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30 aprile 2010

LIGURIA:CONTROLLI E BONIFICHE ARPAL SOTTO INCHIESTA.

Tratto da "La RepubblicaGenova.it


Controlli e bonifiche
Arpal sotto inchiesta

Perquisita l'Agenzia regionale per l'ambiente, dieci avvisi di garanzia. Secondo gli investigatori le relazioni sarebbero state troppo "generose". Nel mirino anche l'Acna di Cengio

di GIUSEPPE FILETTO e MARCO PREVE

Dieci avvisi di garanzia, notificati soprattutto a dirigenti dell'Arpal di Genova e delle altre provincie liguri, finiti nel mirino della procura della Repubblica del capoluogo. Una montagna di documenti, di dossier sequestrati dai carabinieri del Noe, ma anche computer, portati via e che saranno controllati da esperti informatici. Tutto nelle mani del sostituto procuratore Paola Calleri, che a vario titolo, contesta l'abuso d'ufficio, il falso ideologico, l'omissione in atti d'ufficio e il concorso continuato nei reati. Ad altri indagati sarebbe stata contestata anche la corruzione. Tutte ipotesi che gli stessi investigatori ammettono di essere al vaglio e che devono essere accertate.

In ogni modo, ieri mattina, negli uffici dell'Arpal di Genova, ma anche nelle sedi di Savona, Imperia e La Spezia, sono piombati i carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico, appoggiati dai colleghi dei comandi provinciali. Hanno setacciato i 4 piani della Fiumara: i dipartimenti, gli uffici e i laboratori. Hanno sequestrato materiale cartaceo ed informatico, documentazione relativa alle consulenze e agli acquisti che passano attraverso Datasiel.

Poi hanno notificato gli avvisi di garanzia, uno dei quali a Bruno Soracco, direttore generale dell'agenzia. Indagati pure Riccardo Sartori, responsabile del Settore Territorio del Dipartimento di Genova; Gino Vestri, che ha ricoperto l'incarico di Sartori fino al dicembre del 2008 e che ora dirige i 4 dipartimenti liguri; Stefano Maggiolo, direttore del Dipartimento di Genova (a quest'ultimo sarebbe contestata una relazione tecnica relativa ad un servizio di indagine affidato alla stessa agenzia). Ai quattro viene contestato l'abuso d'ufficio e il falso. Non avrebbe ricevuto alcuna notifica Rossella D'Acqui, la direttrice scientifica che ieri era a Roma.

Gli indagati si mostrano sereni e si sono messi a disposizione della magistratura. Comunque, oltre al personale Arpal, altri avvisi di garanzia riguarderebbero alcune ditte, tra cui la Sige, società di controlli ambientali di cui Soracco possedeva quote azionarie prima che diventasse direttore generale all'Arpal e nella quale attualmente lavorerebbe il fratello Gianfranco. Ieri Soracco nel pomeriggio è tornato nel suo ufficio della Fiumara. "Sono chiamato in causa nell'ambito della mia funzione di direttore generale - precisa lui - perché i temi sono tutti materia che passa dalla mia scrivania".

I versanti su cui si indaga sarebbero relativi all'attività di vigilanza ambientale affidata all'Arpal. Stando a quanto trapela e si ipotizza, l'agenzia avrebbe omesso di controllare ed i responsabili "non avrebbero rappresentato la situazione nei suoi termini obiettivi". Tanto che i campi di indagine sono diversificati tra loro, tra cui le emissioni in atmosfera di inquinanti, ma quattro sono i filoni principali su cui lavora la procura: la discarica di Scarpino gestita dall'Amiu, la vasca di raccolta del percolato che nel dicembre del 2008, a causa delle abbondanti piogge, scaricò i liquami nel torrente Chiaravagna; i depositi di rifiuti tossico-nocivi della Stoppani di Cogoleto ed Arenzano, le superfici industriali soggette a risanamento ambientale; le aree siderurgiche di Cornigliano interessate dalla bonifica; l'Acna di Cengio.

In particolare, si ipotizza che le società interessate avrebbero chiesto e ottenuti dei "favori" dall'Arpal


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Tratto da Ivg

Ambiente: vertici Arpal indagati per analisi false

Genova. La Procura di Genova ha iscritto nel registro degli indagati i vertici dell’Arpal, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente ligure. Sotto accusa, come riportato questa mattina da alcuni quotidiani, il direttore generale dell’Agenzia, Bruno Soracco, e altre nove persone per, a vario titolo, abuso d’ufficio, falso ideologico, omissione di atti d’ufficio, in concorso.

