Riceviamo dal Dottor PAOLO FRANCESCHI a nome del "COORDINAMENTO NAZIONALE DEI MEDICI PER L'AMBIENTE e la SALUTE LIGURIA "e pubblichiamo :
"La proposta del sindaco Giacobbe presenta aspetti positivi e altri meno "
In sintesi:
1)Finalmente si riconoscono i dati da noi presentati dal momento della prima presentazione del progetto di ampliamento di Tirreno Power.
2) Si riconosce che la situazione ambientale attuale è insostenibile.
3) La nuova proposta di Giacobbe porterebbe a una riduzione di circa il 71,4% delle emissioni di ossidi di Zolfo, il 46,6% degli ossidi di azoto, il 56,3% del particolato totale sospeso, e del 42% del particolato sottile secondario ( calcolato presupponendo in maniera cautelativa un fattore di conversione del 50% per gli ossidi di zolfo e del 60% per gli ossidi di azoto).
I dati meno positivi sono che questi numeri, prima ancora di dimostrare l’ evidente riduzione di emissioni che comporterebbe questa ipotesi, sottolineano:
1. quanto grave fosse la situazione precedente, per tanto tempo
considerata da molti “confortante”.
2. La situazione , gravissima adesso, era ancora più grave in passato, e d è stata sopportata dalla popolazione locale per quasi 40 anni.
3. Nonostante le riduzioni consistenti di emissioni che porterebbe questa proposta, la situazione emissiva sarebbe sempre eccessiva per il nostro territorio.
4. Per quanto riguarda le polveri sottili, seppur significativamente ridotte rispetto al passato, si avrà ugualmente una emissione pari a quella prodotta dal traffico veicolare di una città di circa 350mila abitanti (per intenderci circa come Bologna o Firenze).
5. Questo dato è sempre circa 5 volte superiore rispetto alle emissioni del traffico del comprensorio Savona, Vado, Quiliano.
6. Il consumo di carbone si manterrebbe intorno a valori superiori a un milione e mezzo di tonnellate all’ anno, con elevatissime emissioni di anidride carbonica.
7. Rimarrebbero inoltre sostanzialmente invariate le emissioni di metalli pesanti, come mercurio, arsenico, cadmio, vanadio ecc.
8. Invariate le emissioni di isotopi radioattivi naturali presenti nel carbone.
9. Aumenterebbe in maniera proporzionale la quantità di rifiuti tossici e fanghi derivanti dall’ attività di più potenti desolforatori e denitrificatori.
10. In definitiva rimarrebbero tutti i motivi che condizionano l’ abbandono delle centrali elettriche a carbone per motivi di salute pubblica.
11. Una centrale nuova di zecca da 660 MW significherebbe subire la presenza di una centrale a carbone nel territorio Savonese ancora per almeno 40‐50 anni, fatto del tutto insostenibile.
12. Infine i dati dei costi esterni per le sole mortalità e morbilità si ridurrebbero si, ma a valori tutt’ altro che trascurabili (basta consultare i dati degli studi condotti in Texas per centrali a carbone con emissioni simili a quella prevista, o il programma della UE ExternE).
Ecco perché è necessario continuare a battersi per il depotenziamento e la completa metanizzazione della centrale.
In questo modo si potrebbe raggiungere un discreto equilibrio fra inquinamento da produzione di energia elettrica e da altre sorgenti, riducendo in manierà molto significativa ogni tipo di impatto per la salute, e consentendoci di avviarci verso quei valori di qualità dell’ aria stabiliti dall’ OMS nel 2006 e ribaditi dall’ ERS
nel 2007, considerati un diritto fondamentale per i cittadini
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Riportiamo le conclusioni del Dottor Franceschi
In definitiva ribadiamo che l’ unica ipotesi di futuro sostenibile nel nostro territorio sia quella di permettere soltanto il funzionamento della centrale a gas naturale, bandendo definitivamente, dopo 40 anni, il carbone, e richiedendo in termini brevi l’ adeguamento dei sistemi di abbattimento delle emissioni degli ossidi di azoto.
Ogni altra alternativa ci condannerà a subire la servitù del carbone per altri 50 anni.
Dottor Paolo Franceschi
Portavoce per la Liguria del Coordinamento dei Comitati dei Medici per la Salute e per l’ Ambiente
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