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31 marzo 2009

2009/03/31 "Class action» a Malagrotta, i residenti chiedono i danni

Tratto da ECCE TERRA

«Class action» a Malagrotta, i residenti chiedono i danni


Sono un centinaio, per adesso, ad aver firmato la causa
Intorno all’area della discarica abitano trentamila persone
Da Massimina a Spallette preferiscono chiamarla «causa collettiva», per danni ricevuti dalla discarica di Malagrotta intorno alla quale vivono. Sta per scattare una «class action», a sostenerla finora un centinaio di residenti, ma il numero dei ricorrenti è in crescita

Li
chiamano «malagrottini». Vivono lì intorno, alla più grande discarica d’Europa. Con ville e villette, molte nate quando la discarica destinata a ingoiare 60 milioni di tonnellate di rifiuti era ancora agli inizi. Vivono tutti sotto vento, quelli di Massimina colpiti dal maestrale di mare, Ponte Galeria preoccupata dalla tramontana. Il gran mucchio di rifiuti puzzolenti è lì che rumina, giorno e notte, proroga dopo proroga. Ma ora i malagrottini dicono basta. O almeno chiedono i danni. Sta per essere avviata una class action: da una parte i proprietari di ville e villini disseminati intorno al «bubbone Malagrotta», dall’altra i responsabili della discarica. In mezzo alcune sentenze, l’ultima in autunno che riconosce il danno ambientale prodotto.

«In quanti siamo pronti a chiedere danni per Malagrotta? Un centinaio di residenti, al momento, ma sono numeri destinati a crescere...». Sergio Apollonio, pensionato con la passione per le lingue (ne parla parecchie) e l’Africa (in cui ha lavorato a lungo con l’Undp delle Nazioni Unite), motore del Comitato Malagrotta, sta preparando il manifesto di convocazione dell’incontro per la «causa collettiva». . Punto di riferimento generale, la perizia fatta fare dalla famiglia Scorsoni che ha fatto quantificare il deprezzamento subito dalla loro abitazione, un buon 30% in meno.

Il tam tam corre da tempo per le collinette saliscendi che circondano Malagrotta, tra la borgata di Massimina e la distesa di villette dislocate tra Santa Cecilia, Piana del Sole, Ponte Galeria, Spallette, Casale Lumbroso. Sono trentamila i residenti di questa cintura intorno al bubbone Malagrotta, cinquantamila tracciando un diametro più largo. In cento hanno già aderito all’appello, per primi quelli che abitano di fronte a Testa di Cane, la propaggine più recente del bubbone verso Massimina. Con richieste tra i 50 mila euro e i 100 mila euro il ricorso si preannuncia «pesante».

«Ci conforta anche il recente processo di Firenze per danni ambientali causati dai lavori per l'alta velocità tra Firenze e Bologna - spiega Apollonio. La sentenza riporta 27 condanne e un risarcimento danni di oltre 150 milioni di euro. Il giudice ha riconosciuto 50 milioni di risarcimento rispettivamente a ministero dell'ambiente, regione Toscana e provincia di Firenze. E per cifre da 5 a 25 mila euro per altre 5 parti civili costituite da comuni e province interessate ai lavori».

«Nel nostro caso è importante la sentenza di primo grado dello scorso novembre su Malagrotta - prosegue Apollonio -. Il gestore della discarica è stato condannato per danno ambientale». L’avvocato Francesca Romana Fragale aggiunge: «I principi generali del danno sono disciplinati dal codice civile: chi compie un danno doloso o colposo è obbligato al risarcimento, le emissioni fuorilegge moleste per le persone obbligano a risarcire».

Il Corriere della Sera – Cronaca di Roma, 31 marzo 2009

Paolo Brogi

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