Pubblichiamo due articoli tratti da "Arci Report " il settimanale a cura dell' ARCI,documentati da Uniti per la Salute, per fare il punto ed evidenziare la problematica della centrale a carbone Tirreno Power.
Tratto da Arci Report n°20 del 5 giugno 2012 pag 3
Una centrale a carbone tra le case
Prima puntata
La
centrale di Vado Ligure-Quiliano funziona da oltre quarant’anni in un contesto
densamente popolato, vicinissima a Savona, su un tratto di costa con
insediamenti abitati ininterrotti. Peraltro località di grande rilevanza
turistica come Varazze, Celle Ligure, Albisola, Spotorno, Noli, Varigotti si
trovano in questo tratto di costa.
Nonostante
si tratti di un complesso di notevole potenza (due gruppi a carbone da 330 MW
ciascuno e un gruppo a gas da 760 MW) situato appunto in pieno centro abitato,
la proprietà della centrale chiede un ulteriore ampliamento: ancora altro
carbone (460 MW!)
L’ipotesi
di potenziamento trova l’opposizione di associazioni, di medici, comitati,
partiti e cittadini e di ben 18 comuni del territorio (di destra e di sinistra
che deliberano contro il potenziamento).
Sul
tema interviene l’Ordine dei Medici con dichiarazioni forti e inequivocabili a
proposito degli attuali gruppi a carbone: “minaccia reale e consistente
per la salute e per la vita dei cittadini della provincia di Savona” e
ancora “nelle aree interessate dalle ricadute delle emissioni della centrale si
osservano elevati tassi standardizzati di mortalità, rispetto alla media
regionale e nazionale sia per tutte le cause, che per malattie neoplastiche,
cardio e cerebrovascolari”.(leggi)
Sul
progetto di potenziamento l’Istituto Tumori di Genova dichiara “Nella relazione
presentata da Tirreno Power vi sono gravi lacune metodologiche che mettono in
discussione le tranquillizzanti conclusioni del documento. In sintesi: errori
ed omissioni nelle stime delle emissioni di polveri fini primarie e secondarie;
sottostima delle emissioni di gas serra; sottovalutazione dei dati derivanti da
studi su bioindicatori; errori metodologici sull’impatto sanitario”.(leggi )
Il
Ministero della Salute - Istituto Superiore di Sanità in sede della conferenza
dei servizi rimarca come i decreti
rilasciati “non abbiano sufficiente evidenza della problematica relativa ai
c.d. microinquinanti classici derivanti dalla combustione del carbone, tra cui
PCB, i metalli pesanti, l’arsenico, ecc. ecc. , … e “l’importanza di
considerare il deposito al suolo di tali sostanze”.
I
sindaci di Vado Ligure e Quiliano, con una forte posizione nel documento del 25
gennaio 2011: “… chiedono che le gravi lacune presenti nell’attuale procedura
di valutazione siano sviluppate in quanto tali approfondimenti si ritengono
indispensabili per una corretta e appropriata valutazione degli impatti
ambientali” dichiarando come “fondamentale, condizionante e non prorogabile”
sia un piano di monitoraggio ante operam sia una Valutazione di Impatto
Sanitario. Queste pressanti richieste non possono essere poste come
prescrizioni ma “azioni indispensabili e urgenti prima di ogni ulteriore
determinazione”, puntualizzano i Sindaci.
Lo
stesso Presidente della Regione Liguria ha parlato di “inquinamento colossale”
e ancora: “due vecchi gruppi da 330 Mw che sono stati realizzati nel 1971 e che
ormai hanno raggiunto la fine della loro vita produttiva… hanno già 40 anni:
non si può pensare di tirare loro il collo ulteriormente”
Ma la Regione Liguria nel dicembre 2011, modificando il diniego precedente che l’aveva portata anche a ricorrere al TAR, accorda un’ intesa: oltre alla concessione del nuovo gruppo a carbone, i vecchi gruppi verrebbero mantenuti in esercizio ancora per molti anni.
Le associazioni, i comitati e i cittadini
continuano tuttavia nella loro azione a difesa e tutela del territorio e della
salute
Tratto da Arci Report n° 21 del 12 giugno pag 5
Centrale di Vado Ligure i danni per la salute.
