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30 giugno 2014

Osservazioni al piano regionale sui rifiuti in Liguria

Tratto da Uomini Liberi
PIANO RIFIUTI REGIONALE:
cosa vuol fare la Regione coi nostri rifiuti?
La Regione Liguria stabilisce strategie e regole sulla gestione dei rifiuti. Forse molti cittadini ignorano l’esistenza di un Piano regionale in via di approvazione e non si rendono conto di quanto questo ci possa condizionare pesantemente.
Varie associazioni e comitati, che da anni si occupano di rifiuti, e anche cittadini attraverso la rete, hanno studiato quanto la Giunta ligure ha proposto a fine 2013 e ....
...alcune hanno scritto osservazioni; lavoro complesso ma indispensabile per fare in modo che le regole favoriscano una gestione dei rifiuti corretta per ambiente, salute ed economia: cioè per evitare inquinamento, danni sanitari, tariffe troppo elevate e per creare nuove opportunità di lavoro in una Regione con troppi disoccupati.
I firmatari di questo documento esprimono alcune fondamentali osservazioni condivise:
1- la proroga dell’obiettivo 65% di RD dal 2012 al 2020 costringe a mantenere attive le varie discariche dove attualmente si conferisce “tal quale” senza pretrattamento obbligatorio, quindi fuori legge, coi noti problemi di percolato e di stabilità che le rende oggetto di indagine della magistratura.
2- la combustione dei rifiuti, anche tramite produzione di CSS (Combustibile Solido Secondario), è un sistema anti-economico di produzione di energia elettrica, che ostacola le vere fonti rinnovabili in un contesto di sovra-produzione, provoca grave inquinamento, di metalli pesanti, diossine e polveri ultrafini, dannoso alla salute, e aggrava l’effetto
serra; ed è un recupero illusorio di energia, infatti la gerarchia nella gestione dei rifiuti, che il piano dichiara di voler rispettare, deve privilegiare il recupero di materia.
3- per interrompere questo ciclo distruttivo, che forse può produrre molti profitti a gestori di grandi impianti, ma non rispetta il bene comune di abitanti e turisti, è indispensabile una politica per ridurre la produzione dei rifiuti e per diffondere la raccolta porta a porta delle varie frazioni secche e soprattutto dell’organico (umido). Lo scopo è ottenere frazioni pulite (carta, vetro, metalli, plastica e organico) per riciclare materia; quindi sono indispensabili da subito impianti di compostaggio (aerobico) diffusi in vari comuni, opportunamente localizzati e dimensionati , e piattaforme di raccolta gestite da Aziende pubbliche Speciali consortili: questa è la direzione che una regione attenta ai diritti dei cittadini dovrebbe intraprendere.
4- si deve assegnare un ruolo primario alla ricerca, indirizzata al perfezionamento dei piani industriali di riduzione del rifiuto, rigenerazione delle risorse primarie, riprogettazione di prodotti riparabili e smontabili, con riduzione di emissioni inquinanti in fase di produzione e con analisi del ciclo di vita del prodotto ed Eco-Design.
Riteniamo che ridurre il rifiuto pro-capite, aprire centri di riuso e riparazione, introdurre una tariffa puntuale, favorire impianti di riciclo dei materiali inorganici e di compostaggiodella materia organica, siano scelte fondamentali per evitare combustioni e discariche, così come il contrasto agli incentivi per produrre elettricità dalla combustione di rifiuti o del biogas, col trucco di assimilarli a fonti rinnovabili.
Questa la sintesi di alcune osservazioni comuni inviate a fine marzo ed esposte in occasione dell’Inchiesta Pubblica del 22 maggio scorso. Attendiamo che i contenuti critici puntuali sviluppati su contraddizioni e inadempienze del Piano ed i dati scientifici prodotti sulle nocività ambientali e sanitarie siano presi in considerazione, così come le proposte alternative formulate. Non potremmo che ritenerci delusi per un rispetto solo formale del diritto a partecipare alle scelte.
Se si ignora il prezioso lavoro svolto da persone sensibili e competenti viene a mancare un anello fondamentale per la riuscita di qualsiasi politica sociale e ambientale: la collaborazione tra cittadini e amministrazioni; e, senza una vera partecipazione, è molto difficile raggiungere risultati soddisfacenti.
Aderiscono:
Coordinamento ligure Gestione Corretta Rifiuti,
ISDE Medici per l’Ambiente,
Italia Nostra,
WWF Liguria,
con l’appoggio di
Movimento 5 Stelle e Meetup liguri, Verdi Liguria

29 giugno 2014

UNIVERSITÀ DI DAYTON "inizierà la cessione di investimenti per 670 milioni dollari in combustibili fossili - Jim Antal : LA FEDE SPINGA VERSO IL DISINVESTIMENTO DAI COMBUSTIBILI FOSSILI .

