Tratto da Il Fatto Quotidano
Discarica Ilva Mater Gratiae: la magistratura arresta, il governo autorizza
A Taranto accade l’inverosimile e l’informazione nazionale mette tutto in sordina. La magistratura ha arrestato il presidente della Provincia Gianni Florido per fatti relativi ad una discarica per rifiuti speciali pericolosi dell’Ilva, la Mater Gratiae. Con lui è già finito agli arresti un altro esponente del Pd, Michele Conserva.
Allora cosa fa il governo? Decide di metterci una pietra sopra e di autorizzare per decreto quella discarica. Oggi si riunisce per sanare tutto. Incredibile ma vero. In questo modo potrebbero essere dichiarati a norma anche i palazzi senza collaudo, gli appartamenti senza agibilità o i camion senza revisione.
Ormai siamo abituati a vedere governi che a colpi di decreto rendono legale ciò che non lo era. Ora l’Ilva è nuovamente nella legalità “ope legis”, ossia “per il dettato della legge”.
Scendendo nello specifico, vi è un aspetto su cui è interessante riflettere, visto che parliamo di una discarica per “rifiuti speciali pericolosi“, ossia una di quelle più a rischio di ogni altra. Ci sono infatti rifiuti così pericolosi che non si possono conferire in discarica. Questi rifiuti devono infatti subire dei trattamenti preventivi (ad es. solidificazione o vetrificazione). Se ad esempio vi sono rifiuti pericolosi che percolano, essi non possono essere portati in discarica. Vanno prima sottoposti a trattamenti in genere piuttosto costosi che – se fossero applicati ad un’industria inquinante, così come richiede la legge – farebbero impennare i suoi costi di gestione.
Dovrebbe riflettere su questo aspetto il governo che pensa di sanare tutto per decreto, come se per decreto si potesse bloccare il percolato di rifiuti pericolosi non trattati. La cosa curiosa è che questo ennesimo provvedimento “per l’Ilva” si annida in un “pacchetto tagli” che riguarda la pubblica amministrazione: auto blu, precariato, dirigenti scolastici e varie voci della spesa pubblica.
Ma che attinenza ha una discarica privata con la spesa pubblica? Torniamo però alla questione dei rifiuti pericolosi che sono “troppo pericolosi” da essere portati in discarica tal quali. Il passaggio cruciale in questo caso è l’ARPA che potrebbe ficcare il naso in quei rifiuti e farli analizzare. Se infatti l’ARPA facesse controlli a tappeto e puntasse a fare la radiografica completa di quanto finisce nella discarica Mater Gratiae, ecco che si spalancherebbe un mondo.
Sarebbe la prova della verità. E’ un atto di coraggio che dobbiamo chiedere non solo all’ARPA ma anche alla magistratura.
Occorre una perizia su quei rifiuti (le due perizie del GIP non hanno toccato le discariche Ilva). Chiederemo ispezioni a metri di profondità su quello che ci è finito dentro in questi anni. Per non parlare della falda acquifera – superficiale e profonda – che scorre sotto la discarica. Più si scava e più ci sarebbe da scavare. Analizzare sistematicamente i rifiuti e caratterizzarli adeguatamente è quello che va fatto.......
Perché decretare procedure eccezionali per una discarica che invece deve passare dalle procedure autorizzative ordinarie?
E’ bene infatti dire che la questione della procedura “ope legis” di autorizzazione contrasta con ogni più elementare regola europea.
I cittadini hanno il diritto di sapere e di avanzare osservazioni alle quali va data risposta. Ad esempio: la discarica ha un adeguato sistema di recupero delle acque meteoriche? O la pioggia porta in profondità tutto ciò che percola? Ed esiste un efficace fondo di impermeabilizzazione? E la falda quanto è inquinata? Sono tutte cose che i cittadini hanno diritto di sapere.
La procedura che consente di sapere e di partecipare si chiama AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale). L’AIA infatti non vale solo per l’inquinamento dell’aria ma anche per l’acqua e per le discariche. Proprio per questo la questione della Mater Gratiae era spinosissima ed è stata stralciata dall’AIA.
Autorizzare la Mater Gratiae per decreto scavalcando l’iter di legge significa compiere un ennesimo azzardo.....
Leggi l'articolo integrale
Tratto da Ansa
ROMA - Nel
pacchetto di provvedimenti sulla Pa che ha avuto il via libera dal
Consiglio dei ministri c'è un articolo che riguarda le 'imprese di
interesse strategico nazionale' e fa riferimento, in particolare,
all'Ilva e alla produzione dei rifiuti di cui si autorizza lo
smaltimento nell'area dello stabilimento nel rispetto dell'ambiente e
della salute.
Per attuare l'Autorizzazione integrata ambientale (Aia) - spiega il ministero dell'Ambiente - è, infatti, prevista la produzione di rilevanti quantità di rifiuti non pericolosi e pericolosi che devono essere smaltiti in tempi rapidi in impianti idonei.
Quindi è urgente disporre delle discariche per le quali è già stato rilasciato il giudizio positivo di compatibilità ambientale - e fra questi ci sono alcuni siti compresi nel perimetro dello stabilimento Ilva di Taranto - ma il cui iter autorizzativo non è stato ancora definito. Una soluzione che evita di cercare siti esterni che richiederebbe tempi lunghi e costi molto elevati che sottrarrebbero risorse ad altri interventi ambientali. Leggi tutto su Ansa
Per attuare l'Autorizzazione integrata ambientale (Aia) - spiega il ministero dell'Ambiente - è, infatti, prevista la produzione di rilevanti quantità di rifiuti non pericolosi e pericolosi che devono essere smaltiti in tempi rapidi in impianti idonei.
Quindi è urgente disporre delle discariche per le quali è già stato rilasciato il giudizio positivo di compatibilità ambientale - e fra questi ci sono alcuni siti compresi nel perimetro dello stabilimento Ilva di Taranto - ma il cui iter autorizzativo non è stato ancora definito. Una soluzione che evita di cercare siti esterni che richiederebbe tempi lunghi e costi molto elevati che sottrarrebbero risorse ad altri interventi ambientali. Leggi tutto su Ansa
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