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01 agosto 2014

1) L' Industria carboniera cinese si aggrappa a false speranze.....2) Greenpeace con la Rainbow Warrior a Brindisi per dire basta al carbone.

In traduzione simultanea da The Tree

 L' Industria carboniera cinese si aggrappa a false speranze con la tecnologia del carbone-gas


L'industria del carbone come uno zombie sta continuando a dirigersi verso la tomba , infatti  un nuovo rapporto dalla Cina  dimostra che il 70 per cento delle società di estrazione di carbone si trovano ad affrontare perdite . 

La prospettiva è ancora peggiore , con gli investitori che sono stati avvertiti che il rischio di attività bloccate si profila maggiore  a causa  della "guerra all'inquinamento" della Cina . La tecnologia Carbone -gas viene lanciata come un modo per sopravvivere per i fossili   nella lotta delle nazioni contro lo smog, ma come il governo , e gli esperti delle ONG stanno avvertendo: il carbone-gas non è una strategia di uscita pulita dal carbone.

Essa si limita ad accelerare la discesa del carbone in una 'spirale di morte' non dissimile da quella che le
mentre le energie rinnovabili continuano la loro marcia inarrestabile per diventare la soluzione più economica, più affidabile e più flessibile alle esigenze del cambiamento climatico e per l'energia .


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Tratto da Brindisi Sera 
Greenpeace: la Rainbow Warrior a Brindisi per dire basta al carbone
La nuova Rainbow Warrior, l'imbarcazione simbolo di Greenpeace, è arrivata oggi a Brindisi per la tappa conclusiva del tour "Non è un Paese per fossili", che ha portato la nave lungo tutte le coste italiane per incontrare le comunità locali colpite dalle fonti energetiche "sporche" come carbone e petrolio e promuovere le energie rinnovabili e l'efficienza.
Greenpeace ha incontrato le istituzioni e i movimenti locali per discutere delle due centrali a carbone presenti sul territorio e del futuro energetico......
A Brindisi si trovano da anni due centrali a carboneLa più grande, quella dell'Enel, è già stata classificata da uno studio dell'Agenzia Europea per l'Ambiente come l'impianto industriale più inquinante d'Italia e tra i 20 più inquinanti in Europa, con impatti esterni stimati tra i 550 e i 700 milioni di euro l'anno; nel 2013 è stata il nono impianto in Europa (e il primo in Italia) per emissioni di CO2. Il management della centrale è attualmente sotto processo per reati ambientali, su 400 ettari di terreno intorno all'impianto è vietata la coltivazione.

A Brindisi c'è anche una centrale di proprietà di Edipower, ferma dallo scorso dicembre e in crisi da anni. L'azienda ha presentato un progetto per riprendere la produzione, bruciando circa 550 mila tonnellate di carbone l'anno e alimentando l'impianto, per il 10 per cento, con rifiuti.  Sulla centrale Enel è riaperta la procedura di Autorizzazione Integrata Ambientale, mentre il progetto Edipower è sul tavolo delle istituzioni.

È ora che i governi, quello centrale e quelli locali, si esprimano con molta chiarezza sul destino di questi impianti e sul futuro del territorio. In questa regione si va avanti col carbone, si blocca sistematicamente l'eolico offshore e si profila lo spettro delle trivelle petrolifere a mare.  È insensato. In Puglia, come nel resto del Paese, bisogna definire un piano preciso di uscita dal carbone, che causa oltre 500 morti premature l'anno in Italia e dire un secco no alle trivelle. afferma Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace.

Greenpeace, in occasione del tour, ha lanciato una petizione online ( http://www.greenpeace.org/italy/non-fossilizziamoci) per chiedere ai cittadini italiani di firmare una Dichiarazione di Indipendenza dalle fonti fossili, in favore di energie rinnovabili ed efficienza. In poche settimane la petizione ha già raccolto oltre 55 mila firme.

Ancora una volta, con questo tour, abbiamo provato a dar voce a coloro che vengono colpiti quotidianamente dalle fonti fossili e abbiamo chiarito la nostra ricetta energetica per il Paese. 

Se Renzi e i suoi ministri non hanno orecchie per Greenpeace e per i "comitatini", né per gli scienziati che ci chiedono con urgenza di salvare il clima, ascoltino almeno i mercati e capiscano che il futuro è nelle rinnovabili e nell'efficienza energetica. Afferma Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace. 

"Questo governo promuove piani di ulteriore sfruttamento delle fonti fossili, anche di quel poco che c'è sotto il mare, e colpisce le rinnovabili con lo spalma-incentivi.
Noi chiediamo invece che ci dica qual è la strategia italiana per decarbonizzare completamente l'intera economia da qui al 2050".


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