Tratto da La Stampa di oggi
La perizia al ministro: raddoppio in dubbio?
.......Il ministero ha un altro ruolo, che è quello di valutare se alla luce
della perizia che la Procura utilizza per individuare eventuali profili
penali, ci sono elementi che possono rendere incongrua o inadeguata
l’Aia. Credo che siano state seguite tutte le procedure, fino a prova
contraria, che la legge prescriveva........
Il punto fondamentale è che i Ministeri e le Istituzioni convocate alla Conferenza dei Servizi per l' Aia il 17 Settembre 2012 avevano a disposizione già allora moltissimi dati , ed osservazioni ........
Post del 20 settembre 2012.
"Tuteleremo la salute in ogni sede e ad ogni costo".
È ben ferma l’opinione, suffragata dalla letteratura scientifica, che ad una significativa riduzione dell’inquinamento e del conseguente danno sanitario si possa giungere realisticamente solo sostituendo il carbone con il gas naturale, per il quale esistono già localmente le infrastrutture necessarie.
Solo in questo modo si potrebbe realizzare un equilibrio fra le necessità di energia e la salvaguardia della salute che l’ Ordine intende tutelare in ogni sede e ad ogni costo.
Né valgono a compensare questa decisione le varie prescrizioni di cui si parla, fra cui un migliore controllo delle emissioni ed un Osservatorio Salute e Ambiente, che potranno al massimo fungere da notaio di danni ambientali e sanitari già ampiamente prevedibili essendo solo la prevenzione primaria la strada maestra e più rispettosa dell’individuo per perseguire la salute dei cittadini.
Ricordiamo ancora una volta che negli anni la Comunità Europea ha redatto studi e rapporti (ultimo in ordine di tempo il rapporto n.15 del 2011 “Revealing the costs of air pollution from industrial facilities in Europe”), in cui si forniscono in dettaglio stime dei danni sanitari ed ambientali che deriveranno dalla realizzazione di insediamenti industriali, da cui si evince che, a parità di energia prodotta, il carbone è sicuramente il combustibile più inquinante e pericoloso per la salute.
Il Presidente Dr. Ugo Trucco
Abbiamo appreso della concessione dell’AIA ai vecchi gruppi a carbone della centrale.
In attesa di conoscere i dettagli, ribadiamo la ferma intenzione di procedere con la massima decisione con la Rete Savonese Fermiamo il Carbone affinché
la cittadinanza non sia costretta a subire ancora per molti anni gli
effetti inquinanti di impianti che non siano adeguati come legge; oggi ci è stato ribadito il massimo sostegno delle associazioni nazionali Greenpeace, Legambiente e WWF che oggi sono state al nostro fianco nella audizione alla conferenza dei servizi.
Se sono vere le prime notizie, la nostra battaglia a difesa dei valori della salute e del rispetto delle leggi continuerà con più determinazione che mai nei riguardi di tutti coloro che risulteranno aver avallato decisioni che riteniamo indifendibili.
Di seguito un breve resoconto dei nostri interventi che parrebbero essere stati assolutamente inascoltati.
Nostro Post del 17 settembre 2012 Se sono vere le prime notizie, la nostra battaglia a difesa dei valori della salute e del rispetto delle leggi continuerà con più determinazione che mai nei riguardi di tutti coloro che risulteranno aver avallato decisioni che riteniamo indifendibili.
Oggi 17 settembre 2012 alcuni rappresentanti
della nostra associazione sono stati ascoltati dai componenti della Commissione
prima dell’inizio dei lavori della Conferenza stessa alla Conferenza dei Servizi
per l’Autorizzazione Integrata Ambientale relativa alla centrale termoelettrica
di Vado Ligure Quiliano.
Seduti al Tavolo, oltre ai Componenti
designati dal Ministero Ambiente, abbiano notato le delegazioni di Regione
Liguria e dei comuni di Vado e Quiliano.
Seduti al nostro fianco i rappresentanti a livello nazionale di
Greenpeace, Legambiente e WWF che appoggiano fermamente la nostra azione a
tutela della salute e del territorio.
Abbiamo sinteticamente illustrato le nostre
ultime osservazioni presentate alla conferenza che in ogni caso alleghiamo in
versione integrale.
