell’acciaio finita in amministrazione straordinaria a gennaio 2015 a fronte di un’insolvenza di 3,9 miliardi. Il Comune capoluogo ha avanzato la richiesta dopo la sentenza con cui la Corte di Cassazione, nel 2005, ha definitivamente condannato Ilva, Riva Fire, l’allora presidente della società, Emilio Riva, scomparso nell’aprile 2014, e l’allora direttore del siderurgico di Taranto, Luigi Capogrosso.
Le stime
La richiesta risarcitoria dell’ente locale si basa sulla stima dei danni subiti dall’ente locale per le emissioni del siderurgico di Taranto. In particolare, i danni sono stati così suddivisi: 2 miliardi per la parte ambientale, un miliardo per la lesione di immagine e 300 milioni per le conseguenze su beni mobili e immobili per i quali, direttamente o indirettamente, il Comune ha dovuto sostenere spese. Di questi ultimi, 25 milioni di euro sarebbero stati chiesti per danni alle strutture e ai mezzi delle società comunali Amiu e Amat, che si occupano rispettivamente di raccolta rifiuti e trasporti pubblici. ....La richiesta risarcitoria del Comune di Taranto, stoppata dal giudice e ora in attesa del verdetto dei giudici dell’appello, è la più rilevante presentata da un singolo soggetto.
Su  IL CORRIERE DELLA SERA l'articolo integrale

Petrolchimico. I sindaci e il potere sull’inquinamento per evitare gravi conseguenze sanitarie.....

Tratto da Srlive.it

Petrolchimico. I sindaci e il potere sull’inquinamento per evitare gravi conseguenze sanitarie ma nessuno risica…


L’idea di Antonio Alfo lanciata su Facebook di compulsare i sindaci dei comuni di Siracusa, Priolo, Melilli e Augusta, trova pratica applicazione nelle norme di legge, ma anche in molte sentenze della magistratura  amministrativa, penale e civile. Insomma, per il sindaco è un dovere preciso mettere in campo ogni atto utile finalizzato a fermare l’inquinamento dell’ambiente che provoca danni alla salute alla popolazione residente. Ma nel territorio siracusano non è mai successo, anzi si è sempre registrato un conveniente silenzio e una forma di passività diretta a soffocare ogni protesta sul nascere.Una mediazione che, solo in caso di pressione della magistratura, molti sindaci hanno tenuto l’atteggiamento politico consono e conveniente, ma non sono mai intervenuti in maniera diretta per tentare di fermare il “mostro” dall’inquinare in libertà. C’è poi da considerare che molti politici, sindacalisti, sindaci e assessori, siano dipendenti delle industrie, con tutta la difficoltà schematica che questo può comportare; non è un’accusa, ma solamente una constatazione, di fatto, storica e dettata dalla condizione contingente che la storia ha regalato a questo territorio destinato a soccombere, sotto i colpi delle lobby della chimica e della raffinazione.
I poteri del sindaco derivano direttamente dalla legge; allo stato attuale è prevista un’organica disciplina delle seguenti materie: gestione dei rifiuti e bonifica; tutela delle acque e dell’aria dall’inquinamento, gestione delle risorse idriche, difesa del suolo e lotta alla desertificazione, gestione delle aree protette; tutela risarcitoria contro i danni all’ambiente. In particolare, in caso di emergenze sanitarie o d’igiene pubblica a carattere esclusivamente locale le ordinanze contingibili e urgenti sono adottate dal sindaco quale rappresentante della comunità locale. È il responsabile della salute pubblica, intesa come difesa e non offesa.
Per meglio intendere il campo d’intervento del sindaco occorre avere riguardo alla definizione di ambiente secondo l’indirizzo affermato dalla Suprema Corte di Cassazione, ed alle materie che tale definizione sottende.Continua qui

27 agosto 2017

1)La sfida delle rinnovabili: nel 2050 139 paesi possono essere green al 100% 2)Verdi e mansueti giganti metallurgici

