Earth Day 2012, Robert Kennedy Jr : "Altro che ambiente, questa è una battaglia per la democrazia"
Tratto da La Stampa

Robert Kennedy Jr
New York
...........Lei
è presidente della Waterkeeper Alliance, con cui state salvando fiumi,
laghi e comunità marine di mezza America: non c’è anche una motivazione
politica?
«Negli Stati Uniti diciamo che il whiskey serve per bere, e l’acqua per fare la guerra. Forse il grande pubblico non se n’è accorto, perché i media ne parlano poco, ma alcune delle guerre più sanguinose degli ultimi cinquant’anni sono state combattute per il controllo di questa risorsa essenziale».
Continuiamo a sprecarla?
«Le faccio un esempio. In questo momento mi trovo in mezzo al deserto tra Las Vegas e Los Angeles, perché stiamo costruendo una centrale elettrica ad energia solare. L’acqua con cui ho fatto la doccia stamattina veniva dal fiume Colorado, e probabilmente era già stata purificata e riciclata cinque o sei volte. Questo utilizzo delle risorse è intelligente, ma il problema è che prendendo dal fiume l’acqua per alimentare un’intera città nel deserto, il Colorado ormai non riesce più ad arrivare
all’oceano. Nel Mar di Cortez, dove sfociava all’epoca del
viaggio con mio padre, c’era una magnifica specie di delfino che l’anno
scorso si è estinta. Per sopravvivere aveva bisogno dell’acqua del
fiume, ma noi uomini gliel’abbiamo tolta. Quando si violenta la natura,
c’è sempre un prezzo da pagare».
Cioè?
«Se continueremo così, fra trent’anni metà delle specie animali esistenti oggi saranno estinte. Lei mi dirà che a poche persone importa la sorte del delfino nel Mar di Cortez, ma io le rispondo che la stragrande maggioranza degli esseri umani non andrà mai al Louvre per vedere la Gioconda: se però domani il dipinto più famoso di Leonardo bruciasse, diventeremmo tutti più poveri».
Le sembra una ragione sufficiente per convincere gli uomini a cambiare abitudini?
«Per alcuni sì. Agli altri dico che un americano
su sei è contaminato e ha
problemi di salute, a causa dell’inquinamento dell’acqua con il
mercurio. Dico che gli attacchi di asma si sono moltiplicati negli
ultimi anni, a causa dell’uso del carbone e di altri combustibili
fossili. Dico che bruciare il petrolio produce il riscaldamento globale,
che non sta spingendo verso l’estinzione solo gli animali, ma minaccia
anche noi uomini perché riduce le risorse idriche a disposizione. Se ci
fosse qualcuno ancora non convinto, mi rivolgerei ai patrioti americani
con questo argomento: lo sapete che stiamo finanziando entrambe le parti
impegnate nella guerra al terrorismo? ........
Quale alternativa suggerisce?
«Le
ho detto che con la compagnia di venture capital VantagePoint stiamo
costruendo nel deserto tra Nevada e Arizona una centrale elettrica
fotovoltaica da 2,7 gigawatt. Realizzarla costa quindici volte in meno
di un impianto nucleare, e ancora meno che far funzionare quelli
alimentati a carbone o petrolio, perché il sole sorge gratis ogni
giorno. La rivista “Scientific American” ha pubblicato uno studio,
secondo cui se costruissimo una centrale di questo tipo lunga 75 miglia
per 75, produrremmo energia sufficiente a coprire l’intero fabbisogno
degli Usa. Naturalmente non sarebbe un progetto ragionevole, perché
basterebbe una giornata nuvolosa per provocare un black-out nazionale.
Ma il punto è che, diversificando, abbiamo abbastanza fonti alternative,
solari, eoliche, idriche, per fare a meno dei combustibili fossili
tradizionali e del nucleare.
Gli Usa non lo vogliono capire, ma sa chi invece ci è arrivato? La Cina, che investe 750 miliardi all’anno nelle rinnovabili perché sa che sono il futuro».
È questo il messaggio centrale del suo Earth Day?
«No,
il messaggio centrale è che non si tratta di una battaglia per
l’ambiente, ma per la democrazia.
Se fossimo davvero un Paese governato dal popolo, queste soluzioni logiche sarebbero operative da tempo.
Invece il governo è ostaggio delle potenti lobby del petrolio e del
carbone, che resistono al cambiamento. «Negli Stati Uniti diciamo che il whiskey serve per bere, e l’acqua per fare la guerra. Forse il grande pubblico non se n’è accorto, perché i media ne parlano poco, ma alcune delle guerre più sanguinose degli ultimi cinquant’anni sono state combattute per il controllo di questa risorsa essenziale».
Continuiamo a sprecarla?

«Le faccio un esempio. In questo momento mi trovo in mezzo al deserto tra Las Vegas e Los Angeles, perché stiamo costruendo una centrale elettrica ad energia solare. L’acqua con cui ho fatto la doccia stamattina veniva dal fiume Colorado, e probabilmente era già stata purificata e riciclata cinque o sei volte. Questo utilizzo delle risorse è intelligente, ma il problema è che prendendo dal fiume l’acqua per alimentare un’intera città nel deserto, il Colorado ormai non riesce più ad arrivare

Cioè?
«Se continueremo così, fra trent’anni metà delle specie animali esistenti oggi saranno estinte. Lei mi dirà che a poche persone importa la sorte del delfino nel Mar di Cortez, ma io le rispondo che la stragrande maggioranza degli esseri umani non andrà mai al Louvre per vedere la Gioconda: se però domani il dipinto più famoso di Leonardo bruciasse, diventeremmo tutti più poveri».
Le sembra una ragione sufficiente per convincere gli uomini a cambiare abitudini?
«Per alcuni sì. Agli altri dico che un americano

Quale alternativa suggerisce?

Gli Usa non lo vogliono capire, ma sa chi invece ci è arrivato? La Cina, che investe 750 miliardi all’anno nelle rinnovabili perché sa che sono il futuro».
È questo il messaggio centrale del suo Earth Day?
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Se fossimo davvero un Paese governato dal popolo, queste soluzioni logiche sarebbero operative da tempo.
La nostra democrazia è rotta, e
non potremo salvarci fino a quando non l’avremo aggiustata».
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