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30 settembre 2015

Il carbone bugiardo:c’è ancora chi cerca di convincerci che il cambiamento climatico non esiste

Tratto da ecocentrica.it

Il carbone bugiardo

La campagna pro carbone contro la povertà del colosso energetico Peabody: c’è ancora chi cerca di convincerci che il cambiamento climatico non esiste 
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Sull’isolotto del negazionismo, a difendere ad oltranza la posizione di quelli che “non credono” al cambiamento climatico, pur avendo perso la guerra, tra gli altri, è rimasto il dinosauro della Peabody’s energy, un colosso energetico basato sul carbone.
La Peabody impiega tanto denaro investito in comunicazione e lavoro di lobbisti specialisti per sostenere il partito revisionista il cui motto è: “il cambiamento climatico e le emissioni di gas serra non sono correlati”. Secondo loro esisterebbero addirittura i lati positivi del riscaldamento globale e di un’alta presenza di CO2 nell’atmosfera (“farà bene all’agricoltura”, dicevano). Eh, come no? Fa crescere rigogliose le piante… Chi se ne importa se fa crescere anche il livello di mari e oceani rende aride intere regioni del pianeta?
La Peabody si muove soprattutto perché la progressiva ritirata di grandi investitori dall’energia fossile (Rockfeller ha appena deviato 50 miliardi di dollari da carbone, gas e petrolio a energia verde) e l’esplosione del fracking le hanno fatto perdere quasi 800 milioni di dollari lo scorso anno (787 per essere precisi). L’impatto che interessa al colosso del carbone è quello del cambiamento climatico sulle proprie casse.
La Peabody ha promosso una campagna che racconta la favola del “carbone pulito” in favore dei poveri del mondo, che il Britain’s Advertising Standards Authority ha bollato come “pubblicità ingannevole”. Secondo il Guardian, la politica della Peabody è quella di far passare il carbone come la risorsa prima contro la povertà e la mancanza di istruzione e infrastrutture nei paesi poveri. ....
Così, mentre il mondo va in una direzione la Peabody e i suoi sostenitori lo ancorano al carbone lanciandoAdvanced Energy for Life (https://www.advancedenergyforlife.com/) una campagna pro carbone “pulito” basata tutta sul confronto tra il basso costo del carbone rispetto, per esempio, alle fonti rinnovabili. Come dire: una lente d’ingrandimento costa meno di un microscopio. Dimenticando, però, che spendere poco non è sempre conveniente quanto lo spendere bene.
La Peabody spera di riempire il mondo povero di centrali al carbone nascondendo il tema del riscaldamento globale e dell’inquinamento atmosferico dietro l’urgenza energetica di chi non ha nemmeno l’elettricità. Non vi sembra cinico? Ma la coperta del carbone è cortissima e questo la Peabody non lo dice. Lo dicono i dati: Obama lancia Clean power plan e condanna le centrali al carbone responsabili, da sole, dell’emissione del 31% dei gas serra del settore energetico negli USA mentre in Europa i costi sanitari legati alle centrali carbone ammontano a qualcosa come 60 miliardi di euro all’anno!
Immaginate l’impatto del carbone in nazioni che non hanno nemmeno veri e propri piani di tutela ambientale e della salute del cittadino?! .....

Il gioco è quello di spostare le priorità mettendole in ordine in base alle convenienze. Eppure dovrebbe essere chiaro che povertà, ambiente ed energia sono tutte sullo stesso livello e vanno affrontate insieme perché nel 2000 sono tutte e tre strettamente correlate. La green economy è possibile e fa paura a chi ci vuol far credere che si possano ancora salvare il carbone e il petrolio dall’estinzione. La guerra è finita mentre la Peabody e altri colossi dell’economia tradizionale, senza rendersene conto, rimangono a difendere la loro fetta di ricchezza sulla loro isoletta.
PS: l’Ordine mondiale della sanità ha accertato che 7 milioni di persone sono morte nel solo 2012 a causa dell’inquinamento atmosferico.

Savona dice no agli inceneritori ma "Puntare sul potenziamento della raccolta differenziata"

Tratto da Savona News

Savona dice no agli inceneritori: "Puntare sul potenziamento della raccolta differenziata"


Ieri nel corso del consiglio comunale convocato in palazzo Sisto è stata votata all’unanimità la mozione presentata dal consigliere Franco Zunino relativa all'opposizione all’incenerimento dei rifiuti previsto dallo Sblocca Italia

Il consiglio comunale dice no agli inceneritori. Se ne è discusso ieri nel corso del consiglio comunale convocato in palazzo Sisto, nel corso del quale la seduta ha votato all’unanimità la mozione relativa "all'opposizione all’incenerimento dei rifiuti dentro o fuori la Regione Liguria", presentata dal consigliere Franco Zunino di Rifondazione Comunista.