Tratto da Telecolor

La sfida delle rinnovabili: nel 2050 139 paesi possono essere green al 100%

Energia derivante da sole, acqua e vento, senza bisogno di combustibili fossili: da qui al 2050, 139 Paesi nel mondo potrebbero alimentarsi al 100% grazie a questi tipi di energia. Un team di ricercatori capitanato dall’università di Stanford, in un recente studio, ha delineato i cambiamenti infrastrutturali necessari a raggiungere l’obiettivo. In un articolo sulla rivista Joule, gli studiosi hanno scritto che gli interventi utili per dire addio a petrolio e carbone porterebbero una serie di benefici. Tra questi la creazione, nel complesso, di 24 milioni di posti di lavoro. Soprattutto, imboccare la “strada verde” consentirebbe di evitare tra i 4 e i 7 milioni di morti annue legate all’inquinamento dell’aria. Tra costi climatici e sanitari, inoltre, si potrebbero risparmiare 20mila miliardi di dollari. I vantaggi di passare al 100% di rinnovabili interessano anche l’Italia. Il bilancio tra posti di lavoro creati nelle energie pulite e posti persi nelle energie tradizionali porterebbe a un attivo di 485mila nuove occupazioni, mentre le morti evitabili ogni anno si attesterebbero tra le 5mila e le 45mila

Tratto da Il Sole24 ore

Verdi e mansueti giganti metallurgici

Mettiamo che siate il capo del governo di una grande nazione dell’Occidente, e che una delle regioni della vostra nazione sia, storicamente, terra di miniere di carbone, uno dei motori energetici dell’intero Paese, e dia lavoro a centinaia di migliaia di famiglie. Mettiamo però che l’estrazione del carbone cominci a costare troppo, perché ci sono altre forme d’energia più economiche; inoltre, il carbone inquina terribilmente, sia nel momento dell’estrazione (la regione in questione è una delle più brutte dell’intera nazione) sia nel momento in cui si trasforma in calore ed energia. Che fate?
Opzione A: dite che siete stato eletto coi voti degli abitanti di Pittsburgh, non degli abitanti di Parigi, e riaprite le miniere, infischiandovene dell’inquinamento e della scarsa razionalità economica dell’impresa. Opzione B: vi inventate un sistema per riorientare le attività produttive della regione e, con l’ occasione, date anche una pulita all’ambiente. La cattiva opzione A è naturalmente quella scelta dal villain Donald Trump nel momento in cui ha deciso di «rimettere i minatori della Pennsylvania al lavoro». La buona opzione B è quella che tra gli anni Settanta e oggi hanno scelto i tedeschi della Ruhr, e le conseguenze di quella scelta sono queste colline, queste acque limpide, quest’aria salubre..... 
Fino a qualche decennio fa la Ruhr era il cuore dell’attività mineraria e della siderurgia europea..... Ma la grande idea è stata la svolta green. Invece di radere al suolo tutto quanto, gli abitanti del Ruhrgebiet hanno deciso di rimettere tutto in sesto e di trasformare l’area mineraria in un gigantesco parco, l’Emscher Landschaftpark, che copre un terzo del territorio della regione....
 E così i torpedoni caricano e scaricano tutto l’anno migliaia di turisti compitissimi, castigatissimi, davanti alla ex-miniera dello Zollverein a Essen, alla Jahrhunderthalle di Bochum, al Tetraedro di Bottrop – tutte cose molto prosaiche, per niente artistiche, persino micragnose a paragone di quel che si trova in un qualsiasi borgo italiano ...; ma, come i grandi chef con gli avanzi della cena, i tedeschi sono riusciti a costruire attorno a questo ordinato nulla dozzine di teatri di varia foggia, sale da concerto, gasometri riattati a museo , persino una pista da sci coperta di 600 metri che funziona anche d’estate. Il tutto ovviamente con conseguenze benedette sul mercato del lavoro: gli ultimi superstiti della Ruhr del carbone fanno le guide negli stabilimenti minerari, gli altri hanno trovato il loro angolino in questo spicchio di terziario....
Su Il Sole24 ore l'articolo integrale

25 agosto 2017

Negli Usa le rinnovabili presentano il conto, migliaia di vite salvatee miliardi di dollari

Tratto da Lifegate
In meno di dieci anni negli Stati Uniti, grazie a solare ed eolico, è stata evitata la morte  
di 12.700 persone. Ridotti anche i costi ambientali e sanitari.
Una ricerca realizzata dal Lawrence Berkeley National Lab fornisce nuove ragioni a 
sostegno della necessità di abbandonare al più presto i combustibili fossili e ampliare 
l’uso delle energie rinnovabili. Secondo lo studio, negli Stati Uniti, eolico e solare
 hanno permesso diprevenire la morte prematura di quasi 12.700 persone tra il 2007
 e il 2015, facendo risparmiare al Paese miliardi di dollari in costi sanitari e ambientali.

