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27 novembre 2023
DIBATTITO PUBBLICO SABATO 2 DICEMBRE a FINALE LIGURE : RIGASSIFICATORE UTILITÀ E CRITICITÀ
11 novembre 2023
Oggi: Savona, il Coordinamento No Rigassificatore scende in piazza: “Un pomeriggio di lotta e resistenza in difesa di ambiente e salute”
Tratto da IVG
Savona, il Coordinamento No Rigassificatore scende in piazza: “Un pomeriggio di lotta e resistenza in difesa di ambiente e salute”
In programma sabato 11 novembre
Il “Coordinamento no rigassificatore”, cui aderiscono oltre 50 soggetti tra associazioni, movimenti e partiti, si è costituito per contrastare il progetto di rigassificatore che interesserebbe buona parte della nostra provincia, dallo specchio acqueo di Vado- Savona all’entroterra di Cairo Montenotte.
Le molte anime che il Coordinamento raccoglie sono unanimemente coese nel denunciare una scelta imposta arbitrariamente senza confronto col territorio, già pesantemente martoriato da insediamenti industriali; i quali, oltre a provocare importanti ripercussioni su salute e ambiente, impediscono opportunità alternative di sviluppo economico, di cui pure la provincia è ricca.
Quale contributo al movimento popolare che ha dato vita a molteplici iniziative di protesta è indetta, per il giorno sabato 11 novembre prossimo, una manifestazione pubblica, per la buona riuscita della quale si invitano alla partecipazione tutti i cittadini.
07 novembre 2023
RIGASSIFICATORE E METEO ESTREMO: LA FORTUNA NON BASTA
Tratto da Ravenna in Comune
RIGASSIFICATORE E METEO ESTREMO: LA FORTUNA NON BASTA
Sabato pomeriggio, mentre in Romagna era in corso una disastrosa serie di eventi meteo, una nave da crociera ha rotto gli ormeggi al molo di Porto Corsini. Non hanno retto alle raffiche da quasi 100 chilometri all’ora (50 nodi). Grazie ai cavi di poppa che non si sono spezzati e all’intervento di quattro rimorchiatori e di tutti gli altri servizi tecnico-nautici (piloti e ormeggiatori), la Celebrity Infinity è stata infine riassicurata al molo. …
Questo tipo di incidenti non è solito per Ravenna: l’Adriatico è solitamente un mare incomparabilmente più tranquillo rispetto agli altri mari del Mediterraneo….. Purtroppo quello che era insolito sta diventando normale. A dicembre 2020 un’altra tempesta, con venti di forza analoga a quelli che hanno colpito a Ravenna, aveva mandato a fondo addirittura una piattaforma, la Ivana D, ad un’ottantina di chilometri dalla costa Ravennate. Non è semplice risolvere le conseguenze di disastri del genere: solo quest’anno sono iniziati gli interventi per mettere in sicurezza il pozzo.
Eventi come quelli di sabato sono sempre più frequenti e fanno paura come sa chi ci si è trovato in mezzo, sulla costa o nell’interno. E sono anche, come dimostrato, di una intensa violenza, tale da abbattere anche ciò che si presumeva non sarebbe stato intaccato: tralicci dell’alta tensione, condutture del gas, edifici in muratura, ecc.Andrebbe perciò ricordato che è stata recentemente autorizzata la realizzazione a soli otto chilometri dalla costa di un impianto di rigassificazione con strutture mobili. Sarà infatti costituito da un’unità navale rigassificatrice, la BW Singapore, attraccata ad una piattaforma già esistente (il cosiddetto Ragno), a cui a sua volta verranno affiancate navi metaniere. Nella considerazione dei rischi riguardanti impianti di questo tipo si suole dire che l’evento incidentale comporterebbe conseguenze estremamente consistenti ma la frequenza del loro verificarsi è ipotizzata su intervalli talmente lunghi da venire considerati trascurabili. Grazie a questa impostazione vengono generalmente esclusi da ogni considerazione tutta una serie di eventi possibili e potenzialmente molto pericolosi proprio per la presunta rarità del tipo di accadimento.
Escono così di scena fulmini, onde anomale, scontri tra unità navali, rotture e cadute del braccio di carico e di altre strutture, danni che superino il doppio scafo, ecc. Non è un problema che ha riguardato la procedura per il rigassificatore ravennate, comunque, visto che sono state saltate a piè pari le indagini correlate alla procedura SEVESO ossia quella relativa all’accertamento dei rischi per incidenti industriali rilevanti.
Ma se quello che fino ad oggi è stato considerato talmente infrequente da non venir valutato, dovesse venire valutato cosa accadrebbe? La risposta la sappiamo già perché c’è chi si è posto il problema molto prima che i governi Draghi/Meloni accelerassero sul gas metano mettendo in soffitta le rinnovabili (Piero Angela, “La sfida del secolo. Energia. 200 domande sul futuro dei nostri figli”, Milano 2007):
«Una grande nave metaniera, che trasporta 125 mila metri cubi di gas liquefatto a bassissima temperatura, contiene un potenziale energetico enorme. Se nelle vicinanze della costa, per un incidente, dovesse spezzarsi e rovesciare in mare il gas liquefatto, potrebbe cominciare una sequenza di eventi catastrofici. Il gas freddissimo, a contatto con l’acqua di mare, molto più calda, inizierebbe a ribollire, a evaporare e formare una pericolosa nube. Questa nube di metano evaporato rimarrebbe più fredda e più densa dell’aria e potrebbe viaggiare sfiorando la superficie marina, spinta dal vento, verso la terraferma. Scaldandosi lentamente la nube comincerebbe a mescolarsi con l’aria. Una miscela fra il 5 e il 15 percento di metano con l’aria è esplosiva. Il resto è facilmente immaginabile. Se questa miscela gassosa, invisibile e inodore, investisse una città, qualsiasi (inevitabile) scintilla farebbe esplodere la gigantesca nube. La potenza liberata in una o più esplosioni potrebbe avvicinarsi a un megaton: un milione di tonnellate di tritolo, questa volta nell’ordine di potenza distruttiva delle bombe atomiche. Le vittime immediate potrebbero essere decine di migliaia, mentre le sostanze cancerogene sviluppate dagli enormi incendi scatenati dall’esplosione, ricadendo su aree vastissime, sarebbero inalate in “piccole dosi”, dando luogo a un numero non calcolabile, ma sicuramente alto, di morti differite nell’arco di 80 anni».
