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24 maggio 2011

Porto Tolle : «Con il CARBONE si mette a rischio il turismo».NO PRESSIONI SU CONSIGLIO DI STATO.

Tratto da Il corriere del Veneto

Porto Tolle, spuntano i contrari: «Così si mette a rischio il turismo»

Gli albergatori stanno con gli ambientalisti.

ROVIGO — Nel braccio di ferro sulla Riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle, le imprese turistiche si schierano a fianco degli ambientalisti: «La centrale a carbone avrebbe un impatto devastante sul settore turistico, che vale 5.000 posti di lavoro e oltre 100 milioni di euro in un anno solo a Rosolina Mare e Albarella, che l’anno scorso hanno accolto un milione e 800mila visitatori».
Insomma, in Polesine non c’è solo l’economia dell’indotto Enel e gli operatori turistici e balneari lo rivendicano, dopo che il Consiglio di Stato ha bocciato il via libera del Ministero dell’Ambiente al progetto e azzerato cinque anni di iter
. Ora chiedono alle istituzioni e alle associazioni di categoria la stessa attenzione riservata al tema della centrale: «Non siamo contrari alla centrale, ma ad un’alimentazione incompatibile con la nostra economia e con il nostro territorio», ribadiscono in una nota conginuta, rilanciando un’alternativa già proposta dalle associazioni di categoria alcuni anni fa. «Trasformare a metano l’impianto assicurerebbe altrettanti occupati ed altrettanti appalti del progetto carbone, senza arrecare i danni di quest’ultimo».

Prendono parola anche i portavoce di pescatori, comitati civici e associazioni, che criticano la fiaccolata di domani nella capitale: «Sono gravi i tempi delicatissimi in cui essa avviene...E’ un tentativo di condizionare i contenuti della decisione dei giudici». ...

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Francesco Casoni
23 maggio 2011
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Tratto da Agenzia parlamentare

PORTO TOLLE: GREENPEACE-WWF, NO PRESSIONI SU CONSIGLIO DI STATO

(AGENPARL) - Roma, 23 mag - Con riferimento alla fiaccolata indetta per oggi alle 17:30 a Roma in Piazza Farnese dai lavoratori della Centrale Enel di Porto Tolle, Greenpeace e WWF ritengono che esercitare pressioni di piazza mentre il Consiglio di Stato scrive le motivazioni di una sentenza sia inaccettabile, e che costituisca un'azione intimidatoria da parte di soggetti disinformati che ancora credono alle bugie di ENEL sul carbone pulito.
Oltre che essere la maggiore fonte di inquinamento da mercurio, il carbone è il principale responsabile del cambiamento climatico che è tra i peggiori nemici del delta del Po.
Secondo un rapporto pubblicato dal Vaticano la scorsa settimana, il cambiamento climatico causa due milioni di morti l'anno.


Le emissioni inquinanti della centrale del Po - 7 mila tonnellate di ossidi di zolfo e di azoto - si aggiungerebbero a un "panorama" tra i più inquinati d'Italia, che già oggi è responsabile di grave impatto sanitario nella popolazione di una vasta area. Questi gas sono all'origine del particolato ultrafine, la parte più pericolosa del PM10. Ben 30 delle 48 città fuorilegge per il PM10 sono localizzate nella pianura padana (tra esse: Rovigo, Venezia, Padova, Bologna e Ferrara) e sul tema l'It alia è oggetto di una procedura d'infrazione in sede comunitaria.
I rischi posti del carbone sono quindi evidenti, senza contare che il carbone è tra i fattori che ritardano il lancio, in Italia, di una seria politica di investimenti sulle rinnovabili e l'efficienza che secondo numerose stime (nazionali, internazionali e persino sindacali) porterebbe nel nostro Paese migliaia di posti di lavoro in più di questi pericolosi progetti di riconversione.
Le Associazioni e i comitati che si sono battuti contro il carbone sono certi della serenità dei giudici che hanno valutato la cosiddetta "compatibilità ambientale" della riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle avendo a disposizione la moderna letteratura scientifica i nternazionale e ridando una speranza a una delle aree più fragili del Paese dal punto di vista ambientale.
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Tratto da Il Fatto quotidiano

Centrale di Porto Tolle, lavoratori in piazza contro la decisione del Consiglio di Stato

.......Storia travagliata, in ogni caso, quella della centrale. Per i danni ambientali provocati quando era azionata a olio combustibile sono stati condannati in Cassazione gli ex amministratori di Enel Francesco Luigi Tatò e Paolo Scaroni. La storia, qualcuno lo ricorderà, si intreccia con quella dell’azione disciplinare chiesta dal ministero della Giustizia di Angelino Alfano contro il pm Manuela Fasolato, che da anni investiga sui legami tra le emissioni della centrale e l’aumento dell’incidenza di malattie nei territori circostanti l’impianto. La Fasolato era colpevole in qualche modo di avere “lavorato troppo” e di avere intralciato gli interessi del colosso elettrico italiano.

“Il progetto di riconversione è nocivo eccome – ha commentato Greenpeace – e la decisione del Consiglio di Stato batte la tesi dell’Enel secondo cui la riconversione a carbone sarebbe meno inquinante di una equivalente centrale a gas.
E allora dove sta la verità? Per certo, dopo il fallimento del piano nucleare (ma anche da prima), Enel vuole intensificare i suoi investimenti nel carbone...La ragione è anche comprensibile in una ottica aziendale: il carbone costa poco e rende molto. Un po’ meno in un ottica ambientale.

“Sul cosiddetto carbone pulito bisogna valutare caso per caso – nota invece un esperto del Ministero della Salute che preferisce mantenere l’anonimato – quel che è c erto è che il carbone è sempre carbone e ha impatti ben diversi da quelli di altri tipi di fonti. Quando poi parliamo di riduzione delle emissioni dobbiamo capire di cosa parliamo veramente: spesso si parla di riduzione, ma rispetto alle quote massime consentite, ovvero livelli che sarebbe bene non raggiungere mai”.

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Ma intanto aumentano" LE VITTIME INNOCENTI DEL "CARBONE PULITO "E DELLA POCA LUNGIMIRANZA UMANA....."
Tratto da "Blitzquotidiano"

Cina, esplosione in miniera a sud-ovest: sei morti

SHANGHAI – Sei lavoratori sono morti e 27 feriti nello scoppio in una miniera nella provincia sudoccidentale cinese del Sichuan. Lo riferisce l'agenzia Nuova Cina. Erano 192 i minatori al lavoro nella miniera di carbone Xinsheng, di proprieta' della Sichuan Hongxin mining, nella citta' di Zigong, nella contea di Xinsheng, quando si e' registrata l'esplosione. Mentre 186 minatori sono riusciti a scappare, sei erano rimasti intrappolati. Nonostante i soccorritori abbiano lavorato tutta la notte, non e' stato possibile salvare la loro vita e i corpi sono stati recuperati poco fa. La polizia ha aperto una inchiesta sulle cause dell'incidente, che comunque viene attribuito ad una fuga di gas. Alcuni dei 27 feriti ricoverati nell'ospedale di Zigong, alcuni sono in gravi condizioni e si teme per la loro vita.

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