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24 settembre 2012

Emergenza ambientale. Provvedimenti urgenti prima che sia troppo tardi.

 Tratto da Brindisi sera
Emergenza ambientale. Associazioni: provvedimenti urgenti prima che sia troppo tardi.

Abbiamo ribadito più volte ed anche in un recente documento la non rinviabilità della chiusura della centrale termoelettrica Brindisi nord e del contestuale accordo per l'immediato avvio dei lavori di bonifica, impegnando in tale opera innanzitutto i lavoratori della stessa centrale per i quali, se necessario, si potranno effettuare corsi di formazione e specializzazione. 
I provvedimenti assunti dalla Magistratura confermano la gravità di una situazione dovuta anche a disattenzioni e inerzie da parte dei competenti organi di vigilanza e  di controllo.
 Non c'è un minuto da perdere: occorre che gli indiscutibili elementi di grave rischio e danno, insiti nel funzionamento della centrale a carbone Edipower, operante a due passi dalla città e sotto il cono d'atterraggio dell'aeroporto, siano messi a punto e tradotti dai competenti organi in chiare e documentate argomentazioni da mettere a fondamento di un'ordinanza contingibile ed urgente del Sindaco rivolta ad inibire l'esercizio dell'impianto e le attività connesse mettendo in sicurezza ogni parte del ciclo produttivo. 
A tale riguardo va precisato che se sarà necessario supportare tali argomentazioni con contributi di qualificate consulenze occorrerà farlo in sede amministrativa anche per evitare che ancora una volta i necessari accertamenti, come è accaduto a Taranto, siano adottati dalla Magistratura.
Occorrerà nel contempo opporsi all'AIA, autorizzazione rilasciata dal competente Ministero in data 8/7/2012 con procedimento istruttorio conclusosi nel maggio dello stesso anno, nella quale non solo manca qualsiasi traccia di rilievi da parte dei rappresentanti del nostro comune in ordine all'impraticabilità dell'impianto ma incredibilmente si leggono nella parte motiva le seguenti testuali parole “Rilevato che il Sindaco del comune di Brindisi non ha formulato per l'impianto specifiche prescrizioni ai sensi degli artt. 216 e 217 del Regio Decreto 27/07/1934 nr. 1265". Una annotazione questa, che - vogliamo credere - sia stata frutto non certo di una scelta politica ma di un assurdo infortunio dell'Amministrazione comunale, al quale occorre porre urgente rimedio.......Continua  sull'articolo integrale.

Italia Nostra, Legambiente Brindisi, WWF Brindisi, Fondazione “Dott. Antonio Di Giulio", Fondazione “Prof. Franco Rubino", A.I.C.S., ARCI, ACLI Ambiente, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Salute Pubblica, Lipu, Comitato per la Tutela dell'Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino “Mo' Basta!", Comitato Brindisi Porta d'Oriente, PeaceLink.
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Tratto da Il Corriere del giorno
Caso Ilva, Governo e magistratura verso il braccio di ferro

Clini attacca,la Procura tace

Il ministro all'azienda: deve adottare le migliori tecnologie


Si profila all’orizzonte un conflitto fra poteri.
Da una parte la magistratura tarantina alle prese con l’esecuzione  del provvedimento di sequestro preventivo degli impianti dell’Ilva che inquinano. Dall’altra il ministro dell’Ambiente Corrado Clini che rivendica le prerogative dell’esecutivo in fatto di politica industriale e ambientale.
 

«L’autorizzazione che consente all’Ilva l’esercizio degli impianti è competenza del Ministero dell’Ambiente, non all’autorità giudiziaria». E’ stato il commento di Clini dopo la bocciatura, da parte dei custodi giudiziari e della Procura, del piano di risanamento di 400 milioni di euro presentato dall’Ilva. Il ministro non ha escluso il ricorso alla Corte Costituzionale: «Nel caso in cui si creasse un conflitto o una divergenza credo debba essere assolutamente risolto secondo quanto previsto dalla legge. 
So quali sono i miei compiti e le mie responsabilità e conosco quelle della magistratura».
Dall’altra parte, il Procuratore Franco Sebastio resta in silenzio e spiega che non ha intenzione di rilasciare dichiarazioni. 
Leggi l'articolo integrale 

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Tratto da Corriere del giorno
Una decina di cittadini presenteranno il conto a Riva.

Una class action contro l’Ilva per l’ipotesi di omicidio

I familiari di vittime del cancro chiedono ai pm di contestare l'ipotesi di omicidio

Una class action contro i rappresentanti legali dell’Ilva per chiedere alla Procura di Taranto che venga loro contestata anche l’ipotesi di omicidio volontario
Dopo gli abitanti di alcuni condomini dei Tamburi che hanno avviato già da tempo azioni penali e civili e la Confederazione italiana sindacati utenti e consumatori che ha chiesto il sequestro conservativo dei beni dei Riva, altri cittadini si preparano a presentare il conto.Leggi l'articolo integrale
 

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