TRATTO  DAL SIERRA CLUB  

UNIVERSITÀ DI DAYTON :LA FEDE SPINGA VERSO IL  DISINVESTIMENTO DAI COMBUSTIBILI FOSSILI 

 Il Reverendo Jim Antal "SE NOI CREDIAMO CHE SIA MORALMENTE SBAGLIATO DISTRUGGERE IL PIANETA, ALLORA NE CONSEGUE CHE È ANCHE MORALMENTE SBAGLIATO TRARRE PROFITTO  DISTRUGGENDO IL PIANETA."

UD fa parte di una lista crescente di università che scelgono di cedere investimenti a causa delle preoccupazioni circa le perturbazioni del clima e la sostenibilità. Ma cosa c'è di nuovo nel caso di UD è che è la prima scuola cattolica a fare questo passo. 
"Questa azione, che rappresenta un passo significativo in un processo a lungo termine, è coerente con gli insegnamenti cattolici sociali, i nostri valori Marianisti per la completa sostenibilità del campus e per le iniziative e gli impegni assunti nell'ambito della American College e nell' impegno per il Clima dai Presidenti delle Università '", ha detto il Presidente Daniel J. Curran dell' University di Dayton. 
"Non possiamo ignorare le conseguenze negative dei cambiamenti climatici, che impattano sproporzionatamente sulle persone più vulnerabili del mondo. I nostri valori Marianisti di leadership ed il servizio di chiamata umanitaria su di noi ci spingono  ad agire su questi principi e a servire da catalizzatore per la discussione civile e per un cambiamento positivo che avvantaggi il nostro pianeta. " Le confessioni cristiane a livello nazionale stanno considerando la cessione o la dismissione. Lo scorso anno la United Church of Christ (UCC) ha fatto notizia quando ha approvato una risoluzione di disinvestimento anticipato da parte di molti membri delle sue chiese ......

Importante dichiarazione - .......del reverendo Jim Antal della Conferenza Massachusetts della UCC : "Se noi crediamo che sia moralmente sbagliato distruggere il pianeta, allora ne consegue che è anche moralmente sbagliato trarre profitto distruggendo il pianeta."

Il movimento dell' uscita dagli investimenti in combustibili fossili sta infiammandosi , per così dire, tra le organizzazioni religiose. 
Io penso che queste parole di Fletcher Harper direttore di GreenFaith spieghino bene il movimento: " Il movimento dell' uscita dai combustibili fossili sta avanzando perché è piccolo e non ha paura .Noi dobbiamo avere il coraggio e la convinzione nella nostra fede, che non si limita solo ad emanare leggi  o all' incremento del guadagno. L'audacia della fede in Dio e la potenza dell'amore di Dio farà la creazione e il popolo di Dio tutto. ".....(il resto).
Qui l'articolo integrale Heather Moyer, Sierra Club

                    Tratto da  University of Dayton 
                                  
L'Università di Dayton, una università cattolica Marianista , ha annunciato oggi che inizierà la cessione di combustibili fossili, carbone e dalla sua 670 milioni dollari di investimenti . Pensa di essere la prima università cattolica nella nazione a compiere questo passo.
Il consiglio di amministrazione ha approvato all'unanimità la nuova politica d'investimento, che riflette l'impegno della University per la sostenibilità ambientale, i diritti umani e la sua missione religiosa.
Il Disinvestimento del' 'Università è previsto in fasi. L'Università inizierà ad eliminare le aziende di combustibili fossili dai suoi conti azionari domestici. L'Università inizierà poi a sviluppare piani per eliminare combustibili fossili da aziende internazionali, investire in tecnologie o aziende verdi e sostenibili, e limitare i futuri investimenti in private equity o degli hedge fund i cui investimenti supportino combustibile fossile o significative aziende che producono emissioni di carbonio.
" La Facoltà è famosa per il suo programma per l' energia rinnovabile e pulita e nei reparti di tutta l'Università si manifestano azioni che rafforzano l'impegno della University per la sostenibilità  ambientale ", ha detto Kelly Kissock, presidente del programma del master in energia rinnovabile e pulita e presidente del dipartimento di ingegneria meccanica e aerospaziale . "Noi sosteniamo questa strategia di investimento, con una visione globale sulla protezione dell'ambiente." 