La crescita di solare ed eolico aiuta a vivere meglio


Parallelamente alla crescita delle rinnovabili nel settore dell’energia, tra 2007 e 2015, i principali inquinanti atmosferici sono diminuiti. Lo studio elaborato dal Berkeley Lab – il più grande centro
di ricerca internazionale nel campo della fisica –, è stato sponsorizzato dal Dipartimento di Energia
degli Stati Uniti e pubblicato dalla rivista scientifica “Nature Energy”. L’analisi ha mostrato come
la produzione di elettricità attraverso le fonti pulite abbia ridotto quella prodotta con le fonti
tradizionali e, di conseguenza, le emissioni di gas ad effetto serra.

Nel periodo 2007-2015, grazie anche a una serie di norme a sostegno delle rinnovabili, ilboom del
solare e la crescita dell’eolico hanno creato positive ripercussioni sulle emissioni del settore 
elettrico. Non è quindi un caso – e non si può parlare di un effetto collaterale alla crisi economica
 che ha investito il mondo occidentale grossomodo nello stesso arco di tempo – se l’anidride 
carbonica ha registrato un meno 20 per cento, l’anidride solforosa è calata del 72 per cento, l’ossido 
di azoto del 50 per cento e le minuscole particelle note come PM2.5 del 46 per cento. 
Una riduzione dovuta alla sostituzione delle fonti fossili con altre pulite – solare ed eolico, 
insieme, sono passati dai circa 10 gigawatt del 2007 ai circa 100 del 2015 –, e a norme più 
severe sulle emissioni.

Più rinnovabili, meno costi sanitari e ambientali

I ricercatori del Berkeley Lab hanno stimato che la crescita di solare ed eolico ha permesso di 
prevenire malattie come asma, cancro, problemi polmonari a un numero di persone stimato tra
 le 3 mila e le 12.700 unità, con un risparmio in termini di costi sanitari tra i 29,7 e i 112,8 
miliardi di dollari. Le nuove tecnologie hanno avuto un impatto consistente anche in ambito
 ambientale con benefici stimati tra i 5,3 e i 106,8 miliardi di dollari. Questi ultimi riguardano
in particolare cambiamenti relativi alla produttività agricola, all’utilizzo di energia, a mancate
 perdite legate a disastri, come le inondazioni, causati dal cambiamento climatico, diretta 
conseguenza del riscaldamento globale indotto dall’alta concentrazione di anidride carbonica 
accumulata nella nostra atmosfera.

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23 agosto 2017

Paolo Ermani:Di Terra ne abbiamo una sola e non ci saranno tempi supplementari una volta devastata quella.

Tratto da Il Cambiamento
Cambiamenti climatici, esaurimento risorse, sesta estinzione di massa: siamo alla resa dei conti?
di Paolo Ermani

Oltre 50 gradi percepiti in varie zone d’Italia, 49 a Firenze e Napoli, Ferrara 48, Rimini 47 e quasi dappertutto temperature oltre i 40 gradi. E poi improvvisamente piogge brevi e fortissime, grandine fuori norma, trombe d’aria in luoghi dove non se ne erano mai viste. Cosa sta succedendo ormai tutti dovrebbero saperlo...

Ma non c’è da preoccuparsi, pensano ancora in tanti; è solo una percezione sbagliata, una bufala dei cattivi ambientalisti che sono contro il “progresso”!