“L’articolo 35 dello Sblocca Italia impone un impianto di incenerimento non previsto dal Piano Regionale Rifiuti del 25 marzo 2015 - afferma Zunino nel suo intervento - Nella realtà ligure un inceneritore è fuori luogo ed è giunto il momento che l’amministrazione savonese prenda una posizione in materia”.
“Infatti con questa legge gli inceneritori sono definiti "infrastrutture strategiche di preminente interesse nazionale", per autorizzare il Consiglio dei Ministri a decidere in merito, anche contro il parere del Consiglio Regionale, provocando un ulteriore innalzamento dell'inquinamento atmosferico e azzerando l'impegno dei cittadini virtuosi, con gravi ricadute per la salute e l'economia e con infrazione delle norme comunitarie – spiega Zunino -  Sapendo che la popolazione ligure é stata per decenni inquinata, avendo sul suo territorio, densamente popolato e prevalentemente a vocione turistica, ben tre centrali a carbone con ricadute negative sull'ambiente e la salute. 
Essendo gli inceneritori infrastrutture pesanti, impianti molto costosi che richiedono alimentazione con flussi di indifferenziato garantiti per 25 anni”.
“Esistono scenari operativi alternativi, impianti a freddo con trattamento meccanico e biologico per recupero di materia dell'indifferenziata (TMB), praticabili e praticati, che costano molto meno, si costruiscono più velocemente, comportano più posti di lavoro, non inquinano con danni alla salute e all'ambiente, emettono meno gas serra, permettono di risparmiare energia in quantità tripla”.
Il consiglio comunale di Savona ha così manifestato il proprio dissenso verso l'articolo 35 dello Sblocca Italia: all’unanimità la seduta ha manifestato il proprio dissenso nell’indicare il sito Tirreno Power per un eventuale impianto di incenerimento e ha ritenuto “inaccettabile che si ipotizzino altre fonti inquinanti come quelle degli inceneritori, su un territorio già pesantemente provato e che richiederebbe invece bonifica”.

La seduta si è impegnata per “chiedere al governatore della  Liguria e al consiglio regionale di opporsi all'attuazione dell'articolo 35 della legge Sblocca Italia in quanto lesiva dell'autonomia e degli interessi regionali, di aderisce alle richieste del Coordinamento ligure GCR contenute nelle petizioni cartacee e on-line "no a incenerimento dentro o fuori Regione Liguria" e di appoggiare la legge di iniziava popolare Rifiuti Zero depositata in parlamento che prevede l'avviso mento al percorso verso rifiuti zero con raccolta porta a  porta a tariffa puntuale, la riduzione di imballaggi è un forte sostegno alle attività di riciclo e recupero in modo da raggiungere gli obiettivi comunitari, la realizzazione di impianti di composti giro del frazione organica e della frazione verde che costituisce quasi il 40% dei rifiuti prodotti, il riciclo dei rifiuti raccolti in modo differenziati all'interno della regione”.

La mozione è stata votata all’unanimità e ha ottenuto il sostegno di tutti i gruppi partitici. “Noi per Savona”, Movimento 5 Stelle, forza Italia, Gruppo Misto  hanno manifestato contrarietà agli inceneritori previsti dallo sblocca Italia: "Unica soluzione per evitarli? Essere virtuosi sulla raccolta differenziata che va potenziata".

CONFERENZA MONDIALE SUL CLIMA : IL CAMBIAMENTO E' NELL'ARIA GREEN ECONOMY IN EVIDENZA


Tratto da altrimondinews.it


CONFERENZA MONDIALE SUL CLIMA: UN’INCONTRO A NEW YORK TRA I LEADER MONDIALI SPIANA LA STRADA PER UN ACCORDO GLOBALE NEL MESE DI DICEMBRE