Con un forte impegno di educazione interdisciplinare, l'Università di Dayton è stato un leader nello sviluppo di programmi accademici in sostenibilità ed energia pulita. Nel 2008, l'Università di Dayton ha creato il prima  master dello stato in energia pulita e rinnovabile..........

Per ulteriori informazioni, contattare Shawn Robinson, direttore associato di relazioni con i media, al 937-229-3391 o srobinson@udayton.edu.

USA, molte più auto in circolazione ma l'aria è più sana: com'è possibile?

Tratto da Meteogiornale.it

USA, molte più auto ma l'aria è più sana: com'è possibile?

Negli Usa sono state chiuse 167 centrali a carbone
 (tratto dal Sierra Club)
Secondo i ricercatori della NASA, che hanno analizzato il fenomeno presentando una elaborazione modellistica della concentrazione di biossido di azoto, la diminuzione dell'inquinamento sarebbe avvenuto grazie all'effetto del diritto e della politica.
Il satellite Aura della NASA ha catturato dati per più di 10 anni e tra i tanti sensori che monta è presente uno strumento per monitorare i livelli di ozono nell'atmosfera (Ozone Monitoring Instrument, OMI).
Secondo i ricercatori dell'ente statunitense un decennio è un periodo relativamente lungo per poter trovare delle correlazioni efficaci e analizzando il materiale disponibile sono giunti alla conclusione che gli abitanti degli Stati Uniti possono respirare aria di migliore qualità. Sicuramente più povera del micidiale biossido di azoto.
Il biossido di azoto è estremamente pericoloso per la salute umana e la sua concentrazione è regolata dalla Environmental Protection Agency degli Stati Uniti. Si tratta di un composto particolarmente dannoso per l'apparato respiratorio, ma che può influire negativamente su molti organi del corpo. La principale fonte di produzione è la combustione della benzina e la combustione del carbone nelle centrali elettriche.
Ma da cosa dipenderebbe il calo della concentrazione nell'aria? Secondo gli esperti sarebbe il risultato di regolamentazioni restrittive, miglioramenti tecnologici e cambiamenti economici.
Ma il problema non si limita soltanto agli USA: in varie parti del pianeta, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, si registra frequentemente il superamento dei limiti imposti dalla normativa internazionale. "Negli ultimi anni la qualità dell'aria è migliorata in modo significativo, ma c'è ancora molto da fare", ha dichiarato Bryan Duncan dello Space Flight Center Robert H. Goddard, uno dei centri di ricerca della NASA.
Le istituzioni che si occupano di questioni ambientali, come l'Environmental Protection Agency, basavano le proprie proiezioni sul cambiamento nella concentrazione degli inquinanti atmosferici su dati provenienti da strumenti di rilevazione terrestri. La NASA, invece, ha fornito una panoramica coerente e globale, grazie ai dati satellitari. Controllare quando e dove vi è più o meno inquinamento è possibile solo grazie ai dati satellitari. "Non si può controllare ciò che non si può misurare", ha dichiarato Russ Dickerson dalla NASA.
"Le misure sulla qualità dell'aria che vengono eseguite dalla NASA hanno un valore elevato per i decisori tanto a livello ambientale quanto a livello della politica" ha concluso.
immagine 1 articolo 32891Nella prima immagine l'inquinamento da biossido di azoto nel 2005.
immagine 2 articolo 32891Nella seconda l'inquinamento da biossido di azoto nel 2011.

Virginio Fadda e da Agostino Torcello favorevoli alla chiusura definitiva dei gruppi a carbone in difesa della salute .

