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05 aprile 2014

Il Codacons promuove una class action in Abruzzo sulla 'paura di ammalarsi'

Tratto da Ansa

Il Codacons promuove una class action sulla 'paura di ammalarsi'



Grave inadempimento contrattuale e risarcimento del danno che una persona esposta ad un grave inquinamento ambientale subisce per la paura, con cui deve convivere, di contrarre una patologia tumorale. Il Codacons di Chieti lancia una class action nei confronti dell'Azienda consortile acquedottistica (Aca) che somministra acqua potabile in 64 Comuni d'Abruzzo, tra cui quelli interessati dall' inquinamento causato dalla discarica di Bussi. "5.000 euro - dice il Codacons - il risarcimento per ciascun utente".
"Il Codacons di Chieti - afferma il coordinatore, l'avvocato Vittorio Ruggieri - farà ricorso a un noto precedente della Corte di Cassazione che quantifica in 5.000,00 il danno che una persona esposta a un grave inquinamento ambientale subisce per la paura, con la quale dovrà convivere a vita, di contrarre una patologia tumorale. Non è un caso, infatti, che nelle zone interessate da uno dei più gravi disastri ambientali che si ricordi, le malattie dovute ad inquinamento si siano praticamente triplicate".
"Tutto le persone che vorranno aderire all'azione collettiva, anche di altre province abruzzesi interessate - prosegue -, dovranno dotarsi di una bolletta dell'ACA e un certificato di famiglia (possibilmente storico) e/o certificato di residenza (anch'esso storico) attestante che fino al 2007 l'utente ha fatto uso dell'acqua potabile di quell'utenza, poichè l'azione soggetta a prescrizione decennale". L'associazione può essere contatta attraverso la pagina Facebook Codacons Chieti o nella sede di Francavilla al Mare 8Chieti).

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Discarica Bussi: Pm, 1 tonn. veleni al giorno in fiume

Requisitoria accusa, fino ad anni '60 sversamenti quotidiani

La Procura di Pescara durante la requisitoria ha reso pubblica una lettera inviata nel 1972 dal Comune di Pescara a firma dell'assessore Contratti ai vertici della Montedison di Bussi nella quale chiedeva di rimuovere i rifiuti tossici interrati nel sito perché costituivano un pericolo di inquinamento concreto per le falde acquifere dell'acquedotto Giardino che forniva l'acqua potabile a tutta la Val Pescara. Per i Pm questo dimostra come già allora si sapesse degli effetti letali dell'interramento dei rifiuti.Leggi tutto

   

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