I trenta leader mondiali si incontrano a New York, in attesa di Parigi per raggiungere un accordo, vogliono anche includere una visione a lungo termine per  combattere la povertà, attraverso politiche d’incentivo e creazione di nuovi posti di lavoro nel settore della Green Economy.
Da New York arriva un segnale chiaro per i cittadini e per i privati, che mostra il doppio vantaggio di un passaggio ad economia a ridotto consumo di carbon fossile, in parallelo ad un immediato impegno internazionale per rendere reale questa visione del mondo.
“Mi appello ai leader mondiali, affinché mettano a in mostra tutta la loro flessibilità, le idee e il potere a disposizione. Abbiamo appena adottato una nuova agenda per lo sviluppo sostenibile, di grande ispirazione per tutti. Dobbiamo continuare su questa strada con un accordo forte e rivoluzionario a Parigi.” Queste sono state le parole di Ban Ki-moon, Segretario Generale delle Nazioni Unite, durante una conferenza stampa successiva al ‘Pranzo sul Clima‘ di New York, che ha visto riuniti anche il presidente francese, François Hollande, e il presidente del PerùOllanta Humala.
Ban Ki-moon ha affermato che gli sforzi nazionale per ridurre le emissioni non sono sufficienti per evitare la catastrofe, ma ha notato che tutti i leader sono d’accordo che “Parigi deve essere il pavimento e non il soffitto“, per un’azione globale che riduca di due gradi la temperatura terrestre.
New York altrimondi news
Ban Ki-moon, Segretario Generale delle Nazioni Unite
“I presidenti dei vari paesi possono contare su un’ampio supporto – ha aggiunto Ban Ki-moon – affinché si raggiunga un accordo duraturo per accelerare gli investimenti in energia pulita e utile a stimolare una trasformazione nella produzione energetica, da qui alla fine del secolo, riducendo la temperatura globale di due gradi Celsius.”
Le convinzione del Segretario Generale sono supportate dalle decisioni prese, soprattutto negli ultimi tempi, dale nazioni più potenti, che spesso coincidono con le più inquinanti, del mondo.
Il Governo cinese ha presentato il national carbon cap-and-trade programme, annunciato proprio pochi giorni fa, che permette al paese di allinearsi agli standard prefissati anche dagli Stati Uniti con il Clean Power Act, ovvero la riduzione delle emissioni del 32%, rispetto ai livelli del 2005, entro il 2030. Il monito di Obama, riguardo la salvaguardia del clima e le trivellazioni, sembra non essere passato inascoltato.
Lo stesso giorno, il governo indiano ha svelato il proprio piano per far decollare la produzione di energia rinnovabile in maniera esponenziale, di cinque volte rispetto agli standard attuali, con l’obiettivo di liberarsi delle centrali a carbone entro il 2020, la causa maggiore delle emissioni dannose nel paese.
Solo due giorni dopo Dilma Rousseff, presidente del Brasile, ha annunciato una riduzione delle emissioni del 37%, rispetto ai livelli del 2005, da portare a termine entro il 2025, e del 42% entro il 2030. Questo enorme cambiamento deve essere unito ad un forte incremento della produzione di energia rinnovabile, in questo stesso lasso di tempo; il che vuol dire che entro il 2030 il Brasile produrrà il 45% della propria energia grazie a fonti rinnovabili.
New York altrimondi news
Foto del corteo per il clima tenutosi a New York
Il cambiamento è nell’aria. Dopo questi anni di forte pressione ci stiamo avvicinando ad un reale cambiamento. Tutti i leader mondiali, riunitisi a New York, hanno mostrato una forte solidarietà, affinché si arrivi ad un accordo universale sul clima entro la fine dell’anno. Da quest’accordo ci si attende una trasformazione dell’economia globale, con un’incremento del supporto reciproco e delle politiche che siano realmente d’aiuto per i paesi in via di sviluppo.” Queste sono state le parole di Jennifer Morgan, Global Director del World Resource’s Institutes Climate Program, pronunciate durante il ‘climate lunch‘ di New York.
Il Canada, invece, è rimasto fuori da questa serie di accordi, snobbando l’incontro di New York. Il governo conservatore, in carica nel paese, non ha preso sul serio la questione, ma tutto potrebbe cambiare con le elezioni previste per il 19 ottobre. Un ribaltamento dei seggi potrebbe portare il Governo del Canada a Parigi, aggiungendo un altro tassello importante nella lotta per il cambiamento.
Thomas Mulcair, leader del New Democratic Party, al momento all’opposizione nel paese , ha svelato il proprio piano per la salvaguardia dell’ambiente  che include: controllo dei prezzi del carbon fossile; penalizzazioni per chi inquina; collaborazione con le provincie del Canada che tagliano le emissioni. Parigi, però, non è stata affatto menzionata.
Nonostante la defezione del Canada, l’incontro di New York ci mostra come tutti siano ormai pronti a compiere questo grande passo. L’atteggiamento positivo di paesi come la Cina, la Germania (che in questi giorni è in agitazione per lo scandalo Volkswagen) e gli Stati Uniti, unitamente al Brasile ed all’India, potrebbe rendere i lavori a dicembre decisamente più semplice.

29 settembre 2015

WWF e' soddisfatto : Shell abbandona le trivellazioni in Artico


Tratto da WWF

Shell abbandona le trivellazioni in Artico


Il WWF è soddisfatto per la decisione annunciata ieri dalla Royal Dutch Shell di abbandonare le trivellazioni in Artico. L’associazione  da anni si oppone alle esplorazioni petrolifere in quest’area viste le pesantissime ripercussioni su fauna, pesca e popolazioni locali che un eventuale incidente potrebbe provocare.
 
“L’esperienza della Shell dimostra che qualunque investimento nello sviluppo di ricerche petrolifere in Artico non vale il rischio per la vita e il benessere di quest’angolo del pianeta – ha dichiarato Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia -  Mettere a rischio la vita di un ecosistema prezioso e continuare ad estrarre combustibili fossili con costi e rischi altissimi  per il clima e per tutti non conviene a nessuno, e comunque non deve essere consentito.
 

Speriamo fortemente che questo spinga le altre compagnie petrolifere ad un check sulla fattibilità alla luce dell’imprevedibilità  dei progetti esplorativi nell’Artico e soprattutto spinga gli investitori a investire in progetti low-carbon. Un esempio che la compagnia italiana ENI dovrebbe seguire scegliendo di investire in tecnologie pulite abbandonando la corsa all’oro nero, un modello di sviluppo ormai obsoleto e che alimenta la crisi climatica del pianeta” .

La notizia della Shell arriva a distanza di poche settimane dall’impegno annunciato da alcuni paesi, compresi gli Stati Uniti, a cooperare per mettere in atto azioni concrete per il clima in vista dei negoziati che si terranno a Parigi a dicembre.