Riceviamo da Virginio Fadda e da Agostino Torcello e pubblichiamo 

Il MODA si associa alle posizioni espresse da Daniela Pongiglione di Noi per Savona(leggi),da Giampiero Aschiero e dal Movimento 5 Stelle (leggi) favorevoli alla chiusura definitiva dei gruppi a carbone in difesa in primis della salute dei lavoratori che sono i primi a subire le conseguenze dell'inquinamento come anche in difesa della salute di tutta la popolazione del Savonese soggetta da decine di anni ai deleteri fumi del carbone ( vedi indagine epidemiologica dei periti della Procura per periodo 2000 - 2007 con almeno 353 casi di patologie respiratorie e 94 di asma nei bambini, 1675 ricoveri di adulti per malattie respiratorie e cardiache,251 morti per malattie cardiovascolari, almeno 103 morti per malattie respiratorie; tutte patologie ed eventi letali (…)che sarebbero attribuibili secondo la Magistratura esclusivamente alla Centrale.(Leggi)

Ricordiamo che il MODA fin dal 1988 sulla base dei risultati della Commissione scientifica di Spotorno e dell'Istituto Superiore di Sanità aveva richiesto l'immediato abbandono del carbone con depotenziamento e metanizzazione di questa "centrale in città".
Stupisce quindi che sia qualcuno che continui a negare questa gravissima situazione sanitaria e ambientale quando in altre città italiane come Piacenza già da anni la centrale a carbone è stata riconvertita a metano 
e quando la Stessa T.Power a Napoli ha installato solo un gruppo a gas.
D'altra parte è ben noto che si ottengono molti più posti di lavoro con efficienza energetica, risparmio energetico e energie rinnovabili rispetto all'impiego dei combustibili fossili.


Virginio Fadda 
Agostino Torcello MODA Savona

28 giugno 2014

Greenpeace a Genova chiede a Renzi impegno per le sfide climatiche in Europa

Tratto da Total News

Greenpeace chiede a Renzi impegno per le sfide climatiche in Europa



La nuova Rainbow Warrior, la nave ammiraglia della flotta di Greenpeace, è a Genova, per il lancio del tour “Non è un Paese per Fossili”, che vedrà l’imbarcazione impegnata lungo le coste italiane per promuovere una profonda trasformazione energetica, in Italia e in Europa.
Ieri mattina si è tenuta una conferenza stampa proprio a bordo della nuova Rainbow Warrior, durante la quale è stato presentato il tour.
 

La campagna inizia in concomitanza con la seduta del Consiglio Europeo in cui i leader UE saranno tenuti a decidere come accrescere la sicurezza energetica europea, dopo la crisi tra Ucraina e Russia. In ballo, sottolinea l’associazione, ci sono anche i nuovi impegni UE in materia di clima ed emissioni.
E proprio a questo proposito Greenpeace si dice preoccupata per la posizione dell’Italia.
Spiega Andrea Purgatori, neo-presidente di Greenpeace Italia:

“Quelli che ci giungono dal governo Renzi non sono buoni segnali. Tra pochi giorni comincia il semestre di presidenza italiano in Europa: rischiamo ancora una volta che il nostro Paese giochi una partita di retroguardia quando l’Italia e l’Europa hanno bisogno di investire su rinnovabili ed efficienza energetica. Si tratta di settori in cui abbiamo un ottimo posizionamento strategico e non ha senso che sia proprio l’Italia a rallentare questo processo”.

Nell’ambito del suo confronto col governo, Greenpeace ha già incontrato il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, che ha assicurato il suo sostegno a obiettivi più ambiziosi in tema di cambiamento climatico. Ma le scelte generali dell’esecutivo (a cominciare dal decreto spalma incentivi) e le dichiarazioni del ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi sullo sfruttamento del petrolio offshore preoccupano l’associazione.

Ieri su RaiTre  dal Minuto 4,05
                             
Dice Andrea Purgatori Presidente di Greenpeace Italia


In un momento in cui il governo assume la Presidenza di turno europea riteniamo che debba prendere un impegno piu forte a favore delle energie rinnovabili.
Noi di Greenpeace  questo vogliamo chiedere e questo testimoniamo.

Dice Valerio Gennaro  Presidente dell'  Associazione Medici per l' ambiente di Genova :

Non c'è posto di lavoro se non c'è salute prima .
Quindi non si capisce perchè in tutti questi anni non c'e' mai stata la centralità della salute ovviamente quella operaia  tanto per cominciare.... i livelli  dell' inquinamento che sopportano gli operai sono molto più alti rispetto a quelli della popolazione generale...... 
Guarda il video RaiTre  dal Minuto 4,05

27 giugno 2014

Odg Tirreno Power in Comune a Savona, Pongiglione: “Azienda irresponsabile, ora cambio di rotta”


Tratto da Ivg

Odg Tirreno Power a Savona, Pongiglione non vota: “Azienda irresponsabile, ora cambio di rotta”.

