Carbone, 15 indagati per la centrale di Brindisi: "Deturpato l'ambiente"
Dopo i 12 sotto inchiesta per la centrale di Porto Tolle, stante la presunzione di innocenza, altra mazzata per i "signori" del carbone. Cosa cambia rispetto a Vado Ligure? Che qui il carbone sia diverso? Che non ci sia il due senza il tre?
Ci sono dirigenti dell'impianto e i titolari delle ditte di trasporto tra le persone cui la procura di Brindisi ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini. Non avrebbero fermato la diffusione delle polveri inquinanti. Contestati al momento solo reati ambientali.Ma le popolazioni della zona denunciano i rischi e i danni per la salute.
Le polveri nere di Brindisi finiscono nella bufera giudiziaria. Chiuse le indagini preliminari nell’ambito dell’inchiesta sulla più grande centrale a carbone d’Europa, quella che Enel ha costruito trent’anni fa su uno dei litorali più incontaminati della costa pugliese, a Cerano. Le informazioni di garanzia sono state notificate a quindici indagati, tra i quali i più alti dirigenti della centrale Federico II. Tutti accusati di non aver adottato o di aver omesso di “proporre e segnalare la necessità dell’adozione di accorgimenti tecnici idonei a scongiurare la ripetuta diffusione, oltre il recinto aziendale, di polveri di carbone o comunque a contenere tale diffusione al di sotto della soglia della normale tollerabilità”.
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Certo, per il momento la terra intorno alla Federico II rimane bruciata, non coltivabile, in seguito ad un’apposita ordinanza dell’ex sindaco Domenico Mennitti. Secondo gli esposti dei cittadini, però, la polvere nera non avrebbe provocato solo danni alle colture. Depositandosi sui grappoli d’uva, sarebbe stata anche la causa di neoplasie e conseguenti decessi tra gli agricoltori della zona.
L’avviso di conclusione delle indagini, tuttavia, non accenna a questo. I reati ipotizzati sono quelli del concorso continuato in getto pericoloso di cose, danneggiamento aggravato e deturpamento di edifici e colture agricole..........
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Tratto da Brundisium
Avvisi Cerano, BBC: "quando l'accertamento dei danni sanitari?"
Le ipotesi di reato contestate concernono gli articoli del codice penale inerenti getto pericoloso di cose, danneggiamento aggravato e deturpamento di edifici. Le accuse non riguarderebbero eventuali danni alla salute.
Sappiamo che l'accertamento della verità e delle responsabilità in ambito penale è attività complessa e per questo crediamo che la pubblica accusa debba essere affiancata dagli enti locali e dalle organizzazioni di tutela dei diritti dei cittadini come perti lese. In questo e negli altri procedimenti non sono solo gli agricoltori abitanti nei pressi della centrale di Cerano ad aver subito la pioggia di polveri nelle loro case e sulle loro coltivazioni, ma tutta la città ne risulta offesa.
La notizia giunge mentre a Taranto l'autorità giudiziaria cerca di approfondire responsabilità in ordine all'inquinamento ambientale, alle malattie ed ai decessi da questo prodotte. Infatti se c'è inquinamento dell'ambiente c'è inevitabilmente inquinamento dei corpi.
Per questo migliaia di cittadini a Brindisi chiedono in questi mesi, con una raccolta di firme, indagini epidemiologiche approfondite e mirate, come peraltro più autorevolmente chiede l'Istituto Superiore di Sanità, quando nello studio SENTIERI sui siti inquinati di interesse nazionale, per Brindisi suggerisce indagini epidemiologiche subcomunali sulla popolazione e sui lavoratori delle industrie ed il biomonitoraggio delle popolazioni più a rischio.
Guarda caso quello che da anni chiedono alcune associazioni: stato di salute dei cittadini residenti accanto ai grandi impianti, rianalisi dello stato di salute delle popolazioni lavorative delle grandi industrie.
Ma le istituzioni tacciono: da Regione Provincia e Comune non arrivano risposte. Lo comprendiamo, la patata è bollente. Scoperchiare la pentola potrebbe fornire amare sorprese di fronte alle quali le indulgenze del potere politico e le liberalità degli inquinatori potrebbero non essere comprese dai cittadini, soprattutto da quelli danneggiati. Ma per noi questo rimane un obiettivo politico irrinunciabile.
COMUNICATO STAMPA BRINDISI BENE COMUNE
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