
Tratto da Il Journal.it
Utile davvero? Brindisi, inaugurato l’impianto pilota per la cattura della Co2
Oggi Enel, Eni e il ministro dell’Ambiente Prestigiacomo si sono spellati le mani per applaudire l’inaugurazione del primo impianto pilota italiano di Ccs (carbon capture and storage).
Serve per catturare l’anidride carbonica (Co2, il gas dell’effetto serra) prodotta dalla centrale termoelettrica a carbone di Brindisi e seppellirla aCortemaggiore, in Emilia Romagna.
Dalla centrale di Brindisi escono ogni anno 13 milioni di tonnellate di anidride carbonica. L’impianto ne tratterà 8.000 tonnellate all’anno: lo 0,615%. Il costo è di quasi 7 milioni di euro all’anno per tre anni (progetto triennale del costo complessivo di 20 milioni). Si tratta di soldi europei. Soldi pubblici. Soldi di noi contribuenti.
Trattandosi di un progetto pilota bisogna supporre che i costi della tecnologia pienamente sviluppata siano inferiori. Ma il Ccs si presenta come una procedura molto costosa anche in futuro. Sarebbero soldi ben spesi se si aprissero orizzonti promettenti. Ed è proprio questo il punto.
Il carbone con cui è alimentata la centrale di Brindisi è il meno costoso dei combustibili fossili, anche se la fine dell’abbondanza sembra vicina. E’ però molto inquinante, e bruciandolo entrano nell’atmosfera grandi quantità dianidride carbonica, il principale gas dell’effetto serra.
Di qui il tentativo di catturare l’anidride carbonica invece di lasciarla uscire dalle ciminiere. Vi rimando ai link in fondo per i dettagli dell’impianto: comunque, una volta catturata, l’anidride carbonica di Brindisi sarà liquefatta, inserita in autocisterne e trasportata su strada fino a Cortemaggiore (provincia di Piacenza), dove sarà pompatasottoterra in un giacimento esausto Eni di metano.
E’ solo un progetto pilota triennale: l’obiettivo è verificare se tutto funziona e poi replicare in grande con lacentrale a carbone di Porto Tolle.
Due le questioni da considerare. Primo, il costo effettivo della tecnologia al di là della fase sperimentale. Secondo, la reale efficacia: l’anidride carbonica può uscire dalla tomba dopo che si è fatta tutta questa fatica e si sono spesi tutti questi soldi per celebrarle il funerale? La risposta pare che sia sì: alla luce diquanto sta accadendo in Canada, l’anidride carbonica può tornarenell’atmosfera.
E’ il principio delle scorie nucleari: per quanto un luogo sembri sicuro e sigillato, nessuno è in grado di garantire che lo sia davvero. L’anidride carbonica è inodore e letale per gli esseri viventi. Eventuali spifferi fuoriusciti dalla tomba non si limiterebbero a cancellare il tentativo di mitigare l’effetto serra.
E quanto al costo del Ccs applicato in scala non più sperimentale nè dimostrativa, si trova in giro una girandola di cifre. Tutte alte.
Uno studio ospitato sul sito della Regione Emilia Romagna (interessata perchè l’anidride carbonica di Brindisi sarà sepolta appunto a Cortemaggiore) parla di 50-70 europer tonnellata di anidride carbonica, con la possibilità (almeno teorica) di catturare fino al 90% di quella che esce dall’impianto.
Greenpeace sottolinea che la cattura dell’anidride carbonica consuma il 10-40%dell’energia prodotta dalla centrale termoelettrica e potrebbe far raddoppiare i costi per la realizzazione delle centrali a carbone, con un aumento dei prezzidell’elettricità del 20-90%.
Allora: tutti questi soldi sono davvero spesi bene?
Mi sembrerebbe più saggio investirli nelle energie pulite e rinnovabili e nell’efficienza energetica. Sole e vento sono inesauribili e gratuiti (a differenza del carbone) e non comportano emissioni di anidride carbonica, nè la necessità di celebrarle un costoso funerale con il timore – oltretutto – che risorga dalla tomba
Da Eni Sogit il progetto per lo stoccaggio sotterraneo dell’anidride carbonica a Cortemaggiore
Su Brindisi Report come funziona l’impianto di Brindisi
Da un vecchio post di Blog Risparmio le aziende italiane più inquinanti, con le emissioni della centrale di Brindisi
Da Greenpeace la falsa speranza del Ccs
Dal sito della Regione Emilia Romagna le prospettive tecniche ed economiche del sequestro dell’anidride carbonica
Nac Brindisi. Videolettera al Ministro
Prestigiacomo
Associazioni:" l'Emergenza Brindisi merita ben altra visita del Ministro"
In occasione della visita del Ministro Prestigiacomo per l'inaugurazione dell'impianto di CSS di Enel, le Associazioni ambientaliste della provincia di Brindisi hanno associazioni hanno voluto emettere un comunicato stampa, rivolgendosi direttamente al componente del Governo Berlusconi.
