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27 aprile 2010

2010/04/28 Il problema centrale su canale 5 / I costi esterni dell'energia.

COMUNICATO DI UNITI PER LA SALUTE


"Il problema centrale su canale 5"


Questa mattina nella trasmissione "Mattino 5" è andato in onda un servizio filmato sulla centrale termoelettrica di Vado Quiliano, evidenziando chiaramente alcune tra quelle gravi preoccupazioni di cui la nostra associazione onlus da tempo si fa carico.

Le immagini proposte, pur nella stringata sintesi dei tempi televisivi, sono state molto eloquenti ed inquietanti, e, pur nella brevità, è stato efficace l'’intervento del Dott. Paolo Franceschi quale Referente per l’'ambiente dell’'Ordine dei Medici di Savona.

Potevano senz’altro essere mostrati molti altri aspetti, tuttavia è significativo che la principale rete commerciale nazionale abbia posto a milioni di persone in tutta Italia il problema della centrale “in mezzo al centro abitato”, citando anche l'’aspetto relativo alle ricadute sul turismo.

Rimarchiamo come invece non tutti i media locali abbiano dato e diano rilevanza a un problema che suscita, nelle migliaia e migliaia di cittadini che hanno sottoscritto le nostre istanze, serie e motivate preoccupazioni per il proprio futuro e per quello dei loro figli.

Guarda il video mandato in onda a Mattino 5 cliccando su


No al potenziamento a carbone della centrale di Vado Ligure (Savona)


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Tratto dall'audizione del Dott. Giovanni Ghirga alla Commissione Europea. Luglio 2009


I costi esterni dell'energia.

Perchè produrre energia bruciando carbone significa sostenere ingenti spese sanitarie. Ma di questo nessuno ne parla.
Parlare dei costi esterni dell'energia è un argomento tabù. Non ne parla nessuno, le Autorità fanno finta di non sapere e invece lo sanno benissimo. Lo sa benissimo il Governo che avrebbe il dovere di informare la popolazione che trarre energia dai fossili provoca un danno importante.
La Commissione Europea si è sempre interessata a questo, 50 centri di ricerca, di eccellenza, in 20 Paesi hanno portato, dopo circa venti anni di studi alla sintesi di alcuni software che ormai sono noti. Questi software permettono, fornendo loro la quantità di inquinanti emessi da una data fonte di emissione, di valutare il danno in termini di mortalità, di morbilità (ovvero il rapporto percentuale tra il numero di giornate di assenza dal lavoro per malattia e il numero di giornate lavorative previste), e in termini economici.
Prendendo così dei dati di emissione, come quelli dichiarati dalla centrale a carbone di Civitavecchia (badate bene che non si dice che la centrale provochi questo ma emissioni simili a quelle dichiarate) dopo 25 anni di attività potrebbero aver causato una spesa per la mortalità provocata di 200 milioni di euro, 100 milioni di euro di spese per le persone che non moriranno in seguito alle malattie provocate dall’inquinamento e 200 milioni di euro per l’eccesso di CO2.
Parliamo solamente di danno economico, il danno morale è incommensurabile.
Il costo della sanità è di oltre 100 miliardi di euro all'anno di cui una bella fetta sono spese dovute all’inquinamento da combustibili fossili, in particolare il carbone.
Uno studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha messo in evidenza che in Italia ci sono
8.000 decessi l’anno per l’inquinamento (polveri PM 10), studio effettuato solo su 9 milioni di persone. Consideriamo che la cura di un cancro viene valutata, dalla Commissione Externé, sempre della Commissione Europea, dai 2 ai 7 milioni di euro. E’ una cosa cinica ma è un dato di fatto la valutazione economica del cancro. Tuttavia,esistono dei software che valutano anche le cause di mortalità.
Allora qualcuno dirà: “Sì, ma quei dati sulla mortalità annuale in Italia (OMS) mostrati in precedenza erano riferiti solamente alle polveri PM10”. E qui noi abbiamo in mente che la causa è quasi esclusivamente del traffico.
Guardiamo allora i dati della Commissione Europea che ci dice chi produce queste polveri PM10.
La produzione di energia ne produce una bella fetta in Europa.
Ma,vedete, quando si producono queste polveri, che sono il simbolo dell’inquinamento, una piccola quantità viene emessa subito dopo la combustione e interessa la popolazione intorno la fonte di combustione, la maggior parte delle polveri invece si forma successivamente, a 100, 1000 chilometri di distanza, quando sono presenti quelle condizioni chimico-fisiche dell’atmosfera che le trasformano in polveri secondarie.
Quindi il problema non è solo per le popolazioni che stanno intorno ad una fonte di combustione ma lo è per tutti.

