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30 agosto 2011

1)BEYOND COAL-OLTRE IL CARBONE 2)Coira 27 agosto 2011 :UNITI CONTRO LE CENTRALI A CARBONE.




BEYOND COAL
Tratto da SIERRA CLUB VERSIONE ORIGINALE

CHIUSURA DELLA CENTRALE A CARBONE : - accordo raggiunto per mandare in pensione il Vecchio, Sporco impianto a carbone sul Fiume Potomac.


Il Sindaco di
New York
Michael R.Bloomberg, e il direttore esecutivo del Sierra Club Michael Brune si trovano su una barca davanti alla vecchia , sporca e mortale centrale a carbone Genon in Alexandria, sul fiume Potomac per annunciare una nuova partnership per spostare l'America Al di là del carbone.
Ha annunciato Bloomberg alla Campagna del Sierra Club Oltre il carbone .
Oggi, la notizia più importante per quel famigerato impianto è la chiusura - Il Comune di Alexandria e Genon hanno raggiunto un accordo per chiudere il Potomac River Station dal 1 Ottobre 2012 .

Oggi, dopo anni di duro lavoro da parte degli attivisti locali e dei residenti interessati, il Comune di Alexandria e Genon ha annunciato che l'impianto andrà definitivamente in pensione l'anno prossimo.

"Il far chiudere questa
importante fonte di inquinamento nella capitale della nostra nazione segna un enorme passo simbolico verso il movimento della nazione al di là di carbone", ha detto Michael Brune. "L'inquinamento di questa centrale elettrica a carbone ha fatto ammalare i residenti dal 1949 - ha contribuito all'aumento dei tassi di asma , malattie respiratorie e altri problemi di salute prodotti dalla centrale a carbone sul fiume Potomac .PENSIONARE QUESTA CENTRALE significa aria più pulita, acqua più pulita e più sana per i bambini e le famiglie.."

Questa centrale a carbone sporco ha iniziato ad operare nel 1949 e mancando ancora i controlli dell'inquinamento moderni, rende le persone malate vomitando l'inquinamento del carbone direttamente sui condomini vicini, case e aziende.
L'annuncio di oggi è il culmine di molti anni di dure lotte da parte degli attivisti locali, dei residenti ,di Sierra Club, e diverse organizzazioni nazionali tra cui Greenpeace, Chesapeake Climate Action Network e del movimento inter-religioso Greater Washington Interfaith Power and Light.

Questo accordo tra Genon e la città di Alexandria è un passo enorme nella nazione del movimento al di là del carbone. L'annuncio di oggi è un percorso in avanti e riflette veramente l'interesse di entrambe le parti ", ha detto il sindaco di Alexandria William D. Euille in un comunicato stampa." Questa notizia rafforza il futuro di Alexandria e apre la porta per una migliore qualità della vita dei nostri residenti. "

L'affermazione del Sindaco Euille sulla qualità della vita non potrebbe essere più corretta . I recenti risultati della modellazione del Sierra Club sull' inquinamento dimostrano che livelli pericolosi di particolato e smog viaggiano sottovento dalla centrale direttamente nel Ward 8, producendo impatti sulla salute e sul benessere di migliaia di residenti DC

Oltre 400.000 residenti in Virginia e Washington DC vengono direttamente influenzati dall' inquinamento della centrale, che secondo una analisi del Dossier Ambientale del Sierra CLUB rilascia più di 1.400 tonnellate di sostanze inquinanti nell'aria ogni anno.
Questo inquinamento può scatenare attacchi d'asma, malattie respiratorie, e contribuisce alle malattie cardiache, al cancro e ad altre malattie.
A livello nazionale, l'inquinamento delle centrali elettriche a carbone è responsabile per miliardi di dollari di spese sanitarie e di giornate di lavoro e scuola perse».

Anne Hitt, però avverte: «Dobbiamo essere chiari: c'è ancora da lavorare prima che questo accordo sia completamente concluso, dato che i regolatori e gli operatori di rete dovranno approvare l'accordo, per questo dobbiamo mantenere la pressione nel corso dei prossimi mesi, per garantire che l'impianto vada in pensione . Ma siamo molto, molto vicino a ottenere, ciò che vogliamo.

Mary Anne Hitt
Ricordo ancora che eravamo in piedi davanti alla centrale a carbone in quel giorno di luglio con il sindaco Bloomberg - i nostri occhi bruciavano dall'inquinamento... Mi ricordo di immaginare la rabbia e la paura che avrei avuto se dovessi far crescere la mia giovane figlia all'ombra di quelle ciminiere, temendo ogni giorno per la sua salute, la sua vita, e il suo futuro.

