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15 giugno 2013

Ilva, i cittadini scrivono una lettera a Napolitano "Taranto si sente presa in giro"

Tratto da La Repubblica

Ilva, i cittadini scrivono a Napolitano "Taranto si sente presa in giro"

La lettera al presidente della Repubblica: "Diritto alla salute sacrificato sull'altare degli interessi economici"


"Siamo cittadini di Taranto, una città che ha smesso di credere nello Stato dopo l’approvazione della legge Salva-Ilva". Inizia così una lettera inviata da un gruppo di cittadini di Taranto e rappresentanti di associazioni ambientaliste al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. "Abbiamo amaramente compreso - aggiungono - che sul nostro dramma si sono dette tante bugie e che ancora oggi si prova a prenderci in giro, con delle leggi che non salvaguardano nulla, se non le tasche dei soliti noti".

A livello ministeriale e governativo, sostengono i sottoscrittori della missiva, "c'è stato un accordo trasversale mirato a salvare gli interessi nazionali, autorizzando ancora per tre anni la produzione e consentendo, di fatto, lo sversamento delle sostanze sulla città e sui cittadini, mettendo la cittadinanza sull'altare, come un agnello sacrificale.  

Le vorremmo ricordare - fanno presente i cittadini rivolgendosi al capo dello Stato - che lo studio Sentieri ha stabilito che ogni mese circa 3 persone muoiono di neoplasie, per non
considerare le altre morti per malattie collegate all'inquinamento, ed in mezzo a questa mattanza, ci sono vittime innocenti come bambini e madri che allattano neonati".  
La scelta fatta di comprimere il diritto alla salute a favore del diritto al lavoro, concludono, "non la riteniamo giusta perché è la sospensione di un diritto incomprimibile, la vita". 

 Leggi la Lettera integrale su  Delfini erranti.org
Ilva: I cittadini di Taranto scrivono al Presidente On. G. Napolitano

......La domanda che sorge spontanea è:
 Quanto orrore è possibile accettare per salvare la politica dalle sue responsabilità?

L’avvio reale delle bonifiche, a spesa di chi ha inquinato, oltre che offrire posti di lavoro, renderebbe giustizia ad un luogo paradisiaco, stuprato, dileggiato e preso in giro da molti e soprattutto da coloro che ci dovrebbero tutelare e difendere come cittadini italiani.
Lettera firmata

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