"Adda passà 'a nuttata", poi si ricomincia tutto daccapo; il prossimo anno sarà ancora peggio e proprio per il peggioramento delle condizioni, le azioni da intraprendere anno dopo anno diventeranno sempre più radicali e allo stesso tempo anno dopo anno, si fa poco o nulla. Non si fanno azioni minime, figuriamoci quelle cosiddette radicali che poi non lo sono affatto, di radicale c’è solo l’attacco all’ambiente e alle persone da parte di chi non concepisce altro che il profitto a scapito di ogni essere vivente. Come possono dei governi schiavi delle multinazionali e del PIL, proporre misure efficaci contro le emissioni inquinanti e climalteranti? Come possono le persone schiave del consumo, ridurre drasticamente le loro pretese di continuare a inquinare, comprare, buttare, come se il mondo fosse un immensa cloaca? Altro che riforme che non cambiano nulla e sono vuote parole, ci vogliono immediate azioni concrete e risolutive.

Al primo posto bisogna mettere la tutela dell’ambiente e la salvaguardia delle persone, poi viene tutto il resto.
Ma per attuare queste politiche ci vuole una enorme forza dal basso fatta di esempi e cambiamenti reali che tra l’altro apportano vantaggi come il miglioramento della qualità della vita, avere aria, acqua, cibo più sani, quindi c’è solo da guadagnarci. I governi attuali sono del tutto inadeguati e impreparati di fronte a queste sfide, devono abbandonare la partita o recepire tutto quello che chi con attenzione e lungimiranza, ha proposto ed applicato da sempre per scongiurare il peggio.

E i dati purtroppo parlano chiaro senza nessuna possibilità di diversa interpretazione o equivoco, abbiamo ormai superato le 412 parti per milione di CO2 in atmosfera, limite oltre il quale i cambiamenti climatici diventano catastrofici e dopo il recente distacco dell’enorme iceberg dal Polo Sud grande più dell’intera Liguria, non si capisce cosa altro dobbiamo attendere o capire. Gli studi scientifici si moltiplicano, la stessa autorevole rivista Nature ci parla di effetto serra fuori controllo e dalle prospettive drammatiche per l’umanità. E se anche mesi interi senza pioggia con l’agricoltura in ginocchio, non fanno smuovere coscienze e azioni, vuol dire che abbiamo bisogno di catastrofi ancora più gravi e drammatiche. Dove vogliamo arrivare? Ad avere intere città senz’acqua e morti per le strade? Uragani di dimensioni tropicali colpire le nostre città costiere con devastazioni immani? Forse allora, ma solo se il tutto sarà trasmesso rigorosamente via televisione, youtube e facebook, si correrà ai ripari? Chissà?

Il 2 agosto abbiamo avuto l’overshoot day cioè la data che ogni anno cade sempre prima e che è il simbolo della rapida erosione delle risorse non rinnovabili del pianeta e della sua capacità di assorbire i nostri rifiuti, il nostro inquinamento. Una data simbolo che è la certificazione anche scientifica, che chi parla di crescita infinita in un pianeta dalle risorse finite è un autentico pazzo. Stiamo erodendo ogni risorsa come se i nostri figli e nipoti non esistessero.

Le conclusioni sono assai facili da trarre, ci stiamo suicidando. O per meglio dire, un sistema basato sulla crescita e il capitalismo selvaggio ci sta sterminando tutti. E cosa ci facciamo con le mirabolani scoperte della nostra scienza e tecnologia se stiamo distruggendo le basi della vita stessa e della possibilità di esistere su questo pianeta? Ci illudiamo poi che con un po’ di energie rinnovabili e una riverniciatina di verde si possa continuare imperterriti a produrre quantità infinite di merci superflue.

Ma la crescita, la modernità, non dovevano regalarci prosperità e benessere? E dove è questa prosperità e benessere se ci stiamo regalando un futuro da incubo? Dove è questa prosperità e benessere se stiamo esaurendo tutte le risorse non rinnovabili del pianeta e rendendolo una discarica? Se stiamo arrostendo nell’effetto serra e stiamo provocando la sesta estinzione di massa, la prima della storia della terra determinata da una sola specie la più crudele sanguinaria di tutte, l’uomo, assai stupidus e niente sapiens?

Chi è il selvaggio, il sottosviluppato fra chi distrugge il suo habitat e chi lo preserva? Fra chi elimina le stesse fonti della sua esistenza e chi cerca di mantenerle?

