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26 aprile 2013

Montebello Jonico (RC), sciolto il consiglio comunale della centrale a carbone.

 Tratto da Ntacalabria

Montebello Jonico (RC), sciolto il consiglio comunale della centrale a carbone.

E’ stato sciolto il consiglio comunale del territorio dove dovrebbe sorgere la centrale a carbone. La notizia della fine dell’amministrazione Guarna assume una duplice veste che adesso, più di prima, deve far riflettere.

Questo scioglimento potrebbe cambiare le carte in regola per quanto concerne il placet all’iter per la costruzione della centrale a carbone.

L’opposizione delle forze politiche comunali, provinciali e regionali calabresi rappresenterebbe un motivo di diniego alla realizzazione del progetto della società svizzera Sei.

Nei giorni scorsi era arrivata la notizia ufficiale dell’esito positivo da parte del Ministero dell’Ambiente circa la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale. 
 Un altro parere positivo espresso dalla commissione Via il 21 ottobre 2010. 59 le prescrizioni ai quali la società deve provvedere per migliorare il progetto.
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Sulla centrale a carbone di Saline Joniche (Melito Porto Salvo, Reggio Calabria), Dalila Nesci e Federica Dieni, giovani deputate del Movimento 5 stelle Leggi qui
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Interrogazione dei parlamentari Calabresi del PD sulla Centrale a carbone di Saline Joniche


  • il Governo ed i ministri in indirizzo siano a conoscenza di tutte le questioni relative alla costruzione della centrale termoelettrica di 1.320 MVe lordi tra Saline Joniche e Montebello Jonico e delle controversie di ordine giuridico-amministrativo e ambientale che hanno accompagnato sin dall’inizio il progetto della S.E.I. S.p.A.;

  • quali provvedimenti urgenti, il Governo ed i ministri in indirizzo, intendano assumere per bloccare la costruzione della centrale, dal momento che la Regione Calabria presenta un saldo elettrico positivo, ed in considerazione dello scarso impatto ­a fronte dei vistosi problemi che si verranno a creare­  che la mega-opera avrà sul reddito e l’occupazione regionali, delle negative ripercussioni di carattere ambientale e paesaggistico legate alla realizzazione delle infrastrutture ed anche in considerazione del parere contrario espresso dal Ministero per i beni e le attività culturali per la realizzazione dell’opera;

  • se il Governo ed i ministri in indirizzo siano a conoscenza, nella loro specificità e puntualità, dei fatti predetti, della grande quantità di adempimenti, richieste di approfondimenti, integrazioni progettuali richiesti alla SEI SpA;

  • se il Governo ed i ministri in indirizzo siano a conoscenza dei potenziali conflitti istituzionali e amministrativi che potrebbero insorgere in sede di implementazione della mega-struttura (tra Governo e Ministeri da un lato e Regione Calabria, Comuni e comunità locali che hanno già manifestato la loro netta contrarietà alla mega struttura, dall’altro);

  • quali misure e provvedimenti urgenti (tra cui il ritiro del DPCM del 15 giugno 2012) il Governo ed i ministri in indirizzo intendano assumere per evitare la costruzione di un’opera che oltre ad inscriversi nell’ambito di obsoleti modelli di industrializzazione si presenta assolutamente priva delle necessarie garanzie in merito alle ricadute ambientali, paesaggistiche, naturalistiche e sulla salute dei cittadini

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