Questa notizia arriverà come un gran sollievo per le famiglie di Alexandria, e sarà come un faro di speranza per decine di altre comunità , che vivono nel perimetro di centrali a carbone mortali proprio come questa. Il messaggio è chiaro - lavorando insieme, possiamo spostare le nostre città, i nostri stati e la nostra nazione, al di là di carbone. Ci complimentiamo con questa decisione e il duro lavoro di molti residenti impegnati che vogliono un pulito e sano futuro energetico per la loro comunità.

- Mary Anne Hitt, direttore del Sierra Club Oltre campagna carbone

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Tratto da Strilli it

Coira 27 agosto 2011 NO al CARBONE

Da Saline Joniche alla Svizzera per dire ''no'' al carbone

La manifestazione ha suggellato l’impegno del Coordinamento delle associazioni dell’area grecanica, Legambiente e WWF sul fronte del no al carbone e all’impianto di Saline Joniche
e ha rafforzato l’eco contro l’uso di questo combustibile, conferendo ad essa una risonanza internazionale necessaria. Il tutto attraverso una manifestazione che la Svizzera ricorderà a lungo e che è stata raccontata dalle più importanti testate elvetiche.Leggi tutto








Tratto da "Il Fatto Quotidiano"

Uniti contro le centrali a carbone.


Sabato 27 agosto oltre 1000 persone a Coira, Svizzera, hanno preso parte alla manifestazione appoggiata da diverse organizzazioni ecologiste “Nessun danno al clima dai Grigioni: centrali a carbone addio”, per protestare contro la prevista costruzione di due centrali elettriche a carbone, in Germania e in Italia.
La manifestazione, che ho potuto seguire direttamente, promossa dall’associazione Zukunft Statt Kohle (“Futuro invece di carbone”), si è data l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione locale per bloccare gli investimenti di Repower, un’azienda elettrica con sede nel cantone svizzero. Al Governo grigionese, che controlla il 46 per cento della società, sono state rivolte dure critiche e gli oppositori hanno annunciato di voler presentare un’iniziativa che imponga al governo locale di assicurare che l’azienda elettrica non possa investire all’estero in nuove centrali a carbone. Erano almeno centocinquanta gli attivisti giunti da Brunsbüttel in Germania e dall’Italia da Saline Joniche, dove dovrebbero tradursi in impianti insalubri gli investimenti di capitali elvetici. L’iniziativa nella capitale grigionese dimostra che l’impegno per il clima va ben oltre l’ambito locale e ha un riconosciuto valore internazionale.

Coira si connota nella storia elvetica come luogo di partecipazione, che associa il rispetto dell’ambiente all’immagine delle Alpi. Sebbene abbia ospitato un evento circoscritto, ha saputo rappresentare al meglio lo sbocco efficace di uno sforzo di preparazione in territori tra loro distanti e diversissimi, una volta tanto uniti da valori non commerciali.
Il messaggio simbolico che la manifestazione ha rimandato, in un formidabile intreccio locale e globale, è stato molto forte e potrà produrre un effetto rilevante sugli stessi programmi energetici italiani. Pertanto la notizia va diffusa, proprio perché la stampa nazionale l’ha colpevolmente oscurata.

Per la verità, una conferenza stampa tenuta a Reggio Calabria da Legambiente e dai movimenti meridionali contro il carbone ha cercato di rompere il silenzio, almeno sul territorio, ma la partita si gioca a un livello più alto.

Nonostante le forzature del nostro governo e le pressioni sul posto, emerge l’incapacità dei sostenitori della centrale di dare risposte credibili ai ragionevoli dubbi sulla sicurezza, sui pericoli d’inquinamento e sulla reale ricaduta occupazionale
.
Mentre emerge chiaramente l’incompatibilità con le scelte di sviluppo sostenibile dell’area, l’operazione della centrale si manifesta per quello che è: il risultato della saldatura tra schieramenti politici, interessi d’impresa e interessi speculativi di soggetti locali, dove le infiltrazioni mafiose sono all’ordine del giorno. Con una copertura nelle sedi nazionali che contano.

Il nostro governo spinge, anche dopo il risultato referendario, per riconfermare un ricorso sconsiderato all’energia fossile, a discapito del modello territoriale fondato sul risparmio e sulle
rinnovabili voluto dai cittadini. ......
Nessun cenno o nessuna misura sul tema centrale dell’energia che contempli un rilancio occupazionale e un risanamento ambientale, né che si misuri con la rivoluzione necessaria nella lotta ai cambiamenti climatici, con gli orientamenti energetici più avanzati dell’Europa e con la volontà espressa dal corpo elettorale.