Dobbiamo smettere di sprecare risorse e tempo per cercare combustibili fossili nelle zone più remote e ostili del pianeta rischiando così di fare danni irreparabili – ha continuato Midulla  – Abbiamo bisogno di indirizzare questi sforzi accelerando le scelte delle nazioni che portino ad una transizione verso un futuro alimentato da energia pulita e rinnovabile".Continua a leggere qui


AUSTRALIA:Il più grande porto di carbone al mondo cede alle energie rinnovabili

Tratto  da Ecoseven

Il più grande porto di carbone al mondo cede alle energie rinnovabili

Creato il 28 settembre 2015 da Ecoseven @EcoEcologia

Il Consiglio Comunale di Newcastle, che gestisce un fondo di investimento di 268 milioni di dollari australiani (corrispondenti a 167 milioni di euro), ha appena approvato una delibera che promette un avvicinamento graduale a investimenti responsabili dal punto di vista sociale e ambientale, annunciando che questo disinvestimento nel carbone, comporta l'eventuale uscita dalle holding delle quattro più grandi banche australiane, se queste dovesse continuare a finanziare progetti con combustibili fossili. Nella consapevolezza dell'importanza del carbone per l'economia locale, il governo ha deciso di progettare tutta una serie di attività a scadenza di cinque anni che includano il riciclo e le energie rinnovabili, al fine di costruire un futuro sostenibile e duraturo per la comunità.
Newcastle si trova circa 170 Km a nord di Sydney ed è la settima città d'Australia per grandezza. Non è un mistero la dipendenza elettrica dell'intero Paese dal carbone – l'Australia è uno dei più grandi responsabili al mondo per le emissioni pro-capite - ma è anche vero che lo stesso governo australiano, per partecipare alla lotta contro il riscaldamento globale (cercando comunque di trovare un equilibrio tra gli obiettivi ambientali e quelli economici), ha recentemente annunciato una riduzione delle emissioni di anidride carbonica del 26% entro il 2030.  
Forse questo discorso può suonare strano: perché una comunità dipendente dai combustibili fossili dovrebbe smettere di sostenere le industrie sulle quali si basa la propria economia? Ma il fatto è che il colpo causato dalla caduta dei prezzi del petrolio e del carbone hanno spinto molte realtà a vagliare sistemi alternativi e più competitivi. Così come diminuiscono i posti di lavoro generati dal carbone, così aumentano le comunità che voglio diversificare le loro economie, spostandole verso le novità vincenti.
Non accadrà dal giorno alla notte, ma accadrà.
Sta già accadendo.
EC

“Transition(s) vers une économie écologique”.Economia ecologica per il governo francese ?...

Tratto da Greenreport

Economia ecologica? Per il governo francese, quando «il capitalismo non detta più le regole»

Quattro anni di lavoro del ministero dell’Ambiente nel report “Transition(s) vers une économie écologique”
[29 settembre 2015]
scenari economia ecologica italiano
La transizione verso l’economia ecologica è un processo che passa dalla ridefinizione stessa degli obiettivi di sviluppo di un’intera comunità; l’obiettivo cui tendono frotte di ambientalisti, e che indicano ormai anche numerosi accademici, ma è caso raro che sia uno Stato a tracciare in dettaglio la rotta. Tanto più se il Paese in questione ha l’antica industrializzazione e il peso internazionale della Francia: eppure il ministero dell’Ambiente d’Oltralpe ha recentemente pubblicato il rapporto Transition(s) vers une économie écologique, elaborato documento frutto di 4 anni di lavoro e rilanciato oggi in Italia dall’Arpat, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana.
«La prima parte del volume – spiegano dall’Arpa Toscana – cerca di individuare quali potrebbero essere i contorni di una “green economy”. Per fare questo, sono stati sviluppati sei scenari (da quello catastrofico a quello utopistico), sulla base dell’analisi di 17 ambiti di studio (ambiente, lavoro, urbanizzazione, tecnologie, ecc.), che permettono di ipotizzare il possibile ruolo dei diversi attori (cittadini, enti territoriali, imprese, Stato) e i possibili sviluppi dell’attuale sistema socio-economico.
La seconda parte si focalizza in modo più preciso su determinate azioni che possono svolgere una funzione di “leva” per la transizione verso un’economia ecologica. Si tratta di focus di carattere trasversale (ad esempio l’impatto dello sviluppo telecomunicazioni) o settoriali (trasporto e mobilità ecologica)».
Pagine e conclusioni del rapporto francese sono elegantemente riassunti in un’unica tabella (che riportiamo di fianco in originale e nella traduzione dell’Arpat, ndr) che attraversa sei possibili scenari per il prossimo futuro: da quello del crollo all’utopia.
La prospettiva più catastrofica contempla la globalizzazione spinta e la privatizzazione generalizzata di tutti i servizi pubblici; in questo scenario «la crescita del Pil è l’obiettivo primario, prescindendo dal fatto che i danni inflitti all’ambiente diventino critici e irreparabili». Al limite opposto, l’ideale che sconfina nel campo dell’utopia: grazie alla transizione verso l’economia ecologica sostenuta da Stato e poteri pubblici, si afferma una nuova concezione dello sviluppo. Chi produce lo fa a prescindere dall’accumulazione monetaria. In breve, il sistema capitalista non detta più le regole delle società. La cooperazione si afferma come valore cardine». Cinque gradi di separazione tra il crollo e l’utopia: ai lettori il giudizio su quale sia il livello che oggi più ci appartiene.

