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17 gennaio 2014

STOP SUSSIDI ALLE FONTI FOSSILI

 Tratto da Mondo alla Rovescia

In un Pianeta dove le emissioni di CO2 continuano a crescere (+ 20% dal 2000) con effetti ambientali e sociali che si rivelano sempre più drammatici, cambiare modello energetico per ridurre il consumo di petrolio, carbone, gas è una assoluta priorità.
 Secondo il Rapporto Green Growth Studies Energy dell’OCSE, la dipendenza dai combustibili fossili del sistema energetico mondiale ha prodotto l’84% delle emissioni di gas a effetto serra.
 Eppure l’utilizzo di fonti fossili, che sono la principale causa dei cambiamenti climatici, continua a ricevere assurdi sussidi, 5 volte maggiori di quelli alle fonti rinnovabili.  
Secondo l’International Energy Agency, nel 2012, alle fonti fossili sono arrivati 544 miliardi di dollari, più degli anni precedenti, erano 523 nel 2011 e 412 nel 2010. Contro i 101 andati alle rinnovabili. ......
I principali network ambientalisti chiedono che questi sussidi siano aboliti e che si acceleri sulla decarbonizzazione delle economie. Questo stop, da solo, permetterebbe di ridurre le emissioni di CO2 di 750 milioni di tonnellate, ovvero il 5,8% al 2020, contribuendo al raggiungimento della metà dell’obiettivo climatico necessario a contenere l’aumento di temperatura globale di 2°C. 
Sono queste le ragioni alla base di campagne come quella portata avanti da 350.org, con “End Fossil Subsidies”, o di quella “Stop Coal Finance” che si propone di convincere banche e grandi investitori a concentrare i loro sforzi economici su progetti sostenibili, fatti di rinnovabili, efficienza e risparmio energetico. Un impegno pubblico a ridurre drasticamente il sostegno economico alle fonti fossili fu preso ufficialmente nel 2009 al G20 di Pittsburgh “encourage wasteful consumption, distort markets, impede investment in clean energy sources and undermine efforts to deal with climate change”.  

Ma da allora nulla è avvenuto. 
E’ la stessa Agenzia internazionale dell’energia a sottolineare i motivi per cui i Paesi dovrebbero tagliare i sussidi per le fonti fossili:

- Crea una distorsione dei mercati e crea ostacoli agli investimenti nelle energie pulite
- Svuota i bilanci statali a favore degli importatori
- Aumenta le emissioni di CO2 e aggrava l’inquinamento locale
- Incoraggia lo spreco energetico – Accelera il declino delle esportazioni
- Minaccia la sicurezza energetica con aumento delle importazioni
- Incoraggia il contrabbando di carburante
- Scoraggia gli investimenti nelle infrastrutture energetiche
- Sproporzionatamente a vantaggio della classe media e ricca
- Diminuisce la richiesta totale di energia in risposta ai prezzi elevati.

 
I sussidi alle fonti fossili in Italia. 
Incredibile ma vero. I sussidi alle fonti fossili non esistono nel dibattito pubblico e politico italiano. Addirittura nel documento di Strategia Energetica Nazionale approvata nel 2013, il tema dei sussidi alle fonti fossili, semplicemente, non compare! 
 Eppure stiamo parlando di 4,4 miliardi di sussidi diretti distribuiti ad autotrasportatori, centrali da fonti fossili e imprese energivore, e di 7,7 miliardi di sussidi indiretti tra finanziamenti per nuove strade e autostrade, sconti e regali per le trivellazioni, per un totale di 12,1 miliardi di Euro a petrolio, carbone e altri fonti che inquinano l’aria, danneggiano la salute, e che sono la principale causa dei cambiamenti climatici.............   


Per un Paese importatore di fonti fossili come l’Italia è ancora più assurdo che esistano ancora sussidi di questo tipo...... 
Perché sussidiamo carbone che viene da Indonesia e Sud Africa, petrolio che viene da Russia e Arabia Saudita, gas da Algeria e Russia quando oggi le fonti rinnovabili sono competitive e l’efficienza energetica è da tutti considerata un investimento strategico (Ministro Zanonato compreso) ma poi ignorata.......

.......Il problema italiano è che la politica invece di capire la portata di questo cambiamento, di aiutarne la prospettiva e generare vantaggi per le famiglie, concentra tutta l’attenzione nel tagliare gli incentivi alle rinnovabili e nell’introdurre nuovi sussidi per le fonti fossili.

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