Era inevitabile che dopo aver devastato tutto, l’uomo si rivolgesse contro se stesso. Un cancro distrugge il corpo che lo ospita e poi muore lui stesso, drammatica analogia con quello che l’uomo che si considera civile, evoluto, moderno, tecnologicamente avanzatissimo, sta facendo.

Ma una volta sbarazzatosi di questo stupido e presuntuoso uomo moderno che non conosce nulla, né della sacralità della natura, né delle sue inviolabili leggi, la terra proseguirà la sua vita senza più quell’essere che gli indiani d’America avevano già avvertito: una volta abbattuto l’ultimo albero, prosciugato l’ultimo fiume e mangiato l’ultimo pesce, vi accorgerete che il denaro non si può mangiare....
Di Terra ne abbiamo una sola e non ci saranno tempi supplementari una volta devastata quella.

Leggi l'articolo integrale su  Il Cambiamento

21 agosto 2017

Studio Forastiere-Brindisi: l’indagine ufficiale dice che le emissioni sono letali, e ora?

Tratto da Contropiano

Brindisi: l’indagine ufficiale dice che le emissioni sono letali, e ora?


Di recente, luglio 2017, è stato presentato a Bari e a Brindisi lo studio epidemiologico sugli effetti delle esposizioni ambientali sulla mortalità e morbosità della popolazione residente a Brindisi e nei comuni limitrofi (Studio Forastiere). Lo studio approfondisce e conferma i risultati di indagini “libere” non “ufficiali” realizzate in precedenza e ciò su cui i residenti della zona hanno esperienza: le emissioni industriali determinano aumento di mortalità per tumori, leucemia, eventi coronarici acuti e per malattie respiratorie. Niente di nuovo, quindi, per chi vive a Brindisi e dintorni e conosce i lutti per cancro tra parenti e amici e i depositi neri sulle strade intorno alla centrale a carbone che rompe in maniera imponente la linea del mare.
Allo studio epidemiologico, fortemente voluto anche con una raccolta firme dai brindisini, ora deve seguire una decisione politica adeguata. Il movimento No al Carbone chiede che si cominci a parlare di “disastro ambientale”, l’associazione Salute Pubblica in una lettera aperta rileva le emergenze operative che scaturiscono dallo studio epidemiologico, sottolinea la necessità di richiamare alle responsabilità penali e civili i responsabili di questi danni sanitari, di ridurre le disuguaglianze socio-economiche evidenziate dallo studio per ridurre le disuguaglianze di salute e chiede alle istituzioni di promuovere quanto prima incontri pubblici per illustrare ai cittadini le decisioni che intendono adottare....

Il rapporto, disponibile on line, contiene e analizza i risultati dell’indagine epidemiologica condotta per valutare l’effetto delle sostanze tossiche emesse dalle centrali elettriche e dal polo petrolchimico sulla salute dei residenti considerando l’insorgenza di patologie, l’aggravamento tale da comportare un ricovero ospedaliero o, addirittura, il decesso.
Lo studio ha valutato l’effetto cronico delle esposizioni agli inquinanti emessi dalle centrali termoelettriche e dal polo petrolchimico sulla mortalità della popolazione residente nell’area di Brindisi. Per 223.934 persone, residenti tra il 2000 ed il 2010 a Brindisi e in altri 6 comuni limitrofi, è stata ricostruita l’esposizione analizzando le emissioni degli impianti industriali relative al periodo 1991 – 2014. Gli inquinanti scelti come traccianti degli impianti in studio sono stati: particolato (PM10) e anidride solforosa (SO2) per le centrali termoelettriche e i Composti Organici Volatili (COV) per il complesso petrolchimico. L’esposizione della popolazione residente nel comprensorio di Brindisi è stata stimata considerando le impronte al suolo dei traccianti per ciascun anno del periodo di studio.....  
                                         
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20 agosto 2017

Cosa sono le tossine? Quali sono i rischi per la salute

Tratto da Tuttogreen

Tossine, cosa sono e quali sono i rischi per la salute

Cosa sono le tossine? 
Le tossine sono sostanze che nuocciono al mantenimento dell’equilibrio biochimico delle nostre cellule e quindi della nostra salute in generale. Si tratta di metaboliti, ossia sostanze di scarto che si accumulano nel tempo all’interno del nostro organismo, indebolendolo e predisponendolo ad attacchi esterni, infiammazioni e malattie.