28 settembre 2015

Tirreno Power, la sfilata degli "86 indagati "in procura: ad ottobre al via gli interrogatori.

Tratto da Savonanews

Tirreno Power, la sfilata degli 86 indagati in procura: ad ottobre al via gli interrogatori

La responsabile del Dipartimento Ambiente della Regione Gabriella Minervini, l’ex sindaco di Quiliano Nicola Isetta, l’ex primo cittadino di Vado Carlo Giacobbe e Lorena Rambaudi, ex assessore della giunta Burlando, saranno ascoltati a novembre per le richieste dei legali di memorie difensive


Al via gli interrogatori per gli 86 indagati dell’inchiesta Tirreno Power: le audizioni si svolgeranno nel periodo compreso tra giovedì 8 ottobre a venerdì 30 ottobre di fronte ai magistrati Vincenzo Carusi e Daniela Pischetola.

Avrà così inizio nel prossimo mese la seconda fase dell’inchiesta sulla centrale termoelettrica di Vado Ligure: gli iscritti nel registro degli indagati dovranno rispondere a vario titolo ed in concorso, dei reati di disastro ambientale colposo, disastro sanitario colposo, abuso d’ufficio, disastro colposo e omicidio colposo plurimo. Tra loro dirigenti dell’azienda ed esponenti politici dei comuni di Vado Ligure, Quiliano, Provincia di Savona e Regione Liguria (vedi elenco completo degli indagati).
Saranno invece interrogati successivamente la responsabile del Dipartimento Ambiente della Regione, Gabriella Minervini, l’ex sindaco di Quiliano, Nicola Isetta, l’ex primo cittadino di Vado Ligure, Carlo Giacobbe e Lorena Rambaudi, ex assessore della giunta Burlando in Regione: per le richieste dei legali di memorie difensive, i loro interrogatori sono stati posticipati a novembre.

Infatti mentre Nicola Isetta e Carlo Giacobbe dovranno rispondere dei reati presunti di omicidio colposo plurimo e disastro colposo aggravato, per Gabriella Minervini si parla di omicidio colposo plurimo e abuso d’ufficio. Infine per l’esponente del PD Lorena Rambaudi il reato contestato è di abuso d’ufficio.


GREENPEACE:Ahi Matteo, che brutta pagella ! Una sonora bocciatura per la strategia energetica del governo Renzi !

Tratto da Greenpeace

Ahi Matteo, che brutta pagella!

Una sonora bocciatura per la strategia energetica del governo Renzi!

L’anno scolastico è appena iniziato ma il Governo, alla prova dei fatti, appare clamorosamente impreparato di fronte alla sfida climatica: per questo oggi i nostri volontari sono scesi nelle strade di tutta Italia – con tanto di pagella - per  “dare i voti” alla strategia energetica nazionale.

I volontari hanno esposto uno striscione con la scritta “Rinnovabili: governo bocciato” e incontrato i cittadini per spiegare che un futuro energetico 100 per cento rinnovabile per tutti è possibile e non può più essere rimandato!  
La pagella destinata a Renzi, distribuita ai passanti, non promette bene: il giudizio sull’operato del governo, che in Italia continua a puntare sulle trivelle e sul petrolio penalizzando settori cruciali come l’efficienza energetica, l’eolico e il solare, è nettamente negativo!

Con i nostri volontari c’era anche una sagoma di cartone con il capo del governo impegnato a scrivere su una lavagna la sua formula energetica – tutta sbagliata – per rilanciare per il Paese: Più trivelle, più petrolio, meno rinnovabili, meno turismo, più disastri ambientali”.
Visto che Matteo Renzi ama comunicare con slide e lavagne, abbiamo scritto sulla sua lavagna il futuro che ha in mente per il Paese: un’Italia disseminata di trivelle e che ostacola energie pulite e vantaggiose come quelle fornite dal sole e dal vento.
Tutto questo in un weekend di mobilitazioni organizzate in tutto il mondo in vista della Conferenza sul Clima (COP21) che si terrà a Parigi il prossimo dicembre. In più di 25 Paesi sono in corso diverse manifestazioni per promuovere energie rinnovabili ed efficienza energetica, le uniche vere soluzioni per contrastare i cambiamenti climatici.
L’Italia si prepara invece all’appuntamento di Parigi con iniziative governative del tutto insensate come, ad esempio, la proposta di riforma della tariffa elettrica attualmente in consultazione. In sintesi, l’idea dell’Autorità per l’Energia è di far pagare meno a chi consuma di più, in barba a efficienza, protezione del clima e a qualunque ragionevole principio di politica economica.
Insomma, l’appuntamento di Parigi è importante, ma l’Italia ci arriva con idee confuse e zero credibilità!