          
Savona. “Al centro del discorso su Tirreno Power c’è certamente il problema dell’occupazione, problema che riguarda tutte le aziende in crisi dei diversi settori economici del Savonese, e per tutti questi lavoratori noi chiediamo interventi seri del Governo. Ma il problema principale è l’atteggiamento irresponsabile di Tirreno Power, che da decenni sta utilizzando i gruppi a carbone senza il rispetto delle normative vigenti, e senza investimenti mirati all’utilizzo delle Migliori Tecnologie Disponibili. E ciò ha causato l’attuale situazione occupazionale e, soprattutto, il disastro ambientale nelle nostre zone”.
Con queste parole nel consiglio comunale di ieri Daniela Pongiglione ha annunciato la sua non partecipazione all’ordine del giorno sulla centrale di Vado Ligure, del quale ha spiegato di condividere alcune parti ma di non riconoscersi nella stesura globale del testo.
Alla responsabilità di Tirreno Power, ha proseguito, “si aggiunge la gravissima responsabilità della politica, di tutti gli Enti pubblici preposti al controllo (Regione, Provincia, Comuni, ASL, ARPAL), che con la loro colpevole negligenza hanno ignorato o quantomeno sottostimato il fenomeno, nonostante i continui allarmi e le denunce, e hanno consentito così l’aggravarsi del problema”.
“Dobbiamo sfruttare questo momento di crisi profonda per chiedere un cambiamento di rotta netto e sostanziale. Chiediamo con convinzione da anni un’altra politica energetica: deve nascere una nuova politica industriale e si deve abbandonare definitivamente il carbone in linea con le scelte gestionali di contrasto al degrado ambientale imposte anche dall’Europa (vedi Patto europeo dei Sindaci, Smart Cities, ecc. a cui il Comune di Savona, almeno formalmente, ha dato adesione)”.
“Quando viene detto che allora Tirreno Power potrebbe andarsene e lasciarci con la disoccupazione e l’inquinamento, ci troviamo di nuovo davanti a un indegno ricatto – ha attaccato Pongiglione –
Basta con il ricatto lavoro vs. salute. 
Così non può continuare. Il lavoro deve essere compatibile con la salute e con la dignità delle persone. Eppure l’ILVA, l’Eternit e qui da noi l’ACNA avrebbero dovuto insegnarci tante cose.
Riconvertire a metano e progressivamente superarlo, perché la difesa e la tutela dell’ambiente devono essere al centro della nostra vita. E’ probabile che la Centrale possa rientrare nei limiti di legge con investimenti significativi e economicamente tollerabili. In attesa: cassa integrazione per i dipendenti della Tirreno Power e dell’indotto. E interventi strutturali di riconversione, riprofessionalizzazione e di risanamento delle aree, attività a cui le maestranze, con la loro preziosa esperienza professionale, daranno un contributo fondamentale”.
“C’è solo il rispetto della legge: non ci devono essere altri tavoli dove ottenere deroghe a favore della T.P e a danno della Comunità è stata la ferma posizione di Pongiglione – E’ dagli anni ’70 che la Centrale avrebbe dovuto operare solo in via sperimentale. E oggi, dopo tutti quei decenni, i risultati delle indagini sul collegamento tra inquinamento e patologie riscontrate nella nostra Provincia (con percentuali di gran lunga superiori alla media regionale, a sua volta superiore alla media nazionale) dovrebbero far valere il principio di precauzione, che è un elementare criterio di responsabilità da parte di chi gestisce il territorio e la salute pubblica”.
“Invece siamo ancora qui ad accettare il carbone, perché, se chiediamo la riapertura a tempi brevi della Centrale, diamo per scontato che si riprenda l’attività col carbone.
Noi siamo assolutamente contrari” ha concluso.

26 giugno 2014

Istanza di dissequestro Tirreno Power: parere negativo dalla Procura . "Non c'è altro margine che l'applicazione rigorosa della legge" si enuncia nel parere della Procura .



"Non c'è altro margine che l'applicazione rigorosa della legge".