I segnali che vengono, ad esempio, dal Giappone, dalla Germania e, sempre più sorprendentemente, perfino dalla Svizzera, dicono che 27 milioni di cittadini italiani hanno anticipato i tempi di una difficile battaglia politica, economica e culturale, che non si è risolta evidentemente solo con un plebiscito, ma va istruita giorno per giorno sia a livello locale sia a livello più ampio.
Le
dimissioni del premier giapponese, le decisioni del governo tedesco, i nuovi obiettivi di contenimento delle emissioni approvate dall’Europa nel silenzio dei governanti italiani, fino ai fatti più “minuti” di Coira, indicano un processo attivo comunque in corso, dall’esito non scontato, ma a direzione irreversibile.

Lo richiama un’affermazione di Francesca Panuccio del Coordinamento dei
movimenti contro la centrale di Saline Jonica: “Abbiamo studiato, ci siamo informati, abbiamo condiviso, facendo rete con gli altri movimenti nocoke nazionali e internazionali, acquisendo quelle competenze che oggi ci permettono di ribattere punto su punto alle baggianate di Repower, che con fare presuntuoso tenta di scavalcare i pareri contrari degli enti locali e di imporre dall’alto il suo progetto scellerato: sappia che potrà derogare alle norme, ma non alla volontà popolare.
E lo conferma la prima vittoria ottenuta dai movimenti del delta del Po: il Tar si è pronunciato contro l’avvio dell’impianto Enel a Porto Tolle (una megacentrale di potenza pari a tre reattori nucleari Epr cancellati dal sì del 13 giugno) con la motivazione che non è possibile calpestare il parere degli enti locali e delle popolazioni o eludere gli scenari alternativi al carbone.

Leggi tutto


Tratto da Zeroemission
ONU: Clean energy revolution, per un mondo più sicuro ed equo


Il segretario Generale Ban Ki-moon richiede con forza l'accesso universale alle energie moderne, il raddoppio dell'efficienza energetica e il raddoppio delle energie rinnovabili a livello globale

"I paesi che si muovono velocemente lungo un percorso di energia pulita saranno le potenze economiche del 21 ° secolo", ha dichiarato Ban Ki-Moon durante una tavola rotonda sull’energia sostenibile a Denver negli Stati Uniti. Il segretario generale ha invocato una clean energy revolution mondiale ed ha sottolianeato come il sistema dell'Onu è a favore di tre obiettivi energetici che contribuiranno ad aiutare a trasformare l'economia globale ed a prendere una strada più pulita, più sicura e più equa. Primo, garantire l'accesso universal ai servizi delle energie moderne. Secondo, raddoppiare l'efficienza energetica e terzo, raddoppiare la quota delle energie rinnovabili nell'insieme dell'energia globale.
La combinazione di questi obbiettivi permetterà di rafforzare l'equità, di rivitalizzare l'economia mondiale e di aiutare a proteggere gli ecosistemi.


“Ciò di cui abbiamo più bisogno è un forte sostegno politico per guidare questa rivoluzione energetica pulita alla velocità necessaria.ha aggiunto Ban Ki-moon - Il cambiamento climatico sta dimostrando che il vecchio modello è più che obsoleto, è pericoloso. Abbiamo bisogno di una rivoluzione nel pensiero e nell'azione che comporterà grandi cambiamenti - nel nostro stile di vita, i nostri modelli economici e nella nostra vita sociale e politica. Soprattutto, dobbiamo vincere le sfide come i cambiamenti climatici la scarsità delle risorse idriche la penuria energetica e alimentare.” (h.b.)

Tratto da Zeroemission
Iea: "Nel 2060 energia elettrica in gran parte prodotta con il Sole"
Questo il nuovo scenario delineato dall’Iea
Elettricità in gran parte fornita dall’energia solare con il resto del fabbisogno elettrico soddisfatto dalle altre fonti di energia rinnovabili.
Gas serra drasticamente abbattuti, grazie al bando pressoché completo delle fonti fossili. Così sarà il mondo tra 50 anni secondo l’Internazional Energy Agency (Iea). Anno 2060: gli impianti fotovoltaici e a concentrazione solare dominano ormai il mix energetico mondiale soddisfacendo gran parte della domanda mondiale di elettricità e le metà di tutto il fabbisogno elettrico. Eolico, biomasse e idroelettrico garantiscono il resto della copertura.

A delineare lo scenario di un mondo ‘carbon free’ Cedric Philibert, analista senior per le energie rinnovabili dell’Iea nel corso di un’intervista a Bloomberg. “Ci sarà molta più energia elettrica di oggi, ma la maggior parte sarà prodotta con le tecnologie solari”, ha detto Philibert. Che ha offerto un’anticipazione di un rapporto che sarà pubblicato prossimamente nel quale le precedenti stime sull’energia solare dell'Iea vengono corrette decisamente al rialzo: per l’esattezza di circa il 30% in più rispetto al 21% assegnato al Sole per la copertura della domanda energetica al 2050. Parallelamente, i nuovi scenari indicano una fuga dell’economia dai combustibili fossili che riguarderà anche i trasporti e i sistemi di riscaldamento che passeranno a fonti di alimentazioni più ecocomptibili. A quel punto - ha spiegato Philibert - le emissioni di anidride carbonica crolleranno dalle 30 miliardi di tonnellate all’anno del 2011 a circa 3 miliardi di tonnellate all’anno. (f.n.)