Renzi e i suoi ministri ci stanno portando verso due sonore bocciature: quella dei mercati e quella della storia. 

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Apriamo gli occhi, il futuro è rinnovabile. E dipende da noi.Leggi anche su greenpeace

Apriamo gli occhi, il futuro è rinnovabile. E dipende da noi.

Chiudete gli occhi. Immaginate un mondo in cui le centrali a carbone smettono di sputare fumi nocivi dalle loro ciminiere, sostituite da pale eoliche che producono energia grazie al vento. Un mondo in cui di trivelle, in mare e a terra, non c’è traccia, ma ogni casa, sul tetto, ha un impianto fotovoltaico. Immaginate un mondo in cui non siamo più sotto scacco delle importazioni di gas, storicamente provenienti da zone poco “stabili” (come Libia e Russia), ma usiamo invece energia idroelettrica, geotermica e biomasse. Un Pianeta in cui le automobili sono elettriche, le centrali nucleari vengono spente e lasciano il posto all’efficienza energetica, le reti elettriche sono “intelligenti”.
Insomma, immaginate un mondo 100% rinnovabile con tutto quel che comporta: un freno ai cambiamenti climatici (che significa ad esempio meno alluvioni, anche in Italia), meno guerre e meno giochi di potere legati al mondo del petrolio e del gas, nessun incidente alle piattaforme petrolifere, una drastica diminuzione dei morti legati all’inquinamento atmosferico.
Sembra un mondo impossibile, immaginario e utopistico. Ma non lo è. Il mondo che avete appena immaginato può davvero esistere. E non servono miracoli. Possiamo costruirlo insieme e l’ultimo rapporto Energy Revolution 2015, redatto dal DLR tedesco (uno dei più riconosciuti istituti scientifici) per conto di Greenpeace, spiega come farlo. Il rapporto è uno scenario globale che mostra come sia assolutamente possibile realizzare entro il 2050 un mondo 100% rinnovabile. Grazie a tecnologie come il solare, l’eolico e altre rinnovabili, unite all’efficienza energetica e a nuove reti elettriche intelligenti.Leggi l'articolo integrale

Tutti a rincorrere il sole:"Una miriade di colossi dell'economia mondiale promette di transizionare al solare".

TRATTO DA DORSOGNA

Starbucks, WalMart, Siemens, Nike, H&M, IKEA: tutti a rincorrere il sole


Una miriade di colossi dell'economia mondiale promette di transizionare al solare.  Spero che lo facciano anche per amore, ma che sia per amore o per immagine, o per soldi, il risultato non cambia. E' un altro passo, piccolo o grande che sia, verso la fine delle nostre petrol-societa'.
In questi giorni Starbucks, Wal-Mart, Goldman Sachs, Siemens, Johnson and Johnson hanno promesso di transizionare completamente al solare nei prossimi anni, aderendo al progetto RE100 promosso da "The Climate Group" una non-profit americana fondata circa un anno fa, dopo la marcIa del clima a New York.

In totale sono 36 le mega-corporazioni che hanno volontariamente deciso di tagliare le loro emissioni di CO2 e di usare solo energia green. .....

Non male, dopo un solo anno di attivita', e segno che la grande marcia di un anno fa ha avuto dei risvolti veri.  

Intanto, sono circa 400 le organizzazioni che hanno deciso di divestire dalle fonti fossili, seguendo l'appello di Bill Mc Kibben di 350.org.

Quello che sembrava essere un piccolo gruppo di utopistici sognatori e' diventato un movimento planetario. Nel loro complesso gli aderenti al "divestment committment" valgono $2.6 trillioni di dollari, cioe' 2,600,000 milioni di dollari. Fra i magnifici 400, campus americani, gruppi religiosi e filantropici, fondi pensione e enti locali. ....

Certo e' che la spinta verso l'energia green dal basso diventa sempre piu' forte e che e' sempre piu' econonicamente vantaggioso usare le rinnovabili.....

26 settembre 2015

"La Salute e' nell'aria ": 70 sindaci mandano una lettera al Presidente Obama

Tratto dal Sierra Club in traduzione simultanea

70 sindaci al Presidente Obama: sosteniamo  una piu' forte Protezione del Clean Air Act  contro l' inquinamento!

