Situazione sanitaria a Brindisi, ruolo della ricerca e della politica – Intervista al Dr Maurizio Portaluri.
In merito all’allarme lanciato a Montecitorio sul legame tra malformazioni e inquinamento, i ricercatori del CNR difendono il loro lavoro ma ribadiscono anche che il loro compito non sia quello di verificare che si risponda o meno alla legge. Che posizione ha lei in merito?La ricerca scientifica nel nostro paese grazie alla Costituzione è libera e se nel caso di Brindisi ci suggerisce che i limiti di legge degli inquinanti non sono sicuri, non vedo perchè la si debba osteggiare. Tutti siamo d’accordo nel sostenere la ricerca per curare le malattie, perchè non dovremmo esserlo nel sostenere quella per prevenirle? I limiti di legge sono convenzioni, compromessi tra esigenze della produzione e diritto alla salute. Se prendiamo le polveri PM10, in Europa il valore massimo è 50 ng/m3, l’OMS sostiene che un limite più sicuro sarebbe 20, in California è ancora più basso.
Che affidabilità dà lei a quei dati. C’è e perché motivo di preoccupazione?Contrariamente a quello che dicono Ministro e ARPA gli autori del lavoro non sostengono che ci sia una correlazione causale tra variazioni temporali della SO2 e malformazioni congenite. Dimostrano che nei giorni in cui le mamme hanno avuto in grembo bimbi affetti da malformazioni c’era più SO2 che nei giorni in cui altre mamme facevano crescere in grembo bambini sani. La SO2 è presa come “tracciante industriale” perchè, come dice la OMS, è emessa prevalentemente dall’industria e perchè insieme ad essa vengono emessi tanti altri inquinanti tra cui le polveri ultrafini che sono la vera causa delle malattie ambientali. Questi lavori prima di essere pubblicati su riviste scientifiche internazionali hanno passato il vaglio di esperti del settore. Inoltre dopo la pubblicazione ogni lavoro può essere oggetto di contestazione scientifica da parte di chiunque ne abbia voglia ed interesse, ma questo non è avvenuto sinora. Se io fossi responsabile della salute collettiva di fronte a questi dati, ed agli altri già prodotti su ricoveri e decessi, non starei tanto a cercare il pelo nell’uovo ma tenterei di concordare un piano di riduzione delle emissioni e di conversione delle produzioni. Mi preoccuperei di decine di migliaia di cittadini ed anche delle censure a cui una mia eventuale omissione sarebbe esposta, come successo a Taranto.
Al processo sui fumi di Cerano si è parlato anche della presenza di nichel, infinitamente superiore anche a quella di città come Roma e Milano. Che possibilità ci sono che quei 230 nanogrammi per metro cubo portino conseguenze ai cittadini brindisini?Il nichel è un cancerogeno ed anche se vi fosse un limite tollerabile sappiamo che i cancerogeni agiscono senza una dose soglia. Le sostanze emesse dalle centrali a carbone sono tante, pericolose e ben note. Un altro metallo tipico è il mercurio che ha effetti sul sistema nervoso soprattutto dei bambini. Ma ce ne sono altri. Quello che mi ha colpito dell’esame del prof Claudio Minoia (consulente del PM nel Processo Enel in corso a Brindisi) è la sua dichiarazione circa l’assenza di misure di questi microinquinanti specifici delle centrali a carbone. Carenza che a Savona, sede della centrale di Vado Ligure, non aveva riscontrato
Cosa può fare la comunità scientifica?La comunità scientifica è una comoda astrazione ma in concreto esistono gli scienziati che lavorano per se stessi, quelli che lavorano per chi li paga e quelli, pochi, che lavorano nell’interesse della collettività. Se si vuole contrastare un modello di società in cui pochi fanno profitto sulla pelle di cittadini inconsapevoli, coloro che credono in una società più equa devono sostenere la ricerca pubblica orientata a risolvere problemi collettivi.
Cosa la comunità scientifica si aspetta da un territorio a vocazione industriale? Il cambio totale di rotta, più attenzione verso la sicurezza?Non credo che gli scienziati da soli possano farci uscire dalla situazione che si caratterizza da inquinamento e crisi allo stesso tempo. L’apparato persuasivo della grande industria locale fa ritenere che a Brindisi possa esserci solo questo tipo di produzione. Per mestiere mi occupo di altro, però credo che se si chiamassero a riflettere economisti indipendenti e si guardasse a modelli presenti in altri paesi, questa teoria non reggere a lungo. Una riflessione partecipata su cosa produrre e non solo su come produrre potrebbe dare frutti.