Secondo l’accusa, sostenuta dal sostituto procuratore Paola Calleri, l’Arpal avrebbe costruito carte false omettendo i controlli in modo da far rientrare i valori-campione entro i limiti imposti dalla legge anche se erano oltre i limiti.
Ieri mattina, i carabinieri del Noe hanno perquisito i locali dell’Agenzia, sequestrato documenti e altro materiale utile per le indagini. Sotto la lente degli investigatori sono finiti i campioni della discarica di Scarpino, gestita dall’Amiu, i depositi di rifiuti tossici della Stoppani di Cogoleto e Arenzano, le aree siderurgiche di Cornigliano.

2010/04/30 La marea nera è in Louisiana il petrolio ha toccato la costa/INCENERITORI DI BRESCIA E PARMA

Tratto da "La Repubblica "

La marea nera è in Louisiana il petrolio ha toccato la costa

La marea nera è in Louisiana
il petrolio ha toccato la costa

Le prime lingue del greggio fuoriuscito da un deposito sotterraneo delle Bp sono arrivate a lambire lo Stato americano. Obama mette a disposizione ogni risorsa disponibile. Un disastro ambientale forse peggiore della Exxon-Valdez. C'è una terza falla nell'impianto (FOTO)
BLOG Disastri marini, coazione a ripetere di A.CIANCIULLO

Tratto da Unonotizie

INCENERITORI DI BRESCIA E PARMA :impianti talmente tecnologici e moderni che è severamente vietato tutto nei terreni circostanti

Inceneritore di Parma come quello di Brescia, ultime notizie: terreni intorno agli inceneritori sono talmente inquinati che è vietato fare qualsiasi cosa
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Il nuovo inceneritore di Parma ci regalerà cartelli come quello nella foto, installati dal comune attorno all'inceneritore di Brescia, l'impianto migliore al mondo, quello con le tecnologie ultra moderne che fanno sì che l'impatto sull'ambiente sia uguale a zero? Uno zero un po' troppo pieno di cose, come quelle che si possono immaginare leggendolo. Per una volta, caso raro in Italia, un cartello è chiaro e inequivocabile e non lascia alcun dubbio a chi legge. C'è scritto infatti sull'avviso: “Comune di Brescia, divieto di pascolo. E' severamente vietato sfalciare, asportare o utilizzare o disperdere l'erba giacente nel terreno. Erba? Dalle parole impresse come fuoco sembra si tratti invece di una qualche sostanza tossica, da cui prendere le distanze, da non toccare, a cui non avvicinarsi nemmeno. E' l'erba attorno all'inceneritore, quella che nel 2008 ha portato il latte delle mucche bresciane oltre il limite di diossina ammesso per la vendita del prodotto. E alle mucche ovviamente quel foraggio non è stato mai più offerto. Potrebbe essere l'erba delle casetta in campagna che il presidente di Enia Allodi consiglia come investimento per il futuro: “Abitare a un passo dall'inceneritore? Meglio che l'aria del centro città”.
Nonno Allodi investe sul futuro e racconta favole, non solo ai nipoti, ma anche ai parmigiani adulti, anche se sono ormai troppo grandi per abboccare. Così neanche Barilla se la sente di continuare nella strategia del silenzio e la butta sul marketing e sulla percezione dei consumatori, poco avvezzi ad acquistare un prodotto del mulino bianco se troppo vicino a un mulino nero. Più esplicito Greci, che messo il naso nei dati e negli altri impianti già attivi in altre parti d'Italia, intravede l'impossibilità di rendere sicuri gli inceneritori, perché comunque le emissioni sono certe e le coltivazioni ne subiscono le conseguenze.
Due sassi gettati nello stagno, i cui cerchi continuano ad allargarsi senza posa.
Erba nera, condita con una miscela complicata di sostanze chimiche che trova nel forno dei rifiuti una perfetta fucina, dove si forgiano composti innaturali e venefici. Metalli pesanti e diossine in larga misura, sostanze che portate a spasso, in un raggio di almeno 30 km, dalle piccole infinitesime particelle di emissione entrano in qualunque organismo che incontrano senza uscirne più. E' lo scenario del futuro di Ravadese, una terra da cui tenersi alla larga,dove il valore delle case sta scemando giorno per giorno, dove in tanti stanno pensando alla diaspora, se davvero arriverà il mostro che incenerisce ogni cosa, anche il futuro. “Parma ultimo posto al mondo dove costruire un inceneritore” sono le parole del chimico inglese Paul Connett, una sentenza che verrà pronunciata all'Onu a maggio, il mese di Cibus,
la vetrina di una terra felice che per mantenere il sorriso deve indossare una maschera, quella per proteggersi dall'inquinamento arrogante e inutile di un inceneritore, utile ai pochi che ci faranno soldi, a spese dei molti che ne subiranno i veleni.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse
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J. Cameron, regista di Avatar: "le lobby del petrolio e del carbone investono in DISINFORMAZIONE"