     Di Mary Anne Hitt     25 Settembre 2015
Se è possibile amare qualcosa tanto quanto le dichiarazioni del Papa sul clima di questa settimana, è importante questo : Martedì, 70 sindaci provenienti da tutti gli Stati Uniti hanno inviato una lettera al presidente Obama segnalando il loro sostegno per una più  forte protezione per un' aria piu' pulita contro l'inquinamento  da smog. 
Guidati dai sindaci di Salt Lake City, nello Utah, e  Grand Rapids,nel  Michigan, la lettera afferma:
Come amministratori locali che rappresentano  grandi città e piccoli centri, vogliamo esprimere il nostro forte sostegno per il lavoro della  Environmental Protection Agency per aggiornare gli  standard di protezione  dell'ozono (o smog). L'attuale standard , quello di George W. Bush-era  di 75 parti per miliardo (ppb)  ed è stato ampiamente riconosciuto dalla comunità medica  come insufficiente per proteggere la salute pubblica. 
Come sindaci, siamo in prima linea nella  protezione della sicurezza e del benessere dei nostri elettori e questo aggiornamento tanto atteso portera' enormi benefici per le nostre comunità. Per difendere meglio le nostre famiglie e i loro  componenti da questo inquinante pericoloso, esortiamo  l' EPA  a rimanere fedele  alla scienza e  a  stabilire gli standard che le  hanno consigliato  di  seguire le organizzazioni mediche di esperti come l'American Lung Association, l'American Heart Association, l'American Thoracic Society, e l'American Academy of Pediatrics.
La lettera è stata firmata anche dai sindaci di Chicago, New York, Pittsburgh, St. Louis, Los Angeles, Baltimora, Philadelphia, Charlotte, e Seattle, così come dai sindaci delle città di  una vasta gamma di Stati, dall' Oklahoma, Arkansas , Indiana, e New Mexico - si può vedere l'elenco completo dei sindaci e la lettera qui (PDF).
Mi conforta vedere funzionari eletti  prendere una posizione forte per tutelare la salute pubblica e l'aria pulita a favore delle loro comunità - soprattutto a fronte di grandi inquinatori come la National Association of Manufacturers, che stanno attivamente cercando di  fare in modo che   l'  attuale standard   non  sia rafforzato . La Casa Bianca ha avuto l' ordine  del tribunale di  rilasciare uno  nuovo standard  per lo smog aggiornato entro il 1 ° ottobre e il Sierra Club, insieme con i nostri alleati sanitari e ambientali, chiedono che sia rafforzato  a  60 parti per miliardo (ppb) . Gli scienziati medici dicono che 60 ppb è l'unico standard  (PDF) che può davvero proteggere le nostre famiglie dalle malattie  aggravate dall'inquinamento  da smog.
Secondo i  pneumologi, l'inalazione di inquinamento da smog è come ottenere una scottatura solare sui polmoni e si traduce spesso in difficoltà respiratorie immediate. L'esposizione a lungo termine all'inquinamento  da smog è legato alla asma cronica ed ad altre malattie respiratorie e polmonari,a  danni al sistema riproduttivo e dello sviluppo, e persino alla morte prematura. 
I bambini corrono un  rischio per la salute  dovuto all' inquinamento perché hanno  più probabilità di stare all'aperto e loro polmoni  si stanno ancora sviluppando.....
Ridurre l'inquinamento  da smog potrebbe impedire  milioni di attacchi di asma tra i bambini nel corso dei prossimi dieci anni. Ecco perché la mossa del EPA per ridurre  lo smog è così vitale - ecco perché è così importante spingere la Casa Bianca e l'EPA  ad  andare avanti con il livello più restrittivo  possibile.
Mary Anne Hitt è il direttore della Campagna Sierra Club Beyond Coal.

WWF:Bruciando carbone il mondo si squaglia nelle nostre mani

Tratto da WWF

Bruciando carbone il mondo si squaglia nelle nostre mani

I ghiacci marini artici si stanno riducendo e assottigliando a causa dei cambiamenti climatici. Isola Sbalbard, Norvegia
E’ appena uscito il Report WWF dal titolo ‘Ghiaccio bollente’: uno scenario futuro sulla riduzione dei ghiacci del pianeta causata dall’innalzamento delle temperature prodotto dalle emissioni di CO2 nell’atmosfera.
Smettere di produrre energia dai combustibili fossili, a cominciare dal carbone, è il primo passo per evitare conseguenze disastrose.
 
Chiedi a Renzi di chiudere con le centrali a carbone in Italia: Firma anche tu la petizione del WWF Italia

 “Lo scioglimento dei ghiacci della Terra riguarda animali cui siamo molto affezionati, ma riguarda  molto vicino anche gli esseri umani: la lettura del quadro d’insieme è impressionante – dichiara il WWF - Il 2015 è un anno cruciale per le decisioni che la comunità internazionale dovrà prendere, a partire dal Summit delle Nazioni Unite per gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile per i prossimi 15 anni (New York 25-27 settembre) e la COP21 di Parigi sul Cambiamento Climatico. Uscire dai combustibili fossili, a partire dal carbone, deve essere l’obiettivo ineludibile dell’intera umanità, è la condizione per cercare di mantenere il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2°C e scongiurare gli scenari più catastrofici. Conosciamo i rischi, grazie alle ricerche scientifiche e, purtroppo, anche dalle osservazioni sul campo nel lavoro che come WWF svogliamo tutti i giorni. Nelle aree montuose in tutto il mondo e nelle regioni artiche e antartiche, le popolazioni locali guardano spaventate il loro mondo che si trasforma e considerano il cambiamento climatico una minaccia presente e un possibile incubo futuro. 
E questi stravolgimenti non rischiano di riguardare soltanto loro. Oggi possiamo agire, oggi dobbiamo agire: abbiamo le alternative ai combustibili fossili pronte, sono fonti rinnovabili e pulite; insieme all’uso razionale ed efficiente di energia e materiali, possiamo farcela e offrire a tutti nuove opportunità”.  
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Venerdì, 18 Settembre