TUMORI :IL PUNTO DI NON RITORNO! POTENZIAMENTO A CARBONE PUNTO DI NON RITORNO?

Riportiamo due recenti articolo del nostro blog perchè facciano riflettere i nostri lettori ma a soprattutto perchè facciano comprendere agli amministratori e ai politici IL GRANDE PESO CHE RICADE SULLE LORO SCELTE .TUMORI:PUNTO DI NON RITORNO!
GLI OCCHI DI QUESTO BIMBO PARLANO DA SOLI E CI AUGURIAMO SIANO DI SERIO AMMONIMENTO PER CERCARE FINALMENTE UNA VIA DIVERSA ....CHE METTA AL PRIMO POSTO LA TUTELA DEI NOSTRI BAMBINI E DELLE POPOLAZIONI.
Tratto dal Bog di Beppe Grillo


E' arrivato il punto di non ritorno, a fare ammazzare dall'inquinamento noi stessi e i nostri figli io non ci sto più.

Si può fare qualcosa e da subito.

Proibire tutti gli inceneritori sul suolo italiano.
Eliminare la diffusione di sostanze cancerogene da parte delle aziende con nuove leggi e denunciando per procurata strage gli imprenditori che scaricano arsenico, cromo, benzene, toluene, etilbenzene e diossine nell'ambiente e i politici che lo permettono.
Un dato della dottoressa Gentili è drammatico: in Italia itumori aumentano del 3,2% all'anno nei primi dodici mesi di vita, la morte è trasmessa ai neonati dal corpo delle loro madri. L'avvelenamento dell'aria e dell'acqua è stato tollerato come se morire di tumore fosse la cosa più naturale del mondo, ma ora la musica deve cambiare.

Maledetti coloro che speculano sulla salute delle persone per fini di lucro, per indifferenza o per un pugno di voti.

"Caro Beppe,
dopo aver letto il post del professor Domenighetti la tentazione di cominciare a prendere un pò di aspirina è forte: una riduzione del 20% del rischio di morire di cancro dopo solo cinque anni lascia stupefatti!

C'è però un problema non secondario ed è che ancora una volta si va sulla strada della "riduzione del danno" e non sull'eliminazione delle cause, sulla strada della prevenzione primaria, della assoluta ed inderogabile necessità di ridurre l'esposizione delle popolazioni alle sostanze tossiche e cancerogene.

Nei dati sottostanti ti riporto le tonnellate di inquinanti - di cui alcuni cancerogeni certi per l'uomo - emessi in Italia in un anno "a norma di legge", dai soli grandi impianti: tieni conto che si tratta di sostanze persistenti, bioaccumulabili e che anno dopo anno, generazione dopo generazione si accumulano nei nostri corpi e si trasmettono alle generazioni successive.

Saprai dei limiti ampiamente derogati per l'arsenico nelle acque italiane, dello spostamento - grazie al Decreto Legge 155 del 13/08/10 - al 31 dicembre 2012 del divieto di superamento di un nanogrammo a metro cubo per ilbenzo(a)pirene [ e sempre a condizione che ciò non comporti costi spropositati per le aziende...], delle 150.000 tonnellate di pesticidi ogni anno utilizzati in agricoltura e che poi si ritrovano ampiamente nelle acque superficiali e profonde (vedi rapporto ISPRA "Monitoraggio nazionale dei pesticidi nelle acque", dati 2007-2008).
Insomma, ben venga anche l'aspirina, ma non diamo l'illusione che sia la risoluzione dei problemi di salute e non dimentichiamo che non potremo certo dare l'aspirina ai nostri bambini, in particolare ai lattanti in cui, nel primo anno di vita (dati AIRTUM 2008), i tumori aumentano nel nostro Paese di ben il 3.2% ogni anno!

Se non comprendiamo che il nostro sistema di vita e di sviluppo è insostenibile e non lo rallentiamo al più presto e ad ogni costo, con regole equamente distribuite e rispettate, ci comportiamo ancora una volta come scellerati predoni e se un'aspirina al giorno ridurrà il nostro personale rischio di cancro, non sarà purtroppo questa a migliorare lo stato di salute dei nostri figli e lo stato dell'ambiente in cui li costringiamo a vivere, o meglio, a sopravvivere."

