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Antonio Padellaro, Direttore de Il Fatto Quotidiano a Savona: "A giorni un'inchiesta sul carbone a Vado Ligure".
“Nei prossimi giorni il nostro giornale si occuperà approfonditamente del dannoso progetto di ampliamento di Tirreno Power, approvato in questi giorni. Non ti puoi più fidare di Istituzioni che decidono di ampliare una centrale a carbone contro il volere della cittadinanza. “Non è solo il danno ai polmoni, è danno alla credibilità della politica”
Piazza Sisto piena di gente per l’incontro di oggi pomeriggio con il Direttore del giornale Il Fatto Quotidiano Antonio Padellaro, con i giornalisti Ferruccio Sansa e Pierfranco Pellizzetti.
I giornalisti del Fatto hanno fatto un’analisi della desolante crisi politica, economica e sociale del nostro paese (che coinvolge tutto il sistema paese, ma in particolare la politica, di destra e di sinistra).
I tre giornalisti hanno poi criticato la classe politica savonese, che non riesce a monitorare i problemi di ‘ndrangheta sul territorio, che procede ad autorizzare il progetto di ampliamento della centrale a carbone mentre non si occupa de turismo che sta perdendo il 10% di posti letto all’anno. “Una classe politica che non riesce a avere una strategia di governo dello sviluppo del proprio territorio”.
Se le Istituzioni liguri decidono di ampliare una centrale a carbone contro il volere della cittadinanza, ai cittadini non resta che constatare che ‘delle Istituzioni non ti puoi più fidare.
“Non è solo il danno ai polmoni, è danno alla credibilità della politica. Alcuni politici rappresentano indegnamente le Istituzioni. Ma se non ci aggrappiamo alle Istituzioni, a chi possiamo aggrapparci?”
Padellaro ha anticipato che il suo giornale nei prossimi giorni si occuperà approfonditamente del devastante progetto di ampliamento di Tirreno Power, approvato in questi giorni.
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Tratto da Rovigo oggi
A Venezia si affronta il carbone nel Po
Arriva sul tavolo dei consiglieri regionali la modifica dello statuto costitutivo dell’Ente parco Delta del Po. Mercoledì a di Palazzo Ferro Fini a Venezia dovranno esprimersi sul terzo comma, da aggiungere ai primi due dell’articolo 30, perché nell’area protetta del Parco possa esistere una centrale alimentata a carbone. Matteo Ceruti, legale del ricorso al Consiglio di Stato, “non capisco perché non si continui a non prendere in considerazione il metano, in ogni caso questo disegno di legge non ha le caratteristiche della legge ovvero generalità ed astrattezza"Venezia - Mercoledì 20 luglio il consiglio regionale del Veneto inizierà la discussione del tanto contestato disegno di legge, proposto dalla giunta presieduta da Luca Zaia, per la modifica dell'articolo 30 della legge 36/97, che ha sancito di fatto la nascita dell'Ente parco del Delta del Po Veneto.
Una modifica definita necessaria dopo la sentenza del Consiglio di Stato, che ha cassato la Via del ministero dell'Ambiente del 2008, impedendo l'avvio dei cantieri per l'opera di riconversione a carbone della centrale Enel di Polesine Camerini.
Sul tavolo anche l'emendamento “migliorativo” che il Partito democratico ha intenzione di presentare per: “assicurarci che la legge non vada contro le normative europee – aveva spiegato a suo tempo il consigliere regionale Graziano Azzalin – e che venga rispettato l'ambiente di questa area sensibile”.
L'articolo 30, che in due commi (“a” e “b”) prevede la realizzazione di un impianto per la produzione di energia che abbia un impatto ambientale, pari o inferiore, ad una centrale a gas e il divieto di estrarre idrocarburi dal sottosuolo, avrà un comma aggiuntivo (a bis) che in pratica permetterebbe la realizzazione di una centrale a carbone, annullando il comma precedente.