I due tipi di tossine

L’origine delle tossine è duplice. Convenzionalmente, vengono suddivise tra quelle che possono provenire dall’ambiente che ci circonda (esogene) e quelle che vengono dall’interno del nostro corpo, prodotte quindi da noi (endogene).

Tossine esogene

Tra le tossine esogene ci sono i metalli pesanti come:
  • piombo
  • mercurio
  • cadmio
  • nickel
  • arsenico
  • alluminio
Questi metalli derivano dall’inquinamento ambientale ed entrano direttamente nella catena alimentare. Essi tendono ad accumularsi all’interno del cervello, dei reni e del sistema immunitario, compromettendone anche seriamente le normali funzioni.

Tossine endogene

Le tossine endogene invece sono le sostanze di rifiuto generate dal nostro fisiologico metabolismo. Ad esempio quando ingeriamo un determinato cibo che durante la digestione viene trasformato in sostanze colloidali o cristalli.

Tossine batteriche

Le intossicazioni batteriche possono insorgere per l’assunzione di acqua o cibi contaminati o mal conservati. Ecco alcune delle più comuni tossine batteriche.
  • Salmonella. Si può trovare in tutte le carni, sia bianche che rosse, nelle uova, nel pesce, nei molluschi e in alcuni tipi di verdure. Contengono una endotossina che provoca una sintomatologia caratteristica, la gastroenterite.
  • Vibrio Colerae o tossina colerica. Provoca un’alterazione dell’equilibrio osmotico nelle cellule della parete intestinale, richiamando acqua all’interno dell’intestino. La conseguenza è una forte diarrea emorragica, che porta ad una severa disidratazione, e, in alcuni casi, persino alla morte della persona contaminata. Si può contrarre attraverso il consumo di molluschi, frutta e verdura cruda.
  • Stafilococco. Causa un’intossicazione alimentare grazie ad un’enterotossina che provoca squilibri gastrointestinali associati a febbre alta.
  • Botulino. Il botulino si trova negli alimenti: si forma facilmente in quelli conservati in maniera scorretta. Per esempio conserve o sottolio conservati in frigorifero per un periodo eccessivamente prolungato. Si tratta di una neurotossina con conseguenze letali, causando una paralisi dei tessuti muscolari.
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19 agosto 2017

American Journal of Physiology :L’inquinamento ambientale causa gravi conseguenze fino a 3 generazioni

TRATTO DA UNIVERSO MAMMA
L’inquinamento ambientale causa gravi conseguenze fino a 3 generazioni

Uno studio ha indagato gli effetti dell’inquinamento durante la gravidanza con sorprendenti risultati.
Risultati immagini per DONNA INCINTA INQUINAMENTO

inquinamento e asma: uno studio

Esporsi agli agenti inquinanti durante la gravidanza può aumentare i rischi di asma nei bambini fino a 3 generazioni.
Lo studio è stato pubblicato su: American Journal of Physiology — Lung Cellular and Molecular Physiology.
Gli scienziati hanno studiato 3 generazioni di topi nati da mamme che erano state esposte a particelle di diesel esaurito, o a particelle di aria umana concentrata durante la gravidanza.
Inizialmente sono state comparate cellule dei polmoni di una prima, poi una seconda e terza generazione di topi non esposti all’inquinamento.
Tutte le generazioni di topi le cui madri erano state esposte all’inquinamento registravano un incremento di un tipo di cellule immuni, un segnale comune dell’allergia.
Le generazioni dei topi esposti all’inquinamento presentavano anche elevati livelli di interleuchina, proteine che regolano il sistema immunitario, un altro segnale del rischio di asma.
Dover affrontare un ambiente inquinato prima della nascita causa cambiamenti epigenetici nella prole, il codice del DNA viene mutato dal modo in cui viene usato (la metilazione del DNA).
I ricercatori hanno scoperto che la metilazione atipica del DNA porta ad ereditare l’asma attraverso diverse generazioni, con cambiamenti anomali nelle cellule chiamate cellule dendritiche.
Si tratta di cellule che svolgono un ruolo chiave nello sviluppo dell’asma nei primi stadi dell’esistenza.Continua qui

