COOKIES POLICY DI UNITIPERLASALUTE.

QUESTO BLOG UTILIZZA COOKIES ,ANCHE DI TERZE PARTI.SCORRENDO QUESTA PAGINA ,CLICCANDO SU UN LINK O PROSEGUENDO LA NAVIGAZIONE IN ALTRA MANIERA ,ACCONSENTI ALL'USO DEI COOKIES.SE VUOI SAPERNE DI PIU' O NEGARE IL CONSENSO A TUTTI O AD ALCUNI COOKIES LEGGI LA "COOKIES POLICY DI UNITIPERLASALUTE".

11 giugno 2012

Lo sporco gioco delle centrali a carbone in un videogame anni ’80.

 Tratto da Il Sostenibile

Video Greenpeace: Lo sporco gioco delle centrali a carbone in un videogame anni ’80

Greenpeace lancia oggi il nuovo video  della campagna Facciamo Luce su Enel. Grafica, stile e suoni sono quelli dei videogame degli anni ’80 per denunciare che la politica energetica dell’azienda è vecchia e superata. Protagonista un detective del Reparto Investigazioni Climatiche di Greenpeace che, armato di torcia, cerca di “fare luce” su Enel evitando al contempo gli inquinanti che" l'azienda” scaglia dalle sue centrali a carbone (ossidi di zolfo, ossidi di azoto, PM10). Il video termina con il confronto fra i due.

“Abbiamo realizzato questo video per spiegare, in una forma inconsueta e semplice, i danni che le emissioni delle centrali a carbone di Enel causano all’ambiente e alla salute. – spiega Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia – È ora che si faccia davvero luce su Enel, questo Paese assediato dalla crisi merita di sapere quanto costa veramente la produzione a carbone del principale gruppo energetico italiano, che nel 2011 ha raggiunto il 41 per cento del totale prodotto dall’azienda”.
Greenpeace ricorda con questo video i dati salienti emersi dalla studio commissionato all’istituto di ricerca indipendente SOMO. Le emissioni delle centrali a carbone di Enel nel solo 2009 hanno causato un impatto sanitario stimabile in 366 morti premature in Italia e danni ambientali, sanitari ed economici per 1,8 miliardi di euro. Dividendo questa cifra per i nuclei familiari italiani si ha che ogni famiglia paga una “tassa Enel” pari a circa 75 euro l’anno. 

 I danni contabilizzati nella ricerca presentata da Greenpeace [1] non vengono pagati dall’azienda, mentre i benefici economici dovuti al minor costo del carbone sono a solo vantaggio della stessa.

Nessun commento: