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05 agosto 2009

2009/08/05 "I watt che contano sono quelli che non consumi........."Responsabilità globale: un battito d’ali di farfalla salverà il mondo"

Tratto da Panorama.it
I watt che contano sono quelli che non consumi


Si chiamano Negawatt e rappresentano l’elettricità che non ha bisogno di essere fornita grazie a una migliore efficienza energetica.

Uno studio appena pubblicato (Pdf) dalla società di consulenza McKinsey punta il dito proprio sull’efficienza eleggendola a miglior fonte di energia a basso costo per l’economia americana. Per poter attingere a questa risorsa apparentemente a portata di mano è però necessario adottare un approccio innovativo a livello nazionale.
Il rapporto si focalizza sul potenziale di miglioramento dell’efficienza per tutti gli usi energetici che non coinvolgono i trasporti.

Si parla quindi di edifici, aziende, apparecchi per uso privato, illuminazione e molto altro. Un programma organico che eliminasse gli ostacoli sulla strada dell’ottimizzazione potrebbe conseguire una riduzione del consumo di energia di circa il 23 per cento nel 2020, ovvero in poco più di dieci anni. Abbattendo al contempo oltre un miliardo di tonnellate di emissioni di gas a effetto serra ogni anno.

Ma per rendere tutto questo possibile servono investimenti in misure volte a migliorare l’efficienza che McKinsey quantifica in 520 miliardi di dollari per conseguire un risparmio di 1200 miliardi.

Da un migliore isolamento termico degli edifici a un uso più sensato delle apparecchiature elettriche, sono molti i provvedimenti utili. Le abitazioni private dovrebbero essere così in grado di realizzare il 35 per cento del risparmio energetico calcolato, il settore industriale ha le potenzialità per conseguirne il 40 per cento mentre il restante 25 per cento dipenderebbe dal settore commerciale.

Ma come si possono convincere i cittadini a fare la loro parte e a spendere di più oggi per isolare meglio la mia casa, o per illuminarla con lampadine ad alta efficienza, il cui prezzo è più alto di quelle a incandescenza?

Da noi la detrazione del 55 per cento sui lavori di ristrutturazione che comportano un risparmio energetico è stata al centro di molte polemiche, rischiava di saltare con la finanziaria, che invece ha solo modificato la modalità di presentazione delle domande.

Oggi la detrazione Irpef è salda al suo posto e c’è addirittura una proposta della Commissione Ambiente della Camera di renderla permanente. E le domande non sono mancate: 230.000 a fine 2008 con interventi agevolati per un valore di 3,3 miliardi di euro e detrazioni per circa 1,8 miliardi.

Più dell’idea di poter risparmiare in futuro molti soldini sulla bolletta elettrica, quindi, sembra sia un guadagno a breve termine a determinare le scelte verdi degli individui. Lo dice pure una ricerca (pdf) appena pubblicata dall’American Psychological Association.

E non solo di guadagno in termini monetari si tratta, ma semplicemente della necessità di vedere un miglioramento qualsiasi, anche di piccola entità nelle nostre tasche o nella qualità dell’aria, ma subito, piuttosto che aspettare per ottenere in futuro un guadagno o un miglioramento anche molto maggiore.

Il bello è potersi permettere entrambi.
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Tratto da Terranauta


Responsabilità globale: un battito d’ali di farfalla salverà il mondo

I comportamenti ormai sono globalizzati, nessun gesto può essere compiuto senza pensare alle sue conseguenze. Proviamo a partire per le vacanze con una diversa consapevolezza del noi, dell'altro e del pianeta.



di Daniela Mazzoli


Roma, Via di Torrevecchia: quando scendo in strada e attraverso le strisce con le bottiglie di plastica in una mano e sotto il braccio, e la busta con l’immondizia ordinaria nell’altra, molte delle macchine che con fastidio frenano a un millimetro dal mio corpo mi guardano con occhi un po’ sorpresi un po’ compassionevoli.

Quando, poi, infilo nel contenitore blu le bottiglie una a una si capisce proprio quello che pensano, una specie di vignetta gli si materializza sul cruscotto: sono un’allocca, una che guarda troppa televisione, che si lascia impressionare dai falsi allarmismi sulla storia dell’inquinamento e soprattutto una che crede davvero alla sorte di quei rifiuti separati.

Loro, invece, non hanno tempo né voglia di lavorare al posto del Comune, loro hanno già tanto a cui pensare tra figli, mutuo e bollette. La fatica di vivere diventa lasciapassare per qualsiasi comportamento inferiore alle norme di civile convivenza.

E si cullano nel pensiero, in realtà per niente consolatorio, che tanto alla fine quei rifiuti verranno mischiati di nuovo, in barba a tutto il nostro impegno, e nessuno rispetterà veramente la differenza di destinazione. Il cattivo funzionamento di tante cose in Italia, ma forse si dovrebbe dire di una certa Italia, ha indotto comprensibilmente i cittadini a un comportamento passivo prima, connivente poi rispetto all’etica dei comportamenti e alla sopraffazione altrui.


Dalle file in cassa al supermercato fino al parcheggio riservato agli invalidi l’istinto nazional-popolare è quello di fregare il prossimo, di passare avanti, di superare gli ostacoli abbattendo a gomitate i vicini. Colpa, certo, del fatto che troppe volte e per troppo tempo le irregolarità sono state compiute sotto gli occhi di tutti, registrate come metodo, acquisite come regola.

Un po’ come accade -ovviamente da sempre e ancora per molto tempo- con la questione dei raccomandati. Nessuno, davvero, per quanto finga un iniziale disappunto, si meraviglia ormai di una telefonata fatta a favore di qualcuno o di una parentela che giustifica la presenza di alcuni assunti al posto di qualcun altro.

Siamo serenamente abituati al fatto che le cose vanno in questo modo e non sia possibile invertire la rotta. Non sopravvive in noi la convinzione che un fondo di buonsenso e di giustizia possa averla vinta su tanti banali soprusi. Così, probabilmente, va anche per i piccoli comportamenti quotidiani. Non so se andando in vacanza -quando cioè siamo in un posto dove nessuno ci conosce e probabilmente non torneremo mai più- le cose possano migliorare.


Però, ecologicamente parlando, sarebbe “un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità”, se il tempo di queste ferie lo usassimo per qualche opportuna riflessione sul destino nostro e dei vicini di casa, dei colleghi d’ufficio, dei parenti lontani, dei bambini del sud-est asiatico.

Insomma, con questo tempo a disposizione in più, potremmo permetterci di allargare un po’ la visione del nostro solitamente piccolo mondo e aumentare la consapevolezza che nessun futuro succederà singolarmente. Siamo e saremo sempre legati da un destino comune, in cui le conseguenze eventualmente negative ricadranno su chi non ha responsabilità dirette.

Naturalmente vale anche per il bene compiuto e la correttezza con cui si opera. Quindi modificando ciò che possiamo, intanto noi stessi, daremmo il via a una differenza migliorativa in grado di determinare cose anche molto lontane da noi. ...
Forse gli automobilisti che mi guardano tornare indietro a mani vuote e con aria soddisfatta non lo sanno, ma è la strada sotto le loro finestre che ho liberato dall’odore tossico della spazzatura.

Riflessione Estiva

Però, ecologicamente parlando, sarebbe “un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità”, se un pò del nostro tempo durante queste ferie lo usassimo,come dicono i succitati articoli, per qualche opportuna riflessione su come "da cittadini" contribuire al cambiamento nell' ottica di influire positivamente sul nostro futuro e determinare scelte anche molto lontane da noi....

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