18 agosto 2017

Cambiamenti climatici: tutta colpa dell’uomo – e' dimostrato da un recente studio USA

Tratto da Ecobnb
Cambiamenti climatici: tutta colpa dell’uomo – lo dimostra un recente studio USA


Stiamo sentendo gli effetti dei cambiamenti climatici e un recente studio americano prova
che la colpa è dell’uomo
. Il nuovo report lancia l’allarme
Negli ultimi 40 anni si è registrato un aumento della frequenza delle ondate di caldo, sono aumentate le piogge devastanti e altri eventi di maltempo estremi. Un nuovo studio prodotto dagli scienziati di 13 agenzie federali americane dimostra chiaramente le relazioni tra cambiamenti climatici e aumento di CO2 prodotto dall’uomo.
I dati di questa recente ricerca contraddicono le affermazioni del presidente Trump, che ancora non crede che il riscaldamento globale sia causato dall’uomo e dall’aumento di CO2. Forse per questo il recente studio americano non è ancora stato approvato dal governo di Trump

“Le prove del cambiamento climatico sono abbondanti, dall’alto dell’atmosfera alla profondità degli oceani” si legge nel report, che si inserisce nel National Climate Assessment richiesto dal congresso ogni quattro anni (la precedente valutazione climatica nazionale statunitense era stata pubblicata nel maggio 2014)...

Le temperature continuano a crescere



Lo studio di 673 pagine afferma più volte la connessione tra riscaldamento globale (dell’atmosfera e dell’oceano) e attività umane. Gli studi condotti sugli ultimi anni mostrano inoltre delle condizioni climatiche preoccupanti. Sono stati i tre anni più caldi in assoluto, accompagnati da un costante scioglimemento dei ghiacci artici.
Nel rapporto, che non è ancora stato approvato da Trump, si legge:“Dal 1880 al 2015 le temperature sono aumentate di 1,6 gradi Fahrenheit e le cause sono da considerarsi legate al comportamento degli esseri umani. La situazione è addirittura precipitata con un drammatico aumento delle temperature che ha portato al clima più caldo degli ultimi 1500 anni.
Il trend di riscaldamento globale si è impennato negli ultimi tre anni. Il 2014 è diventato l’anno più caldo a livello globale, il 2015 ha superato il 2014 con un ampio margine e il 2016 ha superato il 2015. Gli ultimi17 anni sono gli anni più caldi registrati per il globo“.

Entro il 18 agosto, il governo statunitense dovrà approvare lo studio scientifico. Tuttavia, uno dei
responsabili, Scott Pruitt, amministratore di una delle agenzie incaricate all’approvazione, come Trump non crede ancora che l’anidride carbonica sia una delle cause principali del riscaldamento globale.

Nel frattempo, negli Stati Uniti la temperatura media annuale è aumentata di 1°C per il periodo 1901-2016 e sta continuando ad aumentare. Anche se fermassimo le emissioni di gas ad effetto serra in atmosfera le temperature continuerebbero comunque a crescere di almeno 0,3°C. Secondo le proiezioni scientifiche l’aumento effettivo di temperatura sarà di circa 2°C.
Il fatto è che un aumento di 2°C della temperatura annuale ha degli effetti già molto preoccupanti:
ondate di caldo più lunghe di quelle attuali, inondazioni più frequenti, un maggior numero di incendi,
e una distruzione più veloce delle barriere coralline.