Il ruolo della politicaLa politica ha un ruolo importante. I ritardi e le omissioni a cui si accennava riguardano proprio gli eletti verso i quali ho maturato però col tempo un atteggiamento indulgente: in fondo gli eletti fanno quello che gli elettori chiedono loro di fare. Tuttavia una cosa urgente è mettere in campo il principio di precauzione. Non è possibile continuare ad esporre tanti cittadini e lavoratori ad inquinanti così pericolosi, non è logico e non è etico
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In merito all’allarme lanciato a Montecitorio sul legame tra malformazioni e inquinamento, i ricercatori del CNR difendono il loro lavoro ma ribadiscono anche che il loro compito non sia quello di verificare che si risponda o meno alla legge. Che posizione ha lei in merito?La ricerca scientifica nel nostro paese grazie alla Costituzione è libera e se nel caso di Brindisi ci suggerisce che i limiti di legge degli inquinanti non sono sicuri, non vedo perchè la si debba osteggiare. Tutti siamo d’accordo nel sostenere la ricerca per curare le malattie, perchè non dovremmo esserlo nel sostenere quella per prevenirle? I limiti di legge sono convenzioni, compromessi tra esigenze della produzione e diritto alla salute. Se prendiamo le polveri PM10, in Europa il valore massimo è 50 ng/m3, l’OMS sostiene che un limite più sicuro sarebbe 20, in California è ancora più basso.
Che affidabilità dà lei a quei dati. C’è e perché motivo di preoccupazione?Contrariamente a quello che dicono Ministro e ARPA gli autori del lavoro non sostengono che ci sia una correlazione causale tra variazioni temporali della SO2 e malformazioni congenite. Dimostrano che nei giorni in cui le mamme hanno avuto in grembo bimbi affetti da malformazioni c’era più SO2 che nei giorni in cui altre mamme facevano crescere in grembo bambini sani. La SO2 è presa come “tracciante industriale” perchè, come dice la OMS, è emessa prevalentemente dall’industria e perchè insieme ad essa vengono emessi tanti altri inquinanti tra cui le polveri ultrafini che sono la vera causa delle malattie ambientali. Questi lavori prima di essere pubblicati su riviste scientifiche internazionali hanno passato il vaglio di esperti del settore. Inoltre dopo la pubblicazione ogni lavoro può essere oggetto di contestazione scientifica da parte di chiunque ne abbia voglia ed interesse, ma questo non è avvenuto sinora. Se io fossi responsabile della salute collettiva di fronte a questi dati, ed agli altri già prodotti su ricoveri e decessi, non starei tanto a cercare il pelo nell’uovo ma tenterei di concordare un piano di riduzione delle emissioni e di conversione delle produzioni. Mi preoccuperei di decine di migliaia di cittadini ed anche delle censure a cui una mia eventuale omissione sarebbe esposta, come successo a Taranto.
Al processo sui fumi di Cerano si è parlato anche della presenza di nichel, infinitamente superiore anche a quella di città come Roma e Milano. Che possibilità ci sono che quei 230 nanogrammi per metro cubo portino conseguenze ai cittadini brindisini?Il nichel è un cancerogeno ed anche se vi fosse un limite tollerabile sappiamo che i cancerogeni agiscono senza una dose soglia. Le sostanze emesse dalle centrali a carbone sono tante, pericolose e ben note. Un altro metallo tipico è il mercurio che ha effetti sul sistema nervoso soprattutto dei bambini. Ma ce ne sono altri. Quello che mi ha colpito dell’esame del prof Claudio Minoia (consulente del PM nel Processo Enel in corso a Brindisi) è la sua dichiarazione circa l’assenza di misure di questi microinquinanti specifici delle centrali a carbone. Carenza che a Savona, sede della centrale di Vado Ligure, non aveva riscontrato
Cosa può fare la comunità scientifica?La comunità scientifica è una comoda astrazione ma in concreto esistono gli scienziati che lavorano per se stessi, quelli che lavorano per chi li paga e quelli, pochi, che lavorano nell’interesse della collettività. Se si vuole contrastare un modello di società in cui pochi fanno profitto sulla pelle di cittadini inconsapevoli, coloro che credono in una società più equa devono sostenere la ricerca pubblica orientata a risolvere problemi collettivi.
Cosa la comunità scientifica si aspetta da un territorio a vocazione industriale? Il cambio totale di rotta, più attenzione verso la sicurezza?Non credo che gli scienziati da soli possano farci uscire dalla situazione che si caratterizza da inquinamento e crisi allo stesso tempo. L’apparato persuasivo della grande industria locale fa ritenere che a Brindisi possa esserci solo questo tipo di produzione. Per mestiere mi occupo di altro, però credo che se si chiamassero a riflettere economisti indipendenti e si guardasse a modelli presenti in altri paesi, questa teoria non reggere a lungo. Una riflessione partecipata su cosa produrre e non solo su come produrre potrebbe dare frutti.