Riprendiamo questo interessante articolo da Ecologiae.com.

"Il dibattito annoso tra “catastrofisti” e “negazionisti” si sa, spesso è incentrato sulle compagnie petrolifere e quelle del carbone, accusate di star finanziando una campagna di disinformazione per confondere il pubblico sulla scienza del clima. Fino a questo punto, niente di rivoluzionario, come non sorprende il fatto che purtroppo, in molti casi, sembra abbiano successo, come sta avvenendo in Italia ed in altre parti del mondo.

Ed è per questo che è incoraggiante vedere un’elegante figura che trasmette il messaggio della scienza al pubblico con una certa autorevolezza come James Cameron, che ha appena messo questa storia nel suo film campione d’incassi Avatar, il quale ora si schiera in favore degli ambientalisti e ha cominciato una sorta di “tour” televisivo per controbattere alle illazioni di pseudo-scienziati di parte.

Cameron è stato intervistato da CNN International per uno speciale intitolato “Frontiera Terra: il futuro dell’energia”. Al dibattito hanno preso parte anche Mohamed Nasheed, il presidente delle Maldive, e Wu Changhua, direttore del Greater China Director of the Climate Group e altri. Ovviamente però la voce più ascoltata, ed anche più ad effetto, è stata quella del regista americano, grazie anche a frasi come questa:

Quello che vedo negli Stati Uniti è la lobby del petrolio e del carbone spendere enormi cifre di denaro per una campagna di disinformazione che viene utilizzata per screditare le scienze e orientare l’opinione del pubblico lontano dal senso di responsabilità sociale sui cambiamenti climatici.

Leggi l'articolo integrale

29 aprile 2010

2010/04/29 Lester R. Brown :Salvare la civiltà non è uno sport da spettatori

Salvare la civiltà non è uno sport da spettatori

Tratto da Greenreport

Lester R. Brown

WASHINGTON. Date le enormi sfide ambientali e sociali che deve affrontare la nostra civiltà nel secolo ventunesimo, una delle domande che sento più spesso è: cosa posso fare? La gente spesso si aspetta che io parli di cambiamenti di vita, riciclaggio di giornali, o cambi di lampadine. Questi sono essenziali, ma non sono ancora abbastanza. Abbiamo ora bisogno di ristrutturare l'economia globale, e in fretta. Ciò significa diventare politicamente attivi, lavorando per le modifiche necessarie. Salvare la civiltà non è uno sport per spettatori.

Infòrmati, leggi su questi argomenti! Se volete sapere cosa è successo alle civiltà precedenti che si sono trovate in difficoltà ambientali, leggete The collapse di Jared Diamond o "Breve storia del progresso" di Ronald Wright o "Il crollo delle società complesse" di Joseph Tainter. Il mio ultimo libro, "Piano B 4.0: Mobilitarsi per salvare la civiltà", può essere scaricato gratuitamente dal sito web dell'Earth policy institute (Epi's) (www.earthpolicy.org), insieme a un set completo di dati e una sintesi di presentazione. Se trovate questo materiale utile per aiutare a pensare che cosa fare, condividetelo con gli altri.

Scegli una questione che è significativo per te, come la ristrutturazione delle tasse, il divieto alle lampadine inefficienti, l'eliminazione graduale delle centrali elettriche a carbone, o l'impegno per realizzare strade nella vostra comunità che siano pedonali e ciclabili, o unirsi a un gruppo che sta lavorando per stabilizzare la popolazione mondiale.