- nel merito della possibilità dei due gruppi a carbone di essere adeguati alle migliori tecnologie e quindi di ottenere l’AIA abbiamo ribadito che la stessa Società proprietaria della centrale ,a proposito dei sistemi dei vecchi gruppi a carbone 3 e 4 , afferma “non permettono ulteriori improvement tecnologici”. Abbiamo ricordato quanto affermato dai sindaci di Vado e Quiliano in un documento ufficiale del 2009 “Mancano quindi i presupposti per il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale per quanto riguarda gli esistenti gruppi 3 e 4 … Nel ribadire quindi l’opposizione di queste Amministrazioni al rilascio di una nuova autorizzazione per nuovi impianti, si chiede che quella relativa all’esistente sia subordinata alla cessazione della attività dei gruppi 3 e 4" e quindi che a noi appare con tutta evidenza come i gruppi a carbone 3 e 4 non siano in grado di essere adeguati alle migliori tecnologie previste dalle norme che regolano l’Autorizzazione Integrata Ambientale. Tutti i punti evidenziati (ipotesi, progetti, commistioni tra procedimenti ex 55/2002 per il nuovo gruppo e procedimenti AIA per i vecchi gruppi a carbone) ci inducono infatti a ritenere che dal lontano 2007 si sia cercato di creare le condizioni per superare lo scoglio della dichiarata (dalla stessa azienda) impossibilità di “improvement tecnologico” dei vecchi impianti a carbone. Inoltre abbiamo evidenziato i preoccupanti dati
· del biomonitoraggio lichenico
invitando la commissione a tenere conto delle considerazioni dell’illustre Prof Tamino che abbiamo
presentato e che concludono “Tutto
ciò, fermo restando la necessità di ulteriori approfondimenti e di ulteriori
indagini, indica un forte inquinamento antropico della zona, causato, se non
esclusivamente, sicuramente in parte rilevante dalla centrale di Vado Ligure.”
·
Le
indebite e reiterate commistioni della procedura AIA con la procedura di
autorizzazione nuovo gruppo da 460 MW.
·
La
inaccettabilità di ipotesi di “Funzionamento su scala ridotta che con una
indicazione di emissioni massiche annuali, manterrebbe comunque le emissioni
specifiche a livelli di molto superiori al limiti BAT andando direttamente ad interferire con gli aspetti di impatto ambientale e
impatto sanitario che, come noto, si basano su dati di concentrazione
“dose-effetto
·
Legge
Seveso e effetto domino con stabilimenti a rischio incidente rilevante nelle
immediate vicinanze .
Abbiamo poi concluso con le affermazioni
ufficiali dell’Ordine dei Medici sottolineando
che la commissione sta decidendo se e
come mantenere in funzione i vecchi gruppi a carbone a proposito dei quali l’Ordine
ha parlato di“ minaccia reale
e consistente per la salute e per la vita dei cittadini della provincia di
Savona”.
Sono intervenuti poi i rappresentanti delle
Associazioni Nazionali: Greenpeace,
Legambiente e WWF.Confermando il loro pieno e totale appoggio alla azione della Rete Savonese Fermiamo il
carbone anche e soprattutto nelle azioni concrete.
E’ stato sottolineato come siano anacronistici progetti come quelli che puntano sul carbone: non possiamo basare il nostro futuro energetico ancora sul carbone.
Greenpeace ha presentato e consegnato un
documento che costituisce una anteprima assoluta di una serie di campionamenti su alcuni pesci
nel mar Ligure . Dalle analisi finora effettuate non si rilevano superamenti dei limiti con l’unica
eccezione del sito di Vado Ligure: sebbene sia impossibile una corrispondenza
univoca tra la centrale a carbone e valori di mercurio e piombo in alcune
specie ittiche nello specchio acqueo a sud della centrale, questo è un
campanello d’allarme piuttosto serio.
- See
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Se sono vere le prime notizie, la nostra battaglia a difesa dei valori della salute e del rispetto delle leggi continuerà con più determinazione che mai nei riguardi di tutti coloro che risulteranno aver avallato decisioni che riteniamo indifendibili.
Oggi 17 settembre 2012 alcuni rappresentanti
della nostra associazione sono stati ascoltati dai componenti della Commissione
prima dell’inizio dei lavori della Conferenza stessa alla Conferenza dei Servizi
per l’Autorizzazione Integrata Ambientale relativa alla centrale termoelettrica
di Vado Ligure Quiliano.....
Abbiamo sinteticamente illustrato le nostre
ultime osservazioni presentate alla conferenza .
- nel merito della possibilità dei due gruppi a carbone di essere adeguati alle migliori tecnologie e quindi di ottenere l’AIA abbiamo ribadito che la stessa Società proprietaria della centrale ,a proposito dei sistemi dei vecchi gruppi a carbone 3 e 4 , afferma “non permettono ulteriori improvement tecnologici”. Abbiamo ricordato quanto affermato dai sindaci di Vado e Quiliano in un documento ufficiale del 2009 “Mancano quindi i presupposti per il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale per quanto riguarda gli esistenti gruppi 3 e 4 … Nel ribadire quindi l’opposizione di queste Amministrazioni al rilascio di una nuova autorizzazione per nuovi impianti, si chiede che quella relativa all’esistente sia subordinata alla cessazione della attività dei gruppi 3 e 4" e quindi che a noi appare con tutta evidenza come i gruppi a carbone 3 e 4 non siano in grado di essere adeguati alle migliori tecnologie previste dalle norme che regolano l’Autorizzazione Integrata Ambientale. Tutti i punti evidenziati (ipotesi, progetti, commistioni tra procedimenti ex 55/2002 per il nuovo gruppo e procedimenti AIA per i vecchi gruppi a carbone) ci inducono infatti a ritenere che dal lontano 2007 si sia cercato di creare le condizioni per superare lo scoglio della dichiarata (dalla stessa azienda) impossibilità di “improvement tecnologico” dei vecchi impianti a carbone.
