Tratto da Panorama
Energia elettrica: Italia e Francia unite a doppio filo.
C’è un vecchio traliccio elettrico in disuso, che in questi giorni è al centro dell’attenzione nel comune piemontese di Piossasco, a poche decine di chilometri dalla Savoia. Il suo abbattimento, fissato per lunedì 15 luglio, equivale alla posa della prima pietra per la nuova interconnessione elettrica Piemonte-Savoia: 190 chilometri di cavi che nel 2019 faranno quasi raddoppiare la capacità di trasmissione fra l’Italia e la Francia, con ricadute positive per tutti gli italiani, non importa quanto lontani dal confine francese. Secondo la Terna, che realizza il collegamento per la parte italiana (con un investimento di 400 milioni), i risparmi per i consumatori saranno a regime superiori ai 100 milioni di euro l’anno.
L’incremento della capacità di trasmissione fra Italia e Francia, ossia l’allargamento del «tubo» attraverso il quale l’Italia si collega alla rete elettrica europea, produce due benefici diversi. Da un lato aumenta la quota di energia importabile dall’estero a prezzi inferiori di quelli a cui viene prodotta oggi in Italia (pari nel 2012 al 14 per cento del consumo nazionale), dall’altro offre la possibilità concreta di invertire, quando ce ne saranno le condizioni economiche, la direzione del flusso energetico, trasformandoci da importatori in esportatori.
«Già oggi» spiega a Panorama l’amministratore delegato di Terna Flavio Cattaneo «capita di esportare energia prodotta in Italia quando altri paesi fortemente dipendenti dal nucleare, e dunque caratterizzati da una minore elasticità della produzione, hanno picchi di domanda che non riescono a soddisfare.
Con lo sviluppo delle interconnessioni e l’abbassamento dei costi di produzione, questo fenomeno, che oggi è occasionale, potrà diventare strutturale». L’ipotesi va a braccetto con la visione secondo cui l’Italia, grazie alla sua posizione geografica, potrebbe candidarsi a svolgere il ruolo di hub elettrico continentale, non solo collegando fra loro i paesi dell’Est e dell’Ovest d’Europa, ma anche quest’ultima ai paesi africani. A patto, naturalmente, che ci sia una rete abbastanza moderna ed efficiente.
Con lo sviluppo delle interconnessioni e l’abbassamento dei costi di produzione, questo fenomeno, che oggi è occasionale, potrà diventare strutturale». L’ipotesi va a braccetto con la visione secondo cui l’Italia, grazie alla sua posizione geografica, potrebbe candidarsi a svolgere il ruolo di hub elettrico continentale, non solo collegando fra loro i paesi dell’Est e dell’Ovest d’Europa, ma anche quest’ultima ai paesi africani. A patto, naturalmente, che ci sia una rete abbastanza moderna ed efficiente.
Una considerazione per noi liguri fondamentale .
Leggiamo offre la possibilità concreta di invertire( per noi italiani) , quando ce ne saranno le condizioni economiche, la direzione del flusso energetico, trasformandoci da importatori in esportatori.
L' importante è che non diventiamo esportatori di energia prodotta dalle nostre centrali a carbone:è noto che la centrale a carbone Tirreno Power è attualmente posseduta al 50 % da Suez Gas de France ,che ambirebbe di aumentare la sua sua quota azionaria per avere in un futuro ........... grandi quantità di energia da carbone,poco oltre confine ,per potere sostituire probabilmente quella proveniente dalle centrali nucleari che verranno dismesse .
Ecco chiarita la necessità di un ulteriore potenziamento a carbone della Centrale Tirreno Power di Vado Ligure,ecco spiegata la volontà di portare avanti ancora tanto carbone in un momento in cui la crisi energetica dovrebbe far riflettere gli investitori.
A Suez Gas de France andranno forse.......... i probabili utili netti del carbone e a noi liguri rimarranno comunque le inevitabili conseguenze sulla salute e sul territorio di molti ,troppi anni anni di carbone.....
Un futuro diverso è possibile basterebbe solo aprire gli occhi e volgersi in modo deciso verso le energie rinnovabili:
l'’incremento della capacità di trasmissione fra Italia e Francia, ossia l’allargamento del «tubo» attraverso il quale l’Italia si collega alla rete elettrica europea ,con una una rete moderna ed efficiente, potrebbero davvero essere molto utili ,mettendo in campo politiche lungimiranti, per trasportare grandi energie prodotte in Africa con progetti tipo Desertec o con altre forme di energia che non pregiudichino in modo così rilevante la nostra salute e il nostro ambiente.
MA BASTA CARBONE PER I NOSTRI TERRITORI ..........
E PER IL FUTURO DEL PIANETA.
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