Patrizia Gentilini, oncologa

ALCUNI INQUINANTI IMMESSI IN ARIA ED ACQUA IN ITALIA IN UN ANN
O

Arsenico e composti:emis. aria kg/a 1981,3, emis. in acqua 6035,3
Cadmio e composti: emis. aria kg/a 825,5, emis. in acqua 2207,5
Cromo e composti:emis. in aria kg/a 11063,5, emis, in acqua 128963,1
Nichel e comp.:emis. in aria kg/a37247,3, emis.in acqua 43365,8
Benzene, toluene, etilbenzene, xileni (BTEX): emissioni in aria kg/a 540499,6 (**), emis. in acqua 175067,8
Mercurio (Hg) e composti: emis. in aria kg/a 2821,2, emis. in acqua 1065,9
Piombo e composti: emis in aria kg/a 97063,6, emis. in acqua17903,5
Diossine (PCDD) + furani (PCDF): emis. in aria g/a 103,0
(*)Nel 2005 (dal registro nazionale INES)
(**) solo benzene

Ora il Secondo Post

1)TEATRO CHIABRERA :POTENZIAMENTO A CARBONE PUNTO DI NON RITORNO?



POTENZIAMENTO A CARBONE PUNTO DI NON RITORNO?

Finalmente il 18 febbraio è quasi arrivato: l'appuntamento con i VALENTI MEDICI,con l'ESPERTO AMBIENTALE e con i loro Grandi Bagagli di Conoscenze e Competenze per chiarire i nostri dubbi ;
ma ci attende anche un' occasione per incontrare gli amici di CIVITAVECCHIA, TARQUINIA,BRINDISI,PORTO TOLLE,ROSSANO CALABRO CHE TANTI CHILOMETRI STANNO FACENDO PER PORTARCI IL LORO FORMIDABILE CONTRIBUTO DI CONOSCENZE,DI VITE VISSUTE CON L' INCUBO DEL CARBONE ( "di sempre più carbone" )E LA LORO STRAORDINARIA VOGLIA DI NON ARRENDERSI ma DI CONTINUARE A LOTTARE PER I LORO FIGLI E PER I LORO TERRITORI .
Li ringraziamo anticipatamente tutti per la loro straordinaria collaborazione ma..... vorremmo anche ringraziare tutti coloro che riterranno importante essere con NOI DOMANI SERA a dimostrare con la loro presenza CHE IL PROBLEMA non li lascia indifferenti ma ANZI , COME NOI CONFIDANO E RICERCANO UN DOMANI DIVERSO con forme di energia PIU' RISPETTOSE DEL NOSTRO AMBIENTE E DELLA NOSTRA SALUTE.

LE ALTERNATIVE ESISTONO...............




NON SONO PENSABILI ANCORA 40 ANNI COSI'.....





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2)PORTO TOLLE WWF: UNA FOLLIA ECONOMICA E AMBIENTALE LA CENTRALE A CARBONE.

Tratto da Italia news.it

PORTO TOLLE WWF: UNA FOLLIA ECONOMICA E AMBIENTALE LA CENTRALE A CARBONE

La riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle è una mera follia non solo dal punto di vista ambientale, ma anche da quello energetico ed economico, ricorda il WWF Italia nel giorno della pubblicazione del decreto del ministero dello Sviluppo Economico che dà il via libera alla conversione a carbone della centrale termoelettrica Enel a Porto Tolle, in provincia di Rovigo.
A livello mondiale il ruolo del carbone è in progressivo declino,specie nei Paesi già industrializzati.
Negli USA, uno dei maggiori utilizzatori di tale fonte energetica, lo scorso anno non è stata costruita (o iniziata a costruire) NESSUNA nuova centrale a carbone mentre ne sono state dismesse ben 48.
Stando ad alcune proiezioni realizzate da società di analisi dei mercati, entro il 2015 negli Stati Uniti potrebbero essere fermate centrali a carbone per una potenza complessiva compresa tra i 30 e i 70 GW.

Perché l'Italia, in presenza di un surplus di gas a livello mondiale scelga il carbone sarebbe un mistero, se non fosse spiegabile con dinamiche tra l'Enel e altre compagnie.
Perché il Governo italiano lo consenta, a fronte di una gestione delle emissioni di CO2 inesistente, in un Paese che ha affrontato gli impegni di Kyoto senza uno straccio di piano credibile, non è invece comprensibile e accettabile.
Ancor più difficile da comprendere la Regione Veneto che, mentre rimane sorda alla preoccupazione non solo degli ambientalisti, ma di molti settori sociali per
la nuova centrale a carbone, che rappresenta una minaccia per la salute e per le attività economiche quali l'agricoltura -il carbone è la maggiore fonte di inquinamento da mercurio,
la Regione Veneto indice una moratoria per gli impianti fotovoltaici a terra, opponendosi allo sviluppo delle rinnovabili.