Cosa c'è di più eccitante e gratificante che mettersi personalmente in gioco per cercare di salvare la civiltà?

Si consiglia di procedere da soli, ma si potrebbe anche voler organizzare un gruppo di individui simili. Si potrebbe iniziare a parlare con gli altri per aiutare a scegliere un tema o temi su cui lavorare. E comunicare con i vostri rappresentanti eletti in consiglio comunale o a livello nazionale. Oltre alla questione particolare per la quale si sceglie di lavorare, ci sono due sfide imperative della politica: le ristrutturazione delle tasse e il riordino delle priorità di bilancio. Scrivere lettere o e-mail al proprio rappresentante eletto in merito alla necessità di ristrutturare le tasse riducendo le imposte sul reddito e aumentando le tasse ambientali. Ricordare lui o lei che le spese fuori bilancio possono offrire un falso senso di benessere nel breve periodo, ma che porta al collasso nel lungo periodo.

Fate in modo che i vostri rappresentanti politici sappiano che una spesa mondiale per scopi militari all'anno di oltre 1.000 miliardi di dollari è semplicemente fuori sincrono con la realtà, non risponde alle minacce più gravi per il nostro futuro. Chiedete loro se il piano di bilancio B - 187 miliardi di dollari l'anno per sradicare la povertà, stabilizzare e ripristinare la terra - è una spesa ragionevole per salvare la civiltà. Chiedete loro se deviando un ottavo del budget militare globale alla civiltà è troppo costoso. Ricordate loro come si mobilitarono gli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale.

E, soprattutto, non sottovalutare ciò che si può fare. L'antropologa Margaret Mead ha detto: "Non dubitate mai che un piccolo gruppo di cittadini interessati possano cambiare il mondo. In effetti, è l'unica cosa che è sempre avvenuta ".

Non è un male sostenere il vostro impegno politico con cambiamenti di vita. Ma ricordate che completano la vostra azione politica, non sono un sostituto di essa. ......

Anche i cambiamenti dietetici possono fare la differenza. Le differenze di impronta ecologica di una dieta ricca di carni rosse e una dieta a base vegetale è circa la stessa come la differenza tra l'impronta ecologica di che guida un Suv di grandi dimensioni ad alto consumo di carburante e un ibrido ad alta efficienza a gas-elettrico. Quelli di noi con diete pesanti in prodotti di origine animale ricchi di grassi possono fare un favore, a noi stessi e alla civiltà, spostando verso il basso la catena alimentare.

Oltre a questi cambiamenti di vita piuttosto indolori, che spesso portano sani benefici, possiamo anche pensare al sacrificio. Durante la seconda guerra mondiale il progetto militare ha chiesto a milioni di giovani l'estremo sacrificio.

Ma non abbiamo bisogno di sacrificare la vita per salvare la civiltà. Siamo chiamati solo ad essere politicamente attivi e di apportare modifiche allo stile di vita.
Durante la prima parte della seconda guerra mondiale il presidente Roosvelt chiese frequentemente agli americani di adeguare le proprie abitudini di vita. Quali contributi possiamo fare oggi, in tempo, denaro, o riduzione dei consumi, per contribuire a salvare la civiltà?

La scelta è nostra, la vostra e la mia. Siamo in grado di stare con il business as usual e presiedere una economia che continua a distruggere i suoi sistemi di sostegno naturale fino a quando non si distrugge, o si può adottare il Piano B ed essere la generazione che cambia direzione, spostando il mondo verso un percorso di progresso sostenibile.

La scelta sarà fatta dalla nostra generazione, ma interesserà la vita sulla terra per tutte le generazioni a venire.
Adattamento dal capitolo 10, "Can we mobilize fast enough?" da Plan B 4.0: Mobilizing to save civilization (in italia pubblicato da Edizioni Ambiente sarà in libreria il 5 maggio) liberamente tradotto da Alessandro Farulli
Considerazioni di Uniti per la Salute