24 Settembre :Riconoscimento in memoria di Lorenzo Tomatis a Patrizia Gentilini

logoTratto da Isde

Riconoscimento in memoria di Lorenzo Tomatis a Patrizia Gentilini


Si è tenuto ieri a Roma l’importante convegno organizzato da ISDE Italia e Istituto Superiore di Sanità in ricordo di Lorenzo Tomatis.
Oltre agli interventi dei vari relatori su aria, acqua, suolo e cibo, soluzioni, la giornata è stata l’occasione per conferire a Patrizia Gentilini il “Riconoscimento in memoria di Lorenzo Tomatis”.
La dottoressa ha così commentato questo importante premio:

“Ringrazio con profonda emozione per questo attestato che mi giunge oltremodo gradito e mi onora certamente al di là dei miei meriti. L’emozione nasce dal fatto che Lorenzo Tomatis, che ho conosciuto esattamente 10 anni fa nel 2005, è stata certamente la persona che più mi ha aiutato a rivedere il mio rapporto con la medicina . La conoscenza di Tomatis è stata purtroppo molto breve, perché dopo soli 2 anni, nel 2007 è mancato, ma anche se breve per me questa amicizia è stata profondamente significativa.
Ho conosciuto Tomatis nel 2005, invitato a Forlì sul tema dell’incenerimento dei rifiuti. Tomatis esordì nella sala del Consiglio Comunale con queste parole “le generazioni a venire non ci perdoneranno il danno che noi stiamo loro facendo” e poi continuò spiegando come le sostanze tossiche ed inquinanti si accumulino nei nostri corpi e passino dalla madre al feto con danni anche transgenerazionali per alterazione delle cellule gametiche. Tutti restammo profondamente colpiti da quelle parole ed in particolare io – perché a me – oncologo medico ospedaliero – aprivano scenari del tutto nuovi.

Mi resi conto che Lorenzo Tomatis, nonostante sia stato un grandissimo ricercatore, era stranamente poco conosciuto se non a coloro che erano strettamente addetti ai lavori e praticamente del tutto sconosciuto al grande pubblico. Questo forse accadeva perché allo spessore scientifico Tomatis univa un carattere schivo e riservato e, soprattutto, per il suo profondo rigore morale che l’ha sempre portato a rifuggire dai compromessi e a difendere strenuamente l’indipendenza della Scienza. Scienza che troppe volte vedeva piegata ad interessi economici o di parte .

Il rigore scientifico e lo spessore morale erano comunque in Lui intrinsecamente connessi e la strada che con coerenza e per tutta la vita ha indicato è stata quella di una Ricerca e di una Medicina che mai, e per nessuna ragione, poteva essere disgiunta dal suo fine ultimo: quello di essere sempre e comunque al servizio dell’Uomo, della sua salute, della sua dignità.
Per questo egli ha sempre strenuamente difeso e posto l’accento sul ruolo della Prevenzione Primaria, ovvero sulla tutela della salute attraverso la riduzione dell’esposizione alle sostanze nocive che – come lui diceva – non smettono di essere tali una volta che escono dalle fabbriche o sotto latitudini diverse. Per questo è sempre stato critico verso una medicina sempre più tecnologica ed orientata esclusivamente alla cura, ma sempre più lontana e distratta dalla ricerca delle vere cause delle malattie, quella che Lui chiamava “la Grande Distrazione”.

Purtroppo non è stato ascoltato e se da un lato le evidenze scientifiche del ruolo dell’inquinamento ambientale sulla salute (dai pesticidi alla qualità dell’aria, dal traffico agli inceneritori e alle centrali a carbone) sono incontestabili, dall’altro purtroppo anche le più recenti azioni legislative (ricordo lo “sblocca Italia” con l’innalzamento dei limiti per gli scarichi a mare di pericolosi inquinanti concesso ai grandi impianti, il via libera agli inceneritori etc ) ci appaiono purtroppo un grave passo indietro per quanto attiene la tutela della salute. 
Ci auguriamo che la consapevolezza che vediamo lentamente crescere nell’opinione pubblica circa la relazione ambiente/salute, unitamente al sempre maggior impegno di Istituzioni come l’ISS e degli Ordini dei Medici, ma anche grazie ad azioni legali volte ad es. a indirizzare nel modo dovuto le risorse economiche (piani di sviluppo rurale che devono tutelare maggiormente una agricoltura più rispettosa quale quella biodinamica/biologica) siano fattori che consentano una inversione di rotta.
Su un numero di Nature del 2007 si leggeva: “il nostro ecosistema è ormai un esperimento chimico-biologico su larga scala, in cui siamo contemporaneamente coloro che sperimentano e coloro che lo subiscono, speriamo che tutto vada a buon fine, ma solo il tempo lo dirà” , credo che solo seguendo l’insegnamento di Tomatis, raccogliendo la sua eredità e impegnandoci perché la Prevenzione Primaria torni ad avere il ruolo che le compete nella difesa della salute forse l’esperimento di cui parla Nature potrà andare a buon fine.
Grazie davvero dal più profondo del cuore”.