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09 aprile 2010

2010/04/09 MODA: T. Power i comuni chiedano la dismissione gruppi a carbone/Arsenico e CarboneSlovacchia chiama Brindisi.

Tratto da Uomini Liberi

Scritto dal Moda:Centrale T. Power di Vado-Quiliano i comuni chiedano la conferenza dei servizi aia e la relativa dismissione gruppi 3 e 4 a carbone che devono essere fermati perchè non rispettano le norme europee

Analogamente a quanto avvenuto per il 4 gruppo a gas e olio combustibile della centrale Tirreno Power di Torre Valdaliga sud che verrà dismesso a seguito della decisione della conferenza dei servizi relativa al rilascio della autorizzazione ambientale integrata (a.i.a.) che è stata negata soprattutto per il parere negativo espresso dal comune e della regione (…vedi).
Chiediamo urgentemente che: Comune di Vado, comune di Quiliano, insieme a comune di Savona, provincia e regione convochino immediatamente una conferenza dei servizi in relazione alla autorizzazione A.I.A. per dismettere immediatamente gli inquinanti gruppi a carbone 3 e 4 della centrale Tirreno Power di Vado- Quiliano che non rispettano da piu’ di 10 anni le norme europee ed italiane ( ippc 96_61 e d.lgs 4 agosto 1999 n°372) perche’ sono obsoleti e non adottano le migliori tecnologie disponibili in un territorio dove i limiti di legge delle polveri sottili sono stati superati.
Rimarchiamo inoltre che il gruppo di Torre Valdaliga sud che verrà chiuso adotta come combustibili gas naturale e olio combustibile meno inquinanti del carbone.

Dr. Virginio Fadda, dott. Agostino Torcello Moda Savona

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Tratto daBrundisium
No al Carbone: le motiviazioni del Sit in presso Edipower

Gli enti locali da una parte cercano di promuovere al meglio il nostro territorio a livello internazionale, ma dall’altra dimenticano che siamo conosciuti soprattutto per la produzione energetica alimentata a carbone.
Non è da tutti avere due centrali a carbone in una sola città, non è da tutti avere la più grande, non è da tutti avere la più inquinante.
Per questo abbiamo deciso di manifestare,
domani Sabato 10 Aprile 2010 ore 17:00 davanti i cancelli dell'Edipower, il nostro dissenso verso il piano industriale presentato qualche settimana fa dall'azienda che ci fa tornare indietro di 15 anni piuttosto che guardare (come si fece con la Convenzione del ‘96), insieme alla città, ad un futuro più verde dove sia i lavoratori che i cittadini, possano vedere rispettati i più elementari diritti riguardanti salute ed occupazione.
Le vicende che stanno interessando in questi giorni la centrale di Civitavecchia e qualche tempo fa quella di Porto Tolle dovrebbero essere un monito per tutti noi. Il ruolo svolto dalle massime autorità locali risulta, nei casi sopra citati, determinante tanto nel campo ambientale quanto in quello della sicurezza sul lavoro, e ci chiediamo come mai la stessa attenzione non venga posta alle centrali presenti sul territorio, tenendo presente che le medesime, sia in termini di dimensioni che di produzione, non sono seconde a nessuno!

Fonte: Comunicato stampa NO AL CARBONE

Considerazioni di Uniti Per la Salute

Condividiamo pienamente quanto scritto dal Comitato NOALCARBONE di Brindisi e auspichiamo assieme a loro che visto che" Il ruolo svolto dalle massime autorità locali risulta, determinante tanto nel campo ambientale quanto in quello della sicurezza sul lavoro,ci auguriamo che una grande attenzione al rispetto delle problematiche ambientali e della sicurezza dei lavoratori venga garantita per tutte le centrali a carbone operanti sul territorio italiano e che venga posta" massima attenzione "soprattutto alle Autorizzazioni ambientali integrate delle centrali operanti su tutti i territori compreso il nostro.
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Tratto da "NOALCARBONE BRINDISI"


Arsenico e Carbone: Slovacchia chiama Brindisi.

Di Maurizio Portaluri

In fiduciosa attesa che le istituzioni locali preposte alla tutela della salute umana (ASL) e dell’ambiente (ARPA), e magari anche l’Università del Salento, forniscano ai cittadini(che le gradirebbero) ed ai rappresentanti politici (che non le ricercano) informazioni sugli effetti delle sostanze emesse nell’ambiente nella nostra area ad alto rischio di crisi ambientale, continuiamo a riportare le evidenze scientifiche che in altri paesi vengono, invece, pubblicate sulla situazione ambientale e sanitaria nei pressi delle centrali elettriche alimentate a carbone.
ULRICH RANFT
Ulrich Ranft, epidemiologo dell’Università di Dusseldorf, con alcuni colleghi della Slovacchia e di Londra, ha misurato l’arsenico nelle urine di 548 persone che vivono nei pressi della centrale a carbone con alto contenuto di arsenico di Prievidza (Slovacchia), ed ha dimostrato che “sebbene l’attuale esposizione ambientale all’arsenico e le concentrazioni urinarie dello stesso siano basse, c’è una significativa anche se debole associazione tra l’arsenico nel suolo e l’arsenico urinario totale”
“Le pesone che vivono in prossimità dell’impianto avevano infatti valori di arsenico totale superiori del 27%. Quelli che avevano valori più alti di arsenico totale, inorganico e di un suo metabolita (prodotto dall’organismo per liberarsi del tossico), avevano anche un aumento significativo dei tumori cutanei di tipo non melanoma.
L’arsenico, come è noto, è una sostanza cancerogena, riconosciuta capace di produrre tumori della cute, del polmone, del fegato e della vescica. Inoltre è tossico per il sistema nervoso. Viaggia dai camini all’organismo umano con le polveri ultrasottili, quelle che i filtri, anche se funzionano, non riescono a trattenere. Una importante correlazione è stata trovata tra arsenico nelle urine ed arsenico nel suolo e nelle polveri di casa delle persone esaminate.
Grazie Professor Ranft!

VLADIMIR BENCKO
Vladimir Bencko è Professore all’Istituto di Igiene nellaFacoltà di Medicina della Charles University di Praga, nella Repubblica Ceka, e con alcuni colleghi Slovacchi ha recentemente pubblicato un interessante lavoro sugli“Aspetti di rischio per l’uomo e per l’ambiente della combustione di carbone ricco di arsenico”.
“Il primo indizio della emissione di arsenico è stata lo sterminio di massa delle colonie di api domestiche. Gli aspetti neurotossici e carcinogenetici dell’esposizione all’arsenico sono stati ricercati e riportati. ” Sono state diagnosticate significative perdite di udito in bambini esposti. In un’area di 7.5 Km di raggio della regione esposta c’era una significativa correlazione tra l’esposizione umana cumulativa misurata nei capelli, dove l’arsenico si accumula, e l’incidenza di tumori cutanei di tipo non melanoma.
Grazie Prof Bencko!

Infine quello che viene da chiedersi, alla luce di questi recenti studi, è se i lavoratori esposti più direttamente alle emissioni di arsenico siano stati controllati nel tempo, sia per ciò che riguarda il suo accumulo nelle urine, che può risentire di molte variabili legate alla capacità individuale di smaltirlo, ma soprattutto nei capelli dove è più facile che si accumuli.

Speriamo che anche qui da noi qualcuno intenda emulare la voglia di sapere del Prof Ranft e del Prof Bencko.

Maurizio Portaluri

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