Seconda Puntata
Nella centrale di Vado Ligure
Quiliano continuano dunque a funzionare due vecchi gruppi a carbone: un Ente
terzo e sicuramente super partes come l’Ordine dei Medici della Provincia di
Savona a proposito di quei gruppi li
definisce “minaccia reale e consistente per la salute e per la vita dei
cittadini della provincia di Savona”: dunque si parla di “minaccia reale e
consistente per la salute e la vita”.
Questo dovrebbe bastare per attivare provvedimenti a tutela dei
cittadini.
Peraltro la situazione generale
dell’inquinamento è riassunta dalla stessa Regione Liguria nel "Piano di risanamento e tutela della
qualità dell'aria" a pag 126 : La combustione nell'industria dell'energia
e quindi essenzialmente la centrale termoelettrica è la prioritaria
responsabile delle emissioni di Ossidi di azoto, PM10, SOx e di COV.
Tuttavia la centrale
continua a funzionare sebbene priva delle autorizzazioni che derivano da
tassative disposizioni di legge italiane ed europee che impongono sia
provvista di A.I.A. (autorizzazione
integrata ambientale) con l’applicazione delle migliori tecnologie disponibili
per la riduzione delle emissioni.
Non solo:
la proprietà della centrale(2007) presenta un progetto per l’ampliamento con un altro, grande gruppo a
carbone. Su questo progetto il ministero
dell’Ambiente esprime un giudizio positivo
nonostante la contrarietà dei comuni del territorio (e in un primo tempo
anche della Regione Liguria) che ricorrono al
TAR.
Per avere un quadro più chiaro
possibile, i comuni di Vado e Quiliano
commissionano una perizia allo studio Terra (firmata e giurata in tribunale dal dott. Marco
Stevanin già membro della commissione VIA nazionale) della quale è opportuno riportare alcuni brani delle
conclusioni che risultano inequivocabili: “per quanto riguarda la salute, nell’analisi critica è
stata evidenziata una situazione già
fortemente compromessa mentre è da ritenersi lo stato di salute presentato
nella documentazione di progetto assolutamente inattendibile, inadeguato e non
rappresentativo della reale situazione presente sul territorio in questione. Questo fa pensare che il giudizio positivo di
compatibilità ambientale dell’opera rilasciato dal Ministero dell’Ambiente
sia in netto contrasto con il principio di tutela e precauzione della salute
dei cittadini, senza l’acquisizione preventiva dei risultati di opportuni
approfondimenti.
… si ritiene assolutamente insostenibile, dal punto di vista sia
ambientale che delle possibili implicazioni sanitarie, l’insediamento sul
territorio di un nuovo gruppo a carbone..
ALLA LUCE DI QUESTE OSSERVAZIONI IL
S.I.A. (Studio di Impatto Ambientale presentato dall’azienda n.d.r) PRESENTATO RISULTA INADEGUATO E
INATTENDIBILE E ANDREBBE RITIRATO COSI’ COME IL PROGETTO DI AMPLIAMENTO. SI
RITIENE INADEGUATO QUINDI IL GIUDIZIO DI COMPATIBILITA’ RILASCIATO DAL
MINISTERO DELL’AMBIENTE…
Con queste premesse è naturale
che i cittadini si aspettassero
finalmente quelle indagini sull’inquinamento e sulla salute dei cittadini
chiesti con forza di sindaci e che i vecchi impianti fossero adeguati alle
migliori tecnologie senza indugio.
Invece, come visto, la
Regione Liguria decide di rilasciare l’intesa per il nuovo gruppo a carbone da
460 MW e questo nonostante le ferme prese di posizione
dell’Ordine dei Medici, le evidenze della perizia giurata in tribunale, la
contrarietà di 18 amministrazioni comunali, di importanti associazioni e
comitati, e nonostante le molte evidenze
che saranno analizzate nella terza parte
Terza puntata
Il terzo articolo pubblicato da Arcireport n° 22 a pag 7 sulla centrale a carbone di Vado Ligure
Nelle aree interessate dalle emissioni della centrale a carbone si muore di più.