Tratto da Savona News

Istanza dissequestro Tirreno Power: arriva il parere negativo dalla Procura

Il progetto proposto dall'azienda attraverso il legale Paola Severino, non è risultato "credibile"Non ha convinto infatti il piano di adeguamento alle MTD per i due gruppi a carbone previsto entro maggio 2016

E’ negativo il parere sull’istanza di dissequestro presentata da Tirreno Power. Ad esprimere oggi l’atteso parere è stato il Procuratore Capo Francantonio GraneroLa motivazione é giuridica: "C'è un reato in corso di consumazione che il giudice non può autorizzare". Il progetto di dissequestro e di adeguamento alle MTD non ha convinto la Procura nella persona di Francantonio Granero e del Pubblico Ministero Maria Chiara Paolucci.
Il parere é passato attraverso la valutazione della consulenza tecnica dei periti Stefano Scarselli e Paolo Franceschi nominati dalla Procura sull’istanza di dissequestro. Valutazione tecnica giunta sulla scrivania del Procuratore lo scorso 20 giugno. Il progetto proposto dall'azienda attraverso il legale Paola Severino, non è risultato "credibile", non ha convinto infatti il piano di adeguamento alle MTD per i due gruppi a carbone VL3 e VL4 previsto dall'azienda entro maggio 2016. 
Quindi, "non c'è altro margine che l'applicazione rigorosa della legge" si enuncia nel parere della Procura
Il parere della Procura sarà determinante per il futuro degli impianti della centrale. Anche se il Ministero dell’Ambiente ha notificato la sospensione dell’AIA per i gruppi VL3 e VL4 é attesa la discussione della nuova Autorizzazione Integrata Ambientale presentata dall'azienda e necessaria per la ripresa dell’attività.

Questa mattina il parere della Procura é stato trasmesso al giudice per le indagini preliminari Fiorenza Giorgi che dovrà esprimersi sull'istanza di dissequestro.
                         
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Tratto da Ivg

Tirreno Power, istanza di dissequestro: parere negativo della Procura, ora la decisione al gip

Vado L. ........ La Procura di Savona avrebbe infatti espresso parere negativo sull’istanza di dissequestro presentata dall’azienda e sui contenuti del documento di Tirreno Power, nel quale sono state illustrate le modalità con cui far operare l’impianto ed effettuare i controlli sulle emissioni, rispettando i paletti posti dall’autorità giudiziaria e diminuendo l’impatto ambientale prodotto dall’attività industriale della centrale. L’istanza è stata curata dall’avvocato Paola Severino, ex ministro della Giustizia, alla quale Tirreno Power ha affidato il coordinamento della sua difesa per riattivare gli impianti.
Secondo quanto trapelato la motivazione del parere negativo espresso dalla Procura sarebbe di natura prettamente “giuridica”, ovvero si manifesta una consumazione del reato, di conseguenza non ci sarebbero i margini per una autorizzazione del giudice.
La proposta di Tirreno Power non sarebbe stata ritenuta adeguata in quanto l’adeguamento al MTD (Migliori Tecniche Disponibili) arriverebbe nel 2016, con la centrale che da qui a quella data opererebbe senza il rispetto dei termini previsti dalla normativa. E ad oggi comunque, per la Procura savonese, non ci sono elementi tali che indichino corrispettivi interventi dell’azienda per allinearsi al modello MTD. Senza contare che l’adeguamento presentato dall’azienda determinerebbe solo una mitigazione del danno per la salute e non un suo azzeramento.
Sullo sfondo resta la contraddizione sulle indicazioni dell’azienda, che prima con i gruppi in funzione aveva richiesto una nuova AIA per realizzare un terzo gruppo sottolineando l’impossibilità di ottenere miglioramenti ambientali con i due impianti esistenti, ed in seguito presenta un progetto che rende possibili adeguamenti sul fronte delle emissioni anche con gli attuali due gruppi.
La Procura savonese ha trasmesso il proprio parere al gip del Tribunale di Savona Fiorenza Giorgi, che ora dovrà decidere sull’istanza di dissequestro. Il gip Giorgi aveva già respinto ai fine aprile la richiesta di accensione temporanea degli impianti per motivi di sicurezza collegati all’ossidazione del carbone.
                          

25 giugno 2014

La classe politica che non ha tutelato né salute né lavoro non è interlocutore credibile.