Insomma, il Veneto guarda al passato mentre il mondo va verso le rinnovabili e l'efficienza energetica.

Ci auguriamo che i cittadini del Veneto manifestino la propria opinione e si oppongano a tale logica, unendosi al WWF e tante altre associazioni (non solo ambientaliste ma che rappresentano anche importanti realtà economiche) che stanno lavorando da molto tempo contro questo progetto distruttivo, anche attraverso azioni giudiziarie e legali.

Per concludere guardatevi questo video ,già più volte riportato ,inerente la problematica CARBONE NELLA CENTRALE FEDECO II DI BRINDISI .
APPELLO DA BRINDISI A CIVITAVECCHIA
: PERCHE' PER I NOSTRI TERRITORI NEL FUTURO ANCORA SEMPRE CARBONE?


28 agosto 2011

DA TARANTO E CIVITAVECCHIA DUE REALTA' MOLTO PROVATE DALL' INQUINAMENTO AMBIENTALE:DUE IMPORTANTI CONTRIBUTI ALLA LOTTA PER LA SALUTE .


DOPO IL VIDEO SU IL FATTO QUOTIDIANO
INERENTE LA NOSTRA REALTA',PUBBLICHIAMO DUE CONTRIBUTI DA TARANTO E CIVITAVECCHIA, EFFICACI STIMOLI PER NOI TUTTI A MEDITARE E A CONTINUARE A BATTERCI CON FORZA E LUNGIMIRANZA PER ESSERE ARTEFICI DI UN MONDO MIGLIORE ED INFINE UN NUOVO ARTICOLO PUBBLICATO DAI NOALCARBONE BRINDISI .......CHE MERITA UN'ATTENTA LETTURA.

Tratto dal Blog del Comitato per Taranto

Lettera aperta di ALTAMAREA al sindaco di Taranto

Il Sindaco Stefàno ha tradito i cittadini ionici

Nell’agosto 2007 partirono da Taranto, caso unico in Italia, le “osservazioni del pubblico” nel procedimento del Ministero dell’ambiente per l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) di Ilva SpA stabilimento di Taranto. Con un documento di 87 pagine (tuttora presente sul sito di Minambiente) i cittadini dimostrarono che la documentazione presentata da Ilva era irricevibile. «Le criticità e le omissioni nella documentazione configurano un monumento alla supponenza di un’Azienda di rilievo internazionale consapevole di avere “buoni argomenti” per andare avanti per la sua strada, potendo trascurare impunemente norme, prescrizioni, raccomandazioni e impegni sottoscritti ed operare nel territorio con il piglio e l’indifferenza del “Colonizzatore”. In definitiva, la documentazione della domanda di Autorizzazione Integrata Ambientale è incompleta, omissiva e non rispondente ai requisiti fissati dai D. Lgs. 59/2005 e 152/2006, ulteriormente specificati nella “Guida alla compilazione della domanda di Autorizzazione integrata ambientale” emanata dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.»

Qualsiasi organismo pubblico avrebbe dovuto respingere al mittente quella documentazione ed avrebbe dovuto mettere subito in mora l’azienda. Questo non avvenne ma si firmò, in piena campagna elettorale, un inconcludente Accordo di Programma per l’area di Taranto e Statte di cui si sono perse le tracce. Poi ci fu il cambio del Governo ed iniziò un balletto di richieste di chiarimenti, integrazioni, approfondimenti e modifiche che si è protratto per 4 anni. Non è mai cessato il “pressing” dei cittadini sulle Istituzioni per ottenere dall’azienda la vera riduzione degli inquinanti emessi come è prescritto dalle norme italiane ed europee spesso recepite scorrettamente in Italia.

Nell’autunno del 2008, quel primo nucleo di
“pubblico interessato” divenne “AltaMarea contro l’inquinamento”, che ha continuato ad operare su quella linea originaria, ormai apprezzata e sostenuta dall’opinione pubblica. Si ottenne la convergenza tra le amministrazioni comunali di Taranto e di Statte ed il movimento cittadino.

Furono scritte le ineludibili prescrizioni che l’AIA di Ilva avrebbe dovuto contenere. Il relativo documento fu inviato al Ministero dell’ambiente a mezzo lettera/fax del Comune di Taranto prot. 709 del 29 gennaio 2009.

Quella lettera/fax fu firmata dai Sindaci di Taranto e di Statte e dai rappresentanti di 15 associazioni e comitati e fu sottoscritta da 45 Associazioni e Comitati, 5 Associazioni di categoria, 12 Ordini e Collegi professionali e 3 Sindacati che lo riconobbero come vademecum per gli interventi per la riduzione degli inquinanti emessi dallo stabilimento Ilva di Taranto. Queste cose vanno sottolineate anche come risposta alle meschinità del cosiddetto “fuoco amico”.