Abbiamo pubblicato questo articolo perchè condividiamo le argomentazioni di Lester R. Brown e siamo consapevoli che non abbiamo bisogno di sacrificare la vita per salvare la civiltà.
MA "NEL NOSTRO PICCOLO " CI SIAMO CON "MOLTO IMPEGNO MESSI IN GIOCO "PER TUTELARE E FAR TUTELARE SUL NOSTRO TERRITORIO "IL NOSTRO DIRITTO ALLA SALUTE" e PER INFORMARE QUALE GROSSO PROBLEMA AMBIENTALE COSTITUISCANO PER I CITTADINI E PER I TERRITORI che vi gravitino intorno (non solo a Savona ma a Brindisi,Civitavecchia, Fiume Santo......) ,
LE CENTRALI A CARBONE.
Ci siamo molto informati e quotidianamente continuiamo ad informarci perchè riteniamo che una corretta informazione sia il punto di partenza di una vera "cittadinanza consapevole".

Abbiamo scritto decine e decine di lettere ai nostri amministratori,locali e nazionali,ci rapportiamo abitualmente con quelli sul territorio,
SIAMO STATI AL MINISTERO DELL' AMBIENTE a portare le nostre istanze,abbiamo fatto alcuni esposti alla procura della Repubblica territorialmente competente ed abbiamo fatto come Associazione "UNITI PER LA SALUTE ONLUS "un Ricorso al TAR CONTRO IL POTENZIAMENTO A CARBONE DELLA LOCALE CENTRALE A CARBONE .
Abbiamo alcuni gruppi di lavoro ed ognuno di questi porta avanti un settore specifico.
Per contatti la nostra email è unitiperlasalute@libero.it

E, soprattutto, non sottovalutiamo mai ciò che si può fare per il futuro del nostro territorio e la sua fondamentale importanza .......
Non dubitiamo ........ che un piccolo gruppo di cittadini interessati possano cambiare il mondo,anche se ,vedendo quello che avviene in Italia(e non solo...) in campo ambientale spesso siamo assaliti dallo sconforto ma cerchiamo nel limite delle nostre competenze di dare il nostro modesto contributo....per un futuro che ci auguriamo diverso più rispettoso del mondo e dei suoi abitanti
Siamo "estremamente consapevoli "di essere la generazione che dovrebbe cambiare direzione, spostando il mondo verso un percorso di "progresso sostenibile"
e PERTANTO CI SIAMO MESSI IN GIOCO COME CITTADINI CONSAPEVOLI DELL'IMPORTANZA DELLA POSTA IN GIOCO

27 aprile 2010

2010/04/28 Il problema centrale su canale 5 / I costi esterni dell'energia.

COMUNICATO DI UNITI PER LA SALUTE


"Il problema centrale su canale 5"


Questa mattina nella trasmissione "Mattino 5" è andato in onda un servizio filmato sulla centrale termoelettrica di Vado Quiliano, evidenziando chiaramente alcune tra quelle gravi preoccupazioni di cui la nostra associazione onlus da tempo si fa carico.

Le immagini proposte, pur nella stringata sintesi dei tempi televisivi, sono state molto eloquenti ed inquietanti, e, pur nella brevità, è stato efficace l'’intervento del Dott. Paolo Franceschi quale Referente per l’'ambiente dell’'Ordine dei Medici di Savona.

Potevano senz’altro essere mostrati molti altri aspetti, tuttavia è significativo che la principale rete commerciale nazionale abbia posto a milioni di persone in tutta Italia il problema della centrale “in mezzo al centro abitato”, citando anche l'’aspetto relativo alle ricadute sul turismo.

Rimarchiamo come invece non tutti i media locali abbiano dato e diano rilevanza a un problema che suscita, nelle migliaia e migliaia di cittadini che hanno sottoscritto le nostre istanze, serie e motivate preoccupazioni per il proprio futuro e per quello dei loro figli.

Guarda il video mandato in onda a Mattino 5 cliccando su


No al potenziamento a carbone della centrale di Vado Ligure (Savona)


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Tratto dall'audizione del Dott. Giovanni Ghirga alla Commissione Europea. Luglio 2009


I costi esterni dell'energia.

