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21 febbraio 2014

ERASMO VENOSI:CARBON SHOCK.

CARBON SHOCK


In Italia le centrali a carbone sono numerose. Una recente perizia ordinata dalla Procura di Savona ha quantificato in 400 tra il 2000 e il 2007 le vittime delle emissioni della centrale di Vado Ligure. E l'Unione Europea?

di Erasmo Venosi* 



"Una perizia ordinata dalla Procura di Savona quantifica in 400 le vittime, tra il 2000 e il 2007 provocate dalle emissioni della centrale a carbone di Vado Ligure. La centrale ha una potenza di 1320 Mw (migliaia di Kw) costituita da due gruppi, uno da 660 Mw  a carbone e l’altra,  sempre da 660 Mw a gas  naturale. Presso il Ministero dell’Ambiente è in fase di autorizzazione un ulteriore gruppo a carbone, da 460 Mw mentre la Commissione ha concesso l’autorizzazione integrata ambientale ai 1320 Mw . 


Un’Aia nata in Europa, per la prevenzione e la riduzione integrata dell’inquinamento proveniente dagli impianti industriali viene tranquillamente concessa a un gruppo a carbone,  che a regime consumerà milioni di tonnellate di carbone. 

Una delle tante normative proveniente da una UE rigorosissima dell’applicazione dei parametri macroeconomici, che riguardano il deficit e il debito e altrettanto rigorosa nello stritolare i popoli attraverso il fiscal compact. .....Altrettanta superficialità e ipocrita nel tutelare l’Europa sociale, in termini di salvaguardia della salute, del welfare e del lavoro.

Un’UE ....., che legifera in continuazione, disciplinando procedimenti dai piedi di argilla come, la valutazione d’impatto ambientale (Via) fatta su uno studio d’impatto ambientale redatto da chi è interessato all’opera e lo stesso dicasi, per l’autorizzazione integrata ambientale (Aia) il cui rapporto ambientale e la definizione delle criticità di processo sono sempre redatte dal soggetto,  che deve ottenere l’aia........

In questo nostro paese  abbiamo centrali a carbone a: Ottana, Saline Ioniche, Porto Tolle, Alessandro Lamarmora (BS),Marghera , Bastardo (PG),Genova , Cabu Aspru (SS), Sulcis, Monfalcone, Fusina, La Spezia, Civitavecchia, Brindisi, Cerano. Il carbone contiene arsenico, mercurio, zolfo e da poche unità (2/ 4) fino a 50 parti per milione di uranio e torio.  


Ipotizzando per la centrale di Vado Ligure un rendimento del 30% necessitano circa 2.3 milioni di tonnellate di carbone all’anno (con potere calorifico assunto pari a 30 milioni di joule per chilogrammo) ovvero 85 Kg bruciati ogni secondo.  
Tali ipotesi portano a stimare la presenza nelle ceneri di combustione, di una quantità di uranio e torio variabile tra 4 e 100 tonnellate. Un’ulteriore prova della rilevante quantità di elementi radioattivi generati, da una centrale a carbone è rappresentata dal progetto della società canadese “Sparton Resources”, che  ha deciso di raccogliere per produrre combustibile nucleare proprio i residui radioattivi della combustione del carbone. 
 Il progetto utilizza una tecnologia sperimentale applicata alla centrale cinese a carbone di Lingang. Questo progetto dimostra la rilevanza della concentrazione, di uranio nel carbone. 

Quello cinese potrebbe addirittura averne 300 parti per milione.   
Tutto questo ai falsi ecologisti di palazzo interessa ben poco l’importante è parlare di altro e soprattutto creare premi come la capacity payment anche per le centrali a carbone.
 di Erasmo Venosi*ex vicepresidente Commissione Aia



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