- Inoltre abbiamo evidenziato i preoccupanti dati del biomonitoraggio lichenico invitando la commissione a tenere conto delle considerazioni dell’illustre Prof Tamino che abbiamo presentato e che concludono “Tutto ciò, fermo restando la necessità di ulteriori approfondimenti e di ulteriori indagini, indica un forte inquinamento antropico della zona, causato, se non esclusivamente, sicuramente in parte rilevante dalla centrale di Vado Ligure.”
·
Le
indebite e reiterate commistioni della procedura AIA con la procedura di
autorizzazione nuovo gruppo da 460 MW.
·
La
inaccettabilità di ipotesi di “Funzionamento su scala ridotta che con una
indicazione di emissioni massiche annuali, manterrebbe comunque le emissioni
specifiche a livelli di molto superiori al limiti BAT andando direttamente ad interferire con gli aspetti di impatto ambientale e
impatto sanitario che, come noto, si basano su dati di concentrazione
“dose-effetto
·
Legge
Seveso e effetto domino con stabilimenti a rischio incidente rilevante nelle
immediate vicinanze .
Abbiamo poi concluso con le affermazioni
ufficiali dell’Ordine dei Medici sottolineando
che la commissione sta decidendo se e
come mantenere in funzione i vecchi gruppi a carbone a proposito dei quali l’Ordine
ha parlato di“ minaccia reale
e consistente per la salute e per la vita dei cittadini della provincia di
Savona”.
Sono intervenuti poi i rappresentanti delle
Associazioni Nazionali: Greenpeace,
Legambiente e WWF.Confermando il loro pieno e totale appoggio alla azione della Rete Savonese Fermiamo il
carbone anche e soprattutto nelle azioni concrete.
E’ stato sottolineato come siano anacronistici progetti come quelli che puntano sul carbone: non possiamo basare il nostro futuro energetico ancora sul carbone.
Greenpeace ha presentato e consegnato un
documento che costituisce una anteprima assoluta di una serie di campionamenti su alcuni pesci
nel mar Ligure . Dalle analisi finora effettuate non si rilevano superamenti dei limiti con l’unica
eccezione del sito di Vado Ligure: sebbene sia impossibile una corrispondenza
univoca tra la centrale a carbone e valori di mercurio e piombo in alcune
specie ittiche nello specchio acqueo a sud della centrale, questo è un
campanello d’allarme piuttosto serio.
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Tratto da Savona News articolo del 15 settembre 2012AIA Tirreno Power: ignorato il Comune di Savona. Cinquestelle invalida l'incontro ministeriale di lunedì?
Avendo avuto notizia che il 17 settembre 2012 si terrà la conferenza dei servizi in relazione alla procedure in oggetto e risultandoci che a quella conferenza ed alle sedute preparatorie non sia stato convocato il Comune di Savona, eccepiamo sulla regolarità del citato provvedimento per i seguenti motivi:
- La
Regione Liguria nell’ultimo Piano Regionale di Risanamento e Tutela
della Qualità dell'Aria e per la Riduzione dei Gas Serra dichiara “Zona
2 - i Comuni di Savona, Quiliano e Vado Ligure sono stati accorpati in
considerazione della continuità urbanistica e territoriale: inoltre va
considerato che le emissioni che derivano dalla centrale termoelettrica hanno ricadute sui tre comuni” (pag. 80).
- L’Ordine dei Medici della provincia di Savona, nella nota del 3 dicembre 2010, rileva che “nelle aree interessate dalle ricadute delle emissioni della centrale si osservano elevati tassi standardizzati di mortalità,
rispetto alla media regionale e nazionale, sia per tutte le cause, che
per malattie neoplastiche, cardio e cerebrovascolari” e che il raggio dell'inquinamento non è limitato ai comuni su cui insiste l’impianto (Vado Ligure e Quiliano) ma “l’impatto sulla salute di una centrale a carbone è massimo entro le 30 miglia (48 Km) dalle ciminiere” (Clean Air Task Force - Stati Uniti).
- Nel
succitato Piano Regionale di Risanamento e Tutela della Qualità
dell'Aria e per la Riduzione dei Gas Serra della Regione Liguria, la cartina
che riporta il biomonitoraggio degli effetti dell’inquinamento
atmosferico evidenzia come le zone di maggiore sofferenza corrispondano
al raggio di massimo impatto sulla salute riportato nella citata nota dell’Ordine dei Medici (pag. 67).
- In
riferimento agli scarichi idrici che affluiscono alla foce del torrente
Quiliano (oltre 900 miliardi di litri annui) l’Ordine dei Medici in un
documento ufficiale scrive che “la presenza di
metalli pesanti e di idrocarburi policiclici aromatici a livelli
enormemente maggiori rispetto alle altre aree liguri, anche portuali, e
di oltre cento volte superiori rispetto ai riferimenti normativi, indica
una molto probabile derivazione di tali inquinanti dalla centrale a
carbone, che rappresenta sicuramente, nell’area, la principale fonte di
idrocarburi policiclici aromatici derivanti dai
processi di combustione e di metalli pesanti presenti nel carbone (si
pensi a questo proposito anche alle grandi quantità di tali sostanze
presenti nelle acque reflue della centrale)”.
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