Abbiamo sentito, dopo le mancate collisioni delle due navi da crociera, spendere bellissime parole in favore dei servizi tecnico-nautici e della capitaneria di porto attribuendo al fattore umano un peso determinante nell’esito favorevole di quello che, invece, avrebbe potuto essere un epocale disastro. Questo, purtroppo, specie per l’impianto di rigassificazione, non ci conforta in alcun modo…..

06 novembre 2023
“La Golar Tundra non è adatta a stare in mare aperto…..
LETTERA
“La Golar Tundra non è adatta a stare in mare aperto, progetto grossolano e infarcito di errori tecnici”
Un cittadino replica alle dichiarazioni di Snam sulla sicurezza della nave in condizioni meteo marine estreme
Di seguito la lettera di un lettore che commenta le dichiarazioni di Snam sulla sicurezza della nave in condizioni meteo marine avverse.
Egr. Direttore,
mi stupisco come una testata come la vostra, di forte penetrazione locale, dia ancora spazio alle false affermazioni di Snam, invece di confutarle con le affermazioni di Snam stessa che a suo tempo, in occasione delle Conferenze dei Servizi di Piombino, aveva dichiarato che la nave NON può stare in mare aperto.
Nello specifico, in data 07/10/2022, Snam dichiarava: ‘La Golar Tundra ha un serbatoio a membrana che crea delle condizioni di maggiore fragilità rispetto alle navi MOSS in presenza di condizioni meteomarine più critiche. Al momento la Società sta interloquendo con il detentore del brevetto dei serbatoi a membrana per avere informazioni sulle condizioni di continuità operativa in condizioni meteo-climatiche più critiche”.
Ebbene, a tutt’oggi, non ve n’è traccia ne nella documentazione originaria del progetto, ne nelle integrazioni recentemente presentate da Snam al Commissario.
Inoltre in data 21/10/2022, Snam dichiarava: “Quindi, in fase transitoria di riempimento/svuotamento, la nave non può trovarsi in acque non protette, perché può essere soggetta a sloshing”… omissis.. “Solitamente, le FSRU con serbatoi a membrane operano in acque protette”.
E queste sono dichiarazioni di Snam, non di qualche terrapiattista complottista. Questa nave NON è adatta a stare in mare aperto di dice Snam e questo in un mondo normale risolverebbe la questione, ma da tempo pecunia non olet.
Snam ci parli della nave e delle sue certificazioni non dell’ancoraggio.
Le rammento, Direttore, che quel progetto, come ben specificato da VV.FF., ISS, Ispra, e altri enti, è veramente grossolano e infarcito di errori tecnici, omissioni …. (vedi ad esempio le artificiose fotoricostruzioni relative al posizionamento della nave in mare….) tali da chiedersi se i vari progettisti abbiano redatto tale progetto in perfetta buonafede; in tal caso ci sarebbe da chiedersi se abbiano avuto competenza tali per redigere un progetto di tale portata”.
Io continuo a sostenere con forza no al rigassificatore e #fermiamo il mostro del gas davanti a Savona.
Enrico Durighello
03 novembre 2023
Rigassificatore, slitta la Conferenza dei servizi
Tratto da IVG
RINVIORigassificatore, slitta la Conferenza dei servizi: si attende il Via nazionale sul progetto
L'annuncio della struttura commissariale: "Misura ragionevole per riallineare le tempistiche"
Vado Ligure. La struttura commissariale per il progetto del rigassificatore nella rada del porto di Vado Ligure comunica che “è stato posticipato il termine della Conferenza di Servizi in attesa dell’esito della procedura di Via nazionale”.
La normativa statale prevede infatti che il provvedimento unico di autorizzazione sia rilasciato dal commissario straordinario di Governo, Giovanni Toti, a seguito della Via nazionale i cui tempi sono però disallineati rispetto a quelli della Conferenza di Servizi: “Per questo motivo si è ritenuto necessario allineare i termini permettendo parallelamente di svolgere un’ulteriore e attenta valutazione delle istanze del territorio”.
“L’attività sin qui svolta, che continuerà per tutta la durata dell’iter, è stata utile a recepire le osservazioni di amministrazioni comunali, categorie, sindacati e soggetti privati del territorio, anche da parte di Snam come soggetto attuatore del Piano energetico nazionale”.
Negli ultimi mesi Snam ha infatti prodotto integrazioni progettuali ancora in esame, ma in perfetta linea con le richieste formulate dalla struttura commissariale e dalle amministrazioni con cui c’è stata interlocuzione
“Si specifica che la differita in oggetto è voluta anche per consentire il riallineamento tra Enti territoriali e governativi. In sintesi, la conclusione del procedimento avverrà solo successivamente alle valutazioni ambientali effettuate dal Mase e al recepimento delle stesse da parte di Snam così come previsto dalla legge” concludono dalla struttura commissariale.
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