Tratto da Il Letimbro:
"Se il carbone batte la prudenza"
Tratto da "Il Letimbro" di agosto
Torniamo a parlare della questione legata alla centrale termoelettrica Tirreno Power, è la cronaca che ce lo impone. Come è noto, il 13 luglio scorso la conferenza dei servizi ha approvato il potenziamento del sito di Vado-Quiliano: la riunione di Roma, a cui hanno partecipato i Ministeri dell’Industria e dell’Ambiente, la Regione Liguria, la Provincia di Savona, i due Comuni e l’azienda, ha dato il via libera alla costruzione di un nuovo gruppo a carbone da 460 Mw e, una volta concluso il cantiere, la demolizione e ricostruzione di uno dei due gruppi da 330 Mw. Fra 9 anni dovrà infine essere demolito anche il secondo e ultimo gruppo originario da 330 Mw. Accettata quindi la proposta della giunta regionale guidata da Claudio Burlando, ma col voto contrario dei sindaci di Vado e Quiliano.
Fin qui la sintetica cronaca, ora, come detto, ci sentiamo di dire la nostra. E lo facciamo nel consueto stile che ci contraddistingue: libero, senza preconcetti, e tenendo sempre come bussola i principi cristiani. Stile che ci ha permesso di dare sempre un’informazione corretta e non schierata sul tema e di prendere quindi una posizione chiara a riguardo nell’editoriale del settembre scorso. Un’analisi che concludevamo con un invito alla prudenza, che non vuol dire mancanza di coraggio, ma che è anzi una virtù che da tempi antichi ispira la filosofia e la cultura civile.
La prudenza poi è anche una delle quattro virtù cardinali che San Tommaso D’Aquino invoca ripetutamente, richiedendola soprattutto a coloro che hanno la responsabilità di provvedere al bene comune: "Spetta alla prudenza deliberare, giudicare e comandare rettamente i mezzi che servono per raggiungere il bene di tutta la collettività".
Tale "prudenza politica", deve rendere effettivamente ogni cittadino partecipe all’azione governativa della comunità. E questa partecipazione personale e quotidiana di tutti alla cosa pubblica è un principio basilare che precorre le più moderne idee di democrazia.
Oggi sul territorio savonese è invece presente una grave spaccatura che separa da un lato parte delle amministrazioni a livello nazionale e regionale e dall’altro molte amministrazioni locali, enti, associazioni e realtà politiche.
In questo quadro ha sorpreso infatti moltissimo la decisione della Regione Liguria. Ha sorpreso perché, aldilà di tutte le rassicurazioni piovute dopo la decisione, contraddice con forza le posizioni di alcuni partiti che sostengono la giunta Burlando i quali, in campagna elettorale, avevano ribadito il proprio "no" all’ampliamento a carbone, potenziamento che – al netto di tutte le altre considerazioni e prescrizioni – è invece stato concesso (460 più 330 megawatt sono maggiori degli attuali due gruppi da 330).
Ha sorpreso perché, solo pochi giorni prima, a proposito della vicenda TAV in Val Susa, lo stesso Presidente regionale ha affermato "Perché forzare una popolazione a ospitare un’opera che non vuole?" Se infatti è vero che gran parte del territorio(almeno 18 comuni,peraltro di diversi colori politici) Ordine dei Medici;numerosissime associazioni,diversi partiti e raggruppamenti politici hanno manifestato ripetutamente la netta contrarietà nei confronti di altri impianti a carbone,se lo stesso Ordine dei Medici,segnalando la sofferenza del territorio,ha chiesto almeno la completa metanizzazione,se questa richiesta è stata avanzata con forza anche da importantissime realtà,storicamente attente all'occupazione,quali Acli e Arci e anche dallo stesso sindaco di Savona Federico Berruti,riteniamo che la prudenza avrebbe dovuto consigliare al Ministero ,ma anche soprattutto alla Regione ,di seguire una strada più vicina al territorio.
Avrebbe dovuto consigliare, prima di avviarsi su un percorso che renderebbe ancora per molti decenni il territorio savonese soggetto al carbone,di seguire la strada che riconduce a quel" principio di precauzione "adottato ufficialmente dall'Europa a tutela della salute e dell'ambiente.
La decisione avrebbe dovuto avvenire in ogni caso solo ed esclusivamente dopo l'adeguamento,secondo legge,degli attuali impianti alle moderne tecnologie e solo dopo aver compiuto preventivamente una indiscutibile valutazione di impatto sulla salute,bene primario e imprescindibile.Si parla infatti di indagini ambientali e monitoraggi agli scarichi,poichè finora risultano gestiti esclusivamente dalla stessa azienda(!),ma questo"contestualmente"all'ampliamento a carbone e non prima, come logica e prudenza vorrebbero.Perchè?
E non è il solo interrogativo a rimanere senza risposta.Si parla ,giustamente ,di difesa del territorio di investimento per l'economia del territorio,ma questo non sarebbe possibile comunque con la già citata metanizzazione ?Alcuni dicono sia una scelta diseconomica,ma-senza fare i conti in tasca a nessuno-l'azienda ha bilanci più che floridi,dunque perchè non si fa seguire questa linea?Perchè si sceglie ancora il carbone che ha prezzi più bassi .ma, secondo ampia letteratura scientifica internazionale,costi ben più elevati per la salute e l'ambiente?
"Sulla base che ogni decisione economica ha una conseguenza di carattere morale" è anche necessario che l'attività economica rispetti maggiormente l'ambiente.Quando ci si avvale delle risorse naturali,occorre preoccuparsi della loro salvaguardia,prevedendone anche i costi -in termini ambientali e sociali -da valutare come una voce essenziale degli stessi costi dell'attività economica".
Questo non lo diciamo noi, ma sono parole ,ben più autorevoli di Papa Benedetto XVI,che ha inoltre affermato :"Uno dei principali nodi da affrontare è quello delle risorse energetiche,individuando strategie condivise e sostenibili,per soddisfare i bisogni di energia della presente generazione e di quelle future....Al tempo stesso,occorre pomuovere la ricerca e l'applicazione di energie di minor impatto ambientale....Auspicando,pertanto,l'adozione di un modello di sviluppo fondato sulla centralità dell'essere umano,sulla promozione e condivisione del bene comune,sulla responsabilità,sulla consapevolezza del necessario cambiamento degli stili di vita e sulla prudenza,virtù che indica gi atti da compiere oggi ,in previsione di ciò che può accadere domani ". Chiaro il riferimento del Papa ALLA VIRTU'DELLA PRUDENZA, proprio nel caso specifico della produzione di energia,e soprattutto"alla centraltà dell'essere umano."
Percepiamo come assai grave quindi nella spaccatura nei confronti di così grande parte del territorio allargata ulteriormente da questa decisione PRO-CARBONE:un solco tanto più grave perchè presumibilmente getterà nella mischia del confronto ,in sede civile ,legale e politica,che si preannuncia contro questa decisione,quelle risorse e quelle energie che avrebbero potuto essere sfruttate almeno per una scelta condivisa e non piovuta dall'alto.
Il LETIMBRO.