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02 aprile 2014

CONVEGNO LA SCELTA DEI SINDACI:CARBONE o ENERGIE RINNOVABILI. - ERA ESCA DAL PROGGETTO DI CENTRALE A CARBONE DI SALINE IONICHE

Il convegno di 
Sabato 5 giugno a Bologna 
CONVEGNO LA SCELTA DEI SINDACI:CARBONE o ENERGIE RINNOVABILI. 



ERA ESCA DAL PROGGETTO DI CENTRALE A CARBONE DI SALINE IONICHE:
SABATO 5 APRILE 2014  ore 9,30
SALA DELLO ZODIACO PROVINCIA DI BOLOGNA

Ai Sindaci Azionisti del Gruppo Hera, dei Comuni delle Province di: 
 Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Modena, Padova, Ravenna, Rimini, Trieste 

 e p. c. ai rispettivi Consigli Comunali

Oggetto: HERA esca dal progetto di centrale a carbone di Saline Joniche 

Egregi Sindaci, 
la lotta ai cambiamenti climatici è la più importante sfida ambientale che l’umanità si trova ad affrontare e tutte le istituzioni europee sono impegnate - anche se non sempre con la dovuta convinzione - in questa battaglia. 
Anche in molti dei vostri Comuni si stanno facendo importanti pezzi di strada in questa direzione, con l’adesione al Patto dei Sindaci, la formulazione dei PAES, iniziative di risparmio energetico e la 
promozione delle energie rinnovabili. 
In questo quadro, la produzione di energia elettrica da carbone risulta una delle minacce più forti ai cambiamenti climatici, perché il carbone è il combustibile a maggior produzione di CO2 e quello 
con maggiori emissioni inquinanti locali.
È per questo che anche la comunità dell’Emilia Romagna si è opposta a questa tecnologia con una risoluzione del Consiglio Regionale contro la riconversione della centrale Enel a Porto Tolle, sul delta del Po. 
Come certamente vi è noto, il gruppo Hera partecipa con il 20% del capitale al consorzio SEI, costituito nel 2007 per il progetto di costruzione di una centrale a carbone a Saline Joniche (RC), di cui sono parte anche a Repower che vi partecipa con il 57, 5%, Foster Wheeler Italiana S.r.l. che ne detiene il 15%, e Apri Sviluppo S.p.a. il 7,5%. 
Questo progetto, ideato in un'area della Calabria a forte vocazione agricola (in particolare per la produzione di bergamotto), ha suscitato fin da subito una vasta opposizione da parte di associazioni sociali e ambientali, in primo luogo per l'impatto altamente inquinante del carbone, e a seguire per la condizione di sovracapacità di produzione elettrica della regione, che esporta circa l'80% dell'energia prodotta.
Oggi ci troviamo ad un punto di svolta: il 22 settembre dello scorso anno, nel Canton Grigioni della Svizzera, dove ha sede Repower, la società pubblica maggiore azionista del progetto, si è svolto 
un referendum che ha escluso la possibilità per le aziende locali di utilizzare la tecnologia del carbone. In conseguenza di ciò, Repower ha dichiarato la volontà di uscire dal progetto entro il 2015. 
È quindi opportuno, anche prendendo atto di questa situazione, che il progetto venga definitivamente cancellato, evitando che gli attuali o i potenziali futuri azionisti possano subentrare alle quote di Repower. 
Se il consorzio intendesse mantenere il proprio impegno nel campo 
energetico, ci sono ampie possibilità nello sviluppo delle fonti rinnovabili e dell'efficienza energetica, e non certo nelle fonti fossili e in una centrale a carbone.
Ci rivolgiamo quindi in primo luogo ai Sindaci azionisti pubblici di maggioranza di HERA Spa, affinché chiedano l'uscita di Hera dal progetto di centrale a carbone a Saline Joniche, facendo valere i principi di sostenibilità sociale e ambientale ripetutamente dichiarati da Hera (da ultimo anche nel bilancio di sostenibilità) che dovrebbero portare il gruppo ad investire nel miglioramento dei servizi pubblici locali in questi territori, piuttosto che in altre discutibili partecipazioni. 

Sarebbe infatti ben strano se i Comuni dell’Emilia Romagna promuovessero in altre regioni, seppur indirettamente tramite la propria partecipata Hera, una politica energetica e impianti fortemente inquinanti che si combattono a casa propria. 
Nel ringraziare per l'attenzione, restiamo a disposizione per la necessità di eventuali approfondimenti. 

Coordinamento Emilia Romagna Comitati Acqua Bene comune 
Legambiente 
WWF Emilia Romagna 
GREENPEACE Italia 
RE:COMMON 
Comitato Sì alle Energie Rinnovabili – No al Nucleare

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Riportiamo un interessante articolo del 2011 ha  molti aspetti  quantomai attuali.....


Tratto da NTA' CALABRIA

24 scienziati svizzeri “mettono una croce” sopra il progetto della centrale a carbone

Lettera aperta a Repower SA e a SN Energie SA
Per il loro coinvolgimento in progetti di centrali a carbone all’estero
Chiarimento sulla redditività e compatibilità ambientale di nuove centrali a carbone all’estero
Agosto 2011
I gestori di centrali sono sempre più confrontati con difficili decisioni inerenti i loro investimenti. Se da una parte la pianificazione di grandi centrali esige un investimento ambientale stabile e a lungo termine, dall’altra i cambiamenti a livello politico e di mercato causano insicurezze a livello di costi e profitti delle diverse tecniche di pro-duzione d’energia. Questo concerne particolarmente le centrali a carbone che, non solo a causa del loro impatto climatico e ambientale sono causa di critiche, ma che anche in confronto a fonti energetiche più flessibili e meno dannose per l’ambiente si profilano economicamente infruttuose .
Con questa dichiarazione i firmatari desiderano indicare le prospettive economiche della produzione elettrica tramite carbone e ammonire dall’investire in nuove centrali a carbone.

