Tratto da Cosmopolismedia
CARBON SHOCK
In Italia le centrali a carbone
sono numerose. Una recente perizia ordinata dalla Procura di Savona ha
quantificato in 400 tra il 2000 e il 2007 le vittime delle emissioni
della centrale di Vado Ligure. E l'Unione Europea?
di Erasmo Venosi*
"Una perizia ordinata dalla Procura di Savona quantifica in 400 le vittime, tra il 2000 e il 2007 provocate dalle emissioni della centrale a carbone di Vado Ligure. La centrale ha una potenza di 1320 Mw (migliaia di Kw) costituita da due gruppi, uno da 660 Mw a carbone e l’altra, sempre da 660 Mw a gas naturale. Presso il Ministero dell’Ambiente è in fase di autorizzazione un ulteriore gruppo a carbone, da 460 Mw mentre la Commissione ha concesso l’autorizzazione integrata ambientale ai 1320 Mw .
Un’Aia
nata in Europa, per la prevenzione e la riduzione integrata
dell’inquinamento proveniente dagli impianti industriali viene
tranquillamente concessa a un gruppo a carbone, che a regime consumerà
milioni di tonnellate di carbone.
Una delle tante normative
proveniente da una UE rigorosissima dell’applicazione dei parametri
macroeconomici, che riguardano il deficit e il debito e altrettanto
rigorosa nello stritolare i popoli attraverso il fiscal compact. .....Altrettanta
superficialità e ipocrita nel tutelare l’Europa sociale, in termini di
salvaguardia della salute, del welfare e del lavoro.
Un’UE ....., che legifera in continuazione, disciplinando procedimenti dai
piedi di argilla come, la valutazione d’impatto ambientale (Via) fatta
su uno studio d’impatto ambientale redatto da chi è interessato
all’opera e lo stesso dicasi, per l’autorizzazione integrata ambientale
(Aia) il cui rapporto ambientale e la definizione delle criticità di
processo sono sempre redatte dal soggetto, che deve ottenere l’aia........
In questo nostro paese abbiamo centrali a carbone a: Ottana, Saline Ioniche, Porto Tolle,
Alessandro Lamarmora (BS),Marghera , Bastardo (PG),Genova , Cabu Aspru
(SS), Sulcis, Monfalcone, Fusina, La Spezia, Civitavecchia, Brindisi,
Cerano. Il carbone contiene arsenico, mercurio, zolfo e da poche unità
(2/ 4) fino a 50 parti per milione di uranio e torio.
Ipotizzando per la centrale di Vado
Ligure un rendimento del 30% necessitano circa 2.3 milioni di tonnellate
di carbone all’anno (con potere calorifico assunto pari a 30 milioni di
joule per chilogrammo) ovvero 85 Kg bruciati ogni secondo.
Tali ipotesi
portano a stimare la presenza nelle ceneri di combustione, di una
quantità di uranio e torio variabile tra 4 e 100 tonnellate.
Un’ulteriore prova della rilevante quantità di elementi radioattivi
generati, da una centrale a carbone è rappresentata dal progetto della
società canadese “Sparton Resources”, che ha deciso di raccogliere per
produrre combustibile nucleare proprio i residui radioattivi della
combustione del carbone.
Il progetto utilizza una tecnologia
sperimentale applicata alla centrale cinese a carbone di Lingang. Questo
progetto dimostra la rilevanza della concentrazione, di uranio nel
carbone.
Quello cinese potrebbe addirittura averne 300 parti per
milione.
Tutto questo ai falsi ecologisti di palazzo interessa ben poco
l’importante è parlare di altro e soprattutto creare premi come la
capacity payment anche per le centrali a carbone.
di Erasmo Venosi*ex vicepresidente Commissione Aia
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