Che affidabilità dà lei a quei dati. C’è e perché motivo di preoccupazione?Contrariamente a quello che dicono Ministro e ARPA gli autori del lavoro non sostengono che ci sia una correlazione causale tra variazioni temporali della SO2 e malformazioni congenite. Dimostrano che nei giorni in cui le mamme hanno avuto in grembo bimbi affetti da malformazioni c’era più SO2 che nei giorni in cui altre mamme facevano crescere in grembo bambini sani. La SO2 è presa come “tracciante industriale” perchè, come dice la OMS, è emessa prevalentemente dall’industria e perchè insieme ad essa vengono emessi tanti altri inquinanti tra cui le polveri ultrafini che sono la vera causa delle malattie ambientali. Questi lavori prima di essere pubblicati su riviste scientifiche internazionali hanno passato il vaglio di esperti del settore. Inoltre dopo la pubblicazione ogni lavoro può essere oggetto di contestazione scientifica da parte di chiunque ne abbia voglia ed interesse, ma questo non è avvenuto sinora. Se io fossi responsabile della salute collettiva di fronte a questi dati, ed agli altri già prodotti su ricoveri e decessi, non starei tanto a cercare il pelo nell’uovo ma tenterei di concordare un piano di riduzione delle emissioni e di conversione delle produzioni. Mi preoccuperei di decine di migliaia di cittadini ed anche delle censure a cui una mia eventuale omissione sarebbe esposta, come successo a Taranto.
Al processo sui fumi di Cerano si è parlato anche della presenza di nichel, infinitamente superiore anche a quella di città come Roma e Milano. Che possibilità ci sono che quei 230 nanogrammi per metro cubo portino conseguenze ai cittadini brindisini?Il nichel è un cancerogeno ed anche se vi fosse un limite tollerabile sappiamo che i cancerogeni agiscono senza una dose soglia. Le sostanze emesse dalle centrali a carbone sono tante, pericolose e ben note. Un altro metallo tipico è il mercurio che ha effetti sul sistema nervoso soprattutto dei bambini. Ma ce ne sono altri. Quello che mi ha colpito dell’esame del prof Claudio Minoia (consulente del PM nel Processo Enel in corso a Brindisi) è la sua dichiarazione circa l’assenza di misure di questi microinquinanti specifici delle centrali a carbone. Carenza che a Savona, sede della centrale di Vado Ligure, non aveva riscontrato
Cosa può fare la comunità scientifica?La comunità scientifica è una comoda astrazione ma in concreto esistono gli scienziati che lavorano per se stessi, quelli che lavorano per chi li paga e quelli, pochi, che lavorano nell’interesse della collettività. Se si vuole contrastare un modello di società in cui pochi fanno profitto sulla pelle di cittadini inconsapevoli, coloro che credono in una società più equa devono sostenere la ricerca pubblica orientata a risolvere problemi collettivi.
Cosa la comunità scientifica si aspetta da un territorio a vocazione industriale? Il cambio totale di rotta, più attenzione verso la sicurezza?Non credo che gli scienziati da soli possano farci uscire dalla situazione che si caratterizza da inquinamento e crisi allo stesso tempo. L’apparato persuasivo della grande industria locale fa ritenere che a Brindisi possa esserci solo questo tipo di produzione. Per mestiere mi occupo di altro, però credo che se si chiamassero a riflettere economisti indipendenti e si guardasse a modelli presenti in altri paesi, questa teoria non reggere a lungo. Una riflessione partecipata su cosa produrre e non solo su come produrre potrebbe dare frutti.
Il ruolo della politicaLa politica ha un ruolo importante. I ritardi e le omissioni a cui si accennava riguardano proprio gli eletti verso i quali ho maturato però col tempo un atteggiamento indulgente: in fondo gli eletti fanno quello che gli elettori chiedono loro di fare. Tuttavia una cosa urgente è mettere in campo il principio di precauzione. Non è possibile continuare ad esporre tanti cittadini e lavoratori ad inquinanti così pericolosi, non è logico e non è etico
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Tratto dal Blog del Comitato per Taranto
“Colpevoli hanno avvelenato coscienze e corpi”
Il sito del gruppo Ilva è offline dopo un attacco di Anonymous. Nella notte infatti gli hacker hanno colpito il sito del gruppo suderurgico tarantino, a cui proprio ieri la Corte dei conti aveva dato il via libera al Piano ambientale.
Contemporaneamente, il gruppo di hacker ha reso pubblici due documenti frutto di un “leak” alla posta elettronica del gruppo. Si tratta del foglio di calcolo con i singoli interventi previsti dal piano investimenti, contenuto in una mail del 29 aprile.
L’attacco, che il gruppo dice rientrare nell’ambito dell’operazione diritti verdi(‘#operationgreenrights’), è stato annunciato su twitter da Anonymous e rivendicato con un comunicato inviato a greenreport.it:
“I colpevoli hanno avvelenato le coscienze e i corpi di chi è stato costretto a vivere per lavorare – scrivono gli hacker – hanno obbligato gli abitanti di un’intera città a respirare la tossicità dell’accumulazione del Capitale sprezzante dei Diritti Umani”.
Anonymous dice di esser “vicino alle famiglie di chi si è spento” e “a chi ancora lotta per sopravvivere. Disprezziamo l’operato di chi, con i propri tentacoli, ha elargito ricatti lavorativi e seminato menzogne cavalcando accordi e deroghe in barba alle leggi sulle emissioni: lucrare sulla pelle dei Cittadini – conclude Anonymous – trincerandosi dietro protocolli d’intesa e burocrazia, è una forma di criminalità legalizzata”. (FQ)
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