Perchè produrre energia bruciando carbone significa sostenere ingenti spese sanitarie. Ma di questo nessuno ne parla.
Parlare dei costi esterni dell'energia è un argomento tabù. Non ne parla nessuno, le Autorità fanno finta di non sapere e invece lo sanno benissimo. Lo sa benissimo il Governo che avrebbe il dovere di informare la popolazione che trarre energia dai fossili provoca un danno importante.
La Commissione Europea si è sempre interessata a questo, 50 centri di ricerca, di eccellenza, in 20 Paesi hanno portato, dopo circa venti anni di studi alla sintesi di alcuni software che ormai sono noti. Questi software permettono, fornendo loro la quantità di inquinanti emessi da una data fonte di emissione, di valutare il danno in termini di mortalità, di morbilità (ovvero il rapporto percentuale tra il numero di giornate di assenza dal lavoro per malattia e il numero di giornate lavorative previste), e in termini economici.
Prendendo così dei dati di emissione, come quelli dichiarati dalla centrale a carbone di Civitavecchia (badate bene che non si dice che la centrale provochi questo ma emissioni simili a quelle dichiarate) dopo 25 anni di attività potrebbero aver causato una spesa per la mortalità provocata di 200 milioni di euro, 100 milioni di euro di spese per le persone che non moriranno in seguito alle malattie provocate dall’inquinamento e 200 milioni di euro per l’eccesso di CO2.
Parliamo solamente di danno economico, il danno morale è incommensurabile.
Il costo della sanità è di oltre 100 miliardi di euro all'anno di cui una bella fetta sono spese dovute all’inquinamento da combustibili fossili, in particolare il carbone.
Uno studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha messo in evidenza che in Italia ci sono
8.000 decessi l’anno per l’inquinamento (polveri PM 10), studio effettuato solo su 9 milioni di persone. Consideriamo che la cura di un cancro viene valutata, dalla Commissione Externé, sempre della Commissione Europea, dai 2 ai 7 milioni di euro. E’ una cosa cinica ma è un dato di fatto la valutazione economica del cancro. Tuttavia,esistono dei software che valutano anche le cause di mortalità.
Allora qualcuno dirà: “Sì, ma quei dati sulla mortalità annuale in Italia (OMS) mostrati in precedenza erano riferiti solamente alle polveri PM10”. E qui noi abbiamo in mente che la causa è quasi esclusivamente del traffico.
Guardiamo allora i dati della Commissione Europea che ci dice chi produce queste polveri PM10.
La produzione di energia ne produce una bella fetta in Europa.
Ma,vedete, quando si producono queste polveri, che sono il simbolo dell’inquinamento, una piccola quantità viene emessa subito dopo la combustione e interessa la popolazione intorno la fonte di combustione, la maggior parte delle polveri invece si forma successivamente, a 100, 1000 chilometri di distanza, quando sono presenti quelle condizioni chimico-fisiche dell’atmosfera che le trasformano in polveri secondarie.
Quindi il problema non è solo per le popolazioni che stanno intorno ad una fonte di combustione ma lo è per tutti.

Questi sono dati europei. Però qualcuno dice: in Italia è peggio. Infatti in Italia è peggio: il 9% delle polveri viene emesso alla fonte, il 91% è secondario.Pensate che secondo uno studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha marcato con isotopi radioattivi delle polveri, con i venti prevalenti questi inquinanti possono compiere 300 chilometri in 12 ore. Quindi non è un problema solo locale.

