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08 aprile 2009

Mercurio, l’aria ha un nemico in più


Tratto da"Terracina Social Forum"

Plinio"Ciò che colpisce per primo il mercurio è la mente"
Dal Corriere della Sera del 14 marzo 2009
MERCURIO, L’ARIA HA UN NEMICO IN PIÙ
di Paola Caruso

Dopo i limiti sulle emissioni di anidride carbonica, poniamo un freno all’inquinamento da mercurio. È quello su cui sta lavorando l’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico (IIA) del CNR di Roma, insieme a un team di esperti internazionali. L’impegno nasce dopo aver raccolto i dati del «problema ambientale» in un rapporto elaborato con l’UNEP, che descrive un situazione in via di peggioramento. «In Cina e India l’inquinamento da mercurio cresce come il PIL: dell’8-13% all’anno - spiega Nicola Pirrone, direttore dell’IIA-CNR di Roma - mentre nei Paesi occidentali le emissioni sono diminuite del 10% grazie agli investimenti tecnologici sugli impianti industriali».

SOTTO CONTROLLO

Allora il problema è soltanto dell’Asia? Niente affatto. Ecco la necessita di tenere sottocontrollo chi avvelena il Pianeta, monitorando il «metallo nocivo» nell’aria attraverso un network di siti di rilevamento. «Si sta lavorando per costruire siti di rilevamento a livello globale - dice Pirrone -, 20 principali e 20 di secondo livello, per osservare e monitorare il mercurio in tutta l’atmosfera con il programma Geo (Global Earth Observations). La Commissione Europea condivide il progetto e se ne discuteranno i dettagli in luglio». Stati Uniti, Canada e Sudafrica parteciperanno all’iniziativa del network e pare che anche la Cina sia molto interessata.

Per capire la situazione globale del mercurio basta dare un’occhiata ai numeri elencati nella ricerca: ogni anno 8000 tonnellate di questo metallo vengono immesse nell’ atmosfera. Di queste 2900 tonnellate (32%), quasi un terzo, derivano da attività antropiche, ossia da centrali termoelettriche che bruciano carbone, da acciaierie, impianti industriali, miniere e inceneritori di rifiuti. Un altro terzo è prodotto dalla normale attività degli ecosistemi, quindi dalla natura. Mentre l’ultimo terzo è il «vecchio» mercurio prodotto dall’uomo in passato che ritorna in circolo.
Il punto della questione è come limitare le «nuove» tonnellate antropiche. Nel 1995 erano 2200 le tonnellate antropiche all’anno e oggi arrivano a 2900, con un buon +700 tonnellate, nonostante i programmi di abbattimento europei e statunitensi. A immettere questo eccesso è proprio l’Est: «Più del 50% di tutto il mercurio antropico del Pianeta arriva da Cina e India - precisa lo scienziato - e viene prodotto soprattutto dagli impianti termoelettrici a carbone. Per sostenere lo sviluppo economico la Cina costruisce 30-50 impianti di energia all’anno, senza investire in tecnologia anti-inquinamento. D’altra parte Europa e USA contribuiscono all’emissione di mercurio dall’uso di combustibili fossili per il 23% con una tendenza a diminuire questa percentuale». Eppure abbassare le quantità di mercurio è importante per la salute. Il contaminante è pericoloso perché se inalato o ingerito si accumula nell’organismo, generando una serie di disturbi: dai disordini mentali e motori, a quelli cardiovascolari, fino a stimolare formazioni cancerose. «
Del mercurio che va in mare una parte si deposita nei sedimenti, una parte ritorna nell’atmosfera sotto forma gassosa e una parte finisce nei pesci come metilmercurio ed entra nella catena alimentare. In prossimità degli impianti cinesi la concentrazione di mercurio è così alta, pari a 50-60 nanogrammi per metro cubo, da causare un rischio sanitario notevole soltanto se respirato». Nelle nostre città invece si sta più tranquilli: la concentrazione arriva a 1,7 nanogrammi per metro cubo.

Oltre agli impianti termoelettrici, altri sorgenti di mercurio sono le industrie (310 tonnellate), come acciaierie e stabilimenti metallurgici, i cementifici (236 tonnellate), gli inceneritori di rifiuti (187 tonnellate) e le miniere di estrazione dell’oro (400 tonnellate). «.....

Pubblicato in AMBIENTE, SALUTE |

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