“Quanto proposto dalla giunta regionale è un provvedimento ad hoc – commenta l'avvocato Matteo Ceruti, già vincitore di due battaglie contro Enel, in Cassazione prima ed in Consiglio di Stato poi – e come tale non ha certo i requisiti che dovrebbe avere una legge e cioè generalità ed astrattezza. Questa modifica è stata fatta per un ben soggetto beneficiario e per risolvere una precisa controversia giuridica. Dal mio punta di vista è una proposta di legge che umilia un'assemblea legislativa”.
Ceruti analizza anche il disegno di legge elaborato dalla giunta regionale, spiegando come questa non tenga conto della valutazione di una riconversione a gas: “Nella modifica – continua – quando si fa richiamo alle norme del decreto legislativo 152/2006 (codice dell'ambiente) si citano alcune sezioni, trovando uno strano salto, sui punti relativi i metalli pesanti”.
Proprio quei punti, come spiegato dall'avvocato, è stato segnalato dall'Agenzia per la protezione dell'ambiente una carenza, ponendo l'attenzione nel limitare la ricaduta di questi sul territorio.
“Cosa fare dopo l’approvazione è tutto da decidere – conclude Ceruti – ma si aprono possibilità di ricorso sia a livello interno che europeo, visto che la comparazione a gas è prevista anche in Europa. Non so se questa strada, un muro contro muro, sia la cosa migliore per le imprese e i lavoratori che reclamano un posto di lavoro, ma c'è una soluzione alternativa, senza ostacoli giuridici e oppositori.
Il gas sarebbe una soluzione ragionevole e non estremista”.
Leggi anche su LA VOCE DELL'EMERGENZAPorto Tolle, dalla Regione Emilia arriva il NO al carbone
Approvata a maggioranza una risoluzione contro la riconversione della centrale. GUARDA IL VIDEO: CARBONE – PREISTORIA DELLA TECNOLOGIA a cura del Movimento 5 Stelle Rovigo.
L’assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna ha approvato una risoluzione che impegna la giunta ad opporsi alle decisioni della Regione Veneto, che si prepara a modificare la propria legge regionale istitutiva del Parco del Delta del Po, aprendo la strada alla riconversione a carbone della centrale Enel di Porto Tolle-Polesine Camerini; e proporre un piano alternativo per lo sviluppo economico della zona, rilanciando turismo, agricoltura e pesca, preservando l’ecosistema del Po e la qualità dell’aria nella pianura padana, puntando a una produzione energetica esclusivamente effettuata tramite fonti rinnovabili, non combustibili e soprattutto non fossili. LEGGI TUTTO
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Tratto da NoalcarboneMario Tozzi, il carbone è scelta che più miope non si può
"Dalla padella alla brace", su LaStampa Mario Tozzi spiega come l'alternativa al nucleare non può essere il carbone.Parole abbastanza chiare, anche se restano fuori dall'articolo numerosi problemi non citati,( leggi ) connessi con l'uso del carbone a fini energetici (...Investire in carbone ci allontana dall'unica via attualmente praticabile verso uno sviluppo non autodistruttivo: l'energia pulita da fonti rinnovabili. Il carbone inquina gravemente il pianeta. Le emissioni del carbone sono la prima causa al mondo del riscaldamento globale.)
"Chi si era chiesto come avrebbe fatto l’Europa a procedere senza più energia nucleare ha avuto la sua risposta.
Soprattutto accendendo nuove centrali a carbone e non spegnendo le vecchie.Non avete voluto il nucleare? Allora beccatevi il carbone, una logica che più miope non si può.
La scelta viene giustificata dalle nuove tecnologie (il carbone pulito) e dal bisogno sempre più pressante di energia, fattori che si faranno risentire anche sul nostro Paese, che dipende solo per l’11% dal carbone, ma che vede diffusi tentativi di riconversione verso questo combustibile fossile.
Chiunque abbia preso mai in mano un pezzo di carbone sa che il carbone pulito non può esistere, esistono semmai tecnologie più pulite (clean coal technologies) per il suo sfruttamento. Come quelle che consentono di ricavare combustibili liquidi attraverso la sua liquefazione.......
Non c’è niente da fare, però: il carbone inquina, comunque aumenta l’effetto-serra, produce ceneri e, alla fine, è destinato a esaurirsi. Ma sul ritorno al carbone giocano anche altre questioni strategiche industriali. ........