«I sindaci di Taranto e Statte – in virtù delle responsabilità e dei poteri ad essi attribuiti dalla vigente normativa di tutela della salute dei cittadini – ed il “pubblico ionico interessato” (associazioni ambientaliste e culturali, comitati, sindacati, ordini professionali, associazioni di categoria ed altri organismi ionici) PRESENTANO, al Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Marea, indicazioni ed osservazioni integrative sulla emananda AIA di Ilva Taranto.»

Tra le 29 indicazioni dei Sindaci citiamo:

- Incidere sui processi e sui livelli produttivi, in aggiunta ai sistemi di depurazione, in applicazione del principio di precauzione:
-
Adottare per gli impianti maggiormente inquinanti misure di risanamento ambientale più incisive e supplementari rispetto alle MTD, come da art. 8 D. Lgs 59/2005;
-
Imporre limiti di emissione molto più rigorosi e mirare a “ridurre al minimo l’inquinamento”;
-
Adottare le migliori tecniche disponibili in assoluto, prescindendo da logiche di “compatibilità economica”;
- Applicare ad ACC/1 gli interventi di adeguamento previsti per ACC/2;
- Valutare la copertura dei parchi minerali e l’adozione di ambienti confinati per lo stoccaggio;
-
Ristrutturare gli schemi idraulici prima degli scarichi a mare con monitoraggio degli inquinanti all’uscita delle singole unità;
- Non introdurre nel ciclo siderurgico l’uso del pet-coke.

Nel decreto del 4 agosto 2011 del ministro Prestigiacomo, con il quale viene rilasciata l’AIA all’Ilva, mancano anche le “Indicazioni dei Sindaci”. Di contro, il ministro sottolinea di rilasciare l’AIA avendo “rilevato che il Sindaco del Comune di Taranto non ha formulato per l’impianto specifiche prescrizioni ai sensi degli articoli 216 e 217 del Regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265”.

Il sindaco Stefàno deve chiedere scusa pubblicamente sia a quanti hanno firmato con lui o sottoscritto quei documenti che egli ha poi abbandonato, sia ai cittadini ionici che ritengono che le sofferenze ed i lutti dei loro parenti ed amici hanno molto a che fare con le emissioni in aria, acqua e suolo che provengono dagli impianti di Ilva Taranto....
AltaMarea, battuta con ogni sorta di soprusi e illegittimità nella battaglia dell’AIA, non abbandonerà il campo. Intraprenderemo ogni azione giuridica ed amministrativa atta ad accertare e punire comportamenti ampiamente scorretti e illegittimi, ben sapendo che abbiamo davanti tempi lunghi ed incerti, per la presenza in ogni dove di fortissimi conflitti di interessi.
In più, ci adopreremo perché gli elettori ionici si ricordino e tengano conto del comportamento omissivo, ambiguo ed ondivago dei politici locali e nazionali di ogni schieramento e delle forze sindacali e datoriali che di fatto hanno lasciato carta bianca al ministro Prestigiacomo e alla sua inqualificabile commissione IPPC.

Quella di Altamarea è una battaglia di civiltà che potrà avere successo se sarà sostenuta da un popolo che si batte sul serio perché le “porcate” contro Taranto cessino una buona volta e perché al governo di questa città arrivino persone rigorose, preparate ed affidabili.
Taranto 26 agosto 2011


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Tratto da Noalcarbone di Civitavecchia

Noi che permettiamo tutto questo


Sperando di non fare torto all'autore, pubblicchiamo qui una riflessione di M. Aprile (Pastore protestante di Civitavecchia) pubblicata sul suo profilo Facebook. Ringraziamo Aprile per un nuovo contributo di passione civile. Con l'augurio che la cittadinanza torni a sentire su di sé piena responsabilità per ciò che lascia accadere attorno a sé, per la pigrizia che ne rallenta il cammino verso una migliore condizione.

O Dio, che dici di essere buono, perché hai lasciato che mio figlio di cinque anni si ammalasse di leucemia?”.

Ecco un esempio, vero, di preghiera difficile, molto difficile. In essa si esprime il problema dei problemi: la sofferenza ingiustificata dell’ innocente.

Non si tratta, comunque, di materia per mere esercitazioni intellettuali di studenti di teologia.
Qui c’è la protesta dell’anima. Questa preghiera è attacco frontale alla fede, specie a quella cristiana, che si fonda proprio sulla misericordia divina...

Ogni volta che noi pastori (e qui come pastori mi riferisco a tutti, sacerdoti e pastori evangelici, catechisti e monitori di Scuola Domenicale, cappellani e persone che a vario titolo di fede offrono “cura d’anima”) ascoltiamo preghiere del genere, anche se solo sussurrate e spezzate dal pianto, ci tremano le vene ai polsi.