Questi sono dati europei. Però qualcuno dice: in Italia è peggio. Infatti in Italia è peggio: il 9% delle polveri viene emesso alla fonte, il 91% è secondario.Pensate che secondo uno studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha marcato con isotopi radioattivi delle polveri, con i venti prevalenti questi inquinanti possono compiere 300 chilometri in 12 ore. Quindi non è un problema solo locale.

Non è che se noi non vediamo una fonte di emissione possiamo stare tranquilli, non è assolutamente così.
Riassumendo: il costo della sanità è di oltre 100 miliardi l’anno;decine di migliaia di morti l’anno per le spese causate dall’inquinamento, tutti i governi indistintamente non ne tengono assolutamente conto ed è un circolo vizioso.
E non se ne parla nel modo più assoluto. Nessuno parla della spesa sanitaria associata all’uso del carbone.
In Cina è stato fatto uno studio il cui risultato è che nel 2007 le esternalità per il carbone hanno portato a una spesa di 250 bilioni di dollari.
Quindi anche la Cina sta valutando quant’è il prezzo degli effetti collaterali dell’utilizzo di questo fossile. Non è un problema neanche solamente della Cina.
Qualche anno fa negli Stati Uniti in Texas – non diciamo in California – c’erano 11 progetti di ultimissime centrali a carbone, centrali dove c’è la combustione del carbone. Ebbene, con l’applicazione di un software dedicato che non può essere utilizzato in Italia, perché è riconosciuto negli Stati Uniti, si può sapere anche il numero dei decessi causati dall’inquinamento in modo preciso, non è un software solamente di tipo economico.
Ebbene, ambientalisti americani che hanno parecchi soldi, hanno arruolato degli specialisti dell’Università di Boston, che hanno valutato che queste centrali, a fine attività, avrebbero provocato oltre 8.000 morti premature e provocato una spesa sanitaria per oltre 40 miliardi di euro.
Qual è stato l’esito? Ebbene, sono stati ritirati 8 progetti.
Perché? Perché negli Stati Uniti le assicurazioni per malattia hanno fatto un gran baccano.
Qui è diverso perché la spesa della sanità pubblica, spesa che è allo sbando da un punto di vista economico e che non si riesce a frenare, ritorna sul consumatore, consumatore che per prenotare una mammografia perché ha un nodulo ha fino a nove mesi di attesa.
La verità è che non si da importanza ai costi esterni dell’energia.
Ma noi abbiamo parlato di danni riconosciuti o da un punto di vista economico o da un punto di vista della mortalità. Esiste un’infinità di danni che non vengono riconosciuti. Questo studio, pubblicato l’anno scorso è stato tradotto in tutte le lingue su Lancet, ebbene si è visto che numerose sostanze chimiche, tra queste moltissime prodotte dalla combustione di fossili, soprattutto del carbone e dell’olio combustibile, sono responsabili di lievi danni neurologici. È un’epidemia mondiale.
Quali sono questi danni neurologici? Autismo, lievissimo ritardo mentale, dislessia, aggressività, delinquenza.
L’accumulo di sostanze come il mercurio lentamente nel sistema nervoso provocano un’epidemia di danni, il cui valore morale ed economico è incommensurabile, perché il cervello dei bambini è il vero futuro della società
E poi abbiamo altri danni: chi si ammala, in realtà, purtroppo, ha
una spesa enorme nella famiglia.
Chi si ammala di tumore – questo studio è stato fatto in Italia, quest’altro precisamente Roma, spende oltre 1.000-1.500 euro al mese, molti perdono il posto di lavoro. Queste sono delle spese, delle esternalità che noi non calcoliamo. Nessuno calcola.
Ma, vedete, anche trarre energia dalla combustione dei rifiuti è la stessa cosa. Questo studio appena effettuato da studiosi della Commissione Europea ha dimostrato che bruciare 400.000 tonnellate per vent’anni porta una spesa per la società di oltre 160 milioni di euro e di questa spesa oltre il 95% è soprattutto per la mortalità e la morbilità.
Queste cose vanno calcolate quando parliamo di energia, perché non è possibile che il guadagno lo fa un ente, una ditta, una società, un’azienda, una branca di uno Stato e la perdita è a carico di altri ministeri e soprattutto della popolazione, perché il danno morale è il peggiore che ci sia.
Sappiamo adesso che quando si respirano le polveri di diametro inferiore ai 2,5 micron, che sono milionesimi del metro, queste polveri non provocano un danno subito dal punto di vista oncologico, ma causano delle malattie cardiache, un angina, un infarto può sorgere in soggetti predisposti, già dopo due ore dall’esposizione, così come l’ictus.
Bisogna parlarne di queste cose, non siamo noi medici che siamo fissati, bisogna parlarne, fanno parte dell’energia e quindi dovrebbero diventare ogni anno un tema che l’Autorità dell’energia dovrebbe, a nostro modestissimo avviso, sviluppare. Grazie.

(tratto dall'audizione del Dott. Giovanni Ghirga alla Commissione Europea. Luglio 2009)

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