Non è che se noi non vediamo una fonte di emissione possiamo stare tranquilli, non è assolutamente così.
Riassumendo: il costo della sanità è di oltre 100 miliardi l’anno;decine di migliaia di morti l’anno per le spese causate dall’inquinamento, tutti i governi indistintamente non ne tengono assolutamente conto ed è un circolo vizioso.
E non se ne parla nel modo più assoluto. Nessuno parla della spesa sanitaria associata all’uso del carbone.
In Cina è stato fatto uno studio il cui risultato è che nel 2007 le esternalità per il carbone hanno portato a una spesa di 250 bilioni di dollari.
Quindi anche la Cina sta valutando quant’è il prezzo degli effetti collaterali dell’utilizzo di questo fossile. Non è un problema neanche solamente della Cina.
Qualche anno fa negli Stati Uniti in Texas – non diciamo in California – c’erano 11 progetti di ultimissime centrali a carbone, centrali dove c’è la combustione del carbone. Ebbene, con l’applicazione di un software dedicato che non può essere utilizzato in Italia, perché è riconosciuto negli Stati Uniti, si può sapere anche il numero dei decessi causati dall’inquinamento in modo preciso, non è un software solamente di tipo economico.
Ebbene, ambientalisti americani che hanno parecchi soldi, hanno arruolato degli specialisti dell’Università di Boston, che hanno valutato che queste centrali, a fine attività, avrebbero provocato oltre 8.000 morti premature e provocato una spesa sanitaria per oltre 40 miliardi di euro.
Qual è stato l’esito? Ebbene, sono stati ritirati 8 progetti.
Perché? Perché negli Stati Uniti le assicurazioni per malattia hanno fatto un gran baccano.
Qui è diverso perché la spesa della sanità pubblica, spesa che è allo sbando da un punto di vista economico e che non si riesce a frenare, ritorna sul consumatore, consumatore che per prenotare una mammografia perché ha un nodulo ha fino a nove mesi di attesa.
La verità è che non si da importanza ai costi esterni dell’energia.
Ma noi abbiamo parlato di danni riconosciuti o da un punto di vista economico o da un punto di vista della mortalità. Esiste un’infinità di danni che non vengono riconosciuti. Questo studio, pubblicato l’anno scorso è stato tradotto in tutte le lingue su Lancet, ebbene si è visto che numerose sostanze chimiche, tra queste moltissime prodotte dalla combustione di fossili, soprattutto del carbone e dell’olio combustibile, sono responsabili di lievi danni neurologici. È un’epidemia mondiale.
Quali sono questi danni neurologici? Autismo, lievissimo ritardo mentale, dislessia, aggressività, delinquenza.
L’accumulo di sostanze come il mercurio lentamente nel sistema nervoso provocano un’epidemia di danni, il cui valore morale ed economico è incommensurabile, perché il cervello dei bambini è il vero futuro della società
E poi abbiamo altri danni: chi si ammala, in realtà, purtroppo, ha
una spesa enorme nella famiglia.
Chi si ammala di tumore – questo studio è stato fatto in Italia, quest’altro precisamente Roma, spende oltre 1.000-1.500 euro al mese, molti perdono il posto di lavoro. Queste sono delle spese, delle esternalità che noi non calcoliamo. Nessuno calcola.
Ma, vedete, anche trarre energia dalla combustione dei rifiuti è la stessa cosa. Questo studio appena effettuato da studiosi della Commissione Europea ha dimostrato che bruciare 400.000 tonnellate per vent’anni porta una spesa per la società di oltre 160 milioni di euro e di questa spesa oltre il 95% è soprattutto per la mortalità e la morbilità.
Queste cose vanno calcolate quando parliamo di energia, perché non è possibile che il guadagno lo fa un ente, una ditta, una società, un’azienda, una branca di uno Stato e la perdita è a carico di altri ministeri e soprattutto della popolazione, perché il danno morale è il peggiore che ci sia.
Sappiamo adesso che quando si respirano le polveri di diametro inferiore ai 2,5 micron, che sono milionesimi del metro, queste polveri non provocano un danno subito dal punto di vista oncologico, ma causano delle malattie cardiache, un angina, un infarto può sorgere in soggetti predisposti, già dopo due ore dall’esposizione, così come l’ictus.
Bisogna parlarne di queste cose, non siamo noi medici che siamo fissati, bisogna parlarne, fanno parte dell’energia e quindi dovrebbero diventare ogni anno un tema che l’Autorità dell’energia dovrebbe, a nostro modestissimo avviso, sviluppare. Grazie.

(tratto dall'audizione del Dott. Giovanni Ghirga alla Commissione Europea. Luglio 2009)

2010/04/27 Fiume Santo:ok del Ministero per il nuovo gruppo a carbone

E la SAGA DEL CARBONE CONTINUA.

......Chi sarà il prossimo fortunato ? .

Tratto da unionesarda.ilsole24ore.

Fiume Santo:ok del Ministero

per il nuovo gruppo a carbone












Fiume Santo:ok del Ministero per il nuovo gruppo a carbone

Il ministero dell'Ambiente ha sbloccato le procedure per completare l'iter autorizzativo ambientale necessario alla realizzazione del nuovo gruppo a carbone nella centrale di E.On a Fiume Santo. Investimento da 600 milioni di euro

Ne ha dato notizia il governatore della Sardegna, Ugo Cappellacci, esprimendo soddisfazione per la risposta positiva del ministero.

Leggi l'articolo integrale