Ci sentiamo messi all’angolo.
Parlare significa rischiare di arruolarsi nella schiera degli amici molesti di cui Giobbe fece triste esperienza; tacere può essere ammissione della sconfitta del Dio-di-misericordia. E allora la tentazione più grande è quella di non fare né l’una, né l’altra cosa, ma di fuggire.
Fuggire lontano da domande come queste che sono come un fuoco in grado di divorare ogni cosa...

Ma tutto questo è solo una premessa. Perché trovandomi, almeno per questa volta, soltanto davanti ad un caso “ipotetico”, voglio cercare di articolare una riflessione, non una risposta beninteso, che possa essere utile almeno in parte.
E lo faccio partendo dal
contesto in cui vivo.

Ecco una foto di oggi, di due bellissime navi da crociera, nel porto della mia città, Civitavecchia.

Provate a immaginare la quantità di smog, di aria assolutamente
irrespirabile che queste fumarole producono: ogni giorno, diverse ore al giorno, diverse navi di questa stazza;
Considerate gli sbuffi velenosi che più spesso nottetempo escono dalle ciminiere delle centrali elettriche, quella della Tirreno Power e quella a carbone dell’Enel;
Considerate lo smog prodotto da uso ed abuso di automobili, e dalle altre mille forme di inquinamento dell’aria a cui è esposta la città.
Aggiungete a tutto questo anche decisioni che sembrano grottesche, come quella presa dalla Giunta Comunale, in questi giorni agostani, di privatizzare i parchi pubblici;
Considerate questa incuria, e forse anche un grado di silenziosa complicità, in nome del business e dello “sviluppo”, e condite il tutto, se volete, con la leggera e allegra partecipazione di molti di noi alle feste di piazza sponsorizzate dagli stessi che arrecano danno (il tabellone estivo dell’Enel è davvero impressionante se si considera la crisi in cui siamo).

Ecco, considerate tutto questo e poi, tornate a quella difficile preghiera iniziale.
La ripeto: “O Dio, che dici di essere buono, perché hai lasciato che mio figlio di cinque anni si ammalasse di leucemia?”.

Effettivamente ci sono dei casi in cui proprio non sappiamo darci spiegazione. Effettivamente ci sono dei casi in cui dire una parola è poco e dirne due è troppo. Effettivamente sulle labbra di un padre o di una madre, una frase del genere è sempre struggente e va accolta con rispetto.

Ma non vi pare che noi adulti dovremmo interrogarci anche un po’ prima?
Non vi pare che bisognerebbe non disertare dai compiti di più attiva cittadinanza per cercare di tutelare l’acqua che beviamo e l’aria che respiriamo? Non vi pare che prima di inquisire Dio sul suo mancato agire, dovremmo interrogarci sul nostro agire “dissennato”?

Credo che ogni volta che vediamo immagini come queste, dovremmo pensare ad una persona, magari molto giovane, della quale conosciamo il nome, che si è ammalata ed ha grandemente patito per una malattia che può essere dovuta al cumulo di tali eventi.


Lo so, non è facile stabilire una semplice correlazione tra causa ed effetto. Eppure la relazione c’è.....

La sofferenza dell’innocente non può e non deve essere, neppure per un momento, alibi del nostro disimpegno.

Questa sì sarebbe con certezza una
bestemmia.
Pastori di ogni religione, credenti di ogni cristianesimo, devoti di ogni santo, padri e madri tutte, meditate.
La domanda non è semplicemente perché Dio tarda a soccorrere l’innocente, ma perché non lo facciamo noi, che diciamo di credere in un Dio misericordioso.
Soltanto quando ci saremo battuti con tutta la nostra forza e intelligenza, per immaginare e preparare un mondo migliore, la parola “resurrezione” affiorerà sulle nostre labbra e sarà non semplicemente consolatoria, ma parola di vera speranza...

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ED ORA LEGGETEVI UN'ALTRA PUNTATA PER LA SERIE
ITALIA A TESTA IN
GIU'........
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Brindisi: ecco come l’ENI seppellisce i suoi vel-ENI.

Riportiamo solo il finale:.......E tra poco potrete dire grazie anche all’On.le Stefania Prestigiacomo (ns. illustre ministro dell’Ambiente) che è rimasta così profondamente toccata dall’emozionante storia ambientale dell’ENI che ha deciso di condonare all’ENI, con apposito decreto(leggi), tutti i più gravi disastri ambientali della storia(leggi). Brindisi incluso. Una cosa così vergognosa che più vergognosa di così non si può.

Allora senza offesa. Possiamo proporre un “Brindisi” per il nostro ministro dell’ambiente?

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