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14 agosto 2010

1)Strana fumata dalla centrale Enel di Civitavecchia: indaga la Procura 2)NO AL CARBONE sul progetto fotovoltaico di ENEL

Tratto da Italiavela.it
Strana fumata dalla centrale Enel di Civitavecchia:
indaga la Procura
La procura di Civitavecchia ha aperto un'inchiesta sull'anomala emissione di fumi avvenuta due notti fa dalla centrale a carbone Enel di Torre Valdaliga Nord. Il procuratore capo Gianfranco Amendola ha affidato all’Arpa Lazio il mandato di accertare l’accaduto e verificare se sia stato superato il limite massimo di emissioni consentite dalla legge.
Numerosi i cittadini che hanno assistito alla strana fumata che è stata fotografata. Il materiale, pubblicato anche sulla stampa locale, è ora in mano agli inquirenti.

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Tratto da Noalcarbone

14 agosto 2010

NO AL CARBONE sul progetto fotovoltaico di ENEL

Apprendiamo in questi giorni della richiesta di valutazione di impatto ambientale presentata alla Provincia da parte di ENEL per la progettazione di un enorme campo fotovoltaico lungo il percorso (circa 13 km) del nastro trasportatore.
Rimaniamo sempre più scioccati dalla disinvoltura con la quale si appresterebbero ad attuare una nuova “DEVASTAZIONE AMBIENTALE”.
Nella nota annuncio di Enel, infatti, leggiamo che i principali impatti sull’ambiente riguarderebbero: la riduzione di disponibilità di terreno agricolo, l’impatto visivo degli impianti e l’incidenza sul Parco Regionale Saline di Punta della Contessa, come se fosse fra le cose più naturali del mondo che il nostro territorio debba ancora sacrificare parte del suo ECO-SISTEMA nei confronti delle multinazionali dell’energia.
Noi del gruppo NaC davvero non riusciamo a comprendere come mai ad un territorio come il nostro, già barbaramente martoriato dalle industrie dell’energia, si possa continuare a richiedere nuovo sacrificio ambientale e proponiamo pertanto che per Brindisi e Provincia vengano fissati dei limiti massimi di energia-prodotta sostenibile.
Il sacrificio richiesto, inoltre, non porterebbe ad alcuna sostanziale variazione in diminuzione dell’attuale assetto di produzione energetica basata sulla combustione del CARBONE .
Infatti attraverso il progetto presentato da Enel si produrrebbe energia per soli 72 MW contro gli attuali 2640 MW prodotti dalla centrale di Cerano!!!
Ci chiediamo allora il perché di una così invasiva installazione di pannelli solari da parte di Enel se questo investimento non garantisce nemmeno una pur minima conversione della produzione.
Analizzando l’attuale legislatura ci rendiamo conto che la realizzazione di questo progetto permetterebbe ad ENEL di acquisire i famosi certificati verdi, obbligatori per le industrie dell’energia e necessari per non incorrere in alcuna sanzione.
Quindi, in poche parole, pannelli solari non per ridurre le quantità di carbone ma per mantenere, entro i più volte citati limiti consentiti dalla legge, quella stessa produzione (e anche più) che si ottiene già oggi attraverso l'utilizzo del combustibile più inquinante per eccellenza.
Chiediamo alle Amministrazioni Locali di non lasciarsi raggirare da questi subdoli progetti e che si battano affinchè non venga perpetrato l’ennesimo abuso nei confronti del territorio.
Inoltre chiediamo che da oggi venga impostato un piano di regolamentazione dell’energia prodotta dalla nostra provincia attraverso il quale si possa iniziare una sua graduale, ma inesorabile, riduzione.
COMUNICATO STAMPA GRUPPO “NO AL CARBONE”
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Tratto da Il tacco d'italia
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30 luglio 2010

Ecco perchè continueremo a respirare il carbone di Cerano

.........In che modo il carbone del Cerano è legato al grande parco fotovoltaico che dovrà sorgere a Scorrano?
"Nostro intento è informare i cittadini e lo stesso Sindaco Pendinelli, che la produzione di tutta questa energia solare non servirà a ridurre la combustione di carbone e altri combustibili fossili.

Al contrario, le grandi centrali come il Cerano, il nuovo impianto Enel di Taranto e la grande centrale a gas, pare della Edison, che sarà al servizio del rigassificatore di Brindisi, potranno continuare a sopravvivere proprio grazie all'aumento della produzione delle energie rinnovabili.
E' il 'mercato dei certificati verdi' (previsto dal Protocollo di Kyoto e dunque legale), che prevede la possibilità di continuare a bruciare carbone, petrolio e gas fossili se si acquistano per l'appunto i 'certificati verdi' dai produttori di energie non inquinanti.

Siamo dunque al paradosso: più pale eoliche e grandi impianti fotovoltaici avremo in Salento e più a lungo le fornaci di Cerano, le cui ricadute inquinanti più insidiose interessano proprio il Sud Salento, potrà continuare a bruciare carbone, che ha delle indubbie ricadute in termini di impatto ambientale sul Salento, come ha ribadito il Direttore dell'Arpa Dr. Assennato in un recente articolo apparso sui quotidiani.

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