Ma i problemi connessi con l’uso del carbone sono gravissimi a partire dall’estrazione. Le miniere di carbone sono generalmente a cielo aperto e il loro scavo altera gravemente il paesaggio, sollevando polveri e altri inquinanti. In ogni caso si tratta di scavi giganteschi che comportano lo stravolgimento di una regione.
Le ceneri generate dalla combustione del carbone ammontano a una percentuale in peso maggiore di quella del petrolio e, ovviamente, del gas naturale (che non ne produce). Comportano quindi gravi problemi di inertizzazione e smaltimento, aggravati dalla presenza costante di impurità metalliche, spesso tossiche o comunque nocive, che vanno trattate a parte.
Bruciare carbone, poi, non libera dalla schiavitù dell’anidride carbonica, anzi, per questa via se ne produce di più che con qualsiasi altro combustibile fossile, con i relativi problemi in termini di surriscaldamento dell’atmosfera che già conosciamo bene per il petrolio (e, in misura minore, anche per il gas).
Nessuna politica di opposizione al cambiamento climatico ha senso se non si rinuncia al carbone. Senza contare la sgradevole sensazione di essere finiti dalla padella nella brace.
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UNA REALTA' CHE CONTINUA A RIPETERSI A SPESE DEI CITTADINI E DEI TERRITORI:NELLA BRACE CI SIAMO SEMPRE NOI E LE ISTITUZIONI ........
CHE STRANO MODO HANNO DI TUTELARCI!
Riportiamo da Noalcarbone Alto Lazio
CHI SIAMO.
....Siamo cittadini bene informati, stanchi di subìre l'operato di speculatori che hanno scelto la nostra terra per i loro affari.
Ci impegnamo per difendere il nostro futuro, e per condividere quanto appreso in anni di impegno con le altre realtà d'Italia che vivono problemi simili.
Dopo decenni di inquinamento industriale sul nostro territorio, l'unica scelta razionale sarebbe stata la dismissione graduale dei vari impianti di produzione energetica qui presenti e delle altre numerose fonti di inquinamento, e invece ci è stata imposta la riconversione a carbone della centrale Torrevaldaliga Nord (enel), nonostante ci siamo espressi in senso contrario con referendum e anni di manifestazioni.
Prima ancora che la stessa fosse rimessa interamente funzione riconvertita a carbone, i dati epidemiologici erano questi: alte percentuali di tumori polmonari pleurici e alla trachea, di malattie linfatiche ed emopoietiche, un aumento dell'incidenza di insufficienza renale cronica, una crescita esponenziale di asma bronchiale ed allergie. Tra i danni che il carbone arrecherà all'Alto Lazio, si stimano (Externe.info) 300 mln di euro per la spesa sanitaria nel periodo d'esercizio previsto della riconvertenda Torrevaldaliga Nord TVN (enel), più una sanzione di circa 500 mln di euro a carico del popolo italiano derivante dalla violazione degli accordi di Kyoto.
La scienza ha da tempo smascherato la balla del "carbone pulito" (tipico "greenwashing"), i medici hanno messo in guardia i Ministeri su impatto e costi sanitari sottovalutati, prospettive di sviluppo del turismo distrutte e l'agricoltura gravemente minacciata, le popolazioni continuano a manfestare il loro dissenso, terra e acqua vengono inquinati.
Nonostante questo non siamo stati tutelati dalle istituzioni, siamo stati ripetutamente ingannati dalla maggioranza di partiti e politicanti, che hanno sposato la causa del NO per poi voltarci le spalle sistematicamente dopo le elezioni ..Un "Osservatorio Ambientale" è stato concepito per restare paralizzato, successivamente dichiarato illegale dal Ministero, ad oggi ha ingoiato milioni di euro senza produrre nulla (indagini della Procura in corso).
In modo autonomo abbiamo invece finanziato un monitoraggio autentico che potesse fornirci dati credibili sullo stato del nostro territorio, i cui risultati sono stati divulgati e mostrano una realtà assolutamente preoccupante.
RICORDIAMO ALLE ISTITUZIONI che
il carbone ai nostri territori prende piu' di quello che da'.
il carbone ai nostri territori prende piu' di quello che da'.
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