Signor Ministro,
le nostre associazioni le hanno chiesto un incontro in coincidenza con la sua venuta a Brindisi.
La risposta della Sua segreteria è stata sostanzialmente elusiva con giustificazioni che dimostrano la mancanza da parte del suo Dicastero della consapevolezza di quanto sia tragica la situazione ambientale di Brindisi.
Lei con l’inaugurazione dell’impianto Enel, per la cosiddetta cattura del CO2, finisce, di fatto, per avallare un’iniziativa pubblicitaria, uno dei tanti specchietti per le allodole che oramai non incanta nessuno.
L’impianto tanto osannato, per altro in fase sperimentale e quindi di dubbia efficacia, ridurrebbe le emissioni di CO2 in misura irrisoria e lascerebbe inalterate le altre pericolosissime emissioni tossiche e velenose, comporterebbe inoltre l’attuazione di un piano di trasporto, in lontani giacimenti petroliferi dismessi, estremamente oneroso nonché carico di problemi e di rischi per ulteriori consumi di energia ed emissioni tossiche.
Né farebbe venir meno la perdurante violazione del protocollo di Kyoto e delle conseguenti normative europee e nazionali sull’assegnazione delle quote di emissione di CO2.
Nella nostra situazione la necessaria riduzione di CO2 si ottiene solo con una rilevante riduzione del carbone usato.
L’area del nostro territorio subisce già danni gravissimi per l’impatto del polo energetico e del polo chimico, ed è tutt’ora esposta alla minaccia del rigassificatore alla quale si oppongono le Amministrazioni locali e la Regione Puglia.. ..
Siamo quindi di fronte ad una vera e propria emergenza ambientale che va fronteggiata con una “vertenza territoriale” che vuole avere come protagonisti la nostra popolazione e le Amministrazioni locali al di là di ogni schieramento politico.
Ed è proprio a questo riguardo che invitiamo l’Amministrazione comunale a rendere partecipe il Ministro Prestigiacomo del suddetto documento.
Un atto proveniente da un ente territoriale che per altro, ad ulteriore conferma della gravità della situazione, ha emesso in questi giorni un’ordinanza per disporre l’interdizione di un’area di 50 ettari (Micarosa) per la presenza di elevati livelli di sostanze velenose.
Venire a Brindisi per inaugurare l’impianto pubblicitario dell’Enel senza rendersi conto della prospettata emergenza sarebbe, signor ministro un grave errore che la invitiamo ad evitare.
La preghiamo perciò di tornare subito nella nostra città con più tempo a disposizione per verificare personalmente quanto sta accadendo e rischia di accadere per adottare poi le necessarie misure.
Italia Nostra, Legambiente, WWF Brindisi, Fondazione “Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Prof. Franco Rubino”, A.I.C.S., ARCI, Acli Ambiente, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Salute Pubblica, Lipu, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino “Mo’ Basta!”, Comitato Brindisi Porta d’Oriente.
Occorre per questo fare chiarezza, precisando che si tratta di un impianto sperimentale, dall’esito incerto, che si prefigge lo scopo esclusivo di catturare, con l’utilizzo di solventi chimici, l’anidride carbonica prodotta dalla combustione del carbone, per stoccarla in seguito nelle cavità e nei giacimenti petroliferi situati nelle profondità della terra o del mare....
Non c’è infatti solo l’anidride carbonica. Ci sono ben altri inquinanti rispetto ai quali la nuova tecnologia non produce alcun beneficio. Per dirne alcuni, c’è l’ossido di azoto, di zolfo, l’arsenico, il mercurio, il nichel di piombo, il cromo, il mercurio, le polveri sottili, che, prescindendo dalla quantità, producono effetti nocivi.
Altro che pulizia dell’ambiente come dice, in modo superficiale, quasi cinico, chi vive a centinaia di chilometri di distanza da noi.
Ma in questa fase di sperimentazione, andrebbero però chiarite alcune questioni importanti, per evitare le sorprese che da sempre sono state riservate al nostro territorio e alla nostra popolazione, che, per esigenze superiori, ha voltato le spalle alla propria storia ed alle proprie vocazioni, finendo per accettare il peggio con grave ripercussioni sulla salute, sull’ambiente e sul proprio sviluppo economico.
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