Cambiamenti climatici: gli oceani non fanno eccezione


........Le temperature dell’aria in superficie in Alaska e nell’Artico sono aumentate negli ultimi 50 anni più del doppio della temperatura media globale. Così, dal 1980 ad oggi il ghiaccio artico è diminuito costantemente, con una perdita del 3,5% – 4,1% per decennio.
Insomma, lo studio americano mostra chiaramente che l’attività umana è la prima responsabile dei cambiamenti climatici. Gli scienziati avvertono che l’aumento annuo di oltre 2°C delle temperature può diventare catastrofico.
Per ridurre i cambiamenti climatici in atto (fermarli è impossibile) è necessaria una significativa riduzione del livello globale di emissioni di anidride carbonica. ......Leggi l'articolo integrale

Ansa -Smog: Ue, ufficializzati nuovi limiti impianti industriali

Tratto da Ansa

Smog: Ue, ufficializzati nuovi limiti impianti industriali

Giro di vite da 2021 potrebbe evitare 20mila morti premature                                                17 agosto, 

Smog: Ue, ufficializzati nuovi limiti impianti industrialiSmog: Ue, ufficializzati nuovi limiti impianti industriali

BRUXELLES - E' stata formalmente pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell'Ue la decisione che adegua i limiti delle emissioni inquinanti dei grandi impianti industriali alle migliori tecniche disponibili (Bat). Entro il 2021 circa 3.500 tra centrali a carbone, gassificatori e alcuni grandi inceneritori dovranno adottare nuovi standard per ridurre l'inquinamento atmosferico, con limiti più severi per le emissioni di ossidi di azoto (NOx), anidride solforosa (SO2), mercurio e particolato fine (Pm). Secondo uno studio della ong European Environmental Bureau, le nuove regole potrebbero contribuire a prevenire oltre 20mila decessi prematuri ogni anno.

14 agosto 2017

Arpat Misurare l'inquinamento atmosferico ad alta risoluzione

Tratto da Arpat

Misurare l'inquinamento atmosferico ad alta risoluzione

Misurare l'inquinamento atmosferico ad alta risoluzione
I livelli di inquinamento atmosferico urbano variano notevolmente anche a brevi distanze (meno di 1 km), a causa di fonti di emissione non distribuite uniformemente, nonché della diluizione degli inquinanti e delle trasformazioni fisico-chimiche degli stessi. I metodi istituzionali di monitoraggio della qualità dell'aria attraverso stazioni fisse di rilevamento, pur rispondendo ai criteri normativi in base ai quali i dati di qualità dell'aria devono essere prodotti e valutati, non hanno la risoluzione spaziale adatta a rappresentare tutti i diversi livelli di esposizione all'interno di un'area urbana.
Uno studio, recentemente pubblicato sulla rivista Environmental Science and Technology, che ha coinvolto le università della California, di Washington e del Texas, quella di Vancouver in Canada, oltre alla British Columbia ed un istituto di Utrecht nei Paesi Bassi, ha sperimentato un metodo di misura per rivelare l'inquinamento atmosferico urbano con un dettaglio spaziale di 4-5 ordini di grandezza maggiore di quella ottenuta con le tradizionali stazioni di monitoraggio fisse.
I ricercatori hanno infatti dotato i veicoli di Google Street View di sensori in grado di misurare ossidi di azoto (NO e NO2) e black carbon campionando ripetutamente ogni strada in una zona di 30 km2 di Oakland, in California, raccogliendo così il più grande insieme di dati di qualità dell'aria urbana di questo tipo.
Anche se i livelli istantanei degli inquinanti variano rapidamente nell'ambiente stradale, ripetendo i campionamenti su ogni strada e calcolando valori medi (mediane) sul lungo termine, si ottengono stime stabili e precise dei livelli di inquinamento. Le mappe risultanti rappresentano le concentrazioni degli inquinanti integrate nel tempo, su una scala di 30 m. I risultati mostrano una variabilità sorprendentemente netta su piccole dimensioni, apprezzabile solo grazie alla risoluzione spaziale molto fine del modello.
Poiché la variazione locale della qualità dell'aria influenza profondamente la salute pubblica e la qualità dell'ambiente, i risultati raggiunti dallo studio hanno importanti implicazioni sulla misurazione e sulla gestione dell'inquinamento atmosferico.
L'analisi capillare, come quella condotta dalle auto Google, può infatti generare una mappa fedele alla realtà, indicando quali siano i punti che maggiormente necessitano di un intervento, fornendo così indicazioni puntuali alle istituzioni e agli amministratori locali.