Si è visto negli articoli precedenti come
la Regione Liguria abbia deciso di rilasciare l’intesa per un nuovo
gruppo a carbone da 460 MW nella centrale di Vado Ligure Quiliano (SV).
In seguito, nel marzo 2012, il Ministero dello Sviluppo Economico ha emesso il decreto autorizzativo.
Questo
iter si è sviluppato nonostante le ferme prese di posizione dell’Ordine
dei Medici, le evidenze della perizia giurata in tribunale,la
contrarietà di 18 amministrazioni comunali, di importanti associazioni e
comitati.
Questo iter autorizzativo si è sviluppato nonostante:
Questo iter autorizzativo si è sviluppato nonostante:
- la forte dichiarazione dei sindaci dei comuni
su cui insiste la centrale (Vado Ligure e Quiliano), che, consapevoli delle loro responsabilità nei confronti dei cittadini e del territorio, hanno espressamente richiesto come azione indispensabile ed urgente «prima di ogni ulteriore determinazione» una valutazione di impatto sanitario (VIS) in riferimento alla Carta di consenso di Goteborg;
su cui insiste la centrale (Vado Ligure e Quiliano), che, consapevoli delle loro responsabilità nei confronti dei cittadini e del territorio, hanno espressamente richiesto come azione indispensabile ed urgente «prima di ogni ulteriore determinazione» una valutazione di impatto sanitario (VIS) in riferimento alla Carta di consenso di Goteborg;
- le ‘discrepanze’ in relazione al verbale della conferenza dei servizi del luglio 2011 (atto
propedeutico all’autorizzazione), evidenziate dai Sindaci di Vado Ligure e Quiliano: «Si ritiene che tali divergenze alterino in maniera significativa quanto discusso in sede di Conferenza in riferimento agli elementi sopra riportati, rappresentando una versione non conforme a quanto effettivamente disquisito in merito» e ancora «è evidente come nella versione definitiva del verbale i sopra esposti interventi siano stati modificati». (Dichiarazioni che fino ad ora non risultano mai smentite o confutate da alcuno. Riteniamo trattarsi di una denuncia di enorme gravità che viene non da due persone qualsiasi ma da due sindaci nell'esercizio delle loro funzioni);
- non ci risultino misurazioni pubbliche sulle emissioni ai camini! Gli unici dati sulle emissioni in nostro possesso sono quelle rilevate dalla stessa azienda;
- analogamente non risultino misurazioni pubbliche sugli scarichi idrici della centrale (oltre 900 miliardi di litri nel solo 2010 fonte della stessa azienda). Scarichi che confluiscono alla foce del torrente Quiliano;
- Arpal
nella relazione sull’attività di monitoraggio (2010) indichi proprio in
quel tratto di mare inquinanti nei sedimenti con valori elevatissimi. L’Ordine dei Medici in un documento ufficiale scrive «La
presenza di metalli pesanti e di idrocarburi policiclici aromatici a
livelli enormemente maggiori rispetto alle altre aree liguri, anche
portuali, e di oltre cento volte superiori rispetto ai riferimenti
normativi, indica una molto probabile derivazione di tali inquinanti
dalla centrale a carbone, che rappresenta sicuramente, nell’area, la
principale fonte di idrocarburi policiclici aromatici derivanti dai
processi di combustione e di metalli pesanti presenti nel carbone (si pensi a questo proposito anche alle grandi quantità di tali sostanze presenti nelle acque reflue della centrale)».
Quelle elencate sono solo alcune delle evidenze che inducono associazioni, comitati,partiti a battersi a tutela e difesa dei loro diritti e per la salute, ma crediamo basterebbero le dichiarazioni dell’Ordine dei Medici della Provincia di Savona «nelle aree interessate dalle ricadute delle emissioni della
centrale si osservano elevati tassi standardizzati di mortalità, rispetto alla media regionale e nazionale sia per tutte le cause, che per malattie neoplastiche, cardio e cerebrovascolari».
Al
di là di ogni altra considerazione ribadiamo ancora una volta che ci
pare logico e di elementare buon senso,che, prima di costruire altri
impianti (per giunta a carbone), siano approfondite e migliorate la evidenze ambientali e sanitarie dell’intero territorio.
Info: unitiperlasalute@libero.it
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