Comunicato  della Rete savonese fermiamo il carbone

La classe politica che non ha tutelato né salute né lavoro non è interlocutore credibile.
Riconversione industriale e tutela dei lavoratori, ma abbandono definitivo del carbone da Savona per scelte veramente produttive e lungimiranti.
In merito alle recenti discussioni sulla situazione dell’azienda Tirreno Power, la Rete vuole rimarcare le gravi responsabilità di buona parte della politica e di molti amministratori nel determinare la grave situazione in cui siamo.
Gli stessi politici che siedono in consigli regionali, provinciali e comunali e che per anni hanno sistematicamente ignorato la grave situazione sanitaria e ambientale, oggi attraverso proteste e ordini del giorno provano a spendersi come interlocutori credibili nel gestire la situazione, quando il problema andava affrontato nel passato con onestà, lungimiranza e visione del futuro, avendo come fine ultimo non gli interessi particolari e l’appiattimento sulle scelte aziendali di un imprenditore ‘amico’ ma gli interessi generali, ovvero il bene comune e la vita dei cittadini. In definitivaquesta linea politica non ha tutelato né salute né lavoro, risultando di fatto fallimentare.
E’ grave peraltro che tale situazione ambientale sia stata poi denunciata con atti formali NON da soggetti istituzionali deputati a farlo, ma da un soggetto terzo autocostituitosi quale la Rete fermiamo il carbone, la quale si è fatta carico (attraverso denunce, perizie e diffide e con mezzi propri) della tutela legale del nostro territorio e dei cittadini esposti al pesante inquinamento.

La Rete si è mossa con fatti e argomentazioni, non con le tante parole che in questi giorni, a fatti accaduti, molti politici (in particolare il Partito Democratico) stanno spendendo inutilmente, usando nuovamente le legittime e doverose istanze dei lavoratori come paravento per nascondere le proprie responsabilità. Per questo rigettiamo e denunciamo l’uso strumentale del ricatto occupazionale che in questi giorni viene portato avanti proprio dai maggiori responsabili di questa situazione.
Usando le parole della Magistratura e del GIP (a cui rinnoviamo la nostra stima per la preziosa e disinteressata attività di tutela della salute e dei diritti), la condotta tenuta dalla centrale Tirreno Power “è stata costantemente e sistematicamente caratterizzata da reiterate inottemperanze alle prescrizioni… il tutto nella neghittosità degli organi pubblici chiamati a svolgere attività di controllo, e che, lungi dal sanzionare le dette inottemperanze, hanno ritardato in modo abnorme l’emissione dei dovuti provvedimenti".
E’ grave inoltre che i responsabili di questa situazione ora auspichino in qualche modo addirittura una riapertura dei gruppi a carbone, quando lo stesso ultimo progetto presentato dallazienda tenta di far riprendere la produzione dei vecchi gruppi a carbone senza il raggiungimento dei livelli previsti delle Migliori Tecnologie Disponibili specialmente per il pericoloso monossido di carbonio, e quando nello stesso progetto non si fa cenno al grave problema dei misuratori a camino.
Il  Consiglio comunale di Savona si era peraltro già espresso  con chiarezza nel 2007 e 2008 per la completa metanizzazione al fine di contribuire alla riduzione dell'impatto ambientale sul territorio e di migliorarne le condizioni globalivisti gli sviluppi auspichiamo che  a maggior ragione il Consiglio voglia mantenere quelle scelte che prevedevano l'abbandono del carbone.
Gli amministratori e politici  devono  sostenere concretamente i lavoratori, con azioni di riconversione industriale della centrale e di tutela della forza lavoro, ma in primo luogo tutelando la salute e il rispetto “senza se e senza ma” delle leggi, abbandonando quindi definitivamente la deleteria scorciatoia della combustione del carbone (come rimarcato ancora ieri da Greenpeace a Savona) per scelte veramente produttive e lungimiranti.
Questa per Savona è una strada di non ritorno. Per il bene di tutti.

RETE SAVONESE FERMIAMO IL CARBONE

GREENPEACE: “Il problema sono le fossili, la soluzione le rinnovabili. Possiamo scegliere: # NON FOSSILIZZIAMOCI .

