Tratto da Qualenergia
La Strategia Energetica Nazionale fuori legge
Non esiste una norma primaria che
espressamente si occupi della SEN, che è un 'atto di indirizzo
strategico'. Questo vizio di origine era stato segnalato al Governo
anche dall'Autorità per l'Energia. Come si arrivati ad ignorare questo
passaggio fondamentale? Un’analisi di Antonio Sileo dello IEFE –
Università Bocconi.
Quasi sicuramente il governo Monti sarà ricordato per altro, ma alla fine è arrivata anche la versione finale della Strategia Energetica Nazionale (SEN); che ha suscitato più che altro l’interesse degli addetti ai lavori, almeno fino a oggi.
La
non troppa considerazione rivolta alla SEN probabilmente è spiegabile
anche con la sua tardiva approvazione, arrivata quasi venti giorni dopo
la celebrazione delle elezioni e a quasi quattro mesi dal termine della
XVI Legislatura, che si è conclusa il 22 dicembre 2012.
Tale
circostanza, oltre a generare una discreta incertezza sugli effetti
concreti dell’iniziativa, ha provocato le prime proteste sulla
legittimità di un atto promulgato da un Governo tenuto a sbrigare solo
l’ordinaria amministrazione, quando la SEN vorrebbe tratteggiare le
scelte energetiche dei prossimi decenni.
Il decreto interministeriale che l’approva definisce, infatti, la SEN un «atto di indirizzo strategico»,
che stando anche alle dichiarazione formulante pure in Parlamento dal
ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, cofirmatario insieme a
Corrado Clini del decreto, sarebbe per l’appunto un «atto di
programmazione e indirizzo».
La questione, in verità, non è di poco conto; e, a modesto avviso di chi scrive, è ben più dirimente della tempistica o del mancato rispetto dell’iter procedurale che il ministro Passera s’era (autonomamente) dato. Proprio gli addetti ai lavori non possono, infatti, dimenticare che l’approvazione della SEN sarebbe stata preceduta da una Conferenza nazionale sull’energia....
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