Energia dal carbone- Rischio per il clima
Produrre energia elettrica con centrali a carbone è il modo più inquinante che ci sia. Solo le emissioni delle pianificate centrali a carbone di Brunsbüttel (D) e di Saline Joniche (I) rappresentano, con 17,5 milioni di tonnellate di CO2 annuali, circa il 40% delle emissioni prodotte in Svizzera. A causa della prevista durata di servizio di oltre 40 anni, le odierne decisioni d’investimento determineranno strutturalmente il Mix elettrico delle risorse energetiche per molti decenniCon i loro investimenti all’estero nella produzione di elettricità tramite carbone esse precludono una veloce transizione verso un approvvigionamento energetico sostenibile.
I costi delle “quote di emissione di CO2”
Un importante fattore economico per la produzione di energia elettrica con il carbone sono i costi per le quote di emissione di CO2 del mercato delle emissioni Europeo. Siccome l’UE ha approvato che la quantità autorizzata di queste quote venga gra-dualmente ridotta e a partire dal 2013 l’assegnazione gratuita dei certificati per i produttori d’energia abrogata, anche i gestori di centrali a carbone dovranno assu-mersi i costi derivanti. I futuri costi di mercato sono quasi impossibili da valutare perché sottostanno a condizioni non valutabili a lungo termine.
Con costi crescenti per le quote di emissione di CO2 le centrali a carbone non possono affermarsi contro supporti energetici meno inquinanti – tipo le energie rinnovabili 
Solo con uno sfruttamento superiore alle 5000/6000 ore  annuali le centrali a carbone possono essere redditizie in confronto alle concorren-ziali centrali a gas. Anche la molto discussa possibilità della separazione dell’ CO2 e dell’immagazzinamento (Carbon capture e storage- CSS), con la quale di ridurrebbero le emissioni del 70-80%, non può essere considerata come soluzione per le centrali costruite oggigiorno. A tutt’oggi è ancora completamente aperta la questione con quali costi aggiuntivi possa esser realizzata su grande scala una CCS e se ci sia un sufficiente consenso tra la popolazione inerente l’immagazzinamento dell’CO2.
Costi di capitale
Gli investimenti in centrali termiche a carbone per la produzione di energia elettrica si profilano mediante alti costi di capitale che spesso vengono coperti da finanziamenti esterni, p.es da banche. La crescente insicurezza nella redditività, con  il possibile obbligo di costruire una CSS, si riflette anche nei costi di capitale: istituti finanziari ri-chiedono in confronto a progetti di centrali precedenti, interessi maggiori o si ritirano dal finanziamento di centrali a carbone; così accanto ai costi variabili anche i costi di capitale delle centrali aumentano.
Prospettive di reddito insicure
Le condizioni citate rincarano l’esercizio delle centrali a carbone. Gli investimenti nelle centrali restano redditizi solo se la media dei ricavi per l’energia prodotta è sopra la media dei costi di produzione (inclusi i costi d’investimento). Allora per coprire i costi superiori del combustibile, CO2 e costi di capitale, occorre aumentare lo sfruttamento della centrale durante la sua durata di vita e/o aumentare il prezzo dell’energia elettrica.
(Nota del 2011 di UNITI PER LA SALUTE: E INCREMENTARE ,AUMENTANDO LO SFRUTTAMENTO DELLA CENTRALE, LE PROBLEMATICHE PER LA SALUTE DEI CITTADINI ESPOSTI).
Tuttavia proprio queste ore d’esercizio annuali necessariamente alte non si lasciano prevedere a lungo termine. In Germania, sulla base dell’accesso privilegiato alla rete delle energie rinnovabili, l’entrata in azione delle centrali a produzione continua sarà in futuro nettamente limitata. Soprattutto la crescente quantità d’energia elettrica prodotta con energia eolica esige una flessibilità da parte delle altre centrali che si devono adeguare alle oscillazioni di produzione delle energie rinnovabili. Le centrali a carbone, che sono tipicamente orientate alla produzione continua, sono troppo goffe e non riescono a essere abbastanza flessibili e a reagire prontamente alle oscillazioni di domanda. È da attendersi di conseguenza, nonostante l’uscita dall’atomo della Germania, un’eccessiva offerta da centrali a produzione continua e una sottoutilizzazione delle centrali a carbone.
 Continua a leggere su  NTA' CALABRIA
In conclusione si può affermare che l’insicurezza relativa ai costi e ai ricavi futuri sia un grave rischio per la redditività di nuove centrali a carbone.
La costruzione e l’esercizio di centrali a carbone è così non solo contropro-ducente dal punto di vista di politica ambientale e climatica, ma anche dubbio-sa a livello economico.
Perciò i firmatari di questa dichiarazione sconsigliano fortemente a Repower SA e a SN Energie SA di investire in nuove centrali a carbone.
 Leggi  l'articolo integrale e tutti i  Firmatari qui.

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