Il disegno di Alessandro vince il concorso! #Non Fossilizziamoci
Tratto da Speziapolis
Parte dalla Spezia l'appello di Greenpeace 
al governo italiano e all'Unione Europea #nonFossilizziamoci


Scrive Greenpeace
"I nostri attivisti sono saliti sulla gru che movimenta il carbone della centrale di La Spezia con un messaggio molto chiaro: possiamo scegliere, sì alle rinnovabili e stop alle fonti fossili!Il tour Non è un Paese per fossili della nostra Rainbow Warrior comincia subito a “dare spettacolo”: questa mattina all’alba i nostri attivisti sono entrati in azione scalando una delle gru che movimenta il carbone destinato alla centrale elettrica dell’Enel “Eugenio Montale”.
Una volta in cima hanno srotolato un enorme banner che parla molto chiaro: “Il problema sono le fossili, la soluzione le rinnovabili. Possiamo scegliere: #NonFossilizziamoci!”
Con il nostro messaggio chiediamo al governo italiano e all'Unione Europea, in occasione del Consiglio dei Ministri UE che si tiene domani e dopodomani a Bruxelles, di dare un segnale di cambiamento in materia di politiche energetiche e protezione del clima.
Le fonti fossili non sono né sicure né convenienti come vogliono farci credere: si pensi che la sola centrale a carbone di La Spezia, secondo uno studio che abbiamo commissionato all’Università di Stoccarda, causa oltre 70 morti premature l’anno.
Tra pochi giorni comincerà il semestre italiano di presidenza dell’UE: a Matteo Renzi chiediamo di raccogliere la sfida dell’innovazione e di fare tutto il possibile per un futuro che non sia nero carbone e che sappia salvaguardare il clima.
In poche parole, di cambiare verso davvero e di non fossilizzarsi! 
Al posto di promuovere le trivellazioni offshore, da cui si trarrebbero pochi mesi di autonomia energetica a fronte di rischi e impatti  ambientali ed economici potenzialmente devastanti, il Governo potrebbe scegliere di sostenere le fonti rinnovabili e con loro un indotto green e sostenibile.
Quello che chiediamo non è utopia: l’indipendenza energetica dalle fonti fossili è già attuabile, ma richiede un piano di trasformazione del sistema energetico europeo: fissare un obiettivo vincolante di riduzione delle emissioni di gas serra del 55%  al 2030, sostenuto da obiettivi vincolanti di crescita delle energie rinnovabili (45%) e dell’efficienza (40%).  Questi target garantirebbero una sostanziale diminuzione dell’importazione di energia, fino al 45%  in più rispetto agli obiettivi proposti dalla Commissione Europea!
Vogliamo dimostrare a tutti che il nostro non è un Paese per fossili: firma la Dichiarazione di Indipendenza dalle fonti fossili !

Le foto della diretta twitter di Greenpeace e quelle del comitato SpeziaViaDalCarbone che sarà il 27 a genova ospite della Rainbow Warrior http://speziapolis.blogspot.it/2014/06/nonfossilizziamoci-speziaviadalcarbone.html

TIRRENO POWER di VADO LIGURE : SOLIDALI CON I LAVORATORI ,NON CON I LOBBISTI DEL CARBONE......

Ripubblichiamo l'articolo del 19 giugno di Trucioli 

Vado Ligure: solidali con i lavoratori, non con i lobbisti del carbone .........







Non si può, nè si deve, ma non certo attribuendo le responsabilità della crisi alla magistratura che ha sequestrato gli impianti, bensì a ....(leggi su 

Trucioli ....)


                         
Questo per mettere le cose in chiaro. 
Il lavoro si difende in primo luogo assicurando la cassa integrazione a tutti, facendone gravare su Sorgenia l’onore ( e non su tutti). Imponendole gravami del risanamento, della bonifica e del piano di riconversione delle aree contaminate dall’uso ‘scellerato’ del carbone.

Non certo con la riattivazione dei due gruppi ormai obsoleti che devono essere chiusi definitivamente alla produzione.

Quindi piena adesione alla marcia dei lavoratori su  Vado Ligure che deve dare risposte reali e veritiere, senza spacciare illusione e presunte menzogne sposando in modo chiaro e forte l’ipotesi della bonifica integrale del sito che impieghi le attuali maestranze negli anni a venire.
Nel frattempo un commissario ad acta predisponga (come a Taranto) il piano della riconversione produttiva finanziata dalla proprietà, unico modo per difendere una prospettiva occupazionale proiettata sul medio periodo.....
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