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17 ottobre 2011

Hansen sul piede di guerra contro il sistema che non combatte i cambiamenti climatici

 Tratto da Qualenergia

Hansen contro il sistema che non combatte i cambiamenti climatici

James Hansen, uno dei più importanti climatologi americani è sul piede di guerra contro le grandi compagnie energetiche e contro le fonti fossili. Il suo è un attacco a tutto campo a governi e banche.

James Hansen, uno dei più importanti climatologi americani, è noto per aver portato il riscaldamento globale all'attenzione del mondo negli anni 80, testimoniando davanti al Congresso Usa. Direttore del NASA Goddard Institute for Space Studies e docente alla Columbia University è anche un attivista ambientale. Nel suo ultimo libro Storms of my grandchildren. The thruth about the coming climate catastrophe and our last chance to save humanity ("Tempeste. Il clima che lasciamo in eredità ai nostri nipoti, l’urgenza di agire", Edizioni Ambiente, 2010), Hansen spiega la scienza dei cambiamenti climatici e dipinge un'immagine realistica di quello che avverrà nei prossimi decenni se non agiamo ora.

QualEnergia.it lo ha intervistato chiedendogli innanzitutto come bisognerebbe iniziare ad agire per fermare il global warming.

Negli ultimi anni i segnali di un cambiamento climatico in corso hanno cominciato ad apparire sempre più evidenti. Pensa che questo possa cambiare la percezione delle persone delle politiche dei governi nazionali su questi temi?
Dipende, è vero che i segnali climatici hanno cominciato ad essere più diffusi. Ma l'industria dei combustibili fossili sta portando avanti uno sforzo concertato per rendere il pubblico cieco a questa realtà. Sostengono che non ci si possa fidare di nessun segnale, perché il clima è naturalmente variabile. Sto lavorando su una ricerca che dimostra che, quando guardiamo a osservazioni globali, il segnale è in realtà molto chiaro.

Cosa prevede per le trattative post Kyoto?
Se l'industria delle fonti fossili e le grandi banche continuano a tenersi in tasca i governi, allora niente di buono può succedere. I governi continueranno a proporre ridicole strategie cap-and-trade, pensate per dare il minor fastidio possibile all'industria dei combustibili fossili e per portare dentro banche come JP Morgan Chase e Goldman, senza che ce ne sia alcuna necessità. Queste assurdità sono il prodotto, da una parte, del sistema delle doppie carriere tra consulenti dei governi e Wall Street, negli Usa come anche in altre nazioni; dall'altra, dell'enorme quantità di denaro proveniente dalle lobby dei combustibili fossili, che gira a Washington e in altre capitali mondiali.
Cosa pensa, più nello specifico, del meccanismo del cap-and-trade?
È una grande frode ai danni dei cittadini. Ogni centesimo guadagnato dalle unità di trading altamente specializzate di JP Morgan Chase o Goldman Sachs verrà fuori dalle tasche della gente comune. Da dove altro potrebbero venire i loro profitti e i bonus multi-miliardari. Crescono forse sugli alberi quei soldi? No, provengono dall'innalzamento dei costi dell'energia. I loro team di esperti del commercio possono fare milioni su qualsiasi mercato esposto a fluttuazioni, ma non aggiungono nulla in termini di valore; in verità le fluttuazioni dello schema del cap-and-trade (e schema è la parola appropriata) sono molto dannose. Quello che serve per far sì che il mondo si muova verso le energie pulite è che il prezzo del carbone cresca in maniera costante e prevedibile. In modo che sia i cittadini che le imprese possano sapere con sicurezza quale sarà l'andamento dei prezzi dei combustibili fossili.

Lei propone di stabilire un prezzo per le emissioni di CO2. Che tipo di meccanismo immagina?
I combustibili fossili sono al momento la fonte energetica più economica solo perché sono direttamente o indirettamente sovvenzionati. Inoltre le industrie del settore non pagano alla società i costi che le impongono, compresi i danni che causano alla salute umana e i costi dei cambiamenti climatici di origine antropica......

Lei è molto impegnato nelle battaglie ambientali nel suo paese. Come mai ha deciso di affiancare al suo impegno scientifico l'attivismo?
Ho figli e nipoti e amo le altre specie che vivono su questo pianeta. E credo che i cittadini debbano iniziare a capire come sono stati fregati dall'industria dei combustibili fossili e dalle banche.
Di recente lei è stato arrestato durante le proteste contro la costruzione dell'oleodotto Keystone XL (vedi foto a fianco). Perché pensa che sia tanto cruciale fermare quel progetto e lo sfruttamento delle sabbie bituminose?
È ancora possibile cercare di stabilizzare il clima entro questo secolo, ma siamo al limite. Per farlo è necessario interrompere le emissioni da fonti fossili e spostarsi verso le energie pulite nella prossima metà di secolo, man mano che le risorse di fonti fossili verranno consumate. Ma se invece il mondo si sposta verso le fonti fossili non convenzionali come le sabbie bituminose, l'estrazione del combustibile liquido dal carbone, eccetera, non c'è nessuna speranza di riuscire a stabilizzare il clima
I nostri figli e nipoti allora saranno fritti. 
Leggi l'articolo integrale

Interview (english version)
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Tratto da Rinnovabili.it

IEA: il futuro delle rinnovabili 

Gli scenari elaborati di recente dalla IEA per rispondere alle molteplici sfide citate hanno sottolineato la necessità di sviluppare un ampio ventaglio di tecnologie a basso contenuto di carbonio. 

Una rivoluzione energetica è indispensabile se vogliamo che la crescente domanda di energia sia sostenuta da un’adeguata sicurezza degli approvvigionamenti energetici, e che contemporaneamente riporti le emissioni di gas a effetto serra entro livelli che non determinino aumenti di temperatura pericolosi per il pianeta. La IEA è convinta che energie rinnovabili, efficienza energetica, energia nucleare e tecnologie per la cattura e il sequestro del carbonio (CCS), debbano insieme giocare un ruolo chiave in queste sfide. Questa convinzione è stata espressa in due pubblicazioni della IEA, World Energy Outlook 2010 e Energy Technology Perspectives 2010La decarbonizzazione del settore energetico, che per importanza viene subito dopo l’efficienza energetica,  è un obiettivo chiave che implica un drastico aumento della quota di energia da fonti rinnovabili.Leggi tutto

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